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Szerző: Gian Maria
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Da www.repubblica.it

NEW YORK - Non è solo una notizia economica sullle difficoltà di un colosso
finanziario. Perché l'annuncio ufficiale della crisi di McDonald's - gigante
dell'alimentazione fast food, icona della globalizzazione, marchio stranoto
anche nelle più sperdute zone del mondo - è qualcosa di più: il segno di un
simbolo che comincia a scricchiolare. E, forse, di un possibile, futuro
cambiamento delle abitudini alimentari.

Ma cominciamo dai nudi fatti. E i nudi fatti sono i seguenti: dagli Stati
Uniti, la super-holding del cibo veloce fa sapere che chiuderà ben 175 suoi
ristoranti. Non solo negli Usa, ma anche in Europa e negli altri continenti:
in tutto dovrebbero essere coinvolti almeno dieci paese. La società fa
sapere anche che non raggiungerà gli utili previsti per fine anno. I
profitti alla fine del 2002 saranno infatti di 350 milioni di dollari,
invece dei previsti 425 milioni. Il gruppo dichiara inoltre che dovrà
tagliare tra i 400 ed i 600 posti di lavoro, solo in patria.




Uno scarto di un centinaio di milioni di dollari, negli utili effettivamente
raggiunti dal gruppo, che significa una rivoluzione, nella catena mondiale
di distribuzione. Significa la fine di una tendenza all'espansione durata
per anni, con quella "M" rotondeggiante - simbolo della catena - in ascesa
inarrestabile. In Europa così come nei paesi in via di sviluppo.

Addio patatine fritte e Big Mac, addio menù standard e veloci da consumare
in qualsiasi angolo del Pianeta? Non esageriamo, non è proprio così. Perché,
a fronte di 175 ristoranti che chiudono, ce ne sono migliaia che rimangono a
saracinesche alzate. Secondo le ultime stime, infatti, i fast-food della
catena sono circa 30 mila. Sparsi in 121 paesi, e con bacino di clientela
pari a circa 46 milioni di persone. Cifre stratosferiche, dunque.

Quel che è certo, invece, è che - appena annunciato il calo degli utili, con
relativi tagli - il titolo ha cominciato a scendere a Wall Street. E questo,
per un simbolo vivente della globalizzazione, è già un bello schiaffo.

Del resto il gruppo, guidato da Jack Greenberg, in questo momento soffre
soprattutto per la concorrenza di rivali come Wendy's International. Ma
attraversa anche quella che per certi versi può essere definita una crisi di
credibilità: ultimamente, specie negli Usa, molti clienti si sono lamentati
per la scarsa qualità del cibo fornito, per il servizio ed anche per
l'igiene dei locali. Tutti elementi che invece, fino a oggi, hanno
rappresentato il fiore all' occhiello del gruppo.

(8 novembre 2002)