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Caro Alessandro,
per quanto sono contento dei risultati dell'incontro della nostra =
delegazione con il Prefetto e concordo con il (troppo lungo) =
comunicato-stampa devo rilevare qualche ingenuita' di troppo. Da una =
parte si propongono a volte con linguaggio stereotipato azioni =
disobbedienti ed antagoniste (basterebbe dire chiaramente conflittuali =
ed all'insegna dell'autonomia culturale) dall'altra si dice =
sorprendentemente che bisognerebbe affrontare la genia della destra =
autoritaria e bigotta in pubblico contraddittorio. Ma dove? Ma quando? =
Scordatelo...Non stanno cosi' le cose. Semmai, per sfuggire =
all'autoreferenzialita', bisogna portare un nostro (e delle =
associazioni) punto di vista all'esterno di noi stessi, con volantinaggi =
di strada, all'Universita', alle scuole. Avendo la chiarezza mentale di =
non essere semplicemente e pregiudizialmente anticlericali, ad esempio, =
ma come dice anche Gigi Perrone cogliendo l'anomalia di un arcivescovo =
affarista, modernizzante, legato prima a Comunione e Liberazione (e =
adesso all'Opus Dei?), inquisito seriamente per peculato, riciclaggio, =
contabilita' sospetta. Personaggio vezzeggiato in un recente passato da =
una fiacca sinistra cittadina che sperava di fare patti elettoriali con =
lui! In un Salento dove esistono tra i religiosi uomini di pace e di =
carita'. Con tutto un bel sottomondo cattolico di provincia (Paparella =
docet) che lo difende a spada tratta. Avete letto le fesserie di Don =
Cesare contro la prostituizione? Utilizza il giusto argomento della =
lotta alla schiavitu' sessuale e non solo per arrivare tout court a =
pretendere di estirpare il fenomeno, cosi' per giustificare la =
richiesta di fondi per le sue case della redenzione, anche all'estero.=20
Gigi Perrone puo' dare egregiamente una mano proprio nel fornire spunti =
e materiali a chi sta preparando volantini e documenti, tra l'altro, =
come ha gia' fatto in passato. Questa destra e' al governo, del paese e =
pure della citta'. Non e' sucettibile di pubblico contraddittorio se non =
in sedi dove e' obbligata dal rispetto della norma democratica. =
Preferisce il contraddittorio di comodo ed anche lo scontro con chi le =
e' abbastanza succubo, tutto sommato. Di Firenze i telegiornali =
berlusconiani continuano a dire di assedio, assalto, calata degli unni. =
Hanno tentato e tenteranno di criminalizzare persino il sindacato. In =
chiave locale cercheranno di irridere, marginalizzare, criminalizzare se =
solo possono. Si atteggeranno sempre a piu' a classe dirigente di =
regime, di autorita'. Quello che non e' vero e non e' scontato e' che ci =
riescano. Il conflitto serve a ridefinire gli stessi soggetti ed attori =
in campo. A smascherare le pretese di ragionevolezza dei Ruppi, delle =
Poli Bortone, dei mantovano, dei Fitto, dei Pisanu, dei Berlusconi. Il =
conflitto serve a creare programmi ed agende per chi vuol fare =
opposizione sul serio. Alla societa' civile democratica preoccupata. =
Serve a formare una gioventu' critica, non imbottita di scemenze. Serve =
a mettere in campo anticorpi democratici a una deriva autoritaria =
evidente. Serve a noi stessi per non scoraggiarci e chiuderci nel =
privato (che pure, come dico sempre, ha la sua bella importanza, ma e' =
solo migliorato dall'azione collettiva di intelligenza ed azione).
Quindi, caro Alessandro, non devi, ne' tu ne' altri, ragionare come =
capitani senza esercito, che oscillano tra azione esemplare e tentativo =
di incastrare l'avversario e sputtanarlo nel pubblico contraddittorio. =
Per quanto possa non piacere Gramsci da qualche parte nei quaderni =
scriveva che l'esperienza storica dimostra che e' piu' facile per un =
capitano creare un esercito che per un esercito creare ed espimere un =
capitano. Quindi, come si diceva una volta, lavoro di massa, linea di =
massa, e come si dice adesso lavoro tenace di rete e di coordinamento.
Silverio T.
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