[Lecce-sf] riflessioni sulla Cecenia

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ricevo e rimando un intervento di Imma Barbarossa sulla Cecenia, giunto al mio mio indirizzo

antonella











La Cecenia è lontana, ma parla di noi.

Il lungo conflitto in Cecenia è precipitato in una guerra di inaudita violenza e in atti di vero e proprio terrorismo. Già da tempi di Eltsin, in quella regione era in atto una vera e propria strage con migliaia di morti. Mosca accusa di terrorismo i fondamentalisti islamici, che, per parte, loro chiamano a raccolta il mondo islamico e invocano una secessione su base etnica.

Chi proclamava che, caduto il muro di Berlino, sarebbe scoppiata la pace nel mondo, doveva sicuramente essere in malafede o sotto l'influsso propagandistico degli USA che, dalla parte occidentale del muro, volevano far credere che, crollata la parte cattiva del mondo, la parte buona avrebbe avuto la libertà di espandere il suo "benefico" influsso. Ma nulla di tutto questo si sta verificando. Nel nuovo ordine mondiale l'Occidente è libero di fare le sue guerre di ingerenza in tutto il pianeta, distruggendo e bombardando (Iraq, Serbia, Afghanistan), mentre la Russia, intrappolata in vecchi e nuovi nazionalismi, percorre anch'essa strade di guerra per risolvere i suoi conflitti interni. Benessere, libertà, sviluppo contro povertà, oppressione, sottosviluppo: ecco le formule magiche dell'espansione capitalistica selvaggia e del galoppante tentativo di occidentalizzazione del mondo.

Nell'ultimo decennio abbiamo visto di tutto: alla globalizzazione economica fa da contrappunto una frammentazione nazionalistica selvaggia, incoraggiata e foraggiata dall'Occidente: a ovest gli stati/nazione si uniscono per rafforzarsi, cooperare, affermare il loro controllo sul resto del mondo; ad est feroci divisioni etniche rappresentano materialmente e simbolicamente i poveri del mondo, che corrono ad attingere alla mensa dell'Occidente, sotto il potere di gruppi dirigenti pronti ad allearsi con lo stesso Occidente (leggi “vendere petrolio” per importare “sviluppo”). Particolarmente grave e dolorosa è la cautela, passiva e colpevole, con cui i paesi arabi si “occupano” della tragica questione palestinese, che rimane circoscritta ad una questione 'territoriale' e delegata di fatto ai gruppi armati del fondamentalismo islamico.

Il “secolo breve” è finito con l'implosione di quegli stati che – nati da grandi movimenti rivoluzionari di masse sfruttate in cerca di liberazione – hanno finito col rappresentare soltanto il potere di gruppi dirigenti e dei loro nazionalismi, come testimonia anche la posizione di totale complicità del Partito comunista russo sulla questione cecena. Rifondazione comunista ha avviato una vera e propria analisi critica, che ci porta a dire che il comunismo o è percorso di libertà e di liberazione, o non è.

Questo Occidente che pretende di esportare con la forza “valori” e “civiltà” è culturalmente cosi pervasivo da permettersi di intervenire a premiare o punire militarmente, da decidere sulla base dei propri interessi qual è il nemico da demonizzare, il fondamentalismo da punire, lo Stato da bombardare. Cosi i Talebani furono aiutati contro l'URSS, poi massacrati per “liberare” le donne afgane dal burqa, così gli alti ufficiali della Nato si sono fatti camerati dei capi dell'UCK, a cui avrebbero dovuto togliere le armi, contro la Serbia.

Per anni la questione cecena è stata 'invisibile', semplicemente inesistente perché gli USA avevano interesse a “catturare” la Russia nella loro politica imperiale. Gruppi armati ceceni si sono resi visibili, in questi anni, con attacchi terroristici nel cuore della Russia, ed oggi con quest'ultimo sequestro nel teatro di Mosca.

Ma qui le responsabilità di Putin sono gravi: nel non aver avviato nessuna trattativa con i guerriglieri, nell'aver deciso un blitz di inaudita ferocia indiscriminata, senza aver fornito antidoti al gas e senza aver predisposto soccorsi tempestivi ed efficaci. Cadaveri e feriti sono stati ammucchiati in autobus! Tutto ciò con la complicità del Partito comunista russo, il cui segretario era tranquillamente in Italia al congresso del PDCI, e con lo sperticato elogio persino del governo cinese.

Se è vero, come è vero, che in Cecenia, come in altre parti del mondo, è in atto un processo di islamizzazione fondamentalista, e se è indubbio che l'azione dei sequestratori ceceni è un atto grave di terrorismo, è altrettanto vero che sono gravi le responsabilità della Russia nel non voler affrontare in termini politici la questione cecena, sono gravi le responsabilità dell'Occidente, in particolare degli USA, per quella politica imperiale prima citata, che tenta di imporre al mondo il suo ordine, è grave il silenzio balbettante dell'Europa, che pure sulla guerra “preventiva” all'Iraq qualcosa dice.

Putin, alleandosi con Bush contro il “terrorismo” (definizione dilatata e spesso arbitraria), cerca di risolvere con la forza la questione cecena, distruggendo territori, città, uomini e donne innocenti. Il modello, del terrorismo di stato di Sharon fa proseliti! In realtà il terrorismo è l'altra faccia dell'integralismo delle cosiddette democrazie occidentali.

Nella convinzione che la guerra debba essere cacciata dalla storia, così come da tempo la riflessione delle donne propone, occorre che uomini e donne, pacifisti/e chiedano alle istituzioni nazionali e internazionali che ogni conflitto trovi una soluzione pacifica e negoziata, e premano sul governo di Mosca affinché i rapporti con la Cecenia diventino una questione politica.

Tradizioni, popoli, religioni, identità vanno tutelati, ma in un continuo percorsi di ricerca di nuove forme di autonomie locali e di rappresentanze istituzionali, nell'ottica del superamento di confini e frontiere materiali, ideali, culturali.

Novembre 2002                                                 Imma Barbarossa




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