[Forumumbri] LA QUARTA GUERRA MONDIALE E' COMINCIATA

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Autore: ale-
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Oggetto: [Forumumbri] LA QUARTA GUERRA MONDIALE E' COMINCIATA
"LA QUARTA GUERRA MONDIALE E' COMINCIATA"=20
"LA QUARTA GUERRA MONDIALE E' COMINCIATA"=20
LE SOCIALDEMOCRAZIE DELL'"EUROPA SOCIALE" HANNO GIA' PIU' VOLTE VOTATO I=20
CREDITI DI GUERRA . E NOI NON POSSIAMO PIU' DAR LORO CREDITO !!!=20

Dalla selva Lacandona, nell'estate del 1997, Marcos seppe anticipare ci=F2=
che=20
l'Enduring Freedom, ben cinque anni dopo, ha definitivamente sancito: il=20
priapista democratico Clinton non =E8 stato che l'apripista del faccendiere=
=20
repubblicano Bush!=20
Nel nostro piccolo, la mattanza orchestrata dal centro sinistra durante le=
=20
giornate di Napoli =E8 stata la prova generale del massacro omicida=
perpetrato=20
a Genova dal centro destra: le prime ricadute, sul nostro fronte interno,=20
della "guerra infinita" contro l'umanit=E0 intera, esplicitamente dichiarata=
=20
da Monsieur le Capital soltanto dopo le Twin Towers.=20
Ora, nella bomboniera rinascimentale fiorentina si consumano le laide nozze=
=20
tra i "fratelli nemici": tutti insieme appassionatamente a garantire=20
l'ordine contro l'invasione delle orde barbariche.=20
Anche qui ci piace rispolverare quel Marcos che non idolatrammo quando fu=20
strumentalmente mitizzato e che ora giace nell'oblio: "Nel cabaret della=20
globalizzazione abbiamo lo show dello stato, che si spoglia di tutto fino a=
=20
restare coperto dell'indumento minimo indispensabile: la forza repressiva".=
=20
Dal welfare al warfare, dallo "stato sociale" allo "stato penale"!=20
Oggi, mentre vengono strappati gli ultimi brandelli delle sue presunte virt=
=F9=20
democratiche, lo stato disvela la sua vera essenza costitutiva: l'essere=20
sostanzialmente "monopolio della violenza organizzata" di un potere che si=
=20
riscopre univocamente compatto e solidale in tutte le sue componenti CONTRO=
=20
l'intollerabile eresia di chi pretende esprimere l'utopia concreta di una=20
radicale alterit=E0. E tale univoca ed esplicita propensione all'uso della=
=20
violenza, indipendentemente dal suo farsi effettiva pratica repressiva,=20
determina come sempre una spinta disciplinatrice in grado di interdire il=20
libero dispiegarsi della dialettica fra le varie componenti del "movimento".=
=20
Il governo ha fatto bene il suo sporco lavoro: ha imposto all'"opposizione"=
=20
di uscire allo scoperto, corresponsabilizzandola direttamente nella gestione=
=20
di quell'ordine pubblico su cui =E8 riuscito ad appiattire l'"evento" di=20
Firenze, anche grazie al pretesto offertogli dalle solite rodomontate dei=20
soliti noti specialisti della disobbedienza ridotta a spettacolino. Dal suo=
=20
canto, il centro sinistra ha potuto accollarsi questa responsabilit=E0=
perch=E9=20
in grado di trovare aree d'interlocuzione dentro al "movimento". In ampi=20
settori di questo alligna ancora la chimera di un'"Europa dei diritti", in=
=20
grado di imbrigliare gli spiriti animali del mercato e controbilanciare=20
l'espansione imperialistica statunitense. L'esperienza di "Porto Alegre 2"=
=20
non =E8 passata invano: l'araba fenice della "terza via" persevera nel suo=
=20
sempre pi=F9 penoso tentativo di risorgere!=20
D'altronde, il cosiddetto "popolo dei girotondi" ha oggettivamente rimesso=
=20
in gioco il centro sinistra, ricostruendone una qualche credibilit=E0 come=
=20
referente politico-istituzionale "dei movimenti dal basso dei cittadini". L'=
=20
Ulivo riprova dunque oggi a giocare il ruolo di cerniera tra la piazza e il=
=20
Palazzo, proponendosi alla prima come interlocutore aperto, e offrendo al=20
secondo ampie garanzie in merito alla condivisione di un fondamentale=20
obiettivo: l'ordine disciplinare nella comune "azienda paese". Per far ci=F2=
,=20
da un lato, non pu=F2 che costruire rapporti con una piazza adeguatamente=20
depotenziata nei propri contenuti, in quanto annacquata dalle battaglie=20
meramente legalitarie dei "girotondi" e dall'estrema eterogeneit=E0 del=20
cosiddetto movimento no global (nel cui seno - guarda un po'! -, all'=20
associazionismo cattolico e a certa intellettualit=E0 tradizionalista =E8=20
riconosciuta pi=F9 legittimit=E0 che ai settori "antagonisti"), e dall'altro=
=20
lato, non pu=F2 che giocare sull'ambiguit=E0 derivante dal fatto che l'=20
assunzione diretta di responsabilit=E0 viene condotta dai banchi dell'=20
opposizione.=20
Il "partito di lotta e di governo", secondo l'infausta e mistificante=20
formula autodefinitoria coniata dal Pci negli anni settanta, cede ora il=20
posto alla "coalizione n=E9 di lotta n=E9 di governo".=20
Indubbiamente, alcune ambiguit=E0 non sciolte dal "movimento", spesso senza=
=20
reale consapevolezza, in altri casi con colpevole strumentalit=E0, hanno=20
creato le condizioni per il verificarsi di tale situazione. Va bene=20
contestare l'orrido Berlusconi, come qualsiasi altro governo di destra, ma=
=20
in nome di cosa? Quale alternativa rappresentano oggi le sinistre=20
istituzionali? Quali sono i loro reali margini di manovra, nell'attuale=20
contesto di un capitale sempre pi=F9 unico e incontrastato regolatore della=
=20
produzione e riproduzione sociale, su scala planetaria? Ci piace su questo=
=20
punto citare ancora una volta Marcos: "il grande potere mondiale pu=F2=20
tollerare un governo di sinistra in una qualche parte del mondo, sempre che=
=20
[.] questo governo non prenda decisioni che contraddicano le decisioni dei=
=20
centri finanziari mondiali. Ma in nessuna maniera tollerer=E0 che=20
un'alternativa di organizzazione economica, politica e sociale si=20
consolidi". Anche Lula in Brasile =E8 avvertito. Salutiamo la sua vittoria=
con=20
soddisfazione, ovviamente. Ma sappiamo che difficilmente potr=E0 salvarsi da=
=20
una tragica alternativa: rassegnarsi cio=E8 a vestire i panni di un Blair in=
=20
salsa carioca, o fare la fine di Allende (o ancora, in maniera pi=F9 soft,=
di=20
Chavez). Non sar=E0 certo l'appoggio condizionato di una parte della=
borghesia=20
brasiliana, favorevole ad una maggiore autonomia del capitale nazionale per=
=20
evitare una d=E9bacle di tipo argentino, a evitargli la scelta . "tra la=
peste=20
e il colera". Tutt'altro! Solo uno scarto in avanti a livello mondiale sul=
=20
piano della soggettivit=E0, da parte del "movimento che abolisce lo stato=20
presente delle cose", potr=E0 creare le condizioni per forzare questa=20
situazione paralizzante.=20
Dunque, anche da tale punto di vista, un dramma reale si cela dietro la=20
farsa cabarettistica in cui si =E8 deciso di trasformare l'"evento Firenze",=
=20
dopo il "Grande Inciucio" consumatosi nei Palazzi istituzionali, fra il 30 e=
=20
il 31 ottobre. Dal Chiapas, da Seattle, da Genova sono venute delle domande=
=20
radicali: come costruire un altro mondo? Come consolidare "un'alternativa di=
=20
organizzazione economica, politica e sociale"? Ma a tutt'oggi il "movimento"=
=20
non =E8 riuscito a dare delle risposte sufficientemente condivise e a=20
costituire le proprie forme di autorganizzazione, in grado di assicurare la=
=20
permanenza di un radicale antagonismo su scala planetaria. Un gap drammatico=
=20
che rischia di lacerare tutti coloro che, anche in perfetta buona fede,=20
cercano di supplire "politicamente" alla mancanza di una reale=20
autodeterminazione della soggettivit=E0 di classe. Lo scadimento dell'=20
appuntamento continentale di Firenze ne =E8 la prova. Un governo dagli=20
evidenti aneliti repressivi, da una parte, il "moderatismo" della sinistra=
=20
istituzionale e non, dall'altra: questa =E8 la tenaglia che sta ormai=20
schiacciando il Social Forum Europeo. Chi non si rassegna alla velleitaria=
=20
quanto imbelle "ragionevolezza" patrocinata dal centrosinistra =E8 un=20
provocatore che, come tale, sar=E0 colpito da un'inevitabile e in fin dei=20
conti "meritata" repressione.=20
Di fronte a questo vero e proprio ricatto riteniamo indispensabile=20
ribellarsi con estrema determinazione. Nonostante ci=F2, anzi, proprio per=
=20
questo, =E8 necessario pi=F9 che mai essere presenti a Firenze, nella lucida=
=20
consapevolezza che tale situazione non =E8 mero frutto della malafede di=20
alcuni, sebbene non in pochi ci abbiano messo del loro. No, questa=20
situazione =E8 figlia delle oggettive difficolt=E0 del presente. E deve=
essere=20
ben chiaro che la semplice defezione non pu=F2 risolvere una contraddizione=
=20
reale, perch=E9 essa, nonostante la sottrazione di chicchessia, tornerebbe=
=20
inevitabilmente a presentarsi: le contraddizioni reali vanno scardinate=20
dall'interno, facendo leva sulle dinamiche che si generano nel centro stesso=
=20
dell'antinomia.=20
I movimenti imparano dai loro stessi errori, non potrebbe essere altrimenti.=
=20
Chiunque ritenga di avere un qualche contributo di idee da condividere, deve=
=20
agire dall'interno, facendosi carico delle arretratezze, degli errori e=20
delle sconfitte del movimento. Da questo punto di vista, come sempre, il=20
compito pratico e teorico pu=F2 essere soltanto quello di "abbreviare le=20
doglie del parto": quel parto che nel prossimo futuro potr=E0 dare forma al=
=20
nuovo soggetto collettivo rivoluzionario.=20
Questo processo non =E8 certo garantito, ma di sicuro le mistificazioni=20
ammantate di compassionevole "ragionevolezza" non possono che avere=20
effetti . anticoncezionali. Ed =E8 per questo che denunciamo il falso nemico=
=20
rappresentato dal "neoliberismo", inteso come la forma estrema e disumana=20
dell'attuale sviluppo capitalistico, che potrebbe essere sostituita da una=
=20
diversa regolamentazione politica del medesimo modo di produzione, nel=20
rispetto dei diritti sociali, civili e politici dell'umanit=E0 intera. Beata=
=20
quanto suicida illusione! Noi continuiamo a sostenere, invece, che non=20
esiste alcun "capitalismo dal volto umano": esistono soltanto le esigenze=20
dell'accumulazione pi=F9 o meno favorevoli, nei diversi tempi e luoghi, ad=
=20
istanze meramente redistributive, comunque sempre concretizzabili solo in=20
forza della conflittualit=E0 di classe. Ed oggi quelle esigenze impongono=
un'=20
unica e devastante configurazione ad un capitale totale ormai stremato dalle=
=20
sue stesse contraddizoni strutturali. Gi=E0 nell'estate del 1996, dal "Primo=
=20
incontro intercontinentale per l'umanit=E0 e contro il neoliberismo", fu=20
stigmatizzata questa inoppugnabile realt=E0: "Il neoliberismo =E8 una=
strategia=20
di organizzazione della produzione e della vita sociale. Costituisce un=20
momento storico dello sviluppo capitalista, che si presenta come una=20
risposta integrale alle contraddizioni del processo di accumulazione del=20
capitale e della lotta di classe. In questa misura, neolberismo e=20
capitalismo non possono essere disgiunti e una lotta contro il primo implica=
=20
necessariamente una lotta contro il secondo, come sistema di sfruttamento e=
=20
dominazione sociale. Il neoliberismo =E8 solo l'aspetto attuale del=20
capitalismo" [Documento finale del Tavolo 2 A, 27/7/1996 Chiapas, votato=20
all'unanimit=E0].=20
Il "neoliberismo" =E8 dunque solo uno dei tanti quid pro quo oggi in gran=20
voga, che intorbidano le acque e permettono di dare credibilit=E0 ad un=20
esangue riformismo. Ma se ne possono citare altri assai in auge, purtroppo,=
=20
anche nella "sinistra" che si vorrebbe critica. Ad esempio, la denuncia=20
della speculazione finanziaria quale sostitutivo della critica del capitale=
=20
tout-court. Come se il "parassitario" capitale speculativo fosse una=20
"specie" a parte rispetto a quella del "sano" capitale produttivo, e non una=
=20
delle forme che ogni singolo capitale pu=F2 assumere (soprattutto, nel caso=
=20
specifico, quando la sovraccumulazione generalizzata interdice la=20
valorizzazione, nell'ambito della produzione industriale). Il tutto,=20
ovviamente, per giustificare una possibile alleanza con la "parte sana e=20
produttiva" della classe borghese. O ancora, l'uso del termine "impero" (ch=
=E9=20
"concetto" ci riesce difficile definirlo), oramai preferito, da moltitudini=
=20
di intellettuali e politici, alla ben pi=F9 fondata nozione di imperialismo:=
=20
solo un patetico escamotage per trovare un interlocutore istituzionale dalle=
=20
presunte connotazioni "progressive", rispetto allo screditato stato=20
nazionale.=20
E se non ci piacciono le mistificazioni teoriche, ancor meno ci convincono=
=20
le ricettine "politiche" in gran voga, come la Tobin Tax e il reddito di=20
cittadinanza. Si tratta di stratagemmi che, nella loro unilateralit=E0,=20
pretendono di cambiare il mondo senza passare per il crocevia fondamentale=
=20
di questo modo di produzione: lo scontro tra capitale e lavoro. In questo=20
senso sembrano, a tutta prima, assai ragionevoli, in quanto immediatamente=
=20
praticabili; salvo che questa praticabilit=E0 si d=E0 solo quando essi=
vengono=20
proposti nelle loro versioni pi=F9 minimalistiche e sostanzialmente=20
irrilevanti. Quando, cio=E8, assumono una portata quantitativa talmente=20
scarsa, da risultare assolutamente compatibili con gli assetti sistemici=20
attuali. Se ci si spostasse da questi livelli minimali e, soprattutto, se ci=
=20
si volesse spingere verso i gradi pi=F9 estremi, tali misure finirebbero per=
=20
minacciare significativamente l'appropriazione del plusvalore da parte del=
=20
capitale e la loro effettiva operativit=E0 risulterebbe dunque subordinata=
ad=20
un livello di conflittualit=E0 tale da meritare ben miglior causa (come il=
=20
comunismo, per fare un esempio a caso!). Delle due l'una: o Tobin tax e=20
reddito di cittadinanza sono "ragionevoli" ma irrilevanti, o sono rilevanti=
=20
ma "irragionevoli". Si possono tenere insieme le due caratteristiche solo=20
ignorando la differenza qualitativa tra il livello minimo e quello massimo=
=20
di queste rivendicazioni. Misero giochetto mistificatorio, in grado di=20
sortire un unico effetto: accreditare ancora una volta l'illusione di un=20
impossibile "capitalismo dal volto umano"!=20
Non dobbiamo rimanere imbrigliati dentro questi angusti limiti. I buoi sono=
=20
gi=E0 scappati mentre qualcuno sta tentando di chiudere tardivamente la=20
stalla. Non saremo certo noi a dargli una mano!=20
Ben prima dell'11 settembre il "vento di Seattle" (diventato "bufera" a=20
Genova) ha rivelato la fragilit=E0 del dominio del capitale totale. Ed ha=20
anche mostrato come la speranza di una radicale alterit=E0 non sia la vaga=
=20
chimera inseguita da un pugno di eretici sconfitti dalla storia, ma l'utopia=
=20
concreta "racchiusa" in un "movimento" che sta ormai crescendo su scala=20
planetaria, sebbene non si sia ancora consolidato come soggetto collettivo=
=20
rivoluzionario.=20
I tentativi delle varie pseudo-neosocialdemocrazie di blandirne le=20
componenti pi=F9 moderate, cos=EC come la rappresentazione riduttiva e=20
banalizzante operatane dai media erano e restano rischi da mettere in conto.=
=20
Rischi che divengono per=F2 assai difficili da contrastare, nel momento in=
cui=20
si decide di cavalcare la logica del "Grande Evento", con la conseguente=20
necessit=E0 di costruire un arco di interlocuzione quanto mai ampio ed=20
ecletticamente pluralistico, nonch=E9, magari, di mettere in ombra soggetti=
e=20
contenuti "meno presentabili" ("Porto Alegre 2" insegna).=20
A Firenze dovremo quindi esserci per riappropriarci dal basso di questo=20
appuntamento, per riempirlo con la nostra rabbia, per portare anche fin=20
sotto i palchi del Grande Inciucio (certo ben individuabili!) quel vento di=
=20
Seattle che Lor Signori e i loro ragionevoli reggicoda vorrebbero=20
esorcizzare, riducendolo a liturgia spettacolare!=20
Contro la guerra infinita che incombe sul mondo, dobbiamo=20
ricercare/costruire momenti di pratica di massa in grado di spezzare le=20
gabbie ideologiche di pacifismi queruli e impotenti, perch=E9 incapaci di=20
individuare il vero nemico nel presente dominio del capitale totale, che sta=
=20
ormai conducendo a rapidi passi l'umanit=E0 intera, verso un definitivo=20
olocausto! Nel contesto del Forum fiorentino, il primo e parziale passo=20
verso la ricomposizione del proletariato universale potr=E0 essere uno=20
soltanto: porre le basi per una piattaforma continentale sul salario sociale=
=20
europeo (salario diretto, servizi pubblici, pensioni, indennit=E0 di=20
disoccupazione, ecc.) coerentemente estranea ad ogni logica dei due tempi e=
=20
irrimediabilmente antagonistica nei confronti della classe capitalistica e=
=20
di tutti i ceti politici del vecchio continente. Una piattaforma che non=20
potr=E0 far leva sulla presunta neutralit=E0 di uno stato pronto ad=
accogliere=20
le pacate richieste dell'astratto "cittadino", ma che dovr=E0 nutrirsi e=20
contribuire alla crescita dell'antagonismo di classe verso una propria=20
dispiegata autonomia in grado, con la sua forza e la sua rigidit=E0, di=20
costringere il capitale e i suoi rappresentanti politici ad adeguarsi ad una=
=20
pratica collettiva immediatamente contraddittoria rispetto ai loro=20
interessi. Fin dove potr=E0 essere spinto questo processo, senza nulla=20
concedere ad avventuristici soggettivismi, dipender=E0 soltanto dalla forza=
=20
raggiunta dall'autonoma pratica teorica della soggettivit=E0 di classe. A=20
questo scopo, la chiarezza politica sar=E0 un passo doloroso, ma=20
indispensabile: dovr=E0 finalmente esplodere quella vera e propria=20
contraddizione di classe che si =E8 delineata all'interno dello stesso Forum=
=20
Sociale Europeo tra le componenti anticapitalistiche e quelle pallidamente=
=20
riformiste.=20
E se la lezione di Firenze ci sar=E0 comunque servita a qualcosa, dovremo=20
allora, per il futuro, cambiare strada. Il prossimo incontro internazionale,=
=20
qualsiasi esso sia, sar=E0 meglio tenerlo di nuovo nel fango di una selva=
del=20
terzo mondo, o, in alternativa, tra i calcinacci di qualche periferia=20
urbana. Lasciamo le citt=E0 d'arte, i palazzi confortevoli e le luci della=
=20
ribalta mediatica a chi =E8 in cerca di facile notoriet=E0: se vogliamo=
mutare=20
lo scenario politico del movimento, di certo cambiare la coreografia degli=
=20
incontri internazionali non baster=E0, ma, almeno, potr=E0 aiutare!=20
3 novembre 2002=20
La Redazione di=20
"Vis-=E0-Vis"=20
<http://web.tiscalinet.it/visavis>=20