[Lecce-sf] Re: Una differenziazione necessaria

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Auteur: Antonella Mangia
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Sujet: [Lecce-sf] Re: Una differenziazione necessaria
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A Cinzia Nachira

Al Lecce Social forum

Al CSSF



Mando questa mia e-mail, oltre che alla diretta interessata, anche alla lista del LSF e del CSSF perché, non conoscendo gli indirizzi ai quali la Nachira ha mandato la sua e-mail, sono costretta, e di questo me ne scuso, a dare ad essa una pubblicità che volentieri avrei evitato, considerata la futilità delle motivazioni che hanno scatenato un intervento così privo di stile e di senso da parte di Nachira.

Sinceramente non si riesce a capire perché tutta questa enfasi nel mettere in contrapposizione le due date, entrambe importanti, quella del 13 (summit internazionale dei Ministri degli Interni di alcuni Paesi dell’area mediterranea) e quella del 30.    


Il P.R.C. Provinciale e il P.R.C. Regionale, come Cinzia ben sa, ha dato la massima rilevanza a queste due date. Quindi non si capisce per cosa si stia agitando, tanto più che essendo lei nel Comitato Regionale, non può non aver sentito con le proprie orecchie quanto detto dal Segretario Regionale Martino.

Per quanto riguarda il 30, noi come lei, leggiamo i documenti che giungono dalle liste nazionali e regionali e sappiamo di cosa si tratta. Ho mandato copia ieri in lista del documento con il quale si convoca la manifestazione del 30 davanti al Regina Pacis.

La manifestazione del 30 novembre è contro la Bossi Fini, perché vorrei che fosse chiaro non c’è una ipotesi di reintroduzione della Legge Turco- Napoletano (mica il Centro Destra è scemo!!! prima fa una legge mettendosi contro anche la Caritas e poi torna a quella precedente! sull’immigrazione ha le idee chiare, purtroppo!); sulla legge Turco Napoletano non c’è alcun tentennamento da parte nostra nel considerarla una legge sciagurata ma comunque diversa, per il contesto politico in cui si è affermata, per i soggetti politici che l’hanno voluta.

Ma io mi chiedo, perché oggi agitare questa ipotesi che non esiste? Non è che attraverso la polemica sulle due leggi sull’immigrazione, pensiamo invece di far passare un dibattito altro, qualcosa che non c’entra niente con gli immigrati ma attiene ad un dibattito politico di altra natura? Insomma non è degli immigrati che si sta parlando, ma di un dibattito che interessa “pochi intimi”.

Io, personalmente, penso che o la giornata del 13 novembre SIGNIFICA UNA GIORNATA DI LOTTA,( mettendo dentro questo termine tutta una serie di iniziative, quelle simboliche, sit-in, presidi, contestazione dei Ministri, dibattiti, assemblee) o altrimenti , se tutto si deve ridurre, come Nachira proponeva nella riunione del Lecce Social Forum di stasera (1novembre 02), ad un

bel dibattito in un’aula dell’Università (luogo eletto e di eletti) magari con qualche “nome” di rilievo, è meglio che ci dedichiamo ad altro; c’è chi la politica la intende come un “parlamento” cioè un luogo in cui si “parla”, magari ci si parla addosso, in pochi addetti ai lavori. Io non faccio parte di questa categoria o per lo meno mi sforzo di superare questo limite della politica leccese.

Io, ma anche altri del Lecce Social Forum, non ho condiviso, la sua proposta “minimalista” per la giornata del 13 novembre. Poi concretamente non so cosa si riuscirà a mettere in cantiere, ma intanto non riduciamo tutta la nostra opposizione ad un “parlarci addosso”, lontani da qualsiasi possibilità di incrociare il senso comune della gente che ci sta intorno.

Senso comune che rischia di essere forgiato da chi ha scelto di dipingere il “Movimento” come una massa di saccheggiatori di città, meglio se città d’arte. In questo, come ho detto stasera nella riunione del Lecce Social Forum, è in prima linea il giornale “Corriere della Sera” che da giorni sta portando avanti una campagna di allarmismo contro il presunto pericolo dei “no-global” a Firenze e mi meraviglio come Nachira, persona con conoscenza e sapienza,cada in una trappola così palese.

Faccio un solo esempio, per chiarezza: il problema del Summit di Lecce, non è un problema di ingorgo stradale ma se la domanda è: “pensa che il Castello di Carlo V sia la sede adatta, e visto che Lecce è città d’arte, potrebbe essere istituita una zona Rossa intorno”, la risposta non può che essere conseguente e correlata alla domanda.

E il paragone con Firenze, su cui ricama sopra una serie di contro deduzioni prive di filo logico, nasce da una dichiarazione con la quale mettevo in evidenza le differenze oggettive tra i due eventi: il 13 novembre a Lecce non può essere come Firenze (nonostante il giornalista cercasse di stabilire una similitudine) perché questa nostra è una scadenza differente, chi verrà a Lecce lo farà per manifestare contro qualcosa mentre a Firenze, essendo una iniziativa in calendario da un anno circa, si è cercato di costruire un rapporto reale con la città e con gli operatori del Centro Storico.

Questa mia sarebbe inutile se solo si sapesse, e dovrebbe essere così da parte di gente acculturata e attenta,come nasce la notizia e soprattutto quale è l’obiettivo che un giornale ha in mente di conseguire.

Ma pare che,ancora, su questo versante, la strada che dobbiamo fare sia tanta e speriamo di arrivare tutti alla meta.

Antonella Mangia

Lecce, 2.11.2002




Cinzia <cinachi@???> wrote:
Il vertice dei ministri degli Interni del Meditarreneo previsto a Lecce per il prossimo 13 novembre affronterà, dal punto di vista peggiore, il problema degli arrivi di profughi in Europa. Le soluzioni che i signori della fortezza Europa vogliono trovare sono note. Nulla di strano se Don Cesare Lodeserto, “padrone” per conto terzi del Regina Pacis, il lager più noto del Salento, spera di essere invitato per scambiare un po’ di idee con personaggi del calibro del ministro degli Interni turco, nulla di strano che la Poli Bortone invochi la decisione del governo turco di abolire la pena di morte, sorvolando sul “dettaglio” che l’esercito turco rade al suolo interi villaggi curdi, entra quando vuole in Iraq all’inseguimento dei partigiani curdi che cercano riparo in quel paese. Certo nessuno vuole sminuire l’importanza della decisione del governo turco, ma se questa salverà dalla forca il compagno Ocalan, chi salverà dallo sterminio decine di migliaia di curdi, dallo stupro migliaia di donne turche e curde nelle carceri della “europeizzata” Turchia? La decisione del governo turco si spiega con la volontà di accreditarsi come il più “europeo” dei paesi dell’area.
Il problema del vertice leccese non è né un problema di ordine pubblico, né di “ingorgo stradale”, come sostiene Antonella Mangia, segretaria del Prc, che usa questi argomenti per il buon motivo che non conosce il merito delle questioni di cui le chiedono conto i mass media. A questo proposito è inevitabile sottolineare lo spaventoso scivolone quando dichiara che “Lecce non diventerà come Firenze” (Corriere del Mezzogiorno 31 ottobre 2001). Che significa? La Mangia come Pisanu già sa che a Firenze succederanno scontri? Chi glielo ha detto? Ma forse è solo insipienza, visto che poche righe dopo, nella stessa intervista dichiara: “Berlusconi vuole a tutti i costi creare un clima di tensione per dividere il movimento. (…) Ma se ci dovessero vietare di manifestare nei pressi del Castello Carlo V, beh, saremo pronti a ad organizzare una serie di iniziative simboliche”. Se Lecce non deve diventare come Firenze, cosa significano le azioni simboliche?
Queste dichiarazioni non solo non ci rappresentano, né crediamo che possano rappresentare il Lecce Social Forum a nome del quale la Mangia dice di parlare, ma ci preoccupano molto. Noi che siamo impegnati/e nella costruzione non solo delle contestazioni al vertice del 13 novembre, ma anche e soprattutto in vista del 30 novembre, la giornata nazionale contro i Cpt, non ci faremo, mai, rappresentare o fermare da dichiarazioni contraddittorie come quelle della Mangia, che farebbe bene semplicemente a tacere.
Al Regina Pacis di San Foca è previsto per il 30 novembre un concentramento meridionale di concerto con quello torinese, contro tutti i Cpt, contro la Bossi-Fini e contro la reintroduzione della legge Turco-Napolitano, per l’apertura delle nostre frontiere prima di tutto ai profughi che fuggono dai paesi dove si muore per fame e per guerra. A questi compiti prioritari come compagni e compagne del Prc continueremo a dedicarci, nonostante tutto e tutti.
Cinzia Nachira, Comitato regionale Prc, Puglia/resp. prov. Internazionale e immigrazione
Mauro Chirenti, Coordinatore provinciale Giovani Comunisti Prc-Lecce
Massimo Lega, Comitato politico provinciale Prc-Lecce
Giuseppe Toma, Circolo Prc Veglie
Gianni Muci, Coordinamento provinciale Giovani Comunisti, Prc-Lecce
Boris Tremolizzo, Segretario Circolo Prc di Cannole
Antonio Moscato, Comitato politico provinciale Prc-Lecce
Tiziana Montagnolo, Segretaria Circolo Prc-Università, Lecce




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