[Cerchio] Fw: PLACANICA SPARO' VERSO CARLO

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Autore: Rina Kate
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Oggetto: [Cerchio] Fw: PLACANICA SPARO' VERSO CARLO
Dal mercantile

"PLACANICA SPARO' VERSO CARLO"
Depositata una memoria dei consulenti tecnico - balistici della famiglia
Giuliani con nuove osservazioni

Miro' ad altezza d'uomo. Smentita pure l'ipotesi calcinaccio

Pochi giorni prima della chiusura dell'inchiesta sulla morte di Carlo
Giuliani il legale della famiglia, l'avvocato Lia Vinci, ha depositato una
"memoria" dei propri consulenti tecnici balistici in cui sostanzialmente si
ripercorrono le tappe della perizia sullo sparo che uccise il giovane no
global in piazza Alimoinda nei giorn idel G8. Come e' noto i consulenti del
pm Silvio Franz sostengono che i lproiettile sparato da Mario Placanica fu
deviato da un calcinazzio lanciato contro il defender su cui si trovava il
carabiniere assieme a due suoi commilitoni. I consulenti di Vinci (Cladio
Gentile, fisico dell'Universita' di Messina, i docenti del gruppo Accardo
del Centro Restauri di Roma, Giorgio Accardo, fisico, Roberto Ciabattoni e
ferdinando Provera, specialisti in immagini) dicono che Placanica sparo' ad
altezza d'uomo e cosi' uccise Carlo Giuliani.
Ora, nel ribadire quelle conclusioni, aggiungono delle ulteriori
osservazioni.
Nella loro prima relazione avevano scritto che "in relazioen alle
traiettorie dei due colpi esplosi e' ormai accertato che il primo attinse
Carlo giuliani e che il secondo impatto' sui muri della chiesa. Visti i
rispettivi punti di arrivo ne consegue che devono essere stati sparati
entrambi ada latezza d'uomo".
I consulenti adesso calcolando l'altezza da terra del defneder con il peso
di tre persone a bordo, sostengono che "se un soggettodi statura media -
alta si fosse trovato lungo la traiettoria entro i primi due metri e mezzo
dalla bocca dell'arma sarebbe stato attinto dal proiettile."
I consulenti balistici del pm Silvio Franz, Nello Balossino, Pietro
Benedetti, Paolo Romanini e Carlo Torre sostengono che Mario Placanica non
voleva uccidere Carlo Giuliani. Sparo' in alto, a un metro e 95 dal suolo.
Il primo dei due colpi si conficco' in un calcinaccio che era stato
scagliato contro il defender e cosi' il proiettile di rimbalzo trafisse al
volto il giovane no global.
Niente di tutto questo replicano i periti della famiglia Giuliani: il
militare sparo' ad altezza d'uomo, il proietitle non fu deviato dal
calcinaccio in aria che, invece, si sbricciolo' colpendo lo spigolo
posteriore e superiore del tetto del defender all'altezza della seconda 'i'
della scritta carabinieri.
Sostengono, inoltre, che il calcinaccio compare nel filmato sedici
centesimi di secondo dopo lo sparo e si sbricciolo', appunto, contro la
camionetta.
C'e' poi il problema della "traumatizzazione precoce" (la cosiddetta
scamiciatura) del proiettile. Sui quesot punto gli esperti nominati
dall'avvocato Vinci affermano che possono sussistere due ipotesi. La prima
e' che il proiettile potrebbe avere strisciato un qualunque oggetto
interposto lungo la sua traiettoria (il ceh non comporta necessariamente un
rimbalzo o una deviazione sensibile). La seconda e' che il proiettile
potrebbe avere avuto caratteristiche intrinseche da comportare la
fessurazione.
E' insomma una ricostruzione obiettiva della realta' la consulenza
balistica in cui si sostiene che Mario Placanica sparo' ad altezza d'uomo e
cosi' uccise carlo Giuliani. Lo afferma la'vvocato di Lia Vinci "Noi non
abbiamo preconcetti processuali - continua l'avvocato - Vogliamo solo
arrivare alla verita' senza alcuna preclusione. E ritengo che la consulenza
balistica dei nostri esperti vada proprio in questa direzione perche'
spiega come sono avvenute le cose. Mi sembra, invece , che i ocnsulenti del
pm siano arrivati a delel conslusioni falsate dalel premesse tecniche a cui
si sono attenuti".
M ail perito balistico Paolo Romanini (uno degli esperti nominati appunto
dalla procura di Genova) subito dopo le sperimentazioni fatte nel poligono
di Fidenza (Parma) dove un sasso era stato appeso e lanciaot aveva
dichiarato "Per noi e' compatibile un rimblazo del proiettile contro la
pietra. Sei proiettili se sei di quelli utilizzati durante le prove, si
presentano molto simili a quello che ha ucciso Carlo Giuliani, cioe'
integri ma deformati."

p.g.

L'ENIGMA ESTINTORE

Molte testimonianze contrastanti

Secondo i calcoli del consuletne del pm i lsasso su cui si sarebbe
impattato il proiettile era a una distanza di un metro e trenta al massimo
dal defender ,mentre Giuliani si sarebbe trovato a un metro e settanta.
Le prove erano state effettuate con l'esplosione di alcuni colpi di Bereta
calibro 9 lungo (l'arma con cui era stato ucciso Giuliani) da un defender
dei carabinieri di fornte al cui finestrino era stato messo un sasso appeso
a una corda.
Romanini aveva sparato sei colpi contro altrettante pietre e di ognuno
erano state riprese fotografie e filmati che sono stati poi sovrapposti ai
video girati in piazza Alimonda un anno fa. Erano state effettuate anche
prove di lanci di alcuni calcinacci di diverse durezze contro il defendere
de icarabinieri.
Anche secondo le testimonianze dei carabinieri che si trovavano sul
fuoristrada assediato, Carlo Giuliani sarebbe giunto a non piu' di un paio
di metri dalla jeep con l'intenzione di scaraventare l'estintore (risultato
rubato in una stazione di servizio di via Tolemaide) contro il veicolo. Un
gesto, quindi, che rappresentava una grave minaccia per l'incolumita' dei
tre militari.
Diversa invece la ricostruzione dei fatti sostenuta dal padre del ragazoz
rimasto ucciso Giulinao Giuliani e da altri manifestanti che alle 17.27 del
20 luglio si trovavano in piazza Alimonda. Per i quali, invece, Carlo
Giuliani si trovava ad almeno tre metri di distanza.


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