Autor: matilde Data: Assunto: [Cerchio] a proposito di terremoti
e' un tipo grande e grosso, e lo so non perche' lo conosco personalmente ma
perche' mi ha indicato la taglia per mandargli un po' di abiti (un fisico
proprio adatto per portare soccorsi dove e' necessario essere molto molto
forti) . Non ha un soldo nemmeno per comprarsi la carta per scrivere,
l'acqua, il dentifricio, insomma sta proprio a pezzi. Perche' sta dentro? La
nonna era un'ebrea belga scappata in Inghilterra che gli racconto' da
ragazzo di come scomparve la sua famiglia; da questo nacque l'odio contro le
aggressioni razziste, alle quali altresi' assistette da ragazzo nel
distretto di Chapeltown - popolato da emigranti indiani, pakistani,
africani, ecc. -, dei quali era amico e dei quali prendeva le difese. Poi,
piu' grande, le azioni contro il National Front e British Movement (lui era
nel Socialist Worker Party, che pero' lo espulse per la sua propensione
all'uso della forza), provocarono il resto. Qui hanno considerato i
precedenti e sta pagando con moltissimi anni (mi pare 13) un'aggressione a
un neonazista in Italia.
Di quale gioco parli? La sua condanna la sta scontando e molto duramente, ma
l'isolamento in cui si trova e' una tortura che non porta ad altro che a
distruggerlo. Che bene puo' venirne? Ti senti soddisfatto tu per il fatto
che lui sia li' impossibilitato a muoversi? Non pensi che sarebbe meglio
mandarlo a fare un lavoro utile agli altri, magari proprio spostando il suo
bisogno d'affetto (ti assicuro che ne ha tanto e sa darne) su sostituti dei
figli che lo ritengono morto e ai quali forse la sua presenza darebbe
disturbo? Non e' gia' questa rinuncia un tormento? La sua necessita' di una
donna e' drammatica, e piu' tempo passa senza averne una al fianco, anche
solo per il conforto di un sogno, piu' la sua solitudine diventa
debilitante. Gli ho suggerito di fare la domanda, e se possibile andro' a
trovarlo. Non sta a me giudicarlo, e se posso rendere il suo soggiorno in
Italia meno pesante scrivendogli, ritengo sia cosa utile e luce di speranza.
Peccato che non capisco perfettamente quello che mi sta scrivendo - e per
lui e' frustrante - ma sto migliorando e sono passata dal 50% al 70% in una
stagione e mezza. Lui invece di me capisce tutto. Sono sicura che se a un
uomo o donna posti in carcere venisse data la possibilita' di continuare a
frequentare le persone che ama senza troppi impedimenti - non mettendo cosi'
in situazione di galera anche quelle per le privazioni a cui vengono
costrette senza averne colpa - , procurarsi un lavoro, istruirsi, curarsi
(sia nel caso di droga che di altro genere di disagi ed eccessi), con
l'opportuna assistenza in strutture specialistiche, si farebbe un servizio
molto migliore alla societa' dei benpensanti, piuttosto che tenere repressi
sentimenti e necessita' che facilmente esploderanno in rabbia per prolungata
carenza di aiuto, cura ed amicizia.
Le persone che mi spaventano non sono quelle come lui ma quelli che
comandano stragi di innocenti per biechi interessi.
matilde
----- Original Message -----
From: "Jonny Stecchino" <alfaomega60@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Friday, November 01, 2002 2:01 PM
Subject: Re: [Cerchio] a proposito di terremoti
> --- matilde <matilde@???> ha scritto: > ho
> ripescato da una segnalazione di una collega
> > iscritta all'associazione alla quale sono iscritta
> > anch'io (AICO) una pagina molto interessante, e
> > stavo pensando che nella maggior parte dei casi chi
> > e' dentro a un carcere ha vissuto e vive in se
> > stesso una situazione da terremoto, dovendo pero' da
> > se' scrollarsi di dosso le macerie visto che in suo
> > soccorso arrivano pochissimi operatori pietosi, e
> > alcune volte affatto.
> > Avrei dovuto essere in viaggio stamattina ma e'
> > saltato tutto e cosi' sono qui a riflettere, anzi
> > per l'esattezza e' dalle 4 di stamattina che mi sono
> > svegliata e non sono riuscita a riprendere sonno. Mi
> > e' venuto in mente un detenuto in particolare, che
> > mi ha confidato una cosa tristissima. Gli avevo
> > chiesto se qualcuno andasse a trovarlo e mi ha
> > spiegato che ha perso la madre nel 90, che lo aveva
> > lasciato da piccolo alla nonna. Non ha fratelli o
> > sorelle. Il padre e' morto due anni fa ed era
> > l'unica persona che potesse dargli notizie dei suoi
> > tre figli, che vivono con la madre e il suo
> > compagno, e pensano che lui sia morto. Spezzato
> > quest'ultimo legame familiare nel suo paese,
> > rinchiuso qui da sei anni, piange, piange, piange, e
> > anch'io che lo so, adesso, quando ci ripenso e
> > particolarmente sentendo di qualche disgrazia che
> > capita ai figli degli altri. Penso a quanto deve
> > essere orrendo doversi rassegnare a non ricevere
> > notizie, non potendo andare a cercarsele. Quando uno
> > ha lontani i figli - ne so qualcosa perche' anche la
> > mia e' oltreoceano -, sta sempre in ansia se non
> > riesce a raggiungerli almeno telefonicamente. Poi
> > basta una buona notizia, sapere che stanno bene, e
> > tutto passa. Ebbene, a lui e' negato anche questo.
> >
>
> E' da 6 anni che stà dentro. Cosa ha commesso il
> porco?
> Dici che a lui è negato anche questo non pensi che
> faccia parte o meglio, dovrebbe fare parte del gioco?
> Io rigo dritto e ho tutte le libertà che mi
> necessitano lui invece a preferito mettere in forse
> tutto: A me sta bene così e grido: "chi se ne fotte!"
> p.s. Tu come fai a conoscere 'stà gentaglia?
> js
>