Carissime/i,
i Social Forum che hanno promosso il
seminario "Movimenti,democrazia ,autorganizzazione e territorio" che
si terrà VENERDI 8 NOVEMBRE alle ore 14.30 nell'ambito del Forum
Sociale Europeo a Firenze invitano tutti i Social Forum ad aderirvi e
partecipare. E' stato formulato un questionario, che trovate sotto
insieme alla presentazione del Seminario,
con lo scopo di costruire la mappatura dei social forum, delle loro
attività e iniziative.
Le adesioni al seminario e le risposte al
questionario vanno inviate a bs.socialforum.org
Il questionario è stato inviato a 140 Social Forum, tutti quelli
di cui conosciamo l'esistenza.
Saluti a tutti/e
Abruzzo Social Forum,Baggio Social Forum,Brescia Social Forum,Firenze
Social Forum,Roma Social Forum,Verona Social Forum,Genzano Social
Forum,Cinisello Social Forum,Verona Social Forum,Basilicata Social
Forum
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QUESTIONARIO
Forum Sociale Europeo
Firenze 6-10 novembre
La nascita e lo sviluppo del movimento dei movimenti si è avuta,
oltre
che
per le oggettive condizioni sociali, politiche e culturali anche per la
capacità di utilizzare gli strumenti che permettono una migliore e/o
diffusa circolazione della conoscenza.
Per questo, come organizzatori del seminario "Movimenti, democrazia,
autorganizzazione e territorio" riteniamo utile proporre il seguente
questionario al fine di costruire una mappa, la più esaustiva
possibile, dei forum sociali attivi.
I dati elaborati serviranno anche per confrontare ,oltre all'aspetto
quantitativo e alla distribuzione geografica dei Forum, anche i metodi
di confronto e di lavoro utilizzati.
Denominazione Forum........................................
Riferimenti (indirizzo/telefoni/mail altro)............................
Data/periodo di nascita del Forum.................................
Soggetti che compongono il Forum (partiti, associazioni, ecc.)
.......................................................................
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.......................................................................
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.......
Adesione di soggetti singoli (si o no) ..............................
Tematiche di interesse globale o nazionale affrontate negli ultimi mesi
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.....................................................
Iniziative assunte in merito
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Tematiche locali affrontate
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.....................................................
.....................................................
Iniziative assunte in merito
.....................................................
.....................................................
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Metodo di lavoro (commissioni, gruppi di lavoro ecc.)
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Quale metodo decisionale viene usato
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Rapporto con le istituzioni locali
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.....................................................
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Rapporti con reti/organizzazioni sul territorio
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.....................................................
.....................................................
Partecipazione ai momenti di confronto e decisionali del movimento a
livello
nazionale
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Quali tematiche e/o iniziative pensate di affrontare nel prossimo
futuro e
quali avete in corso
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.....................................................
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Suggerimenti e/o commenti liberi
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.....................................................
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Forum Sociale Europeo - Firenze 6-10 novembre 2002
Presentazione del Seminario
" Movimenti, democrazia, autorganizzazione e territorio"
Venerdi 8 Novembre 14.30 - 17.30 Fortezza da Basso - Firenze -
Promosso dai Social Forum dell'Abruzzo, Basilicata, Brescia, Cinisello
Balsamo, Firenze, Roma, Verona, Genzano,Baggio
I social forum in quanto espressione di un movimento contro il
neoliberismo, si sono sviluppati attraverso tappe politico-simboliche di
contestazione dei vertici del 'potere globalizzato' :Seattle, Praga,
Washington e soprattutto Genova. In età contemporanea, dopo la fine
delle Internazionali socialista e comunista, non si era mai espresso un
'organismo' di dimensioni mondiali frutto, questa volta, non dell'impegno
di partiti ma direttamente di movimenti diversi per base sociale, per
ispirazione ideale, per forme organizzative. Essi sono uniti però
nella lotta alla globalizzazione neoliberista per affermare un modello di
società radicalmente democratica, in grado di affrontare le sfide
del mondo ( la fame, la salute, l'acqua l'abitazione, l'educazione, la
terra, l'energia la precarizzazione del lavoro, i diritti di cittadinanza),
a cui l'impresa e il mercato rispondono con la privatizzazione.
Riproponendo meccanismi produttivi e allocativi capaci solo di aumentare le
disuguaglianze tra Nord e Sud e all'interno degli stessi paesi ricchi , di
provocare danni irreparabili all'ambiente e di generare guerre infinite e
preventive.
Il movimento antiliberista è stato solitario protagonista della
resistenza ai governi della globalizzazione, di destra o di centrosinistra;
in Italia per mesi - da Genova contro il G8, dove venne ucciso Carlo
Giuliani, alla mobilitazione contro la guerra in Afghanistan, e poi contro
la privatizzazione della scuola e per la difesa dei diritti del lavoro e le
prime significative lotte dei lavoratori e lavoratrici precari/e, contro la
Bossi-Fini e i diritti universali di cittadinanza per i migranti, contro
l'occupazione militare dei Territori palestinesi - i social forum hanno
mantenuto aperte le vie dell'opposizione sociale. I social forum si
trovano a dover crescere e confrontarsi con movimenti che si oppongono al
governo su questioni importanti, senza far propri gli assi culturali e
politici del movimento antiliberista e senza, soprattutto, assumere la
globalizzazione come orizzonte delle proprie lotte e proposte. I social
forum si sono sforzati di essere uno spazio pubblico e un luogo di
attivizzazione su questioni relative a bisogni e diritti, in cui si saldano
rivolta etica, prospettiva politica, nuove forme di partecipazione
democratica. La Carta degli intenti varata a Bologna avrebbe potuto essere
la base di una costruzione di un movimento plurale, senza essere
centralizzato e burocratizzato, internazionalista per una visione solidale
con i popoli del Sud e per l' esigenza di affrontare questioni primarie
(dall'acqua alla terra alla salute) su scala planetaria, che ormai si
impone come la dimensione di qualsiasi attività collettiva. I social
forum potrebbero essere lo strumento d'innovazione della politica, non
più limitata alle sfere istituzionali o di ceto, ma tesa a 'fare
società', a sperimentare nuove forme di relazione, di produzione e
di consumo. Il movimento dei social forum, però, attraversa su scala
nazionale un difficile momento. Punto di riferimento per grandi campagne -
la guerra, i migranti, l'Europa - ma lasciato solo nell'attività
quotidiana.
Il radicamento nei territori è la condizione necessaria
perché i social forum vivano di mobilitazioni reali, insufficiente
per affrontare i compiti che la situazione richiede: dalla
continuità della lotta contro la guerra, alla disobbedienza alla
Bossi-Fini, alle lotte del lavoro dipendente e precario, alla battaglia
contro la privatizzazione delle risorse e dei beni pubblici, alla difesa
dei diritti universali, alla lotta per la preservazione della natura. La
riflessione su sé stessi corre sempre il pericolo dell'
autoreferenzialità, perdendo così di vista i condizionamenti
e i vincoli esterni; però il silenzio sulle forme
dell'organizzazione sta a significare sia l'accettazione di leadership di
fatto - in un movimento che non dovrebbe consentire la democrazia
personalistica e mediatica - e, dunque, di processi decisionali non
trasparenti e partecipati, sia - e ciò è più grave -
la sottovalutazione del fatto che gli spazi pubblici devono crescere come
istituzioni di movimento tali da essere permanentemente espansive e
inclusive. Ci sono, comunque, delle esperienze altamente positive che ci
spingono a riflettere e a discutere sulla possibilità di
generalizzarle. Il tavolo dei migranti, Bastaguerra, il Forum sociale
europeo, una serie di esperienze locali dicono che è possibile
sviluppare un movimento a rete in cui siano presenti associazioni, forze
sindacali, movimenti e partiti politici insieme con e dentro i social forum
territoriali capaci di elaborazione e di conflitto. Dunque, non
sull'astratta modellistica organizzativa e su strategie politiche calate
dall'alto, è possibile far crescere il movimento dei social forum
sulla base di organismi dedicati a grandi temi e di rapporti orizzontali su
questioni 'territoriali'. La capacità di produrre conflitto è
legata a quella di produrre cultura e strategie sociali, culturali,
politiche. Il movimento ha creato nuovo "senso comune "alternativo al
pensiero unico. Non si accettano più come verità rivelate le
decisioni delle èlites dominanti.
Da queste esigenze è nata la proposta di organizzare un seminario,
nell'ambito del Social forum europeo, su 'Movimenti,
democrazia,autorganizzazione e territorio'. Questa può essere una
sede in cui al confronto sulle esperienze in atto, a livello italiano e
internazionale (soprattutto europeo), si accompagni anche quello su nuovi
campi di lavoro comune. Questi nuovi campi sono stati attraversati dal
movimento senza però divenire impegno permanente: il precariato, i
diritti del lavoro e del non lavoro, la privatizzazione generalizzata dei
beni pubblici sociali, il territorio e le grandi opere - tutto in un'ottica
europea e mondiale - sono temi che insieme a quelli dei migranti e della
pace possono essere i fili che tengono insieme e promuovono una rete
nazionale e internazionale dei social forum e di strutture simili. Dinanzi
a noi ci sono scadenze cruciali che possono costituire momenti di un
ulteriore sviluppo di lotte contro il liberismo (temperato o meno), in cui
occorrerà dire dei sì e dei no: sulla guerra, sui referendum
(relativi all'art. 18, alla scuola, all'ambiente), sulle privatizzazioni,
sulla costituzione europea, su nuovi rapporti di solidarietà con il
Sud del mondo contro i poteri transnazionali che vedono le persone e
l'intero pianeta solo come oggetti di sfruttamento e di arricchimento.
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è ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il possibile
Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva loro come
possibile non hanno mai avanzato di un solo passo