[Lecce-sf] per una libera università del sapere sociale

Supprimer ce message

Répondre à ce message
Auteur: luisa rizzo
Date:  
Sujet: [Lecce-sf] per una libera università del sapere sociale
Messaggio in formato MIME composto da più parti.

------=_NextPart_000_0135_01C27DA1.85A3B3E0
Content-Type: text/plain;
    charset="iso-8859-1"
Content-Transfer-Encoding: quoted-printable


Contributo al confronto per il Forum Europeo di Firenze
(6-10 novembre 2002)
Progetto gruppo Sapere

http://www.firenzesocialforum.net/sapere/progetto.html

Il filo del discorso potrebbe essere quello che parte non tanto dalla =
scuola
quanto dalle trasformazioni della societ=E0 post fordista, che mette il =
sapere
al lavoro, e per=F2 lo riduce a sua misura, per cui se le attivit=E0 =
direttamene
produttive si fanno sempre pi=F9 flessibili segmentate precarie, allora =
sempre
pi=F9 simile ad esse deve farsi la formazione: breve, modularizzata,
componibile come una cucina ai desideri del cliente; capace di =
costituire un
"capitale conoscitivo" da spendere poi come valore di scambio sul =
mercato.
Un sapere astratto e da certificare in qualche libretto, perch=E9 gi=E0
certificabile in quanto ridotto a una sorta di equivalente universale =
come
un tempo il denaro. Astratto com'=E8 ormai tutto il lavoro. La scuola
naturalmente (e credo anche l'universit=E0) dovrebbe adeguarsi e =
tradurre
tutto in crediti, debiti, "quantit=E0" e abilit=E0 prestazionali da =
trasmettere
e misurare. Azienda nell'anima prima ancora che nell'organizzazione.
La crisi della societ=E0 lavoristica avrebbe potuto offrire l'occasione =
per
una riflessione in tutt'altra direzione. Una scuola pi=F9 lunga e lenta, =
pi=F9
unitaria e di base (per non inseguire i nuovi "programmi" in continua
evoluzione, ma esserne il sistema operativo, linux meglio di microsoft,
capace di integrarli); una scuola per l'autonomia dei ragazzi e delle
ragazze nel mare aperto della societ=E0 esplosa e non per il loro banale
adattamento, docilit=E0 della nuova forza lavoro alla flessibilit=E0 del
mercato; fondata su valore d'uso del sapere e non sul suo (in crisi) =
valore
di scambio. In questo (almeno in questo) i pasticci sulla scuola =
pubblica
(n=E9 burocratico-statale, n=E9 privata, di mercato o famiglia o di =
tutt' e due
insieme), la separazione precoce o l'intreccio confuso fra istruzione e
formazione professionale, fra scuola e lavoro, teoria e pratica (come =
fosse
un problema di separati percorsi attraverso i quali offrire
"democraticamente" ad ogni piede la sua scarpa e non di qualit=E0 del =
sapere),
questo mi sembra abbia caratterizzato sia la riflessione del =
centrosinistra,
sia quella della destra. Una deriva economicistica che avrebbe fatto
inorridire comunque quelli di Barbiana.


Il gruppo potrebbe cercare di capire cosa si muove e resiste (ma a me =
piace
dire esiste intensamente) contro questa deriva. Sia nella scuola sia =
fuori,
nel territorio immateriale delle reti e dei non-luoghi, come nei
materialissimi centri sociali e nelle battaglie contro il copyright. =
Magari
indagare anche le trasformazioni "linguistiche" del lavoro: cosa cambia
davvero nelle competenze e nelle mansioni, cosa =E8 invece pura =
ideologia
(come la scomparsa del lavoro ripetitivo, "esecutivo" o del lavoro tout
court...). Cosa sono e di cosa hanno bisogno tutti quelli che stanno nei
contratti atipici, nel lavoro "autonomo di seconda generazione" o roba =
del
genere. Lavorare sul concetto di pubblico, un po' in bilico fra sociale =
e
istituzionale (ma non ho le idee chiarissime su questo - e neanche su =
altre
cose -; mi piacerebbe appunto parlarne). Insomma volendo ci sarebbero un
sacco di cose di cui discutere. Volendo. Per=F2 l'idea sarebbe anche di
"praticare l'obiettivo del piacere" e dunque cercare ritmi umani di =
lavoro
(anzi, di non lavoro...). Magari non cacciandosi subito =
nell'elaborazione
compiuta di teorie di sistemazione del mondo (come tendo a fare anch'io =
ogni
tanto), ma prendendosi il tempo anche di girare un po' a vuoto
(meravigliosamente improduttivi...), o di leggere insieme e discutere
qualcosa, da libera universit=E0 del sapere sociale - che non so bene =
cosa
significhi ma mi sembra che suoni benissimo.




------=_NextPart_000_0135_01C27DA1.85A3B3E0
Content-Type: text/html;
    charset="iso-8859-1"
Content-Transfer-Encoding: quoted-printable


<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML><HEAD>
<META http-equiv=3DContent-Type content=3D"text/html; =
charset=3Diso-8859-1">
<META content=3D"MSHTML 6.00.2600.0" name=3DGENERATOR>
<STYLE></STYLE>
</HEAD>
<BODY bgColor=3D#ffffff>
<DIV><FONT face=3D"Courier New">Contributo al confronto per il Forum =
Europeo di=20
Firenze<BR>(6-10 novembre 2002)<BR>Progetto gruppo =
Sapere<BR><BR></FONT><A=20
href=3D"http://www.firenzesocialforum.net/sapere/progetto.html"><FONT=20
face=3D"Courier =
New">http://www.firenzesocialforum.net/sapere/progetto.html</FONT></A><BR=
><BR><FONT=20

face=3D"Courier New">Il filo del discorso potrebbe essere quello che =
parte non=20
tanto dalla scuola<BR>quanto dalle trasformazioni della societ=E0 post =
fordista,=20
che mette il sapere<BR>al lavoro, e per=F2 lo riduce a sua misura, per =
cui se le=20
attivit=E0 direttamene<BR>produttive si fanno sempre pi=F9 flessibili =
segmentate=20
precarie, allora sempre<BR>pi=F9 simile ad esse deve farsi la =
formazione: breve,=20
modularizzata,<BR>componibile come una cucina ai desideri del cliente; =
capace di=20
costituire un<BR>"capitale conoscitivo" da spendere poi come valore di =
scambio=20
sul mercato.<BR>Un sapere astratto e da certificare in qualche libretto, =
perch=E9=20
gi=E0<BR>certificabile in quanto ridotto a una sorta di equivalente =
universale=20
come<BR>un tempo il denaro. Astratto com'=E8 ormai tutto il lavoro. La=20
scuola<BR>naturalmente (e credo anche l'universit=E0) dovrebbe adeguarsi =
e=20
tradurre<BR>tutto in crediti, debiti, "quantit=E0" e abilit=E0 =
prestazionali da=20
trasmettere<BR>e misurare. Azienda nell'anima prima ancora che=20
nell'organizzazione.<BR>La crisi della societ=E0 lavoristica avrebbe =
potuto=20
offrire l'occasione per<BR>una riflessione in tutt'altra direzione. Una =
scuola=20
pi=F9 lunga e lenta, pi=F9<BR>unitaria e di base (per non inseguire i =
nuovi=20
"programmi" in continua<BR>evoluzione, ma esserne il sistema operativo, =
linux=20
meglio di microsoft,<BR>capace di integrarli); una scuola per =
l'autonomia dei=20
ragazzi e delle<BR>ragazze nel mare aperto della societ=E0 esplosa e non =
per il=20
loro banale<BR>adattamento, docilit=E0 della nuova forza lavoro alla =
flessibilit=E0=20
del<BR>mercato; fondata su valore d'uso del sapere e non sul suo (in =
crisi)=20
valore<BR>di scambio. In questo (almeno in questo) i pasticci sulla =
scuola=20
pubblica<BR>(n=E9 burocratico-statale, n=E9 privata, di mercato o =
famiglia o di=20
tutt' e due<BR>insieme), la separazione precoce o l'intreccio confuso =
fra=20
istruzione e<BR>formazione professionale, fra scuola e lavoro, teoria e =
pratica=20
(come fosse<BR>un problema di separati percorsi attraverso i quali=20
offrire<BR>"democraticamente" ad ogni piede la sua scarpa e non di =
qualit=E0 del=20
sapere),<BR>questo mi sembra abbia caratterizzato sia la riflessione del =

centrosinistra,<BR>sia quella della destra. Una deriva economicistica =
che=20
avrebbe fatto<BR>inorridire comunque quelli di Barbiana.<BR><BR><BR>Il =
gruppo=20
potrebbe cercare di capire cosa si muove e resiste (ma a me =
piace<BR>dire esiste=20
intensamente) contro questa deriva. Sia nella scuola sia fuori,<BR>nel=20
territorio immateriale delle reti e dei non-luoghi, come =
nei<BR>materialissimi=20
centri sociali e nelle battaglie contro il copyright. Magari<BR>indagare =
anche=20
le trasformazioni "linguistiche" del lavoro: cosa cambia<BR>davvero =
nelle=20
competenze e nelle mansioni, cosa =E8 invece pura ideologia<BR>(come la =
scomparsa=20
del lavoro ripetitivo, "esecutivo" o del lavoro tout<BR>court...). Cosa =
sono e=20
di cosa hanno bisogno tutti quelli che stanno nei<BR>contratti atipici, =
nel=20
lavoro "autonomo di seconda generazione" o roba del<BR>genere. Lavorare =
sul=20
concetto di pubblico, un po' in bilico fra sociale e<BR>istituzionale =
(ma non ho=20
le idee chiarissime su questo - e neanche su altre<BR>cose -; mi =
piacerebbe=20
appunto parlarne). Insomma volendo ci sarebbero un<BR>sacco di cose di =
cui=20
discutere. Volendo. Per=F2 l'idea sarebbe anche di<BR>"praticare =
l'obiettivo del=20
piacere" e dunque cercare ritmi umani di lavoro<BR>(anzi, di non =
lavoro...).=20
Magari non cacciandosi subito nell'elaborazione<BR>compiuta di teorie di =

sistemazione del mondo (come tendo a fare anch'io ogni<BR>tanto), ma =
prendendosi=20
il tempo anche di girare un po' a vuoto<BR>(meravigliosamente =
improduttivi...),=20
o di leggere insieme e discutere<BR>qualcosa, da libera universit=E0 del =
sapere=20
sociale - che non so bene cosa<BR>significhi ma mi sembra che suoni=20
benissimo.</FONT><BR><BR><BR></DIV></BODY></HTML>

------=_NextPart_000_0135_01C27DA1.85A3B3E0--