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Auteur: inoltro
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Sujet: [Lecce-sf] fse: ASSEMBLEA DEI MIGRANTI - DOCUMENTO PREPARATORIO
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Forum Sociale Europeo
Assemblea europea dei migranti=20
-------------------------------------------------------------------------=
-------
Firenze, Fortezza da Basso, 8 novembre 2002 h. 18.00 - 20.30=20
Documento preparatorio del Tavolo migranti dei Social Forum Italiani


In Italia, come in molti altri paesi europei, come in Australia e negli =
Stati Uniti, i governi hanno assunto ormai da tempo come priorit=E0 la =
predisposizione, l'affinamento e l'armonizzazione di politiche nazionali =
e regionali di chiusura delle frontiere e di lotta alla "immigrazione =
clandestina".
Il superamento del modello "fordista" di produzione, la riduzione =
dell'offerta di lavoro nel settore industriale tradizionale, il =
rallentamento dei processi di crescita delle principali economie, il =
conseguente aumento della disoccupazione all'interno degli stessi paesi =
del cosiddetto Primo mondo spingono gli Stati economicamente pi=F9 forti =
a controllare e limitare la circolazione di lavoratori. Oltre a queste =
ragioni strutturali, va considerata la tendenza ormai consolidata nella =
gran parte dei paesi europei a fare un uso politico e ideologico del =
tema del controllo e della limitazione dell'immigrazione: i topoi =
razzisti dell' "invasione", degli immigrati come fonte di insicurezza =
per i nazionali, della "clandestinit=E0" come sinonimo di criminalit=E0 =
sono abitualmente adoperati come "moneta" da spendere sul mercato =
elettorale, utilizzata a piene mani dai partiti di destra, ma contesa =
anche da partiti di sinistra.=20
Tutto ci=F2 avviene mentre nei tanti Sud ed Est del mondo il processo di =
globalizzazione ha favorito e continua a determinare la crisi e =
l'indebolimento delle economie locali, l'aumento dei tassi di povert=E0, =
con la conseguente moltiplicazione dei cosiddetti effetti di "spinta" =
alle migrazioni, nonch=E9 con l'aumento del numero dei paesi di =
emigrazione. Non solo. Al tempo stesso, i movimenti migratori degli =
ultimi anni mostrano un grado crescente di relativa autonomia, =
configurandosi spesso come una vera e propria strategia di =
organizzazione "dal basso", in una dimensione "transnazionale", della =
riproduzione sociale di ampi settori "subalterni" in paesi che il =
comando capitalistico continua a confinare alla periferia del sistema =
globale.
La contraddizione esistente tra il carattere strutturale del fenomeno =
migratorio (prodotto proprio dall'attuale modello di sviluppo) e le =
politiche di chiusura adottate dai governi dei paesi pi=F9 ricchi =E8 =
accentuata dal processo di segmentazione della domanda di lavoro: anche =
in presenza di disoccupazione, permane nei paesi "ricchi" del pianeta =
uno squilibrio tra domanda e offerta di lavoro locale soprattutto nelle =
fasce pi=F9 instabili, precarie e a bassa qualificazione del mercato del =
lavoro. In Malesia, in Europa, in Argentina come negli Stati Uniti, i =
migranti sono prevalentemente chiamati ad occupare l'area di quella che =
in modo elegante viene definita "economia informale", ma che molto =
spesso coincide con il mondo del lavoro nero o tutt'al pi=F9 precario, =
caratterizzato dall'assenza di una formalizzazione del rapporto di =
lavoro e delle "garanzie" che ne derivano. E' proprio per queste ragioni =
che, dal punto di vista della globalizzazione capitalistica, non vi =E8 =
contraddizione tra l'adozione di politiche di chiusura all'immigrazione =
e la persistenza di una domanda di lavoro non soddisfatta dall'offerta =
interna. Le politiche di chiusura delle frontiere, la restrizione dei =
canali di ingresso regolare, la precarizzazione della condizione =
giuridica degli stranieri attraverso l'irrigidimento delle norme sul =
soggiorno, il mancato riconoscimento dei diritti di cittadinanza, sono =
funzionali all'utilizzo dei migranti come manodopera a basso costo, =
altamente ricattabile e dunque pi=F9 "flessibile" e facilmente =
"espellibile". Presentate come lo strumento principale per combattere =
l'immigrazione irregolare, le politiche anti-immigrazione dei governi =
mondiali non fanno altro che alimentarla.
Occorre dunque prendere atto che le migrazioni internazionali hanno =
assunto un carattere strutturale e sono parte integrante dell'attuale =
modello di sviluppo economico e allo stesso tempo ribadire che =E8 =
sbagliato parlare di una loro esplosione. I governi del mondo ne sono =
ben consapevoli ma hanno tutto l'interesse ad adottare politiche =
restrittive perch=E9 vogliono mantenere la libert=E0 di assorbire o =
espellere manodopera straniera a basso costo e ci=F2 =E8 pi=F9 facile =
impedendo agli immigrati di entrare legalmente sul proprio territorio e =
negando loro uno status giuridico certo. L'illegalit=E0 costringe i =
migranti ad accettare qualsiasi lavoro, a qualsiasi condizione, permette =
di escluderli dai sistemi di protezione sociale e di negare politiche di =
integrazione.
Le politiche migratorie a livello globale sono dunque caratterizzate da =
una limitazione (totale o parziale) delle migrazioni economiche legali, =
dalla moltiplicazione delle cause di respingimento alla frontiera e di =
espulsione, dalla negazione sostanziale del diritto di asilo =
riconosciuto dalla Convenzione di Ginevra del 1951, dalla concentrazione =
di risorse pubbliche nel rafforzamento delle forze di polizia alle =
frontiere, dalla carenza di politiche pubbliche di accoglienza e di =
integrazione e dallo smantellamento di quelle esistenti, dalla =
costruzione di quelli che in Italia si chiamano centri di permanenza =
temporanea, ma in Australia e in Gran Bretagna sono pi=F9 esplicitamente =
definiti "centri di detenzione": veri e propri campi, in cui vengono =
detenuti immigrati, ma anche richiedenti asilo, che non hanno commesso =
nessun reato ma hanno l'unica "colpa" di non avere il permesso di =
soggiorno.

Le politiche europee
L'impegno a "comunitarizzare" le politiche in materia di immigrazione e =
asilo nell'arco di cinque anni risale all'entrata in vigore del Trattato =
di Amsterdam (maggio 1999). Ma l'unico versante su cui i governi =
dell'Unione Europea sembrano agire in sintonia, sia a livello politico =
che tecnico, e ancora prima di una effettiva armonizzazione delle =
politiche a livello formale, =E8 quello delle politiche di ammissione e =
di "lotta all'immigrazione illegale".=20
Da Tampere a Siviglia questa =E8 stata, senza soluzione di continuit=E0, =
l'ossessione dell'Europa, secondo un approccio che non coglie (o non =
vuole cogliere) il nesso esistente tra le politiche migratorie e lo =
squilibrio crescente, prodotto dal processo di globalizzazione, tra i =
Nord e i Sud del mondo e che, soprattutto, sceglie di subordinare i =
diritti umani fondamentali delle persone alle esigenze del mercato del =
lavoro e agli interessi economici.
Sebbene siano state presentate diverse proposte di direttiva in materia =
di integrazione dei migranti e di asilo, le sole misure adottate in via =
definitiva sono quelle destinate a rafforzare la Fortezza Europa e ad =
attuare le politiche repressive, presentate in modo pretestuoso come il =
principale strumento di lotta all'immigrazione illegale e di gestione =
delle migrazioni.
Come appare del tutto evidente, in questo contesto, la garanzia dei =
diritti di cittadinanza degli stranieri, anche di quelli regolarmente =
presenti sul suo territorio, costituisce l'ultima delle preoccupazioni =
dell'Europa. La cittadinanza europea, proposta nella Carta europea dei =
diritti =E8 una cittadinanza escludente, riconosciuta solo ai cittadini =
autoctoni. I milioni di migranti che risiedono in Europa stabilmente e =
contribuiscono alla sua ricchezza economica e culturale sono destinati a =
rimanere privi di diritti: tutt'al pi=F9, in alcuni paesi, beneficiano =
della "concessione" del godimento, limitato e condizionato, di alcuni =
diritti civili e sociali.=20

Il ruolo dei movimenti
Il movimento dei migranti italiano ha saputo intrecciare nell'ultimo =
anno la protesta contro la logica segregazionista del governo =
Berlusconi, che propone l'apartheid giuridico, sociale, civile e =
politico dei migranti, con il no ad ogni tipo di guerra; il rifiuto =
della riduzione dei migranti a merce-lavoro con la difesa dei diritti =
dei lavoratori italiani e stranieri facendo propria la battaglia per la =
difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori; la lotta contro la =
globalizzazione neoliberista e la richiesta della libera circolazione =
delle persone; la rivendicazione di un sistema diverso di ripartizione =
delle ricchezze del pianeta con la difesa dei diritti umani =
fondamentali.
Proprio la capacit=E0 di contestualizzare il tema dei diritti di =
cittadinanza e dei diritti dei migranti nel quadro del movimento contro =
la globalizzazione capitalistica costituisce la novit=E0 pi=F9 =
rilevante: il tema delle migrazioni =E8 finalmente assunto dal movimento =
come una questione trasversale, connessa ai processi di ristrutturazione =
e destrutturazione del mercato del lavoro e alle politiche di =
abbattimento del welfare.
Il Forum Sociale Europeo consente oggi di compiere un ulteriore e ormai =
improrogabile salto di qualit=E0: la costruzione di un movimento europeo =
dei migranti e per i diritti dei migranti, capace di contrapporre =
all'Europa escludente dei governi un'Europa alternativa aperta, =
pluriculturale, "meticcia" fondata su principi radicalmente diversi, =
quali ad esempio:=20
-       la garanzia del diritto a migrare e a entrare in Europa;
-       la libera circolazione per tutti, compresi i cittadini di "paesi =
terzi";
-       la regolarizzazione a regime di tutti i sans-papiers
-       l'idea di una cittadinanza inclusiva, non solo formale, ma =
civile e sociale capace di garantire a tutti coloro che risiedono =
stabilmente in un determinato territorio pieni diritti politici, =
sociali, civili;
-       la garanzia di uguali diritti per tutti i lavoratori e =
l'introduzione di misure che tutelino dallo sfruttamento i lavoratori =
stranieri, compresi quelli precari e senza contratto di lavoro;
-       la garanzia piena del diritto di asilo.


La nostra discussione a Firenze dovrebbe a nostro avviso concentrarsi in =
particolare, dal punto di vista analitico su tre grandi temi: in primo =
luogo sul nuovo regime di frontiera che si =E8 andato affermando in =
Europa nell'ultimo decennio, di cui dovranno essere indagate le =
ripercussioni sia verso l'esterno (il cosiddetto effetto domino, =
attraverso il quale esso si irradia verso est e verso sud, coinvolgendo =
in primo luogo i paesi candidati a entrare nell'Unione europea) sia =
verso l'interno (proliferazione dei centri di detenzione, sistemi di =
espulsione, ma anche tendenza a introdurre stratificazioni gerarchiche =
all'interno della cittadinanza nei singoli paesi europei); in secondo =
luogo sui movimenti dei migranti e per i diritti dei migranti che si =
esprimono in Europa, di cui si dovranno censire le caratteristiche, lo =
spettro d'azione e le forme di mobilitazione; infine sul lavoro =
migrante, di cui riteniamo dovranno essere discusse sia la rilevanza =
crescente all'interno della composizione della forza lavoro europea sia =
le esperienze di mobilitazione e di lotta che cominciano ad accumularsi, =
dalla Spagna all'Italia.

Proponiamo a coloro che parteciperanno all'assemblea di Firenze di =
ragionare insieme intorno alla necessit=E0 di costruire un movimento =
europeo per i diritti dei migranti che veda nel prossimo anno la =
promozione di iniziative, mobilitazioni e campagne comuni: non una nuova =
rete, formalmente organizzata, ma prima di tutto un canale reale di =
comunicazione politica, di circolazione dei saperi, delle esperienze e =
delle lotte. Per parte nostra, indichiamo tre punti fondamentali attorno =
a cui il movimento dovrebbe esprimersi in Europa:

Il diritto a migrare
Nessuna ragione economica, politica o sociale pu=F2 giustificare la =
privazione della libert=E0 di emigrare, diritto riconosciuto a tutti gli =
uomini e le donne dall'art. 13 e 14 della Dichiarazione Universale dei =
Diritti dell'Uomo. Una campagna che mettesse all'ordine del giorno =
l'introduzione di meccanismi di regolarizzazione permanente per coloro =
che riescono a costruire percorsi di integrazione lavorativa e sociale =
ribalterebbe l'ordine di priorit=E0 dell'agenda europea: i diritti dei =
migranti non possono essere subordinati agli interessi dei datori di =
lavoro, le politiche di ingresso contingentate e la militarizzazione =
delle frontiere alimentano il traffico di esseri umani, l'immigrazione =
irregolare e il lavoro nero, anzich=E9 combatterli.

No detention
I centri di detenzione sono il simbolo della politica neoliberista di =
criminalizzazione dei migranti: a Woomera (Australia) come a Sangatte =
(Francia), a Ponte Galeria come a Malaga, a Manchester come a Zurigo =
sono luoghi di sospensione del diritto e uno dei principali strumenti di =
attuazione delle politiche repressive nei confronti dei migranti. Donne =
e uomini vengono trattenuti per mesi in vere e proprie prigioni, difese =
da militari armati e da reti di filo spinato, con la sola colpa di aver =
osato cercare una vita migliore. Proponiamo di lanciare a livello =
europeo una campagna per la loro chiusura e per bloccare la costruzione =
di nuove strutture (a Torino, il 30 novembre 2002 si svolger=E0 una =
manifestazione proprio contro uno di questi centri).


Il diritto di asilo
Dalla guerra del Golfo in poi i governi mondiali hanno scelto di =
rilegittimare l'uso della guerra come strumento di risoluzione delle =
controversie internazionali, con l'intervento in Kossovo hanno inventato =
la "guerra umanitaria", dopo l'attacco dell'11 settembre hanno trovato =
nella "guerra al terrorismo" un escamotage per giustificare una volta =
per tutte l'uso indiscriminato delle armi contro le popolazioni civili =
con la cosiddetta "guerra preventiva". Ma i profughi e i richiedenti =
asilo, che in buona parte, di quelle e di molte altre guerre sono la =
diretta conseguenza, vedono negato ogni giorno il diritto di asilo. =
Proponiamo il lancio di una campagna europea per l'effettiva garanzia =
del diritto di asilo a qualsiasi persona perseguitata per motivi =
politici, anche da soggetti non statali e per chiedere all'Unione =
Europea l'adozione in tempi brevi di direttive che vincolino gli stati =
membri ad uniformare, al livello pi=F9 alto, i propri sistemi di =
accoglienza e le politiche di integrazione dei richiedenti asilo e dei =
rifugiati.=20
=20
Invitiamo tutte le organizzazioni e i movimenti europei interessati a =
partecipare all'Assemblea di Firenze che si svolger=E0 l'8 novembre =
(dalle 18 alle 21) all'interno della Fortezza da Basso, a inviarci i =
loro contributi. In una riunione preparatoria, che si svolger=E0 il 7 =
novembre presso la sede dell'Arci, piazza dei Ciompi 11 alle ore 12.00, =
ci ritroveremo per conoscerci e organizzeremo insieme questo =
appuntamento. Riteniamo intanto utile che comincino a circolare testi e =
documenti, sia nella forma di commenti e critiche alla nostra proposta =
sia nella forma di sintetiche schede informative sulle singole =
situazioni "locali".


Il Tavolo migranti dei Social Forum Italiani

Per informazioni e adesioni: mezzadra@???, =
naletto.lunaria@???

=20

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Firenze, Fortezza da Basso, 8 novembre 2002 h. 18.00 - 20.30 =
<BR>Documento=20
preparatorio del Tavolo migranti dei Social Forum =
Italiani<BR><BR></B></DIV>In=20
Italia, come in molti altri paesi europei, come in Australia e negli =
Stati=20
Uniti, i governi hanno assunto ormai da tempo come priorit=E0 la =
predisposizione,=20
l&#8217;affinamento e l&#8217;armonizzazione di politiche nazionali e =
regionali di chiusura=20
delle frontiere e di lotta alla &#8220;immigrazione =
clandestina&#8221;.<BR>Il superamento=20
del modello "fordista" di produzione, la riduzione dell'offerta di =
lavoro nel=20
settore industriale tradizionale, il rallentamento dei processi di =
crescita=20
delle principali economie, il conseguente<B> </B>aumento della =
disoccupazione=20
all'interno degli stessi paesi del cosiddetto Primo mondo spingono gli =
Stati=20
economicamente pi=F9 forti a controllare e limitare la circolazione di =
lavoratori.=20
Oltre a queste ragioni strutturali, va considerata la tendenza ormai =
consolidata=20
nella gran parte dei paesi europei a fare un uso politico e ideologico =
del tema=20
del controllo e della limitazione dell&#8217;immigrazione:&nbsp; i =
<I>topoi=20
razzisti&nbsp; dell&#8217; &#8220;invasione&#8221;, degli immigrati =
come fonte di insicurezza=20
per i nazionali, della &#8220;clandestinit=E0&#8221; come sinonimo di =
criminalit=E0 sono=20
abitualmente adoperati come &#8220;moneta&#8221; da spendere sul mercato =
elettorale,=20
utilizzata a piene mani dai partiti di destra, ma contesa anche da =
partiti di=20
sinistra. <BR>Tutto<B> </B>ci=F2 avviene mentre nei tanti Sud ed Est del =
mondo il=20
processo di globalizzazione ha favorito e continua a determinare la =
crisi e=20
l'indebolimento delle economie locali, l'aumento dei tassi di povert=E0, =
con la=20
conseguente moltiplicazione dei cosiddetti effetti di =
&#8220;spinta&#8221; alle migrazioni,=20
nonch=E9 con l'aumento del numero dei paesi di emigrazione. Non solo. Al =
tempo=20
stesso, i movimenti migratori degli ultimi anni mostrano un grado =
crescente di=20
relativa <I>autonomia</I>, configurandosi spesso come una vera e propria =

strategia di organizzazione &#8220;dal basso&#8221;, in una dimensione =
&#8220;transnazionale&#8221;,=20
della riproduzione sociale di ampi settori &#8220;subalterni&#8221; in =
paesi che il comando=20
capitalistico continua a confinare alla periferia del sistema =
globale.<BR>La=20
contraddizione esistente tra il carattere strutturale del fenomeno =
migratorio=20
(prodotto proprio dall'attuale modello di sviluppo) e le politiche di =
chiusura=20
adottate dai governi dei paesi pi=F9 ricchi =E8 accentuata dal processo =
di=20
segmentazione della domanda di lavoro: anche in presenza di =
disoccupazione,=20
permane nei paesi &#8220;ricchi&#8221; del pianeta uno squilibrio tra =
domanda e offerta di=20
lavoro locale soprattutto nelle fasce pi=F9 instabili, precarie e a =
bassa=20
qualificazione del mercato del lavoro. In Malesia, in Europa, in =
Argentina come=20
negli Stati Uniti, i migranti sono prevalentemente chiamati ad occupare =
l&#8217;area=20
di quella che in modo elegante viene definita &#8220;economia =
informale&#8221;, ma che molto=20
spesso coincide con il mondo del lavoro nero o tutt&#8217;al pi=F9 =
precario,=20
caratterizzato dall&#8217;assenza di una formalizzazione del rapporto di =
lavoro e=20
delle &#8220;garanzie&#8221; che ne derivano. E&#8217; proprio per =
queste ragioni che, dal punto=20
di vista della globalizzazione capitalistica, non vi =E8 contraddizione =
tra=20
l&#8217;adozione di politiche di chiusura all&#8217;immigrazione e la =
persistenza di una=20
domanda di lavoro non soddisfatta dall&#8217;offerta interna. Le =
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delle frontiere, la restrizione dei canali di ingresso regolare, la=20
precarizzazione della condizione giuridica degli stranieri attraverso=20
l&#8217;irrigidimento delle norme sul soggiorno, il mancato =
riconoscimento dei diritti=20
di cittadinanza, sono funzionali all&#8217;utilizzo dei migranti come =
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basso costo, altamente ricattabile e dunque pi=F9 =
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&#8220;espellibile&#8221;. Presentate come lo strumento principale per =
combattere=20
l&#8217;immigrazione irregolare, le politiche anti-immigrazione dei =
governi mondiali=20
non fanno altro che alimentarla.<BR>Occorre dunque prendere atto che le=20
migrazioni internazionali hanno assunto un carattere strutturale e sono =
parte=20
integrante dell'attuale modello di sviluppo economico e allo stesso =
tempo=20
ribadire che =E8 sbagliato parlare di una loro esplosione. I governi del =
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sono ben consapevoli ma hanno tutto l&#8217;interesse ad adottare =
politiche=20
restrittive perch=E9 vogliono mantenere la libert=E0 di assorbire o =
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manodopera straniera a basso costo e ci=F2 =E8 pi=F9 facile impedendo =
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di entrare legalmente sul proprio territorio e negando loro uno status =
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lavoro, a=20
qualsiasi condizione, permette di escluderli dai sistemi di protezione =
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globale sono dunque caratterizzate da una limitazione (totale o =
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migrazioni economiche legali, dalla moltiplicazione delle cause di =
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riconosciuto dalla Convenzione di Ginevra del 1951, dalla concentrazione =
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risorse pubbliche nel rafforzamento delle forze di polizia alle =
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carenza di politiche pubbliche di accoglienza e di integrazione e dallo=20
smantellamento di quelle esistenti, dalla costruzione di quelli che in =
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chiamano centri di permanenza temporanea, ma in Australia e in Gran =
Bretagna=20
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veri e propri campi, in=20
cui vengono detenuti immigrati, ma anche richiedenti asilo, che non =
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sintonia, sia a=20
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delle politiche a livello formale, =E8 quello delle politiche di =
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Siviglia questa =E8 stata,=20
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secondo un approccio=20
che non coglie (o non vuole cogliere) il nesso esistente tra le =
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migratorie e lo squilibrio crescente, prodotto dal processo di =
globalizzazione,=20
tra i Nord e i Sud del mondo e che, soprattutto, sceglie di subordinare =
i=20
diritti umani fondamentali delle persone alle esigenze del mercato del =
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agli interessi economici.<BR>Sebbene siano state presentate diverse =
proposte di=20
direttiva in materia di integrazione dei migranti e di asilo, le sole =
misure=20
adottate in via definitiva sono quelle destinate a rafforzare la =
Fortezza Europa=20
e ad attuare le politiche repressive, presentate in modo pretestuoso =
come il=20
principale strumento di lotta all&#8217;immigrazione illegale e di =
gestione delle=20
migrazioni.<BR>Come appare del tutto evidente, in questo contesto, la =
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dei diritti di cittadinanza degli stranieri, anche di quelli =
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presenti sul suo territorio, costituisce l&#8217;ultima delle =
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dell&#8217;Europa. La cittadinanza europea, proposta nella Carta europea =
dei diritti =E8=20
una cittadinanza escludente, riconosciuta solo ai cittadini autoctoni. I =
milioni=20
di migranti che risiedono in Europa stabilmente<B> </B>e contribuiscono =
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ricchezza economica e culturale<B> </B>sono destinati a rimanere privi =
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diritti: tutt&#8217;al pi=F9, in alcuni paesi, beneficiano della =
&#8220;concessione&#8221; del=20
godimento, limitato e condizionato, di alcuni diritti civili e sociali.=20
<BR><BR><B>Il ruolo dei movimenti<BR></B>Il movimento dei migranti =
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saputo intrecciare nell&#8217;ultimo anno la protesta contro la logica =
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del governo Berlusconi, che propone l&#8217;apartheid giuridico, =
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politico dei migranti, con il no ad ogni tipo di guerra; il rifiuto =
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italiani e stranieri facendo propria la battaglia per la difesa =
dell&#8217;articolo 18=20
dello Statuto dei lavoratori; la lotta contro la globalizzazione =
neoliberista e=20
la richiesta della libera circolazione delle persone; la rivendicazione =
di un=20
sistema diverso di ripartizione delle ricchezze del pianeta con la =
difesa dei=20
diritti umani fondamentali.<BR>Proprio la capacit=E0 di contestualizzare =
il tema=20
dei diritti di cittadinanza e dei diritti dei migranti nel quadro del =
movimento=20
contro la globalizzazione capitalistica costituisce la novit=E0 pi=F9 =
rilevante: il=20
tema delle migrazioni =E8 finalmente assunto dal movimento come una =
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trasversale, connessa ai processi di ristrutturazione e destrutturazione =
del=20
mercato del lavoro e alle politiche di abbattimento del welfare.<BR>Il =
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Sociale Europeo consente oggi di compiere un ulteriore e ormai =
improrogabile=20
salto di qualit=E0: la costruzione di un movimento europeo dei migranti =
e per i=20
diritti dei migranti, capace di contrapporre all&#8217;Europa escludente =
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radicalmente diversi, quali ad esempio:=20
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di una cittadinanza inclusiva, non solo formale, ma civile e sociale =
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territorio=20
pieni diritti politici, sociali,=20
civili;<BR>-<X-TAB>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</X-TAB>la =
garanzia=20
di uguali diritti per tutti i lavoratori e l&#8217;introduzione di =
misure che tutelino=20
dallo sfruttamento i lavoratori stranieri, compresi quelli precari e =
senza=20
contratto di=20
lavoro;<BR>-<X-TAB>&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</X-TAB>la =
garanzia=20
piena del diritto di asilo.<BR><BR>La nostra discussione a Firenze =
dovrebbe a=20
nostro avviso concentrarsi in particolare, dal punto di vista analitico =
su tre=20
grandi temi: in primo luogo sul <B>nuovo regime di frontiera</B> che si =
=E8 andato=20
affermando in Europa nell&#8217;ultimo decennio, di cui dovranno essere =
indagate le=20
ripercussioni sia verso l&#8217;esterno (il cosiddetto effetto domino, =
attraverso il=20
quale esso si irradia verso est e verso sud, coinvolgendo in primo luogo =
i paesi=20
candidati a entrare nell&#8217;Unione europea) sia verso l&#8217;interno =
(proliferazione dei=20
centri di detenzione, sistemi di espulsione, ma anche tendenza a =
introdurre=20
stratificazioni gerarchiche all&#8217;interno della cittadinanza nei =
singoli paesi=20
europei); in secondo luogo sui <B>movimenti dei migranti e per i diritti =
dei=20
migranti</B> che si esprimono in Europa, di cui si dovranno censire le=20
caratteristiche, lo spettro d&#8217;azione e le forme di mobilitazione; =
infine sul=20
<B>lavoro migrante</B>, di cui riteniamo dovranno essere discusse sia la =

rilevanza crescente all&#8217;interno della composizione della forza =
lavoro europea=20
sia le esperienze di mobilitazione e di lotta che cominciano ad =
accumularsi,=20
dalla Spagna all&#8217;Italia.<BR><BR>Proponiamo a coloro che =
parteciperanno=20
all&#8217;assemblea di Firenze di ragionare <B>insieme =
</B><B>intorno</B> alla=20
necessit=E0 di costruire un movimento europeo per i diritti dei migranti =
che veda=20
nel prossimo anno la promozione di iniziative, mobilitazioni e campagne =
comuni:=20
non una nuova rete, formalmente organizzata, ma prima di tutto un canale =
reale=20
di comunicazione politica, di circolazione dei saperi, delle esperienze =
e delle=20
lotte. Per parte nostra, indichiamo tre punti fondamentali attorno a cui =
il=20
movimento dovrebbe esprimersi in Europa:<BR><BR><U>Il diritto a=20
migrare<BR></U>Nessuna ragione economica, politica o sociale pu=F2 =
giustificare la=20
privazione della libert=E0 di emigrare, diritto riconosciuto a tutti gli =
uomini e=20
le donne dall&#8217;art. 13 e 14 della Dichiarazione Universale dei =
Diritti dell&#8217;Uomo.=20
Una campagna che mettesse all&#8217;ordine del giorno =
l&#8217;introduzione di <B>meccanismi=20
di regolarizzazione permanente</B> per coloro che riescono a costruire =
percorsi=20
di integrazione lavorativa e sociale ribalterebbe l&#8217;ordine di =
priorit=E0=20
dell&#8217;agenda europea:&nbsp; i diritti dei migranti non possono =
essere subordinati=20
agli interessi dei datori di lavoro, le politiche di ingresso =
contingentate e la=20
militarizzazione delle frontiere alimentano il traffico di esseri umani, =

l&#8217;immigrazione irregolare e il lavoro nero, anzich=E9 =
combatterli.<BR><BR><U>No=20
detention<BR></U>I centri di detenzione sono il simbolo della politica=20
neoliberista di criminalizzazione dei migranti: a Woomera (Australia) =
come a=20
Sangatte (Francia), a Ponte Galeria come a Malaga, a Manchester come a =
Zurigo=20
sono luoghi di sospensione del diritto e uno dei principali strumenti di =

attuazione delle politiche repressive nei confronti dei migranti. Donne =
e uomini=20
vengono trattenuti per mesi in vere e proprie prigioni, difese da =
militari=20
armati e da reti di filo spinato, con la sola colpa di aver osato =
cercare una=20
vita migliore. Proponiamo di lanciare a livello europeo una <B>campagna =
per la=20
loro chiusura</B> e per bloccare la costruzione di nuove strutture (a=20
<B>Torino</B>, il <B>30 novembre 2002</B> si svolger=E0 una =
manifestazione proprio=20
contro uno di questi centri).<BR><BR><BR><U>Il diritto di =
asilo<BR></U>Dalla=20
guerra del Golfo in poi i governi mondiali hanno scelto di rilegittimare =
l&#8217;uso=20
della guerra come strumento di risoluzione delle controversie =
internazionali,=20
con l&#8217;intervento in Kossovo hanno inventato la &#8220;guerra =
umanitaria&#8221;, dopo=20
l&#8217;attacco dell&#8217;11 settembre hanno trovato nella =
&#8220;guerra al terrorismo&#8221; un=20
<I>escamotage </I>per giustificare una volta per tutte l&#8217;uso =
indiscriminato=20
delle armi contro le popolazioni civili con&nbsp; la cosiddetta =
&#8220;guerra=20
preventiva&#8221;. Ma i profughi e i richiedenti asilo, che in buona =
parte, di quelle=20
e di molte altre guerre sono la diretta conseguenza, vedono negato ogni =
giorno=20
il diritto di asilo. Proponiamo il lancio di una campagna europea per=20
<B>l&#8217;effettiva garanzia del diritto di asilo</B> a qualsiasi =
persona=20
perseguitata per motivi politici, anche da soggetti non statali e per =
chiedere=20
all&#8217;Unione Europea l&#8217;adozione in tempi brevi di direttive =
che vincolino gli=20
stati membri ad uniformare, al livello pi=F9 alto, i propri sistemi di =
accoglienza=20
e le politiche di integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati.=20
<BR>&nbsp;<BR>Invitiamo tutte le organizzazioni e i movimenti europei=20
interessati a partecipare <B>all&#8217;Assemblea di Firenze<FONT =
color=3D#ff0000>=20
</FONT>che si svolger=E0 l'8 novembre (dalle 18 alle 21) =
all&#8217;interno della=20
Fortezza da Basso</B>,<FONT color=3D#ff0000> </FONT>a inviarci i loro =
contributi.=20
In una <B>riunione preparatoria</B>, che si svolger=E0 il <B>7 =
novembre</B>=20
<B>presso la sede dell&#8217;Arci, piazza dei Ciompi 11 alle ore =
12.00</B>, ci=20
ritroveremo per conoscerci e organizzeremo insieme questo appuntamento.=20
Riteniamo intanto utile che comincino a circolare testi e documenti, sia =
nella=20
forma di commenti e critiche alla nostra proposta sia nella forma di =
sintetiche=20
schede informative sulle singole situazioni =
&#8220;locali&#8221;.<BR><BR>
<DIV align=3Dcenter><B>Il Tavolo migranti dei Social Forum =
Italiani<BR><BR></B>Per=20
informazioni e adesioni: <FONT face=3D"Comic Sans MS"><FONT =
face=3DArial><A=20
href=3D"mailto:mezzadra@spbo.unibo.it">mezzadra@???</A></FONT>,=
=20
</FONT><A =
href=3D"mailto:naletto.lunaria@tin.it">naletto.lunaria@???</A></DIV>
<DIV align=3Dcenter><BR>&nbsp;</DIV></BODY></HTML>

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