[Lecce-sf] ancora per il "gdl migranti"

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Autor: Antonella Mangia
Data:  
Asunto: [Lecce-sf] ancora per il "gdl migranti"
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l'e-mail di alessandro è lunghissima ma condivido il senso della sua provocazione: è disponibile a riunirsi anche da solo purchè sull'immigrazionesi riparta.
ma ci siamo accorti delle inchieste della magistratura su mons. ruppi? e cosa pensiamo di fare in preparazione del 13 novembre quando caleranno qui tutti quelli che "sanno come va affrontato il tema immigrazione"; cosa fa questa splendida terra di frontiera candidata al Nobel? aspetta come la bella addormentata? hanno ragione gigi perrone e luca ruberti.
allora, lunedì se non è disponibile la sede dei verdi (anche Silverio ha ragione!!) sappiate che la nostra sede, cioè quella del P.R.C in Viale dell'Università 85 è a vostra disposizione, compreso il telefono: l'unica condizione che poniamo è che si riesca ad uscire dalla politica convegnistica e mettere in campo la politica reale, con tutte le tappe di avvicinamento necessarie a questa modalità sufficientemente sconosciuta ( anche ai nostri!!) in questa terra di frontiera.
Alessandro Presicce <apresi@???> wrote:Sebbene sia il terzo messaggio senza alcun riscontro, continuo a sentire
l'esigenza di riunire il gdl migranti.
Oltre al summit internazionale del 13 novembre a Lecce, è previsto per il 23
prossimo a livello nazionale da parte dei social forum italiani una entrata
coordinata dei parlamentari in tutti i Centri di Permanenza Temporanea.

Il Tavolo migranti nazionale (gruppo monitoraggio CPT) ha chiesto chiesto ai
parlamentari (di rifondazione, verdi, sinistra ds, comunisti italiani) un
incontro centralizzato a Roma.

Occorre che i parlamentari siano seguiti dalla stampa, con macchine
fotografiche, registratori e telecamere, e che non entrino solo loro ma, in
ogni città, anche una delegazione composta da noi.

Occorre prendere accordi coi nostri parlamentari locali, ma il tutto va
coordinato in una nostra assemblea ad hoc.

Se non riceverò vostri riscontri, vi informo che mi riunirò da solo lunedì
28 alle ore 19.30, presso la sede del Lecce social forum / Verdi, via
Idomeneo, 78 a Lecce.

:)

Alessandro

---------------------------

Milano, 20 ottobre 2002
Riunione del gruppo di lavoro del Tavolo Migranti dei Social Forum sulla
manifestazione di Torino contro i Cpt (30.11.2002)


Relazione del gruppo comunicazione.

E' stato esaminato il manifesto da distribuire a scala nazionale.
Si è definita l'ipotesi di procedere con la stampa di circa 10.000
manifesti a 4 colori nel formato 70x100 da suddividere tra le diverse
realtà locali. Almeno 2000 copie saranno distribuite già a Firenze al FSE.
Per quanto riguarda i contenuti si è definito quanto segue:
rispetto alla bozza circolata nelle scorse settimane sono stati modificati
i testi al fine di risultare comprensibili ad un target il più esteso
possibile, la manifestazione non deve infatti ridursi all'espressione
folkloristica di un gruppo di attivisti radicali ma deve diventare una
"manifestazione di massa", per questo la chiamata deve essere fatta con
toni di invito ad una mobilitazione gioiosa ed aperta a tutti (bambini,
migranti, cattolici, lavoratori, studenti, gente comune...);
a fianco del messaggio di rifiuto "Né qui, né altrove!" compare anche la
nostra controproposta "per la libertà di vivere qui e dovunque!".
l'immagine del muro di Berlino va bene a condizione di aggiungere le
figure
dei migranti: la battaglia di libertà che era degli europei diviene così
la
battaglia di tutti.
La versione aggiornata del manifesto sarà diffusa in rete nel corso di
questa settimana. Se non ci saranno ulteriori segnalazioni si procederà
con
la stampa.
Si è brevemente discusso a proposito dell'appello: sono emerse numerose
obiezioni a proposito del linguaggio utilizzato ed anche proposte di
integrazione del testo. In specifico si è deciso di evitare l'utilizzo del
linguaggio generico dei "diritti", a favore di una maggiore attenzione
alla
specificità dei migranti da una parte ed ai concetti più generali di
guerra, disuguaglianze e migrazioni dall'altra. Nei prossimi giorni sarà
diffusa in rete una nuova proposta corretta.
Chiunque fosse interessato ai manifesti è pregato di mettersi URGENTEMENTE
in contatto con
Giovanni Amedura, giovanni.ak@??? oppure con Alessandro Geda,
formias@???


Relazione del gruppo monitoraggio

Innanzitutto, chi c'era. Non i nomi ma le città: Torino, Milano, Roma,
Bologna, Modena, Vicenza.
Per quanto riguarda la preparazione della manifestazione del 30 novembre a
Torino, si è pensato a un percorso di preparazione che dovrebbe prevedere
essenzialmente due scadenze:
il 16 novembre, nelle città in cui si riesce (Milano, Torino, Bologna,
Roma, Genova, sono quelle che l'hanno già previsto) un'assemblea cittadina
di informazione sui Centri e la nuova situazione che si verrà a creare con
la Bossi-Fini (apertura di nuovi Centri, tra cui quello di Modena già
pronto per l'inaugurazione, a Trapani è stato annunciato un nuovo Centro con
250 posti, e soprattutto nascita dei Centri di identificazione per i
richiedenti asilo). La giornata dovrebbe essere articolata pressappoco nello
stesso modo in tutte le città: video, racconti, presentazioni di libri (è
appena uscito quello di Stefano Galieni e Antonella Patete, Frontiera
Italia, Città aperta edizioni), foto. Per quanto riguarda i video, potete
fare riferimento a me per quelli sul Serraino Vulpitta di Trapani e sul
Naufragio di Lampedusa.
Questa iniziativa dovrebbe essere annunciata con degli articoli sulla
stampa, anch'essi di informazione e di messa a punto della situazione del
passato e attuale. Per questo, pregherei a tutti di mandare al mio indirizzo
mail le informazioni che avete sui Centri delle vostre città. Io poi li
girerò, come in parte ho già fatto.
Il 23 novembre, entrata coordinata dei parlamentari in tutti i Centri.
Questa giornata, ovviamente, va preparata e, per farlo, abbiamo chiesto ai
parlamentari (di rifondazione, verdi, sinistra ds, comunisti italiani) un
incontro a Roma (siamo in attesa di una risposta e credo che ci andremo io o
Ilaria Scovazzi, di Milano, e Stefano Galieni).
Che cosa chiedere, nell'incontro: innanzitutto, una verifica sul fatto che
le nostre e le loro posizioni rispetto ai CPT coincidano, e poiché noi ne
chiediamo la chiusura dal momento in cui sono stati aperti, che non ci
siano, da parte loro, concessioni alla Turco-Napolitano su questo argomento.
Effettivamente, dichiarazioni sulla stampa dopo le visite che parlino di
quanto i CPT funzionassero meglio con il governo dell'ulivo non servirebbero
a nessuno.
Poi, rispetto alla giornata in cui entrano, che facciano pressione
affinché siano seguiti dalla stampa, con macchine fotografiche, registratori
e telecamere, e che non entrino solo loro ma, in ogni città, anche una
delegazione composta da noi.
Poi, che la loro disponibilità non si fermi a quell'entrata. Ognuno di
loro dovrebbe, regolarmente, fare delle entrate non programmate in
precedenza con le Prefetture, di modo che si possa fare un controllo del
funzionamento senza le abituali messe in scena a cui si assiste ad ogni
visita annunciata.
Ancora, i DATI, quelli che sono stati forniti dal Ministero degli interni
alla richiesta di Graziella Mascia sono del tutto insufficienti.
Inoltre, che alle visite seguano interrogazioni parlamentari, ma non solo.
Creare un dossier con tutte le visite effettuate, di modo da rivolgersi alla
Corte europea e cominciare a fare pervenire delle denunce contro l'Italia
alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Dai compagni pugliesi abbiamo inoltre ricevuto il documento che segue:
Il giorno 19 ottobre, in una riunione regionale indetta dal Forum dei
diritti di Bari, si è dato vita ad un coordinamento regionale permanente dei
social forum, delle associazioni e di varie altre formazioni politiche.
Tale coordinamento vuole e deve focalizzare la propria attenzione sul tema
dell'immigrazione, della legge Bossi-Fini e dei Cpt presenti su tutto il
territorio, costruendo azioni e pratiche politiche in grado di ostacolare i
meccanismi sempre più evidenti di esclusione dei migranti dal tessuto
sociale pugliese e meridionale.
La regione Puglia possiede diversi Cpt (istituiti dalla legge
Turco-Napolitano), altri si costruiranno in tempi brevi, parallelamente
all'istituzione dei centri di identificazione per i richiedenti asilo voluti
dalla legge Bossi-Fini. Alcuni di questi Cpt, come il San Foca di Lecce,
inoltre, sono particolarmente significativi per il "tipo di gestione". Più
volte, infatti, Don Cesare Lo deserto ha negato l'accesso al San Foca ad
esponenti del movimento. Tutto ciò rientra in un disegno politico preciso:
si vogliono far passare ancora come centri di accoglienza luoghi di
detenzione amministrativa. Più volte, infatti, i telegiornali regionali
hanno fatto servizi in cui parlavano del San Foca come se esso fosse ancora
un luogo di "accoglienza", più volte la regione Puglia è stata dipinta come
terra di pace e di frontiera....Sappiamo tutti che non è così, la Puglia
consente la gestione delle sue coste all'esercito ed alla Chiesa impedendo
ai migranti la possibilità di poter circolare liberamente.
La Puglia è al contempo "istituzione frontaliera", "stato d'eccezione
permanente", "luogo di passaggio da parte dei migranti che spesso intendono
raggiungere i paesi della mittle europa".
Don Cesare Lo Deserto, inoltre, ha partecipato ad una riunione
internazionale, che si è tenuta a Parigi qualche settimana fa, indetta da
Mons. Lustiger (il quale, nel 1996, contribuì alla cacciata dei sans papiers
di Parigi, dalla chiesa di Saint Ambroise) in cui si è deciso di estendere
la gestione dei Cpt alla Chiesa oltre che l'apertura di centri direttamente
nei paesi da cui provengono i migranti per "regolarizzare" il flusso ed
impedire che esso venga gestito dalla "criminalità organizzata". Inoltre,
parallelamente alla sanatoria voluta dalla legge Bossi-Fini, si è innescato
un meccanismo di controllo (con provvedimenti veloci di rimpatri,
espulsioni, detenzione amministrativa), spesso gestiti anche da semplici
vigili urbani, che impedisce ulteriormente l'emersione dalla clandestinità
dei migranti.
Per tutte queste ragioni il coordinamento regionale pugliese, di concerto
con la manifestazione che si terrà a Torino, ha deciso di indire una grande
manifestazione meridionale per il 30 novembre contro la legge Bossi-Fini ed
i Cpt.
Vogliamo che la manifestazione si tenga a Lecce, davanti al San Foca, per
noi luogo simbolo dei diritti negati e delle storture legate alla "gestione
umanitaria" dei flussi migratori.
La Puglia, protesa com'è sul mare, deve tornare ad essere uno spazio di
libertà e di circolazione per tutti!
Il primo passaggio per la costruzione di questo evento sarà un'assemblea
meridionale di cui daremo presto notizia e su cui invitiamo tutti a lavorare
sin da ora, in modo tale da poter preparare materiale informativo da
diffondere nei giorni del Forum sociale europeo.



Inoltre, come deciso a Firenze (12.10.2002), il Tavolo emette il seguente
comunicato stampa sulla regolarizzazione in corso.

La legge Bossi-Fini sta producendo conseguenze drammatiche e dopo l'11
novembre con la chiusura dei termini della regolarizzazione, migliaia di
donne e uomini si ritroveranno gettati nella clandestinità e nella più
assoluta precarietà. La trasformazione del permesso di soggiorno in
contratto di soggiorno sta consegnando all'arbitrio dei padroni migliaia di
migranti, ponendoli sotto un ricatto che impone loro la logica
segregazionista della legge, pena l'essere materialmente esclusi e espulsi.
La cosiddetta sanatoria, che in realtà è una regolarizzazione a termine,
pensata per i padroni che vogliano eventualmente uscire dalla loro
condizione di illegalità, è tutta dentro quella logica. Essa rivela tuttavia
la diffusa volontà imprenditoriale di non regolarizzare o di far pagare ai
migranti il costo della regolarizzazione costringendoli a rivolgersi al
racket dei falsi permessi di soggiorno: e cosa ne sarà di coloro che avranno
creduto di potersi davvero regolarizzare in questo modo? Coerentemente con l
'impianto della legge Bossi-Fini, nella quale è organicamente inserita,
questa regolarizzazione riduce alla condizione di clandestini donne e uomini
che sono fuggiti dalla fame, dalla guerra, dalla mancanza di libertà e che
già sono e lavorano in Italia. La mancata regolarizzazione comporterà per i
lavoratori migranti l'alta probabilità di finire prima o poi in un Cpt.
Questi sono la terra di nessuno del diritto, macchine per le espulsioni di
donne e uomini imprigionati, colpevoli solo di aver attraversato una
frontiera. Mentre il diritto d'asilo diviene carta straccia, il modello
segregazionista che la regolarizzazione e la legge Bossi-Fini vogliono
imporre, si affermano come nuovo paradigma del mercato del lavoro. Abbattere
i diritti, clandestinizzare il lavoro, precarizzare la vita, sono gli
elementi di un progetto complessivo che coinvolge chiunque viva e lavori in
questo paese. Lottare contro questa regolarizzazione truffa (perché è a
termine per gli immigrati, mentre sana solo l'illegalità dei padroni),
contro la legge Bossi-Fini, contro i Cpt, significa rompere i confini che si
vogliono imporre alla vita di tutti noi. Il Tavolo fa dunque propria la
proposta del Comitato provvisorio degli immigrati in Italia di organizzare
per il 3 novembre in tutte le città italiane momenti di protesta contro
coloro che vogliono speculare sull'esistenza dei migranti.
Tavolo Migranti dei Social Forum



Per il Tavolo Migranti dei Social Forum:
Giovanni Amedura (Torino 335-6587032), Fabio Raimondi (Vicenza
348-5409020).
> ATTACHMENT part 2 application/msword name==?Windows-1252?Q?Lampedusa=2C_l'isola_che_non_c'=E8.doc?=



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<P>l'e-mail di alessandro è lunghissima ma&nbsp; condivido il senso della sua provocazione: è disponibile a riunirsi anche da solo&nbsp;purchè &nbsp;sull'immigrazionesi riparta.
<P>ma ci siamo accorti delle inchieste della magistratura su mons. ruppi?&nbsp; e cosa pensiamo di fare in preparazione del 13 novembre quando caleranno qui tutti quelli che "sanno come va affrontato il tema immigrazione"; cosa fa questa splendida terra di frontiera candidata al Nobel? aspetta come la bella addormentata? hanno ragione gigi perrone e luca ruberti.
<P>allora, lunedì se non è disponibile la sede dei verdi (anche Silverio ha ragione!!) sappiate che la nostra sede, cioè quella del P.R.C in Viale dell'Università 85 è a vostra disposizione, compreso il telefono: l'unica condizione che poniamo è che si riesca ad uscire dalla politica convegnistica e mettere in campo la politica reale, con tutte le tappe di avvicinamento necessarie a questa modalità sufficientemente &nbsp;sconosciuta ( anche ai nostri!!) &nbsp;in questa terra di frontiera.
<P>&nbsp;<B><I>Alessandro Presicce <apresi@???></I></B> wrote:
<BLOCKQUOTE style="PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: #1010ff 2px solid">Sebbene sia il terzo messaggio senza alcun riscontro, continuo a sentire<BR>l'esigenza di riunire il gdl migranti.<BR>Oltre al summit internazionale del 13 novembre a Lecce, è previsto per il 23<BR>prossimo a livello nazionale da parte dei social forum italiani una entrata<BR>coordinata dei parlamentari in tutti i Centri di Permanenza Temporanea.<BR><BR>Il Tavolo migranti nazionale (gruppo monitoraggio CPT) ha chiesto chiesto ai<BR>parlamentari (di rifondazione, verdi, sinistra ds, comunisti italiani) un<BR>incontro centralizzato a Roma.<BR><BR>Occorre che i parlamentari siano seguiti dalla stampa, con macchine<BR>fotografiche, registratori e telecamere, e che non entrino solo loro ma, in<BR>ogni città, anche una delegazione composta da noi.<BR><BR>Occorre prendere accordi coi nostri parlamentari locali, ma il tutto va<BR>coordinato in una nostra assemblea ad hoc.<BR><BR>Se non riceverò vostri riscontri, vi informo che mi riunirò da solo lunedì<BR>28 alle ore 19.30, presso la sede del Lecce social forum / Verdi, via<BR>Idomeneo, 78 a Lecce.<BR><BR>:)<BR><BR>Alessandro<BR><BR>---------------------------<BR><BR>Milano, 20 ottobre 2002<BR>Riunione del gruppo di lavoro del Tavolo Migranti dei Social Forum sulla<BR>manifestazione di Torino contro i Cpt (30.11.2002)<BR><BR><BR>Relazione del gruppo comunicazione.<BR><BR>E' stato esaminato il manifesto da distribuire a scala nazionale.<BR>Si è definita l'ipotesi di procedere con la stampa di circa 10.000<BR>manifesti a 4 colori nel formato 70x100 da suddividere tra le diverse<BR>realtà locali. Almeno 2000 copie saranno distribuite già a Firenze al FSE.<BR>Per quanto riguarda i contenuti si è definito quanto segue:<BR>rispetto alla bozza circolata nelle scorse settimane sono stati modificati<BR>i testi al fine di risultare comprensibili ad un target il più esteso<BR>possibile, la manifestazione non deve infatti ridursi all'espressione<BR>folkloristica di un gruppo di attivisti radicali ma deve diventare una<BR>"manifestazione di massa", per questo la chiamata deve essere fatta con<BR>toni di invito ad una mobilitazione gioiosa ed aperta a tutti (bambini,<BR>migranti, cattolici, lavoratori, studenti, gente comune...);<BR>a fianco del messaggio di rifiuto "Né qui, né altrove!" compare anche la<BR>nostra controproposta "per la libertà di vivere qui e dovunque!".<BR>l'immagine del muro di Berlino va bene a condizione di aggiungere le<BR>figure<BR>dei migranti: la battaglia di libertà che era degli europei diviene così<BR>la<BR>battaglia di tutti.<BR>La versione aggiornata del manifesto sarà diffusa in rete nel corso di<BR>questa settimana. Se non ci saranno ulteriori segnalazioni si procederà<BR>con<BR>la stampa.<BR>Si è brevemente discusso a proposito dell'appello: sono emerse numerose<BR>obiezioni a proposito del linguaggio utilizzato ed anche proposte di<BR>integrazione del testo. In specifico si è deciso di evitare l'utilizzo del<BR>linguaggio generico dei "diritti", a favore di una maggiore attenzione<BR>alla<BR>specificità dei migranti da una parte ed ai concetti più generali di<BR>guerra, disuguaglianze e migrazioni dall'altra. Nei prossimi giorni sarà<BR>diffusa in rete una nuova proposta corretta.<BR>Chiunque fosse interessato ai manifesti è pregato di mettersi URGENTEMENTE<BR>in contatto con<BR>Giovanni Amedura, giovanni.ak@??? oppure con Alessandro Geda,<BR>formias@???<BR><BR><BR>Relazione del gruppo monitoraggio<BR><BR>Innanzitutto, chi c'era. Non i nomi ma le città: Torino, Milano, Roma,<BR>Bologna, Modena, Vicenza.<BR>Per quanto riguarda la preparazione della manifestazione del 30 novembre a<BR>Torino, si è pensato a un percorso di preparazione che dovrebbe prevedere<BR>essenzialmente due scadenze:<BR>il 16 novembre, nelle città in cui si riesce (Milano, Torino, Bologna,<BR>Roma, Genova, sono quelle che l'hanno già previsto) un'assemblea cittadina<BR>di informazione sui Centri e la nuova situazione che si verrà a creare con<BR>la Bossi-Fini (apertura di nuovi Centri, tra cui quello di Modena già<BR>pronto per l'inaugurazione, a Trapani è stato annunciato un nuovo Centro con<BR>250 posti, e soprattutto nascita dei Centri di identificazione per i<BR>richiedenti asilo). La giornata dovrebbe essere articolata pressappoco nello<BR>stesso modo in tutte le città: video, racconti, presentazioni di libri (è<BR>appena uscito quello di Stefano Galieni e Antonella Patete, Frontiera<BR>Italia, Città aperta edizioni), foto. Per quanto riguarda i video, potete<BR>fare riferimento a me per quelli sul Serraino Vulpitta di Trapani e sul<BR>Naufragio di Lampedusa.<BR>Questa iniziativa dovrebbe essere annunciata con degli articoli sulla<BR>stampa, anch'essi di informazione e di messa a punto della situazione del<BR>passato e attuale. Per questo, pregherei a tutti di mandare al mio indirizzo<BR>mail le informazioni che avete sui Centri delle vostre città. Io poi li<BR>girerò, come in parte ho già fatto.<BR>Il 23 novembre, entrata coordinata dei parlamentari in tutti i Centri.<BR>Questa giornata, ovviamente, va preparata e, per farlo, abbiamo chiesto ai<BR>parlamentari (di rifondazione, verdi, sinistra ds, comunisti italiani) un<BR>incontro a Roma (siamo in attesa di una risposta e credo che ci andremo io o<BR>Ilaria Scovazzi, di Milano, e Stefano Galieni).<BR>Che cosa chiedere, nell'incontro: innanzitutto, una verifica sul fatto che<BR>le nostre e le loro posizioni rispetto ai CPT coincidano, e poiché noi ne<BR>chiediamo la chiusura dal momento in cui sono stati aperti, che non ci<BR>siano, da parte loro, concessioni alla Turco-Napolitano su questo argomento.<BR>Effettivamente, dichiarazioni sulla stampa dopo le visite che parlino di<BR>quanto i CPT funzionassero meglio con il governo dell'ulivo non servirebbero<BR>a nessuno.<BR>Poi, rispetto alla giornata in cui entrano, che facciano pressione<BR>affinché siano seguiti dalla stampa, con macchine fotografiche, registratori<BR>e telecamere, e che non entrino solo loro ma, in ogni città, anche una<BR>delegazione composta da noi.<BR>Poi, che la loro disponibilità non si fermi a quell'entrata. Ognuno di<BR>loro dovrebbe, regolarmente, fare delle entrate non programmate in<BR>precedenza con le Prefetture, di modo che si possa fare un controllo del<BR>funzionamento senza le abituali messe in scena a cui si assiste ad ogni<BR>visita annunciata.<BR>Ancora, i DATI, quelli che sono stati forniti dal Ministero degli interni<BR>alla richiesta di Graziella Mascia sono del tutto insufficienti.<BR>Inoltre, che alle visite seguano interrogazioni parlamentari, ma non solo.<BR>Creare un dossier con tutte le visite effettuate, di modo da rivolgersi alla<BR>Corte europea e cominciare a fare pervenire delle denunce contro l'Italia<BR>alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.<BR><BR>Dai compagni pugliesi abbiamo inoltre ricevuto il documento che segue:<BR>Il giorno 19 ottobre, in una riunione regionale indetta dal Forum dei<BR>diritti di Bari, si è dato vita ad un coordinamento regionale permanente dei<BR>social forum, delle associazioni e di varie altre formazioni politiche.<BR>Tale coordinamento vuole e deve focalizzare la propria attenzione sul tema<BR>dell'immigrazione, della legge Bossi-Fini e dei Cpt presenti su tutto il<BR>territorio, costruendo azioni e pratiche politiche in grado di ostacolare i<BR>meccanismi sempre più evidenti di esclusione dei migranti dal tessuto<BR>sociale pugliese e meridionale.<BR>La regione Puglia possiede diversi Cpt (istituiti dalla legge<BR>Turco-Napolitano), altri si costruiranno in tempi brevi, parallelamente<BR>all'istituzione dei centri di identificazione per i richiedenti asilo voluti<BR>dalla legge Bossi-Fini. Alcuni di questi Cpt, come il San Foca di Lecce,<BR>inoltre, sono particolarmente significativi per il "tipo di gestione". Più<BR>volte, infatti, Don Cesare Lo deserto ha negato l'accesso al San Foca ad<BR>esponenti del movimento. Tutto ciò rientra in un disegno politico preciso:<BR>si vogliono far passare ancora come centri di accoglienza luoghi di<BR>detenzione amministrativa. Più volte, infatti, i telegiornali regionali<BR>hanno fatto servizi in cui parlavano del San Foca come se esso fosse ancora<BR>un luogo di "accoglienza", più volte la regione Puglia è stata dipinta come<BR>terra di pace e di frontiera....Sappiamo tutti che non è così, la Puglia<BR>consente la gestione delle sue coste all'esercito ed alla Chiesa impedendo<BR>ai migranti la possibilità di poter circolare liberamente.<BR>La Puglia è al contempo "istituzione frontaliera", "stato d'eccezione<BR>permanente", "luogo di passaggio da parte dei migranti che spesso intendono<BR>raggiungere i paesi della mittle europa".<BR>Don Cesare Lo Deserto, inoltre, ha partecipato ad una riunione<BR>internazionale, che si è tenuta a Parigi qualche settimana fa, indetta da<BR>Mons. Lustiger (il quale, nel 1996, contribuì alla cacciata dei sans papiers<BR>di Parigi, dalla chiesa di Saint Ambroise) in cui si è deciso di estendere<BR>la gestione dei Cpt alla Chiesa oltre che l'apertura di centri direttamente<BR>nei paesi da cui provengono i migranti per "regolarizzare" il flusso ed<BR>impedire che esso venga gestito dalla "criminalità organizzata". Inoltre,<BR>parallelamente alla sanatoria voluta dalla legge Bossi-Fini, si è innescato<BR>un meccanismo di controllo (con provvedimenti veloci di rimpatri,<BR>espulsioni, detenzione amministrativa), spesso gestiti anche da semplici<BR>vigili urbani, che impedisce ulteriormente l'emersione dalla clandestinità<BR>dei migranti.<BR>Per tutte queste ragioni il coordinamento regionale pugliese, di concerto<BR>con la manifestazione che si terrà a Torino, ha deciso di indire una grande<BR>manifestazione meridionale per il 30 novembre contro la legge Bossi-Fini ed<BR>i Cpt.<BR>Vogliamo che la manifestazione si tenga a Lecce, davanti al San Foca, per<BR>noi luogo simbolo dei diritti negati e delle storture legate alla "gestione<BR>umanitaria" dei flussi migratori.<BR>La Puglia, protesa com'è sul mare, deve tornare ad essere uno spazio di<BR>libertà e di circolazione per tutti!<BR>Il primo passaggio per la costruzione di questo evento sarà un'assemblea<BR>meridionale di cui daremo presto notizia e su cui invitiamo tutti a lavorare<BR>sin da ora, in modo tale da poter preparare materiale informativo da<BR>diffondere nei giorni del Forum sociale europeo.<BR><BR><BR><BR>Inoltre, come deciso a Firenze (12.10.2002), il Tavolo emette il seguente<BR>comunicato stampa sulla regolarizzazione in corso.<BR><BR>La legge Bossi-Fini sta producendo conseguenze drammatiche e dopo l'11<BR>novembre con la chiusura dei termini della regolarizzazione, migliaia di<BR>donne e uomini si ritroveranno gettati nella clandestinità e nella più<BR>assoluta precarietà. La trasformazione del permesso di soggiorno in<BR>contratto di soggiorno sta consegnando all'arbitrio dei padroni migliaia di<BR>migranti, ponendoli sotto un ricatto che impone loro la logica<BR>segregazionista della legge, pena l'essere materialmente esclusi e espulsi.<BR>La cosiddetta sanatoria, che in realtà è una regolarizzazione a termine,<BR>pensata per i padroni che vogliano eventualmente uscire dalla loro<BR>condizione di illegalità, è tutta dentro quella logica. Essa rivela tuttavia<BR>la diffusa volontà imprenditoriale di non regolarizzare o di far pagare ai<BR>migranti il costo della regolarizzazione costringendoli a rivolgersi al<BR>racket dei falsi permessi di soggiorno: e cosa ne sarà di coloro che avranno<BR>creduto di potersi davvero regolarizzare in questo modo? Coerentemente con l<BR>'impianto della legge Bossi-Fini, nella quale è organicamente inserita,<BR>questa regolarizzazione riduce alla condizione di clandestini donne e uomini<BR>che sono fuggiti dalla fame, dalla guerra, dalla mancanza di libertà e che<BR>già sono e lavorano in Italia. La mancata regolarizzazione comporterà per i<BR>lavoratori migranti l'alta probabilità di finire prima o poi in un Cpt.<BR>Questi sono la terra di nessuno del diritto, macchine per le espulsioni di<BR>donne e uomini imprigionati, colpevoli solo di aver attraversato una<BR>frontiera. Mentre il diritto d'asilo diviene carta straccia, il modello<BR>segregazionista che la regolarizzazione e la legge Bossi-Fini vogliono<BR>imporre, si affermano come nuovo paradigma del mercato del lavoro. Abbattere<BR>i diritti, clandestinizzare il lavoro, precarizzare la vita, sono gli<BR>elementi di un progetto complessivo che coinvolge chiunque viva e lavori in<BR>questo paese. Lottare contro questa regolarizzazione truffa (perché è a<BR>termine per gli immigrati, mentre sana solo l'illegalità dei padroni),<BR>contro la legge Bossi-Fini, contro i Cpt, significa rompere i confini che si<BR>vogliono imporre alla vita di tutti noi. Il Tavolo fa dunque propria la<BR>proposta del Comitato provvisorio degli immigrati in Italia di organizzare<BR>per il 3 novembre in tutte le città italiane momenti di protesta contro<BR>coloro che vogliono speculare sull'esistenza dei migranti.<BR>Tavolo Migranti dei Social Forum<BR><BR><BR><BR>Per il Tavolo Migranti dei Social Forum:<BR>Giovanni Amedura (Torino 335-6587032), Fabio Raimondi (Vicenza<BR>348-5409020).<BR>> ATTACHMENT part 2 application/msword name==?Windows-1252?Q?Lampedusa=2C_l'isola_che_non_c'=E8.doc?= </BLOCKQUOTE><p><br><hr size=1><b>MIo Yahoo! </b>: personalizza Yahoo! come piace a te
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