[RSF] Marketing virale

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Auteur: Luigi Bertolo
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Sujet: [RSF] Marketing virale
I persuasori fasulli

ZNet-It - 19-10-2002

La persuasione funziona meglio quando è invisibile. Una nuova e più efficace strategia di mercato si sta insinuando nelle nostre coscienze, lasciando intatta la percezione che siamo giunti alle nostre opinioni e abbiamo fatto le nostre scelte in modo indipendente. Questo approccio, vecchio come il genere umano stesso, negli ultimi anni è stato perfezionato, con l'aiuto di Internet, in una tecnica chiamata "marketing virale". Il mese scorso alcuni virus sembrano aver ucciso il loro organismo ospite. Uno dei giornali scientifici più importanti del mondo è stato convinto a fare qualcosa che non aveva mai fatto prima: ha ritrattato un articolo che aveva pubblicato.


Mentre, in passato, alcune aziende avevano creato associazioni fittizie di cittadini per delle campagne a favore della deforestazione o dell'inquinamento dei fiumi, ora inventano cittadini fittizi. Messaggi presuntamente provenienti da utenti disinteressati sono posti all'interno di apposite mailing list nei momenti critici, diffondendo informazioni fuorvianti nella speranza di reclutare gente reale alla causa. Il lavoro di indagine svolto dall'attivista Jonathan Matthews e dal giornalista free lance Andy Rowell mostra come un'azienda di pubbliche relazioni presa in appalto dalla multinazionale delle biotecnologie Monsanto, ha giocato un ruolo cruciale ma invisibile nell'indirizzare il dibattito scientifico.

La Monsanto conosce meglio di qualsiasi altra multinazionale il prezzo della visibilità. I suoi goffi tentativi, nel 1997, di convincere la gente del fatto di voler mangiare cibi OGM, tutto fecero meno che liberare il mercato per le sue sementi. Determinata a non ripetere più lo stesso errore, ha ingaggiato un'azienda che sa come persuadere senza essere vista. La Bivings Group, specializzata in Internet lobbyng.

Un articolo sul suo sito web intitolato "Marketing virale: come infettare il mondo" avverte che "vi sono alcune campagne in cui sarebbe poco opportuno o persino disastroso lasciare che il pubblico sappia in cosa è direttamente coinvolta la vostra azienda...semplicemente non è una mossa intelligente nel campo delle pubbliche relazioni. In casi come questo è importante prima "ascoltare" quello che viene detto on-line... una volta che vi siete collegati in questo mondo, è possibile inserire su questi canali dei messaggi, che presentano il vostro punto di vita come quello di una disinteressata terza parte... Forse il più grande vantaggio del marketing virale è che il vostro messaggio è posto nel contesto in cui è più probabile che sia preso in seria considerazione." Sul sito della Bivings viene citato un dirigente della Monsanto che ringrazia l'azienda di pubbliche relazioni per il suo "straordinario lavoro".

Il 29 Novembre dello scorso anno, due ricercatori dell'Università della California, Berkeley, pubblicarono un articolo sulla rivista Nature, in cui affermavano che il mais messicano di produzione locale era stato contaminato, da una distanza molto grande, da polline geneticamente modificato. L'articolo fu un disastro per le multinazionali della biotecnologia che stavano cercando di convincere Messico, Brasile e Unione Europea ad abolire l'embargo sulle sementi OGM. Anche prima della pubblicazione, i ricercatori sapevano che il loro lavoro era rischioso. Uno di loro, Ignacio Chapela, fu avvicinato dal direttore di una multinazionale Messicana, che prima gli offrì un lussuoso posto da ricercatore se avesse ritirato il suo articolo, e poi gli disse che sapeva dove trovare i suoi figli. Negli Stati Uniti, al contrario, gli oppositori di Chapela hanno scelto una diversa forma di assassinio.

Nel giorno in cui l'articolo fu pubblicato, cominciarono ad apparire dei messaggi in una mailing list di biotecnologia usata da più di tremila scienziati, che si chiama AgBioWorld. Il primo veniva da una certa "Mary Murphy". Chapela fa parte del comitato di direzione del Pesticide Action Network, e perciò lei affermava che Chapela "non è esattamente quello che chiameresti uno scrittore non di parte". La sua mail fu seguita da un altro messaggio da parte di "Andura Smetacek", che affermava, a torto, che l'articolo di Chapela non era stato revisionato da colleghi, che Chapela era "innanzitutto un attivista", e che la ricerca era stata pubblicata in collusione con gli ambientalisti. Il giorno seguente, una altro messaggio da "Smetacek" chiedeva alla lista "quanti soldi prende Chapela in retribuzioni per i suoi discorsi, in rimborsi viaggio, e altre donazioni ... per il suo aiuto nel costruire campagne commerciali fuorvianti e basate sulla paura?".

I messaggi da Murphy e Smetacek stimolarono centinaia di risposte, alcune delle quali ripetevano o aggiungevano particolari alle accuse che loro per prime avevano fatto. I vertici della biotecnologia fecero richiesta perchè Chapela fosse licenziato a Berkeley. AgBioWorld Lanciò una petizione additando l'articolo come "viziato nelle sue premesse".

Effettivamente può essere rilevato qualche problema metodologico nella ricerca che Chapela e il suo collega David Quist hanno pubblicato, ma è improbabile che la rivista scientifica non abbia precedenti di questo tipo. Tutta la scienza è, o dovrebbe essere, sottoposta alla verifica ed eventualmente essere smentita. Ma in questo caso la pressione su Nature fu così forte che il suo editore fece qualcosa che non si era mai verificato nei 133 anni della rivista: lo scorso mese ha pubblicato, accanto a due articoli a sfida di quello di Quist e Chapela, una ritrattazione, in cui ha scritto che la loro ricerca non avrebbe mai dovuto essere pubblicata.

Quindi, la campagna contro i ricercatori ha avuto uno straordinario successo; ma chi l'ha messa in moto? Chi sono "Mary Murphy" e "Andura Smetacek"?

Entrambe affermano di essere comuni cittadine, senza nessun legame con l'azienda. La Bivings Group dice che "non sa nulla di loro". "Mary Murphy" usa un account su hotmail per mandare messaggi ad AgBioWorld. Ma un messaggio che cerca di mettere in ridicolo gli oppositori delle biotecnologie, spedito da "Mary Murphy" dallo stesso indirizzo hotmail ad un'altra mailing list due anni fa, contiene l'identificazione bw6.bivwood.com. Bivwood.com è di proprietà di Biving Woodell, che è parte del Bivings Group. Quando le ho scritto per chiederle se lavorava per la Bivings, e se Mary Murphy fosse il suo vero nome, lei replicò che "non aveva legami con l'azienda". Ma si rifiutò di rispondere alla mia domanda sulla base del fatto che "dai suoi articoli vedo che si è già fatto le sue idee da molto tempo sulle biotecnologie". La cosa interessante della sua risposta è che nel messaggio che le avevo mandato, non avevo menzionato la biotecnologia. Le avevo detto soltanto che stavo cercando un !
articolo sull'internet lobbyng.

Smetacek ha dichiarato, in diverse occasioni, di vivere a "Londra" o a "New York". Ma le liste elettorali, gli elenchi telefonici, e i nominativi delle carte di credito sia di Londra che di New York, non rivelano la presenza di alcuna "Andura Smetacek". Il suo nome appare solamente in AgBioWorld e in poche altre mailing list, a cui ha spedito parecchi messaggi che con faziosità accusano di terrorismo associazioni come Greenpeace. Le lettere che le ho spedito non hanno ottenuto risposta alcuna. Ma un'indicazione sulla sua possibile identità è suggerita dal suo citare continuamente un certo "Center For Food and Agricultural Research" [Centro per l'alimentazione e la ricerca agricola]. Questo ente sembrerebbe non esistere, se non come sito web, sul quale troviamo ripetute accuse, rivolte agli ambientalisti, di usare violenza premeditata. Cffar.org è registrato a nome di un certo Manuel Theodorov. Manuel Theodorov è "direttore associato" al Bivings Woodell.

Anche il sito Web in cui è stata lanciata la campagna contro l'articolo di Nature, ha suscitato dei sospetti. Il suo moderatore, l'entusiasta professore di biotecnologie CS Prakash, afferma di non avere legami con il Bivings Group. Ma quando Jonathan Matthews ha provato a cercare negli archivi del sito, ha ricevuto il seguente messaggio di errore: "can't connect to MySQL server on 'apollo.bivings.com'" [non posso connettermi al server apollo.bivings.com]. Apollo.bivings.com è il server principale del Bivings Group.

"A volte", si vanta la Bivings, "vinciamo dei premi. A volte soltanto il nostro cliente conosce il ruolo preciso che noi abbiamo giocato. In altre parole, a volte la gente non ha la minima idea di essere manipolata da impostori".



Luigi Bertolo
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"Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: cosi' e' di chiunque e' nato dallo Spirito" Gv. 3,8