[Lecce-sf] La guerra e gli "scarti umani"

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Autor: Alessandro Presicce
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Assumpte: [Lecce-sf] La guerra e gli "scarti umani"
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L'umanit=E0 segregata in una discarica

=ABLa decisione della guerra contro l'Iraq =E8 gi=E0 stata presa e gli =
Usa non ascolteranno le ragioni dell'Europa. Viviamo in un'epoca che =
passer=E0 alla storia come un'era segnata dalla produzione inarrestabile =
di scarti umani. La globalizzazione esclude, mentre la flessibilit=E0 =
=E8 lo strumento del capitale per garantire la sua libert=E0 di =
movimento=BB. Un'intervista a Zygmunt Bauman
BENEDETTO VECCHI

Zygmunt Bauman =E8 uno studioso riservato, che non ama le luci della =
ribalta. Ogni giorno, passa alcune ore a leggere attentamente i =
giornali, ma =E8 restio nel parlare con i giornalisti. Eppure =E8 =
proprio dall'analisi di alcuni articoli apparsi su un giornale inglese =
che prende l'avvio di uno dei suoi libri dedicati alla globalizzazione =
(Solitudine del cittadino globale, Feltrinelli). Anzi si pu=F2 dire che =
le =ABconseguenze della globalizzazione nella vita delle persone=BB =E8 =
diventato il suo rovello al quale ha dedicato gran parte della sua =
recente produzione teorica, da Dentro la globalizzazione (Laterza) a =
Voglia di comunit=E0 (Laterza), da La societ=E0 dell'incertezza (Il =
Mulino) a Le sfide dell'etica (Feltrinelli) a La modernit=E0 liquida =
(Laterza) a La societ=E0 individualizzata (Il Mulino). Polacco di =
origine ebraica, ha fatto parte di quel piccolo e innovatore gruppo di =
intellettuali che nel Sessantotto criticarono aspramente la gestione del =
potere da parte del partito comunista, schierandosi a fianco del =
movimento studentesco. Ma dopo la normalizzazione e l'ondata antisemita =
alimentata dal partito unico al potere, lasci=F2 il paese e cominci=F2 =
un breve pellegrinaggio, che lo ha portato prima in Israele e poi in =
Inghilterra, dove tutt'ora vive.

Un autore prolifico, dunque. Riuscire ad avere un'intervista =E8 =
un'operazione che comporta pazienza, anche perch=E9 Bauman preferisce i =
tempi lunghi della riflessione per elaborare risposte ai problemi =
globali che gli stanno a cuore. Cos=EC =E8 accaduto che il primo =
contatto =E8 avvenuto a Roma la scorsa primavera. Poi il dialogo =E8 =
proseguito via e-mail per tutta l'estate per la sua esitazione a =
misurarsi con gli spazi, limitati, di una pagina di giornale e per ci=F2 =
che accadeva nel mondo. I venti di guerra, la crisi della =
globalizzazione, il silenzio degli intellettuali: tutti elementi che =
Bauman sente come manifestazione di un Disagio della postmodernit=E0, =
come recita il titolo di un suo libro uscito in questi giorni in Italia =
e pubblicato da Bruno Mondadori. (Nelle prossime settimane Raffaello =
Cortina ne mander=E0 un altro alle stampe con il titolo Societ=E0, etica =
e politica). Dai rischi di guerra prende l'avvio l'intervista.

La guerra contro l'Iraq sembra inevitabile. L'Europa non riesce ad =
affermare una posizione unitaria e autonoma dagli Stati uniti. Se sar=E0 =
cos=EC, sar=E0 difficile parlare di Europa nel prossimo futuro, perch=E9 =
se sar=E0 guerra ridisegner=E0 il mondo dove gli Usa detteranno legge. =
Lei che ne pensa?

Come Martin Woollacott ha giustamente osservato su The Guardian =ABil =
dibattito sull'Iraq =E8 pleonastico - la decisone =E8 stata presa=BB, e =
=ABdiscutere se la guerra sia giusta o sbagliata non influenzer=E0 gli =
americani=BB. Possono ascoltare, se l'etichetta della diplomazia lo =
richiede, ma non terreanno in gran conto qualunque cosa dir=E0 l'Europa. =
Credo che la scelta reale non sia quella, ampiamente urlata e =
strombazzata, tra l'unirsi alla frenesia del =ABDio benedica =
l'America=BB o assumere un atteggiamento anti-americano. Ritengo che il =
vero dilemma - un dilemma vitale - che tutti noi abbiamo di fronte e =
dovremmo affrontare sia quello tra =ABDio benedica l'America=BB e =ABDio =
benedica l'umanit=E0=BB.

Negli ultimi anni, i problemi posti dalla globalizzazione sono entrati =
nell'agenda politica mondiale grazie alle mobilitazioni di un variegato =
movimento sociale globale, il quale ha denunciato che esiste una =
redistribuzione feroce delle ricchezze. In sintesi, nella societ=E0 =
individualizzata i rapporti di potere tra le classi, i gruppi sociali e =
tra il nord e il sud del mondo sono basati sulle diseguaglianze. E' =
d'accordo?

Io stesso non saprei dirlo meglio. Il mondo per=F2 =E8 diventato pieno, =
ma non =E8 uno. Il nuovo mescolarsi di culture e forme di vita =E8 =
un'altra illusione, frutto di generalizzazioni basate sull'esperienza =
della =E9lite globale e forse anche funzionale alla sua esigenza di =
autostima e di comfort spirituale. In realt=E0, insieme al celebrato =
cosmopolitismo e all'ibridazione della =E9lite affaristica e del sapere, =
che =E8 planetaria e sempre pi=F9 extraterritoriale, anche il nuovo =
pugnace tribalismo - che si traduce in un feroce territorialismo - =E8 =
il prodotto principale di una globalizzazione priva di vincoli politici.

Recentemente, lei ha affermato che viviamo in una =ABmodernit=E0 =
liquida=BB, dove la =ABrivoluzione=BB di consuetudini, modi di essere =
=E8 la regola dominante: un mutamente incessante, senza soste che non =
consente di consolidare nuove istituzioni. Tutto ci=F2 provoca, sempre =
per usare un suo termine, un disagio individuale e collettivo che agisce =
anch'esso come un caterpillar che tutto distrugge. Siamo quindi in una =
situazione dove =E8 impossibile un'analisi della societ=E0?

Si, al giorno d'oggi il cambiamento =E8 una condizione permanente del =
pianeta, dei contesti locali, degli individui. I cambiamenti si =
susseguono e non possono pi=F9 tendere a =ABsoluzioni finali=BB o essere =
organizzati in serie coerenti. Inoltre, sono impossibili da prevedere, =
fortuiti. Cos=EC come =E8 impossibile prevedere le loro conseguenze, per =
non parlare della possibilit=E0 di controllarle. Oggi questa =E8 per=F2 =
una osservazione scontata. Ci=F2 che non si comprende a sufficienza =E8 =
che ogni sviluppo =ABcreativo=BB porta con s=E9 necessariamente una =
distruzione. Noi assomigliamo sempre di pi=F9 agli abitanti di Leonia, =
una delle Citt=E0 invisibili di Italo Calvino, i quali se qualcuno =
glielo chiedesse direbbero che la loro passione =E8 =ABil godere delle =
cose nuove e diverse=BB. Per la verit=E0, ogni mattina la popolazione =
=ABindossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal pi=F9 perfezionato =
frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime =
filastrocche dall'ultimo modello d'apparecchio=BB. Ma ogni mattina =ABi =
resti della Leonia di ieri aspettano il carro dello spazzatura=BB e =
qualcuno, guardando dall'esterno, si chiederebbe se la vera passione dei =
suoi abitanti non sia piuttosto =ABl'espellere, l'allontanare da s=E9, =
il mondarsi d'una ricorrente impurit=E0=BB.

Dato che gli abitanti di Leonia eccellono nella loro caccia alle =
novit=E0, =ABuna fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda =
Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne=BB. Mi =
chiedo se la moderna situazione non passer=E0 alla storia, in primo =
luogo, come un gigantesco aumento della produzione di rifiuti.

Parliamo infatti spesso di =ABspazzatura=BB, degli scarti materiali che =
sporcano e avvelenano il nostro =ABambiente=BB. Ma la pi=F9 prolifica e =
dolorosa delle innovazioni moderne sta emergendo dalla continua crescita =
di scarti umani. La produzione di scarti umani =E8 stata particolarmente =
copiosa in due settori (ancora pienamente operativi e che lavorano a =
pieno regime) dell'industria moderna.

Il primo settore riguarda la produzione e la riproduzione dell'ordine =
sociale. Qualunque modello di ordine sociale =E8 selettivo, e richiede =
che si tagli via, si spunti, si segreghi, si separi o si asporti quelle =
parti della materia prima umana che sono inadatte al nuovo ordine. Il =
secondo settore dell'industria moderna noto per aver prodotto =
continuamente grandi scarti umani =E8 il progresso economico, che =
richiede a sua volta lo smantellamento e l'annichilimento di un certo =
numero di modi e mezzi di integrare l'esistenza umana che non soddisfano =
standard predefiniti di produttivit=E0 e redditivit=E0. Chi pratica =
forme di vita =ABsvalutate=BB non pu=F2, di regola, essere inserito en =
masse nei nuovi modelli di attivit=E0 economica.

Questa produzione di =ABscarti=BB umani =E8 stata comunque, per gran =
parte della storia moderna, depotenziata, neutralizzata o almeno =
mitigata grazie a un'altra moderna innovazione: l'industria dello =
smaltimento dei rifiuti. Questa industria ha prosperato grazie alla =
trasformazione di ampie parti del globo in immondezzai in cui confluiva =
tutto il =ABsurplus=BB di umanit=E0. La produzione di rifiuti umani =
procede quindi senza sosta, fino ai picchi dei nostri giorni dovuti ai =
processi della globalizzazione, ma =E8 l'industria dello smaltimento dei =
rifiuti che si =E8 trovata in gravi difficolt=E0 a causa =
dell'impraticabilit=E0 dei modi di trattare gli scarti umani fin'ora =
inventati. A mio parere, dietro la confusione attuale c'=E8 la crisi =
dell'industria dello smaltimento degli scarti umani. Lo rivela la =
disperata, sebbene largamente irrazionale e sbagliata, gestione della =
crisi scatenata dallo spettacolo dell'11 settembre.

Lei =E8 stato spesso accostato a Georg Simmel per la sua capacit=E0 di =
partire dall'analisi del manifestarsi di alcune abitudini e mentalit=E0 =
per fornire una lettura =ABgenerale=BB dei conflitti nella modernit=E0. =
E' stato cos=EC per il fit-ness, =E8 stato cos=EC per il turismo di =
massa. Uno degli approdi del suo lavoro di studioso =E8 di cogliere la =
solitudine individuale in un mondo unificato, dove non c'=E8 riparo =
alcuno. Ma =E8 pur sempre una solitudine che si manifesta in =
aggressivit=E0 verso l'=ABaltro=BB. Ricordo alcune sue pagine, molto =
belle, in cui racconta di mobilitazioni contro presunti pedofili in una =
piccola citt=E0 inglese. Un'isteria che accompagna anche il razzismo =
strisciante che vediamo manifestarsi in molti paesi europei?

Sono lusingato del suo paragone della mia opera a quella di Georg =
Simmel. Io cerco solo, sebbene con risultati alterni, di collegare le =
ansie popolari =ABlocalizzate=BB circa il =ABnemico alla porta=BB - che =
si tratti di un pedofilo, di un malintenzionato, di un molestatore, di =
mendicanti, di =ABstranieri=BB (con il terrorista come ultima aggiunta, =
particolarmente negli Usa) - alla marea crescente dei sentimenti =
razzisti, o pi=F9 correttamente xenofobi, in Europa. Per parafrasare una =
nota frase, si pu=F2 dire che uno spettro si aggira sul pianeta: lo =
spettro della xenofobia. Astio e sospetti tribali vecchi e nuovi, mai =
estinti o scongelati di fresco e riscaldati, si sono mescolati e saldati =
alla paura, tutta nuova, per la sicurezza distillata da incertezze e =
insicurezze vecchie e nuove dell'esistenza moderna.

Le persone spaventate a morte da una misteriosa, inesplicabile =
precariet=E0 dei loro destini e dalle nebbie globali che nascondono alla =
vista la loro prospettiva, cercano disperatamente i colpevoli delle =
tribolazioni e delle prove cui sono sottoposte. Le trovano, non =
sorprende, sotto il lampione pi=F9 vicino, nel solo punto =
obbligatoriamente illuminato dalle forze della legge e dell'ordine: =
=ABsono i criminali a renderci insicuri, e sono gli estranei che causano =
il crimine=BB; e cos=EC =AB=E8 con le retate, il carcere e la =
deportazione degli estranei che sar=E0 ripristinata la sicurezza perduta =
o rubata=BB.

Lei considera il welfare state come una delle migliori =ABtrovate=BB del =
capitalismo moderno. Sicurezza collettiva versus esplosione violenta =
della societ=E0; garanzie sociali come unico rimedio agli effetti =
distruttivi della mano invisibile del mercato. Ma anche questo sembra un =
retaggio del passato. Ulrick Beck parla di societ=E0 del rischio. =
Seguendo il suo percorso intellettuale, si potrebbe parlare di una =
societ=E0 del rischio altamente individualizzato. E' d'accordo?

Lei ha di nuovo ragione. Penso che non ci sono, e non possono esserci, =
soluzioni individuali a problemi prodotti socialmente, cos=EC come non =
ci sono e non ci possono essere soluzioni locali a problemi creati =
globalmente.

Una piccola digressione. Il capitale nomadico in cerca di mercati =
redditizi e di soste confortevoli, e le popolazioni sradicate, prive di =
territorio e vagabonde in cerca di lavoro, pane, acqua da bere o pace, =
sono solo due dei =ABproblemi creati globalmente=BB che nessun potere =
locale ha le risorse per affrontare da solo, sebbene tali poteri debbano =
misurarsi con le loro conseguenze. La mobilit=E0 senza precedenti e =
virtualmente inarrestabile dei beni e delle finanze mondiali li pongono =
oltre la portata di qualunque potere locale - non solo municipale, ma =
anche nazionale. I poteri locali non possono fare molto per arrestare la =
distruzione di mezzi di sostentamento e la dilagante polarizzazione =
delle condizioni di vita, che mettono intere popolazioni in movimento e =
aggiungono sempre pi=F9 vigore alle pressioni dei migranti; o per =
rallentare, per non dire interrompere, lo sfruttamento delle risorse =
naturali, l'inquinamento dell'aria e delle riserve idriche, gli effetti =
climatici legati ai gas dell'effetto serra o un consistente =
indebolimento dei legami umani, la crescente fragilit=E0 dei mezzi di =
sussistenza e la distruzione dei posti di lavoro. Quando gli =
amministratori di una citt=E0 si sforzano in tutti i modi di rendere =
potabile l'acqua del rubinetto, vivibili le aree residenziali, di =
mettere scuole, ospedali e servizi sociali locali in grado di accogliere =
e assimilare i nuovi arrivati nella citt=E0 e nel paese, di trovare =
lavoro ai disoccupati, placare l'irritazione crescente e l'ansia dei =
residenti della citt=E0, essi cercano (invano) di trovare soluzioni =
locali a problemi nati globalmente. Non potendo intervenire =
sull'incertezza in modo sostanziale, essi cercano di indirizzare la =
paura e la rabbia conseguenti verso oggetti che sono in grado di =
gestire, e che possono mostrare di poter gestire: fastidi come le =
minacce alla sicurezza delle persone e delle loro propriet=E0 che =
vengono dai rapinatori, dai ladri di automobili, dai mendicanti, da chi =
compie reati sessuali, da stranieri, da =ABstranieri tra noi=BB. Poco =
importa se queste minacce siano genuine o presunte, esse sono =
sovraccariche emozionalmente: dalla loro soluzione ci si aspetta pi=F9 =
di quanto non siano in grado di dare. Allarmi antifurto, televisioni a =
circuito chiuso, pi=F9 poliziotti in servizio, pene pi=F9 dure e =
politiche di immigrazione pi=F9 severe lasceranno le vere fonti di =
incertezza intatte, non dissiperanno le paure e non vinceranno =
l'ansiet=E0. E cos=EC, qualunque cosa si faccia, la domanda di =
proteggere la sicurezza dei residenti urbani crescer=E0 senza sosta, e =
gli amministratori della citt=E0, impossibilitati a fare molto altro, =
saranno disposti alla compiacenza...

Un'altra parola chiave dei suoi studi =E8: precariet=E0. Si =E8 precari =
nel rapporto di lavoro, nelle relazioni sentimentali, nelle forme di =
socialit=E0. Prendiamo ad esempio la precariet=E0 nei rapporti di =
lavoro. Si =E8 precari alla luce di una richiesta sempre pi=F9 pressante =
di mettere idee, inventiva, capacit=E0 relazionale nella propria =
mansione. Siamo cos=EC condannati a vivere una condizione paradossale: =
precari, ma creativi. E' questa la logica del =ABcapitalismo =
flessibile=BB?

La asimmetria di potere tra capitale e lavoro ha acquisito nella nostra =
epoca una dimensione completamente nuova. Nell'epoca =ABsolida =
moderna=BB i boss delle imprese e i lavoratori potevano avere un =
controllo profondamente diverso sulla propria capacit=E0 di azione =
effettiva, ma entrambi erano =ABlegati al terreno=BB, erano cio=E8 =
dipendenti dalla collaborazione con l'altra parte; nessuna delle due =
parti poteva semplicemente fare le valige e andarsene. Entrambi gli =
attori sapevano di essere destinati, in un modo o nell'altro, a restare =
in compagnia gli uni degli altri, a incontrarsi ancora il giorno dopo, =
il giorno dopo ancora, l'anno dopo. Quel =ABmutuo confinamento=BB =
generava ovviamente conflitto, ma produceva anche uno sforzo a negoziare =
un modus vivendi soddisfacente che rendeva la vita, magari una noiosa =
routine, ma prevedibile, suscettibile di una programmazione a lungo =
termine. Questo adesso =E8 tutto finito. Inoltre, la asimmetria di =
potere tra capitale e lavoro non si manifesta soltanto nella ricchezza =
di pochi e nella la povert=E0 dei molti, ma anche tra libert=E0 di =
movimento e l'essere confinati in un posto.

Il capitale =E8 libero di abbandonare una localit=E0 non abbastanza =
obbediente e servile, ma la grande maggioranza dei suoi dipendenti sono =
costretti a restare dove sono, non essendo i benvenuti in nessun altro =
posto. Non la meticolosa e odiosa supervisione e il controllo di ora in =
ora, ma la minaccia di andare via senza preavviso al primo segno di =
disobbedienza =E8 oggi il fondamento della dominazione del capitale e il =
mezzo principale per ottenere la disciplina. La sicurezza del capitale =
si basa semplicemente sulla precariet=E0 del lavoro.

In queste circostanze, la =ABsussidiariet=E0=BB =E8 diventata, accanto =
alla =ABflessibilit=E0=BB, l'espediente per fare del =ABbuon =
management=BB. I manager non hanno bisogno, n=E9 hanno voglia, di =
gestire. Ora sta agli uomini e alle donne che essi assumono dimostrare =
di meritare l'assunzione, farsi notare dal capo, farsi avanti con idee =
che riempiano le tasche degli azionisti, facciano vendere pi=F9 =
prodotti, seducano un maggior numero di clienti e, allo stesso tempo, =
dimostrare la propria superiorit=E0 rispetto ad altri candidati per la =
stessa mansione. La =ABflessibilit=E0=BB =E8 un termine ingannevole: =
significa inflessibilit=E0 del capitale a negoziare e a fare =
compromessi.

Di fronte a una descrizione senza appello della globalizzazione, lei =
sostiene che comunque una via d'uscita c'=E8. In sintesi, lei ripropone =
una riedizione, per quanto necessariamente aggiornata, del New Deal o =
del welfare state. Non le sembra che sia troppo poco rispetto alla =
diagnosi che lei stesso fa della =ABsociet=E0 individualizzata=BB?

Non ci sono soluzioni locali per problemi generati globalmente. Se lei =
mi chiede come possiamo cambiare questo sviluppo, la mia risposta =E8: =
solo affrontando di petto la sfida principale del nostro tempo - ossia, =
il bisogno urgente di sottoporre gli attuali sfrenati, erratici, =
capricciosi processi di globalizzazione al controllo politico e alla =
legge. L'unica soluzione realistica, anche se lunga, consiste nello =
sviluppo di politiche planetarie e di un potere planetario in grado di =
regolare le forze economiche e di affrontare efficacemente i problemi =
planetari che tali forze, finch=E9 resteranno prive di regolamentazione, =
creeranno tutti i giorni.

Gli stati-nazione erano le cornici istituzionali per la sicurezza =
collettiva contro la sventura individuale. Ma i loro governi, spogliati =
di una gran parte della loro passata sovranit=E0, non riescono pi=F9 a =
far quadrare i conti, n=E9 possono dissociarsi dalla mischia globale in =
cui devono essere attori obbedienti, col rischio altrimenti di =
=ABscoraggiare gli investitori=BB e di fronteggiare una bancarotta. La =
polarizzazione dilagante della nostra epoca ha le sue radici nel =
divorzio tra il potere e la politica; essa pu=F2 essere arrestata o =
almeno alleviata a condizione di un nuovo matrimonio...

Ha collaborato Marina Impallomeni

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/10-Ottobre-2002/art73.html


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contro l'Iraq =E8=20
gi=E0 stata presa e gli Usa non ascolteranno le ragioni dell'Europa. =
Viviamo in=20
un'epoca che passer=E0 alla storia come un'era segnata dalla produzione=20
inarrestabile di scarti umani. La globalizzazione esclude, mentre la=20
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=E8 uno=20
studioso riservato, che non ama le luci della ribalta. Ogni giorno, =
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ore a leggere attentamente i giornali, ma =E8 restio nel parlare con i=20
giornalisti. Eppure =E8 proprio dall'analisi di alcuni articoli apparsi =
su un=20
giornale inglese che prende l'avvio di uno dei suoi libri dedicati alla=20
globalizzazione (<I>Solitudine del cittadino globale</I>, Feltrinelli). =
Anzi si=20
pu=F2 dire che le =ABconseguenze della globalizzazione nella vita delle =
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diventato il suo rovello al quale ha dedicato gran parte della sua =
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produzione teorica, da <I>Dentro la globalizzazione </I>(Laterza) a =
<I>Voglia di=20
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Mulino) a <I>Le=20
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(Laterza) a=20
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ebraica, ha=20
fatto parte di quel piccolo e innovatore gruppo di intellettuali che nel =

Sessantotto criticarono aspramente la gestione del potere da parte del =
partito=20
comunista, schierandosi a fianco del movimento studentesco. Ma dopo la=20
normalizzazione e l'ondata antisemita alimentata dal partito unico al =
potere,=20
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portato prima in=20
Israele e poi in Inghilterra, dove tutt'ora vive.<BR><BR>Un autore =
prolifico,=20
dunque. Riuscire ad avere un'intervista =E8 un'operazione che comporta =
pazienza,=20
anche perch=E9 Bauman preferisce i tempi lunghi della riflessione per =
elaborare=20
risposte ai problemi globali che gli stanno a cuore. Cos=EC =E8 accaduto =
che il=20
primo contatto =E8 avvenuto a Roma la scorsa primavera. Poi il dialogo =
=E8=20
proseguito via e-mail per tutta l'estate per la sua esitazione a =
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gli spazi, limitati, di una pagina di giornale e per ci=F2 che accadeva =
nel mondo.=20
I venti di guerra, la crisi della globalizzazione, il silenzio degli=20
intellettuali: tutti elementi che Bauman sente come manifestazione di un =

<I>Disagio della postmodernit=E0</I>, come recita il titolo di un suo =
libro uscito=20
in questi giorni in Italia e pubblicato da Bruno Mondadori. (Nelle =
prossime=20
settimane Raffaello Cortina ne mander=E0 un altro alle stampe con il =
titolo=20
<I>Societ=E0, etica e politica</I>). Dai rischi di guerra prende l'avvio =

l'intervista.<BR><BR><B>La guerra contro l'Iraq sembra inevitabile. =
L'Europa non=20
riesce ad affermare una posizione unitaria e autonoma dagli Stati uniti. =
Se sar=E0=20
cos=EC, sar=E0 difficile parlare di Europa nel prossimo futuro, perch=E9 =
se sar=E0=20
guerra ridisegner=E0 il mondo dove gli Usa detteranno legge. Lei che ne=20
pensa?</B><BR><BR>Come Martin Woollacott ha giustamente osservato su =
<I>The=20
Guardian </I>=ABil dibattito sull'Iraq =E8 pleonastico - la decisone =E8 =
stata presa=BB,=20
e =ABdiscutere se la guerra sia giusta o sbagliata non influenzer=E0 gli =
americani=BB.=20
Possono ascoltare, se l'etichetta della diplomazia lo richiede, ma non =
terreanno=20
in gran conto qualunque cosa dir=E0 l'Europa. Credo che la scelta reale =
non sia=20
quella, ampiamente urlata e strombazzata, tra l'unirsi alla frenesia del =
=ABDio=20
benedica l'America=BB o assumere un atteggiamento anti-americano. =
Ritengo che il=20
vero dilemma - un dilemma vitale - che tutti noi abbiamo di fronte e =
dovremmo=20
affrontare sia quello tra =ABDio benedica l'America=BB e =ABDio benedica =

l'umanit=E0=BB.<BR><BR><B>Negli ultimi anni, i problemi posti dalla =
globalizzazione=20
sono entrati nell'agenda politica mondiale grazie alle mobilitazioni di =
un=20
variegato movimento sociale globale, il quale ha denunciato che esiste =
una=20
redistribuzione feroce delle ricchezze. In sintesi, nella societ=E0=20
individualizzata i rapporti di potere tra le classi, i gruppi sociali e =
tra il=20
nord e il sud del mondo sono basati sulle diseguaglianze. E'=20
d'accordo?</B><BR><BR>Io stesso non saprei dirlo meglio. Il mondo per=F2 =
=E8=20
diventato <I>pieno</I>, ma non =E8 <I>uno</I>. Il nuovo mescolarsi di =
culture e=20
forme di vita =E8 un'altra illusione, frutto di generalizzazioni basate=20
sull'esperienza della =E9lite globale e forse anche funzionale alla sua =
esigenza=20
di autostima e di comfort spirituale. In realt=E0, insieme al celebrato=20
cosmopolitismo e all'ibridazione della =E9lite affaristica e del sapere, =
che =E8=20
planetaria e sempre pi=F9 extraterritoriale, anche il nuovo pugnace =
tribalismo -=20
che si traduce in un feroce territorialismo - =E8 il prodotto principale =
di una=20
globalizzazione priva di vincoli politici.<BR><BR><B>Recentemente, lei =
ha=20
affermato che viviamo in una =ABmodernit=E0 liquida=BB, dove la =
=ABrivoluzione=BB di=20
consuetudini, modi di essere =E8 la regola dominante: un mutamente =
incessante,=20
senza soste che non consente di consolidare nuove istituzioni. Tutto =
ci=F2=20
provoca, sempre per usare un suo termine, un disagio individuale e =
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che agisce anch'esso come un caterpillar che tutto distrugge. Siamo =
quindi in=20
una situazione dove =E8 impossibile un'analisi della =
societ=E0?</B><BR><BR>Si, al=20
giorno d'oggi il cambiamento =E8 una condizione permanente del pianeta, =
dei=20
contesti locali, degli individui. I cambiamenti si susseguono e non =
possono pi=F9=20
tendere a =ABsoluzioni finali=BB o essere organizzati in serie coerenti. =
Inoltre,=20
sono impossibili da prevedere, fortuiti. Cos=EC come =E8 impossibile =
prevedere le=20
loro conseguenze, per non parlare della possibilit=E0 di controllarle. =
Oggi questa=20
=E8 per=F2 una osservazione scontata. Ci=F2 che non si comprende a =
sufficienza =E8 che=20
ogni sviluppo =ABcreativo=BB porta con s=E9 necessariamente una =
distruzione. Noi=20
assomigliamo sempre di pi=F9 agli abitanti di Leonia, una delle =
<I>Citt=E0=20
invisibili</I> di Italo Calvino, i quali se qualcuno glielo chiedesse =
direbbero=20
che la loro passione =E8 =ABil godere delle cose nuove e diverse=BB. Per =
la verit=E0,=20
ogni mattina la popolazione =ABindossa vestaglie nuove fiammanti, estrae =
dal pi=F9=20
perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando =
le ultime=20
filastrocche dall'ultimo modello d'apparecchio=BB. Ma ogni mattina =ABi =
resti della=20
Leonia di ieri aspettano il carro dello spazzatura=BB e qualcuno, =
guardando=20
dall'esterno, si chiederebbe se la vera passione dei suoi abitanti non =
sia=20
piuttosto =ABl'espellere, l'allontanare da s=E9, il mondarsi d'una =
ricorrente=20
impurit=E0=BB.<BR><BR>Dato che gli abitanti di Leonia eccellono nella =
loro caccia=20
alle novit=E0, =ABuna fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda =
Leonia, la=20
sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne=BB. Mi chiedo se la =
moderna=20
situazione non passer=E0 alla storia, in primo luogo, come un gigantesco =
aumento=20
della produzione di rifiuti.<BR><BR>Parliamo infatti spesso di =
=ABspazzatura=BB,=20
degli scarti <I>materiali</I> che sporcano e avvelenano il nostro =
=ABambiente=BB. Ma=20
la pi=F9 prolifica e dolorosa delle innovazioni moderne sta emergendo =
dalla=20
continua crescita di scarti <I>umani</I>. La produzione di scarti umani =
=E8 stata=20
particolarmente copiosa in due settori (ancora pienamente operativi e =
che=20
lavorano a pieno regime) dell'industria moderna.<BR><BR>Il primo settore =

riguarda la produzione e la riproduzione dell'ordine sociale. Qualunque =
modello=20
di ordine sociale =E8 selettivo, e richiede che si tagli via, si spunti, =
si=20
segreghi, si separi o si asporti quelle parti della materia prima umana =
che sono=20
inadatte al nuovo ordine. Il secondo settore dell'industria moderna noto =
per=20
aver prodotto continuamente grandi scarti umani =E8 il progresso =
economico, che=20
richiede a sua volta lo smantellamento e l'annichilimento di un certo =
numero di=20
modi e mezzi di integrare l'esistenza umana che non soddisfano standard=20
predefiniti di produttivit=E0 e redditivit=E0. Chi pratica forme di vita =
=ABsvalutate=BB=20
non pu=F2, di regola, essere inserito <I>en masse</I> nei nuovi modelli =
di=20
attivit=E0 economica.<BR><BR>Questa produzione di =ABscarti=BB umani =E8 =
stata comunque,=20
per gran parte della storia moderna, depotenziata, neutralizzata o =
almeno=20
mitigata grazie a un'altra moderna innovazione: l'industria dello =
smaltimento=20
dei rifiuti. Questa industria ha prosperato grazie alla trasformazione =
di ampie=20
parti del globo in immondezzai in cui confluiva tutto il =ABsurplus=BB =
di umanit=E0.=20
La produzione di rifiuti umani procede quindi senza sosta, fino ai =
picchi dei=20
nostri giorni dovuti ai processi della globalizzazione, ma =E8 =
l'industria dello=20
smaltimento dei rifiuti che si =E8 trovata in gravi difficolt=E0 a causa =

dell'impraticabilit=E0 dei modi di trattare gli scarti umani fin'ora =
inventati. A=20
mio parere, <I>dietro la confusione attuale c'=E8 la crisi =
dell'industria dello=20
smaltimento degli scarti umani.</I> Lo rivela la disperata, sebbene =
largamente=20
irrazionale e sbagliata, gestione della crisi scatenata dallo spettacolo =
dell'11=20
settembre.<BR><BR><B>Lei =E8 stato spesso accostato a Georg Simmel per =
la sua=20
capacit=E0 di partire dall'analisi del manifestarsi di alcune abitudini =
e=20
mentalit=E0 per fornire una lettura =ABgenerale=BB dei conflitti nella =
modernit=E0. E'=20
stato cos=EC per il fit-ness, =E8 stato cos=EC per il turismo di massa. =
Uno degli=20
approdi del suo lavoro di studioso =E8 di cogliere la solitudine =
individuale in un=20
mondo unificato, dove non c'=E8 riparo alcuno. Ma =E8 pur sempre una =
solitudine che=20
si manifesta in aggressivit=E0 verso l'=ABaltro=BB. Ricordo alcune sue =
pagine, molto=20
belle, in cui racconta di mobilitazioni contro presunti pedofili in una =
piccola=20
citt=E0 inglese. Un'isteria che accompagna anche il razzismo strisciante =
che=20
vediamo manifestarsi in molti paesi europei?</B><BR><BR>Sono lusingato =
del suo=20
paragone della mia opera a quella di Georg Simmel. Io cerco solo, =
sebbene con=20
risultati alterni, di collegare le ansie popolari =ABlocalizzate=BB =
circa il =ABnemico=20
alla porta=BB - che si tratti di un pedofilo, di un malintenzionato, di =
un=20
molestatore, di mendicanti, di =ABstranieri=BB (con il terrorista come =
ultima=20
aggiunta, particolarmente negli Usa) - alla marea crescente dei =
sentimenti=20
razzisti, o pi=F9 correttamente xenofobi, in Europa. Per parafrasare una =
nota=20
frase, si pu=F2 dire che uno spettro si aggira sul pianeta: lo spettro =
della=20
xenofobia. Astio e sospetti tribali vecchi e nuovi, mai estinti o =
scongelati di=20
fresco e riscaldati, si sono mescolati e saldati alla paura, tutta =
nuova, per la=20
sicurezza distillata da incertezze e insicurezze vecchie e nuove =
dell'esistenza=20
moderna.<BR><BR>Le persone spaventate a morte da una misteriosa, =
inesplicabile=20
precariet=E0 dei loro destini e dalle nebbie globali che nascondono alla =
vista la=20
loro prospettiva, cercano disperatamente i colpevoli delle tribolazioni =
e delle=20
prove cui sono sottoposte. Le trovano, non sorprende, sotto il lampione =
pi=F9=20
vicino, nel solo punto obbligatoriamente illuminato dalle forze della =
legge e=20
dell'ordine: =ABsono i criminali a renderci insicuri, e sono gli =
estranei che=20
causano il crimine=BB; e cos=EC =AB=E8 con le retate, il carcere e la =
deportazione degli=20
estranei che sar=E0 ripristinata la sicurezza perduta o =
rubata=BB.<BR><BR><B>Lei=20
considera il welfare state come una delle migliori =ABtrovate=BB del =
capitalismo=20
moderno. Sicurezza collettiva versus esplosione violenta della =
societ=E0; garanzie=20
sociali come unico rimedio agli effetti distruttivi della mano =
invisibile del=20
mercato. Ma anche questo sembra un retaggio del passato. Ulrick Beck =
parla di=20
societ=E0 del rischio. Seguendo il suo percorso intellettuale, si =
potrebbe parlare=20
di una societ=E0 del rischio altamente individualizzato. E'=20
d'accordo?</B><BR><BR>Lei ha di nuovo ragione. Penso che non ci sono, e =
non=20
possono esserci, soluzioni individuali a problemi prodotti socialmente, =
cos=EC=20
come non ci sono e non ci possono essere soluzioni locali a problemi =
creati=20
globalmente.<BR><BR>Una piccola digressione. Il capitale nomadico in =
cerca di=20
mercati redditizi e di soste confortevoli, e le popolazioni sradicate, =
prive di=20
territorio e vagabonde in cerca di lavoro, pane, acqua da bere o pace, =
sono solo=20
due dei =ABproblemi creati globalmente=BB che nessun potere locale ha le =
risorse per=20
affrontare da solo, sebbene tali poteri debbano misurarsi con le loro=20
conseguenze. La mobilit=E0 senza precedenti e virtualmente inarrestabile =
dei beni=20
e delle finanze mondiali li pongono oltre la portata di qualunque potere =
locale=20
- non solo municipale, ma anche nazionale. I poteri locali non possono =
fare=20
molto per arrestare la distruzione di mezzi di sostentamento e la =
dilagante=20
polarizzazione delle condizioni di vita, che mettono intere popolazioni =
in=20
movimento e aggiungono sempre pi=F9 vigore alle pressioni dei migranti; =
o per=20
rallentare, per non dire interrompere, lo sfruttamento delle risorse =
naturali,=20
l'inquinamento dell'aria e delle riserve idriche, gli effetti climatici =
legati=20
ai gas dell'effetto serra o un consistente indebolimento dei legami =
umani, la=20
crescente fragilit=E0 dei mezzi di sussistenza e la distruzione dei =
posti di=20
lavoro. Quando gli amministratori di una citt=E0 si sforzano in tutti i =
modi di=20
rendere potabile l'acqua del rubinetto, vivibili le aree residenziali, =
di=20
mettere scuole, ospedali e servizi sociali locali in grado di accogliere =
e=20
assimilare i nuovi arrivati nella citt=E0 e nel paese, di trovare lavoro =
ai=20
disoccupati, placare l'irritazione crescente e l'ansia dei residenti =
della=20
citt=E0, essi cercano (invano) di trovare soluzioni locali a problemi =
nati=20
globalmente. Non potendo intervenire sull'incertezza in modo =
sostanziale, essi=20
cercano di indirizzare la paura e la rabbia conseguenti verso oggetti =
che sono=20
in grado di gestire, e che possono mostrare di poter gestire: fastidi =
come le=20
minacce alla sicurezza delle persone e delle loro propriet=E0 che =
vengono dai=20
rapinatori, dai ladri di automobili, dai mendicanti, da chi compie reati =

sessuali, da stranieri, da =ABstranieri tra noi=BB. Poco importa se =
queste minacce=20
siano genuine o presunte, esse sono <I>sovraccariche emozionalmente</I>: =
dalla=20
loro soluzione ci si aspetta pi=F9 di quanto non siano in grado di dare. =
Allarmi=20
antifurto, televisioni a circuito chiuso, pi=F9 poliziotti in servizio, =
pene pi=F9=20
dure e politiche di immigrazione pi=F9 severe lasceranno le vere fonti =
di=20
incertezza intatte, non dissiperanno le paure e non vinceranno =
l'ansiet=E0. E=20
cos=EC, qualunque cosa si faccia, la domanda di proteggere la sicurezza =
dei=20
residenti urbani crescer=E0 senza sosta, e gli amministratori della =
citt=E0,=20
impossibilitati a fare molto altro, saranno disposti alla=20
compiacenza...<BR><BR><B>Un'altra parola chiave dei suoi studi =E8: =
precariet=E0. Si=20
=E8 precari nel rapporto di lavoro, nelle relazioni sentimentali, nelle =
forme di=20
socialit=E0. Prendiamo ad esempio la precariet=E0 nei rapporti di =
lavoro. Si =E8=20
precari alla luce di una richiesta sempre pi=F9 pressante di mettere =
idee,=20
inventiva, capacit=E0 relazionale nella propria mansione. Siamo cos=EC =
condannati a=20
vivere una condizione paradossale: precari, ma creativi. E' questa la =
logica del=20
=ABcapitalismo flessibile=BB?</B><BR><BR>La asimmetria di potere tra =
capitale e=20
lavoro ha acquisito nella nostra epoca una dimensione completamente =
nuova.=20
Nell'epoca =ABsolida moderna=BB i boss delle imprese e i lavoratori =
potevano avere=20
un controllo profondamente diverso sulla propria capacit=E0 di azione =
effettiva,=20
ma entrambi erano =ABlegati al terreno=BB, erano cio=E8 dipendenti dalla =

collaborazione con l'altra parte; nessuna delle due parti poteva =
semplicemente=20
fare le valige e andarsene. Entrambi gli attori sapevano di essere =
destinati, in=20
un modo o nell'altro, a restare in compagnia gli uni degli altri, a =
incontrarsi=20
ancora il giorno dopo, il giorno dopo ancora, l'anno dopo. Quel =ABmutuo =

confinamento=BB generava ovviamente conflitto, ma produceva anche uno =
sforzo a=20
negoziare un <I>modus vivendi</I> soddisfacente che rendeva la vita, =
magari una=20
noiosa routine, ma prevedibile, suscettibile di una programmazione a =
lungo=20
termine. Questo adesso =E8 tutto finito. Inoltre, la asimmetria di =
potere tra=20
capitale e lavoro non si manifesta soltanto nella ricchezza di pochi e =
nella la=20
povert=E0 dei molti, ma anche tra libert=E0 di movimento e l'essere =
confinati in un=20
posto.<BR><BR>Il capitale =E8 libero di abbandonare una localit=E0 non =
abbastanza=20
obbediente e servile, ma la grande maggioranza dei suoi dipendenti sono=20
costretti a restare dove sono, non essendo i benvenuti in nessun altro =
posto.=20
Non la meticolosa e odiosa supervisione e il controllo di ora in ora, ma =
la=20
minaccia di andare via senza preavviso al primo segno di disobbedienza =
=E8 oggi il=20
fondamento della dominazione del capitale e il mezzo principale per =
ottenere la=20
disciplina. La sicurezza del capitale si basa semplicemente sulla =
precariet=E0 del=20
lavoro.<BR><BR>In queste circostanze, la =ABsussidiariet=E0=BB =E8 =
diventata, accanto=20
alla =ABflessibilit=E0=BB, l'espediente per fare del =ABbuon =
management=BB. I manager non=20
hanno bisogno, n=E9 hanno voglia, di gestire. Ora sta agli uomini e alle =
donne che=20
essi assumono dimostrare di meritare l'assunzione, farsi notare dal =
capo, farsi=20
avanti con idee che riempiano le tasche degli azionisti, facciano =
vendere pi=F9=20
prodotti, seducano un maggior numero di clienti e, allo stesso tempo, =
dimostrare=20
la propria superiorit=E0 rispetto ad altri candidati per la stessa =
mansione. La=20
=ABflessibilit=E0=BB =E8 un termine ingannevole: significa =
inflessibilit=E0 del capitale a=20
negoziare e a fare compromessi.<BR><BR><B>Di fronte a una descrizione =
senza=20
appello della globalizzazione, lei sostiene che comunque una via =
d'uscita c'=E8.=20
In sintesi, lei ripropone una riedizione, per quanto necessariamente =
aggiornata,=20
del New Deal o del welfare state. Non le sembra che sia troppo poco =
rispetto=20
alla diagnosi che lei stesso fa della =ABsociet=E0 =
individualizzata=BB?</B><BR><BR>Non=20
ci sono soluzioni locali per problemi generati globalmente. Se lei mi =
chiede=20
come possiamo cambiare questo sviluppo, la mia risposta =E8: solo =
affrontando di=20
petto la sfida principale del nostro tempo - ossia, il bisogno urgente =
di=20
sottoporre gli attuali sfrenati, erratici, capricciosi processi di=20
globalizzazione al controllo politico e alla legge. L'unica soluzione=20
realistica, anche se lunga, consiste nello sviluppo di politiche =
planetarie e di=20
un potere planetario in grado di regolare le forze economiche e di =
affrontare=20
efficacemente i problemi planetari che tali forze, finch=E9 resteranno =
prive di=20
regolamentazione, creeranno tutti i giorni.<BR><BR>Gli stati-nazione =
erano le=20
cornici istituzionali per la sicurezza collettiva contro la sventura=20
individuale. Ma i loro governi, spogliati di una gran parte della loro =
passata=20
sovranit=E0, non riescono pi=F9 a far quadrare i conti, n=E9 possono =
dissociarsi dalla=20
mischia globale in cui devono essere attori obbedienti, col rischio =
altrimenti=20
di =ABscoraggiare gli investitori=BB e di fronteggiare una bancarotta. =
La=20
polarizzazione dilagante della nostra epoca ha le sue radici nel =
divorzio tra il=20
potere e la politica; essa pu=F2 essere arrestata o almeno alleviata a =
condizione=20
di un nuovo matrimonio...<BR><BR><I>Ha collaborato Marina=20
Impallomeni</I></FONT></SPAN></DIV>
<DIV><SPAN class=3Dtesto><EM><FONT =
face=3DVerdana></FONT></EM></SPAN>&nbsp;</DIV>
<DIV><SPAN class=3Dtesto><SPAN class=3Dtitolo><A=20
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73.html"><STRONG><FONT=20
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t73.html</FONT></STRONG></A></SPAN></SPAN></FONT></DIV>
<DIV><FONT size=3D2></FONT>&nbsp;</DIV></BODY></HTML>

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