[Lecce-sf] apparso sul "Quotidiano" l'altroieri

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     La guerra prossima ventura si annuncia in parte come una guerra =
gi=E0 iniziata, gi=E0 in corso, e nel contempo come una tappa ulteriore =
e successiva di una guerra globale endemica, infinita, postmoderna. La =
prima guerra del Golfo produsse qualcosa come trecentomila morti, quasi =
tutti tra gli iracheni, quasi tutti tra i civili. Le conseguenze durano =
tuttora, tra gli effetti dell'uranio impoverito (che colp=EC anche i =
marines) e quelle del duro embargo imposto dagli USA. La sproporzione =
tra i caduti americani e i caduti dell'esercito iracheno fu circa di uno =
a mille. L'inquinamento prodotto dai  pozzi di petrolio dati alle fiamme =
appartiene a buon diritto alle conseguenze letali che riguardano tutti. =
Le armi chimiche e batteriologiche furono ampiamente sperimentate.=20
     Ora non =E8 provato alcun legame tra Saddam Hussein e Bin Laden, =
nonostante l'offensiva preventiva della guerra psicologica gi=E0 in =
atto. Il dittatore di Bagdad non possiede l'atomica n=E9 potrebbe usare =
le sue armi vere o presunte contro gli USA. Questa guerra vuole imporre =
un'idea aggressiva di Occidente ai paesi arabi del petrolio (e l'Iraq =
avrebbe le riserve di petrolio greggio seconde solo a quelle dell'Arabia =
Saudita) e a tutto il variegato mondo islamico. Questa guerra =
aggraver=E0 l'irrisolta questione del conflitto israelo-palestinese e =
alimenter=E0 l'odio di cui si nutre il terrorismo islamizzante =
fondamentalista. Gli strateghi e i consiglieri militari di Washington =
credono di sapere quanto durer=E0 l'attacco all'Iraq, quanto coster=E0 =
in miliardi di dollari e quante perdite in vite umane sono da mettere in =
conto. Quello che certamente non sanno o non vogliono sapere =E8 quale =
catena nefasta di conseguenze, di effetti collaterali, di =
destabilizzazione dell'area medio-orientale, arriver=E0 cos=EC a =
prodursi.
    Come ha efficacemente scritto il filosofo della politica americano =
Michael Walzer l'amministrazione Bush intende avvalersi di una presunta =
"licenza dell'11 settembre 2001" per legittimare una guerra difficile da =
spiegare e giustificare se non come evidente logica unilaterale e di =
potenza. Si configura un'idea di globalizzazione armata che contraddice =
vistosamente le promesse del neoliberismo come soluzione moderna dei =
conflitti e degli squilibri. Al nuovo disordine internazionale si =
propone un nuovo ordine imperiale insostenibile e distruttivo, per tutti =
e per tutto il pianeta. La parte pi=F9 aggressiva dell'amministrazione =
nordamericana (destre religiose e militari pi=F9 le lobbyes dei =
petrolieri e le corporations) =E8 disposta a svincolarsi dall'ONU e =
dagli alleati occidentali recalcitranti e pure ad accantonare la NATO se =
=E8 il caso. Non solo siamo al di fuori da quello che resta del diritto =
internazionale, ma siamo alla pura volont=E0 di potenza avanzata dalla =
nuova dottrina Bush.
    Nella =ABStrategia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti=BB =
illustrata dal presidente nordamericano si delinea compiutamente un =
passaggio dalle politiche di contenimento, dissuasione, deterrenza, alla =
cosiddetta guerra preventiva. Possiamo leggere che "se da un lato gli =
Stati Uniti non smetteranno mai di ricercare il sostegno della =
comunit=E0 internazionale dall'altro non esiteranno ad agire in proprio, =
se necessario, esercitando il loro diritto all'autodifesa attraverso =
un'azione preventiva". Uno scenario internazionale fatto di stati =
canaglia e di terroristi non consentirebbe una politica tradizionale di =
difesa e di risposta anche armata ma imporrebbe l'iniziativa preventiva =
in grado di smantellare la produzione di armi di distruzione di massa e =
di "terminare", se =E8 il caso, intere entit=E0 statali. Non solo: lo =
sviluppo tecnologico della macchina militare USA sarebbe giunta a un =
grado di potenza tale da poter essere utilizzata per scoraggiare i =
nemici anche solo potenziali a uguagliare o superare la potenza degli =
Stati Uniti. Tutto questo in nome dei superiori valori di libert=E0 e =
libero mercato della nazione americana. L'ideologo neoliberista =
Fukuyama, noto per la sua superficiale e fortunata formula della "fine =
della storia" dopo la fine del mondo bipolare, adesso lancia l'idea =
della "fine dell'Occidente", almeno per come l'abbiamo sinora =
conosciuto, e detto da lui =E8 allarmante.
    Non =E8 un caso, allora, che tra Europa e USA stia nascendo un =
dissidio. Non si vede cosa l'Europa abbia da guadagnare da una nazione =
americana che descrive un fantomatico "Asse del Male", si avvita =
nell'unilateralismo, non intende sottostare a regole globali di =
giustizia penale per crimini di guerra, non accetta di smantellare i =
suoi laboratori di armi batteriologiche e chimiche, non accetta di =
limitarsi nelle emissioni gassose industriali, sta proponendo =
un'avventura bellica dalle conseguenze preoccupanti e nello stesso tempo =
si innalza a campione dei valori democratici. Un' Europa che aspiri a =
una democrazia sovranazionale e postnazionale, alla difesa di un modello =
sociale di solidariet=E0, a un modello policulturale di convivenza, a un =
ruolo di pace nel Mediterraneo e nella scena globale, a un diritto =
internazionale equo, a un rapporto non devastante con le risorse del =
pianeta, a una cultura globale dei diritti, non pu=F2 accettare questa =
iniziativa di guerra. Sono numerose le soggettivit=E0 che si oppongono =
al sudario cupo che si sta stagliando all'orizzonte e ai tamburi =
propagandistici di guerra mentre aumentano i volontari che vogliono =
arruolarsi per la pace.=20



Silverio Tomeo



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