R: [Lecce-sf] marine di melendugno (fase 2)

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Auteur: fiorenzo
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Sujet: R: [Lecce-sf] marine di melendugno (fase 2)
CARO LUCA ( E GAETANO...) AVETE CENTRATO IL PROBLEMA ! E PROPRIO DA QUI CHE
BISOGNA PARTIRE ! ORA DOBBIAMO CONCRETIZZARE CON LE FORZE CHE ABBIAMO SUL
TERRITORIO. ciao
----- Original Message -----
From: luca ruberti <loukas2@???>
To: <forumlecce@???>
Cc: <forumcentrosalento@???>
Sent: Thursday, October 03, 2002 12:49 AM
Subject: [Lecce-sf] marine di melendugno (fase 2)


> il "comitato per la difesa delle marine di melendugno" si riunisce

stasera,
> GIOVEDI 3 OTTOBRE alle ore 20:00, presso la sede dei VERDI di lecce.
>
> dopo le conferenze dei servizi del 26 settembre ed in vista delle prossime
> del 24 ottobre, è già il caso di rivedersi..
>
> avendo prodotto solo 5 delle 7 memorie che ci eravamo impegnati a
> depositare, ci sarà ancora da lavorare per completare la fase precedente.
> poi da pensare ad una seconda fase di impegno..
>
> intanto sul piano politico occorre valutare come proseguire la
> mobilitazione.
> sul piano ancora tecnico, invece, bisognerebbe cercare altri apporti e
> provocare almeno, con un intervento sulle pagine dei giornali, una presa

di
> posizione degli ordini professionali, dell'università..
>
> ma ancora sul piano politico sono convinto della necessità di darsi come
> prospettiva la realizzazione di un "forum ambiente": è forse già il caso

di
> mettere in rete tra loro le diverse realtà impegnatesi nel tempo ora in
> difesa di questo ora di quell'angolo di salento.. con l'obiettivo di

tenere
> attorno allo stesso comune denominatore i singoli frammenti d'impegno,
> mettere in comune le esperienze, le competenze, i documenti.. fare sintesi

e
> cambiare passo.
>
> impensabile procedere ancora rincorrendo le emergenze: occorre una nuova
> strategia d'impegno e penso che la realizzazione di un osservatorio sia la
> maniera preferibile per contrastare una tendenza in atto ad aggredire la
> qualità ambientale del territorio.
>
> non è solo una questione ambientale..
> come condiviso in uno scambio di battute con ninì bucci è certo anche una
> questione liberista ma, meglio ancora, una questione democratica che
> richiede necessariamente di allargare l'ambito della dialettica politica

per
> rivendicare strumenti anche istituzionali di controllo sociale delle
> decisioni che riguardano il territorio.
>
> ..ed il senso dell'esperienza in corso nella città di porto alegre - a
> proposito di urbanistica partecipata - mi pare proprio questo.
>
> ninì lo dice meglio di me, in una mail scambiataci in privato:
>
> "Bisogna tornare a rivendicare forme di processualità democratica per le
> decisioni pubbliche ed una nuova organizzazione del lavoro amministrativo
> che preveda il necessario collegamento, nella fase di elaborazione di

piani,
> programmi e progetti, fra il consiglio comunale ed i cittadini organizzati
> in comitati e movimenti.
> Occorre ritornare a rivendicare la necessità di una amministrazione non
> separata dal sociale e, dunque, il necessario collegamento tra
> un'organizzazione democratica del lavoro pubblico e le espressioni
> dell'autonomia sociale.
> Occorre riaprire la questione della riforma democratica del pubblico e

della
> programmazione democratica dell'economia del territorio (dopo l'enfasi

ormai
> ultradecennale data alle concezioni liberiste e neo corporative
> dell'aziendalismo, del managerialismo, della separazione tra politica ed
> amministrazione). Dobbiamo, cioè, ritornare ad esprimere e rivendicare una
> cultura autonoma del "pubblico - sociale" che superi il "pubblico -
> burocratico subalterno alle strategie dell'impresa".
> Occorre cioè spezzare i nessi tra esecutivi, dirigenza amministrativa ed
> imprese private per fare riemergere forme di autogoverno dei cittadini e

dei
> lavoratori.
> [...]
> Ci dicano gli assessori e consiglieri (Verdi e PRC) se la battaglia per

gli
> statuti comunali e provinciali (che dovrebbero contenere una disciplina
> degli strumenti di partecipazione idonei ad essere utilizzati dai

movimenti
> per attivare forme di controllo sociale del territorio) è ancora

all'ordine
> del giorno nella lotta per la democratizzazione e la socializzazione del
> pubblico.
> Nei volantini oltre al rammarico per gli scempi dovremmo iniziare a fare
> circolare una nuova visione dei rapporti pubblico/sociale/privato volta al
> superamento di quella accreditata dalla vulgata neoliberista."
>
> un "forum ambiente", quindi, avrebbe penso il pregio di mettere in comune

le
> esperienze, le chiavi di lettura dei processi di trasformazione del
> territorio, gli strumenti di resistenza.. e di darsi un orizzonte politico
> di un respiro simile a questo e - più in generale - all'esperienza in

corso
> a porto alegre.
>
> nella città del bilancio partecipativo, infatti, "migliaia di cittadini
> attivi nei processi di democrazia diretta hanno capito che una città non
> cresce solo per sommatoria di parti, ma necessita di una strategia globale
> che sappia leggere e costruire ogni spazio, pensare per temi trasversali,

e
> portare ogni abitante ad interessarsi non solo alla propria via o

quartiere,
> ma al territorio urbano come un tutto unico e complesso."
> questa raggiunta maturità "ha permesso al bilancio partecipativo di
> integrare la discussione delle opere e dei servizi per le periferie con la
> costruzione di 'visioni strategiche' e di scenari condivisi per l'intera
> città, che hanno preso la forma del Piano di sviluppo economico e del

nuovo
> Piano di sviluppo urbano e ambientale." (G. Allegretti, in "Porto Alegre,

il
> Forum sociale mondiale", Milano 2002)
>
> siamo sulla soglia di un impegno da caratteristiche simili a queste..
> dobbiamo solo decidere se e quando varcare questa soglia per lavorare ad

uno
> scenario di questo tipo, che porti la cosiddetta società civile a

presiedere
> alle migliori scelte per il territorio locale, anzichè sottostare a scelte
> imposte dalla forza pressante di un piano economico che lavora solo per il
> proprio esclusivo profitto.
>
> a stasera,
> luca
>
>
>
>