著者: Emiliano 日付: 題目: [Forumgenzano] Volantino no guerra
Dopo aver ricevuto il testo da Kris del volantino mi son permesso di fare
alcuni accorgimenti. Quanto segue per me potrebbe essere la versione
definitiva.
Se avete altri accorgimenti vi prego di comunicarmeli entro le 17 in maniera
tale che già in tarda serata si possono stampare i volantini per Venerdì
(vediamoci venerdì alle 17:30 al circolo del Prc per andare insieme giù alla
Reseda ?)
hasta siempre
p.s. Per Kris se hai difficoltà a inviare la comunicazione delle nostre
iniziative fammelo sapere, al limite lo posso fare io. Un abbraccio
Oggi per il petrolio, domani per l'acqua.
La "guerra globale al terrorismo" è uno stratagemma per coprire gli
interessi economici degli USA e la battaglia per il controllo delle risorse.
Fermiamoli!
11 settembre 2002 - un anno dopo. Le vittime delle twin towers sono state
usate strumentalmente come pretesto per convincere popoli e governi della
giustezza del prossimo attacco all'Iraq. Naturalmente, le presunte
motivazioni ideologiche nascondono biechi interessi economici: la guerra
arricchisce le lobbies delle armi e della ricostruzione, autentiche potenze
finanziarie, seconde solo alle lobbies petrolifere - di cui George W. Bush
ne è un autorevole esponente.
Basti pensare che le riserve petrolifere dell'Iraq sono seconde soltanto a
quelle dell'Arabia Saudita e che grazie all'embargo imposto all'Iraq la
produzione di greggio è stata mantenuta bassa, a vantaggio delle regioni
confinanti, tra cui appunto l'Arabia Saudita. E' evidente che l'embargo ha
garantito non solo il blocco delle mire territoriali irachene, ma anche
l'eliminazione di un pericoloso concorrente.
La nuova guerra all'Iraq si appresta ad essere combattuta per un controllo
totale del mercato petrolifero mondiale.
L'altra scusa adottata a giustificazione dell'attacco all'Iraq è il mancato
rispetto delle risoluzioni dell'ONU e il trattamento dei kurdi iracheni,
ragionamento questo che avrebbe dovuto portare allora a bombardare anche
Israele e la Turchia. Ma non è così.
L'aggressione all'Iraq rientra anche nel tentativo di stornare l'attenzione
del popolo americano dalla recessione economica e soprattutto dagli scandali
finanziari (Enron, WorldCom) che avrebbero coinvolto l'intera
amministrazione Bush e che sono stati "dimenticati", così come nel
1998-1999 lo scandalo Levinsky rientrò in seguito agli attacchi all'Iraq
prima ed al Kosovo poi.
E in futuro?
Già nel 1995 Ismail Serageldin, vicepresidente della banca mondiale,
sostenne che in questo secolo le guerre scoppieranno per l'acqua. Infatti,
già da qualche anno in varie zone del mondo vi sono tensioni fra Stati per
lo sfruttamento di sorgenti, lotte interne generate da una distribuzione
iniqua dell'acqua, appropriazione da parte di multinazionali e
privatizzazione di sorgenti pubbliche - prima l'oro nero, poi l'oro blu.
Se passa la logica neo-liberista della sopraffazione, del controllo delle
risorse mondiali attraverso guerre travestite da iniziative umanitarie e
iniziative di giustizia, ci dovremo aspettare altri scenari sanguinosi.
Occorre quindi raccogliere tutte le forze possibili, senza attendere che la
guerra sia formalmente esplosa, e costruire iniziative di protesta,
manifestare per impedire che, come al solito, i nostri governanti, già
solertemente predisposti a schierarsi dalla parte del più forte, ci
dichiarino in guerra contro la nostra volontà e contro ogni nostro
ragionevole interesse.