[Lecce-sf] boicotta i prodotti USA

Autor: Antonella Mangia
Data:
Assunto: [Lecce-sf] boicotta i prodotti USA

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Fa' la cosa giusta

Contro il terrorismo, oltre il concetto di colpa delle multinazionali, per l'abbattimento del cartello neoliberista
Gli USA continuano ad accumulare armi di distruzione di massa, e le adoperano, anche. Hanno sganciato napalm sul Vietnam, e l'atomica su Hiroshima e Nagasaki.
Di recente si sono unilateralmente ritirati dal trattato Abm del 1972 sui missili nucleari, e hanno adottato una dottrina militare che ammette un attacco nucleare preventivo.
Detengono grandi quantità di armi batteriologiche, e nel luglio 2001 a Londra, e successivamente, nel novembre 2001, a Ginevra, hanno boicottato ogni tentativo internazionale di stipulare un trattato per il controllo di queste.
Perché rovinarsi la reputazione, se non si ha intenzione di usare queste armi, anche soltanto per minacciare? Gli USA non hanno diritto di decidere chi ha il diritto di possedere armi di distruzione di massa.

Noi diciamo no al terrorismo, e dunque no alla politica di questa amministrazione USA. Agiamo perché i governi mondiali, riuniti nell'ONU, non sono in grado di prendere iniziative e applicare sanzioni contro tale politica.
Noi non odiamo gli USA, perché odiare non serve a nulla. Noi vogliamo aiutare noi stessi e l'America, dando forza alla sua parte democratica.
Perché la prima leadership che oggi va rovesciata è quella americana.
Perché il paragrafo chiave dell'agenda nascosta USA è il petrolio, ed esso si trova sul territorio di altri paesi. È ad esso che bisogna pensare quando si parla di lotta al terrorismo, è per esso che gli USA e la CIA auspicano, e provocano, una esplosione del terrorismo. Per questo, qualunque cosa accada in fatto di terrorismo, non dovremo lasciarci tirare dentro alcuna guerra, ma rivolgerci contro coloro che la cercano con ogni mezzo.
Perché non accettiamo di vedere l'Iraq, culla di grandi civiltà, impoverito e distrutto, e la sua gente affamata dall'embargo USA, come avviene da dodici anni, e continuerebbe ad avvenire persino se non vi fosse un altro attacco. Perché gli Stati Uniti, come sempre, ricorreranno al deliberato bombardamento di civili, metodo da essi considerato il migliore per vincere le loro guerre, salvo poi nascondersi dietro la scusa degli "effetti collaterali".
Perché gli Stati Uniti dimostrano la loro forza militare (e ostentano la loro possibilità di minacciare chiunque senza conseguenze) per il bene della loro economia. Questo interesse condiviso è ciò che riproduce il complesso militare-industriale.
Perché gli USA, i maggiori responsabili della distruzione dell'ambiente, e il paese che produce il 50% delle emissioni nocive in atmosfera mondiali, sono l'unico paese al mondo che non ha firmato il trattato di Kyoto.
Perché gli USA ricattano i paesi poveri per boicottare i tentativi di trattati internazionali, come hanno fatto con quello sulla biodiversità a Johannesburg.
Perché oggi l'America non bada a nulla che non sia il suo "interesse nazionale", persino quando sgancia "aiuti" da un aereo.
Perché gli USA credono di essere diversi dagli altri e con più diritti di altri, e le pretese di esenzione dal tribunale internazionale lo dimostrano.
Perché si servono del loro controllo sui media per impedire che si conosca la verità su quanto accaduto il 9-11.
Per il furto del nostro denaro, visto che Berlusconi, nel luglio 2001, ha siglato la partecipazione italiana allo "scudo spaziale", e noi siamo stanchi di sostenere il dominio altrui.
Per Echelon.
Perché senza la pressione degli USA la democrazia sarebbe oggi diversa in tutto il mondo, ce lo insegnano gli ultimi cinquant'anni di storia dell'Italia o dell'America latina.
Perché gli Stati Uniti sono una grande multinazionale, il loro nome e la loro bandiera un marchio.
Per tutto questo ed altro ancora, noi, cittadini del mondo, boicottiamo le multinazionali USA.

Costringeremo le multi, il nucleo dell'interesse americano, a ribellarsi contro la politica della loro leadership, che, tutte, hanno finanziato. Poiché nessun altro discorso essa è capace di intendere.
Queste aziende non hanno colpe particolari; noi non vogliamo punire colpe, ma usare l'unica strategia che veramente colpisce gli USA e li induce a capire e a cambiare strada.
Se il nostro parametro di riferimento fosse la "colpa", molte multinazionali di molti altri paesi sarebbero responsabili di più misfatti di quelle citate, e inoltre le colpe di molte altre multinazionali sono inestricabilmente legate a quelle delle multinazionali che boicottiamo. Anzi, la politica criminalmente aggressiva della leadership americana non è probabilmente solo negli interessi delle multinazionali del suo paese, poiché il sistema economico occidentale si basa su un cartello di interessi. Ma è proprio per spezzare questo cartello che noi attacchiamo solo una delle componenti di esso.
C'era un interessantissimo progetto di consumo critico che circolava in Italia qualche tempo fa, secondo il quale, per costringere i produttori di benzina ad abbassare i prezzi finali, bisognava dividere le marche in due gruppi composti in modo arbitrario (purché la scelta fosse la stessa da parte di tutti i consumatori) e astenersi dal consumo, di volta in volta, delle marche appartenenti ad uno dei due gruppi, fino a restaurare la concorrenza.
Questo è anche il motivo per cui rinunciamo a boicottare le multinazionali di altri paesi con partecipazioni di capitale americano.

Non bisogna temere per le persone che abitano il terzo mondo e lavorano per le multi USA: queste persone troveranno lavoro in industrie più piccole che subito si svilupperanno con il riassestarsi del mercato, o in altre grandi aziende che aumenteranno il loro fatturato e la loro produzione.
Se temete di portare l'America verso la guerra mettendola in crisi, ricordate che nell'ultimo anno, nonostante una profonda depressione economica, essa ha speso per le armi più di 300 miliardi di dollari, record di ogni tempo. Il fatto è che l'America deve giungere a un cambio di paradigma, una dottrina economica in cui alla base della creazione di ricchezza non vi sia la guerra, come oggi è. Sappiamo bene che la guerra è l'affare più grande di tutti, sappiamo bene con quale euforia reagiscono le borse non appena le portaerei si muovono verso l'ennesimo "paese fuorilegge".

Dovremo stare attenti: tenteranno di farci credere che l'effetto raggiunto sia trascurabile. Ma nessuna azienda - neppure l'azienda America - può resistere a mancati guadagni di entità maggiore di qualche punto percentuale, poiché altre imprese se ne approprieranno immediatamente.
Ci diranno in tutti i modi, e da tutti i media, che la partecipazione è minima. Noi non ce ne daremo per inteso.
Poi cominceranno ad abbassare i prezzi, ma solo temporaneamente; se ricompreremo i loro prodotti torneranno ad applicare i vecchi prezzi. Se continueremo, invece, salteranno tutti i cartelli che solo l'autorità USA può tenere insieme, e i prezzi si abbasseranno per davvero, e, forse, avverrà il cambiamento politico che è necessario.
Non sarà strettamente necessario boicottare la totalità di questi marchi - sarebbe oggettivamente difficile. In effetti, è l'immagine della produzione statunitense l'obiettivo primario. In altri casi, e specialmente in mancanza di alternative valide, sarà sufficiente limitare i consumi in genere. Il nostro interesse è all'opposto del loro interesse, ricordiamolo.

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La merce da boicottare

Supermercato, varie
· 3M (Scotch brite guanti e spugne, Scotch, Post-it, 3M prodotti ufficio) · Abbott (latte Similac) · Bestfoods (Knorr, Maizena, Pfanni, olio Mazola, Pomodorissimo, Santa Rosa, Frutta a volontà, Gerber prodotti per l'infanzia) · Bristol-Myers Squibb (Squibb dentifrici, Saugella igiene intima) · Campbell (Campbell's pomodori e passate, Logrò legumi e verdure conservate, sottoli e sottaceti) · Chiquita (Amigo, Chico, Chiquita, Consul, Premium bananas, Viva banane e ananas, That's banana gelati, Chiquita succhi di frutta) · Coca-Cola (Beverly, Bonaqua, Fanta, Kinley, Sprite) · Colgate-Palmolive (Cura Morbido, Fabuloso, Soflan, Dinamo, Olà, Aiax, Nidra, Palmolive, Perm & Color, Glicemille, Colgate, Defend, Plax, Donge, Douss-Douss, Bravo detersivo, guanti e spugne) · Del Monte (Del Monte, Favorita, Sabrosa) · Dole (Dole, Bouba, Sombana, Saratoga) · Fort James (Lotus, Tenderly, Panno Carta, Demak'up, Tutto Tuttoacqua, Morbido) · Gillette (Gillette, Oral-B, Duracell batterie, Braun elettrodomestici, Parker, Waterman, Papermate articoli cancelleria) · Heinz (Fattoria Scaldasole, Plasmon, Montefiore, Nipiol, Latte David, Dieterba, Teddi latte, Mareblu tonno, Sprint prima colazione, Heinz, Punto Weight Watchers) · Johnson & Johnson (Carefree, Johnson & Johnson, O.B., Serena, Silhouette, Baby Shampoo Johnson's, Johnson's PH 5.5, Johnson's Baby Olio, Neutrogena, Carefree) · Johnson Wax (Bio Shout, Pronto cera pavimenti e lucidanti, Glade deodoranti, Anitra WC, Idraulico Liquido, Mr. Muscolo, Off!, Raid insetticidi) · Kellogg (Kellogg's, Rice Krispies, Frosties, All-Bran) · Kimberly-Clark (Freedom tamponi, Scottex, Scottonelle, Kleenex, La Soffice Differenza) · Mars (M&M's, Mars, Bounty, Milky Way, Snickers, Twix, Uncle Ben's, Suzi Wan piatti pronti) · Monsanto (Mivida Misura) · Noberasco (Noberasco, Diamond, Pistachios, Più Su frutta secca) · Pepsi-Cola (Tropicana succhi, Mirinda, Seven-Up) · Philip Morris (Marlboro, Chesterfield, Merit, Benson and Hedges sigarette, Kraft, Fattorie Osella, Mozary, Primolo, Invernizzi, Invernizzina, Jocca, Linderberger, Lunchables, Maman Louise, Jacobs, Simmenthal, Spuntì, Lila Pause, Bittra Suchard, Milka, Cote d'Or, Toblerone cioccolata, Terry's, Hag, Caramba, Faemino, Splendid caffè, Baika, Dover, Gim, Philadelphia, Sottilette, Milione, Susanna, Jocca, Leggeresse, Mato-Mato) · Procter & Gamble (Boss, Iams, Eukanuba prodotti per animali, Intervallo, Lines, Tampax, Lines Lei, Bounty carta assorbente, Tempo, Senz'acqua Lines, Dignity, Linidor, Pampers, Lenor, Ariel, Bolt, Dash, Tide, Nelsen, Ace, Ace Gentile, Può, Baleno, Febreze, Mastro Lindo, Mister Verde, Spic&Span, Tuono, Viakal, Infasil, Head&Shoulders, Noxzema, Poffy, Keramine H, Pantene, Oil of Olaz, AZ, Topexan, Camay, Infasil, Dove, Panni Swiffer, Pringles snacks) · Quaker Oats (Gatorade, Cruesli, Quaker Cruesli) · Sara Lee (Al Ponte prosciutti, Sara Lee Bakery, Brossard pasticceria, Sara Lee merendine, Badedas, Fissan, Libera e Bella, Glysolid, Aqua Velva, Williams, Depilzero, Sanex, Guttalin, Nuggett, Pratico Kiwi, Aer Sana, Ambipur deodoranti) · Sun Diamond (Noberasco) · Warner Lambert (Wilkinson Sword, Saila, Charms, Halls, Sanagola caramelle) Medicinali
· Bristol-Myers Squibb · Eli Lilly · Merck · Monsanto (Pharmacia & Upjohn spa) · Pfizer · Schering-Plough · Warner Lambert (Parke Davis) · Wyeth

Giocattoli
· Mattel · McDonald's · Walt Disney

Automobili, moto, mezzi da lavoro
· Buell · Caterpillar · Chrysler · Ford · General Motors · Harley-Davidson · Jeep · Opel

Benzina
· ChevronTexaco · Exxon (Esso) · Shell

Pneumatici
· Avon · Goodyear

Banche, carte di credito
· American Express · Bank Morgan Stanley · Bank of America · Citigroup (Citibank) · Goldman Sachs · GE Capital · J.P. Morgan · Visa · Mastercard

Computers, telefoni cellulari, hi-fi, telecomunicazioni, elettrodomestici
· Acer · AMD · AOL Time Warner · Apple · Asus · At&T· Ati · Cisco · Clear Channel Comm · CNN · Compaq · Creative labs · Dell · Delphi · Eastman Kodak · General Electric · Hewlett-Packard · Honeywell · Ibm · Intel · Logitech · Lucent · Matrox · McGraw-Hill · Microsoft · Motorola · Nvidia · Oracle · Oregon Scientific · Panasonic · Polaroid · Sun · Texas Instruments · Xerox

Abbigliamento
· Nike · Reebok · Walt Disney · Woolrich · Procter & Gamble (Laura Biagiotti, Boss) · Philip Morris (Marlboro) · Sara Lee (Champion, Filodoro, Lovable, Hanes Italia, Maglificio Bellia, Playtex, Liabel maglieria intima) · Samsonite · Timberland

Servizi postali
· DHL · UPS · Western Union

Preferire linee aeree che usano aerei Airbus e non Boeing. Scegliere prodotti OGM-free, dato che gli OGM sono prodotti, nella stragrande maggioranza dei casi, da multinazionali USA.
Questo elenco è necessariamente incompleto; invitiamo tutti a completarlo e precisarlo.
Molti dei dati sono tratti dalla "Guida al consumo critico", EMI edizioni.
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