DISOBBEDIAMO ALLA GUERRA!
Bari-Italia-Europa-Pianeta Terra-5 ottobre 2002-Anno I della Guerra Globale
Permanente
In questa fase storica, la guerra è stata trasformata in intervento di
polizia internazionale, e sembra essere diventata lo strumento supremo di
ripristino della legalità.
L'O.N.U., scavalcata di fatto dalla volontà di Bush e del suo Governo che
vorrebbe affermare il principio della "guerra preventiva", arranca ad
affermare una posizione forte e bilaterale per la risoluzione della crisi,
senza tener conto che l'Iraq subisce un embargo economico da oltre 10 anni.
Prima di Genova e fino a Genova, sono state le riunioni dei G8 a decidere le
"direttive" delle politiche mondiali, ma dopo l'11 settembre siamo entrati
in una fase di guerra permanente, dove le direttive vengono stabilite
direttamente durante lo svolgimento della guerra; dunque la militarizzazione
del potere: se la guerra diventa un elemento costante di legittimazione
politica, i generali diventano i veri governanti, come già sta accadendo
nell'amministrazione Bush che è piena di generali, e dove l'opinione
pubblica viene "drogata" da quel senso di emergenza e di insicurezza, che
poi giustifica ogni barbarie a chilometri di distanza.
Lo abbiamo già visto in Afghanistan, e prima ancora in Kossovo: gli U.S.A.,
costruendo i loro teoremi di "lotta al terrorismo internazionale" e "caccia
a pericolosi dittatori" hanno prodotto morte e distruzione per i civili
(donne, bambini, lavoratori, anziani...) più di quanto non fosse accaduto
durante gli stessi regimi combattuti e sconfitti, oltre ad aver fornito il
pretesto ad Israele per intensificare le operazioni militari in Palestina;
perché Sharon procede indisturbato nello sterminio del popolo palestinese e
nell'occupazione dei territori? Possibile che siano tutti terroristi? E la
Comunità Internazionale cosa fa?
Noi non siamo ottusamente antiamericani, ma non possiamo non riconoscere il
peso e la responsabilità delle decisioni che prende l'amministrazione
americana, nella misura in cui influiscono più o meno direttamente sulle
nostre vite. Proprio in America, tra l'altro, è ri-esploso in questi giorni
il movimento contro la guerra: NOT IN MY NAME ! Recitano gli slogan degli
attivisti, che hanno interrotto la riunione del segretario di Stato
Americano, Rumsfeld, alzando la voce: INSPECTION, NOT WAR! Riferendosi al
consenso di Saddam per il rientro degli ispettori ONU. Le scelte del Governo
americano non sono certo direttamente proporzionali a quelle del popolo
americano, inoltre, in Europa, il fronte della guerra questa volta non è
tanto ampio come le volte precedenti: Chirac non è favorevole, menchemeno
Schroeder, il quale ha basato la campagna elettorale che lo ha visto
vincente, proprio sul non-intervento della Germania in guerra; persino la
Camera dei Comuni Inglese si è espressa in maniera sfavorevole alla guerra
preventiva in Iraq, contrariamente al proprio premier, il "laburista" Blair.
Ed in Italia? In assoluta controtendenza con gli altri Paesi europei:
Berlusconi-Pinocchio giura fedeltà a Bush ed all'America -"L'Italia ripudia
la guerra, ma in Iraq ci vuole!- questo in sostanza, con il beneplacito
dell'opposizione di centrosinistra che accordandosi coi parlamentari di
maggioranza ha evitato il voto in parlamento.
NOI NON SIAMO D'ACCORDO! Ci opporremo con tutti i mezzi ad una nuova guerra
ingiusta, da mille piazze, da tutta Italia, da tutta Europa...
I potenti, i Bush, i Saddam, gli Sharon, i Bin Laden, i Berlusconi, sono
quelli che globalizzano fame, inquinamento, sfruttamento, terrore, morte,
assenza di diritti;
Noi moltitudine, invece, siamo coloro che vogliono costruire una
globalizzazione dei diritti, una globalizzazione dal basso, per
l'abbattimento di tutte le frontiere, per la redistribuzione delle risorse
mondiali, siamo noi quelli che possono esercitare una funzione sovversiva
dell'ordinamento globale.
c.s.o.a. COPPOLAROSSA /per un laboratorio pugliese della disobbedienza
sociale
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