[Cerchio] risposta americana alla guerra

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Auteur: dp
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Sujet: [Cerchio] risposta americana alla guerra
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Negli Stati Uniti esiste un Partito dei Lavoratori che si batte per un
socialismo inedito, per la pace, per il lavoro, per i diritti (dall'
istruzione alla sanità). Il PL ha promosso la nascita dell'International
Action Center di Ramsey Clark, associazioni di amicizia internazionale
contro embarghi, blocchi economici e il razzismo. Ha costituito diverse
organizzazioni per la difesa delle minoranze etniche, è schierato per la
vita e la libertà di Mumia Abu Jamal come lo fu per Silvia Baraldini e lo è
per l'indiano Peltier e i cinque cubani ingiustamente nelle carceri USA. Ha
dato vita, inoltre, ad una struttura sindacale di base e molto attiva e
numerosa. Rafforzatosi negli anni novanta grazie alla confluenza nelle sue
fila del Partito Socialista del Lavoro e della stragrande maggioranza di
iscritti ed iscritte del Partito Comunista (oggi quasi inesistente) il PL ha
potuto costituire un fronte unito chiamato ANSWER (anacronismo di RISPOSTA:
Act Now Stop War and Racisme): manifestazioni contro la guerra e la politica
del governo nei vari movimenti sono state rese possibili. Nel silenzio quasi
mondiale ma non certo nell'indifferenza di molti americani centinaia di
migliaia di persone hanno manifestato a Washington e lo stanno facendo, in
questi giorni, per i diritti del popolo palestinese e contro la guerra in
Iraq. Su un altro versante l'AWIP (Another World Is Posible) raccoglie
invece quello che rimane del "popolo di Seattle": Partito Socialista,
Partito Socialdemocratico, ecologisti, pacifisti non violenti, ONG
finanziate anche dalla fondazione Rochfeller. L'AWIP rivendica la Tobin Tax
(per loro volontà e dell'Internazionale Socialista sono state chiuse le
porte a Fidel Castro a Porto Alegre e a molte altre realtà di lotta
latinoamericane). Tuttavia il PL ritiene che bisogna tenere sempre aperto il
filo del dialogo e dell'incontro con ogni forza che intende battersi per
contrastare l'autoritarismo liberale. John Catalinotto, stretto
collaboratore di Clark e segretario generale del PL, ha recentemente
affermato che ciò che non va smarrito è il comprendere l'importanza di una
lotta non generica ma, ancora, antimperialistica creando solidarietà tra
tutti i popoli aggrediti dagli Usa e dai suoi alleati. Al tempo stesso va
condotta una lotta senza soste per il Lavoro e contro la piaga della
disoccupazione, per il Welfare in un Paese dove, dopo l'attentato dell'11
settembre, sono oltre un milione i nuovi licenziati, in aumento i senzatetto
e le leggi liberticide. Nel ventre del "gigante dai piedi d'argilla"

c'è chi si batte per costruire società alternative per quanto tanta sinistra
italiana, nonostante gigantesche e inaspettate in America del Nord
manifestazioni di piazza, non ne parli. Si può consultare il loro sito
unitario in http://internationalanswer.org e http://www.iacenter.org
quanto gli altri http://www.mumia2000.org oppure
http://www.peoplesrightsfund.org



Nel documento giunto a Democrazia Popolare si legge: nessuna vita per il
petrolio. L'amministrazione Bush intende invadere totalmente l'Iraq (e altri
piani sono in programma da anni verso altre nazioni). Tra i leader che hanno
condannato questa posizione c'è chi ha lottato contro l'apartheid in
Sudafrica: Nelson Mandela. Oltre alle dichiarazioni del tribunale Ramsey
Clark aggiungiamo che necessita ovunque e negli Stati Uniti un movimento
popolare poderoso. Abbiamo già realizzato la grande manifestazione del 4
settembre e ancora il 26 ottobre 2002 scenderemo in piazza con gli studenti,
i lavoratori, la comunità musulmana e africana e americana in una marcia a
Washington e contemporaneamente a san Francisco. Ci opporremo alla guerra e
al razzismo. sarà in piazza l'ANSWER e l'associazione nazionale degli
avvocati. Chiediamo allo stesso esercito di dire NO alla guerra! Dire No
alla guerra deve essere l'impegno di ogni americano e di ogni popolo del
mondo. La rivista Time Magazine e la CNN mostra che il popolo degli Stati
Uniti non vuole una nuova avventura militare. Le cifre da loro fornite
indicano un'opposizione molto ampia che ci riporta all'esperienza del
Vietnam. Il 26 ottobre questo popolo sarà in marcia.




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