[Cerchio] Appello degli intellettuali e degli artisti nordam…

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Autor: liliana
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Assumpte: [Cerchio] Appello degli intellettuali e degli artisti nordamericani contro la guerra
--=====================_71820452==.ALT
Content-Type: text/plain; charset="us-ascii"; format=flowed

avrei bisogno di indirizzi dove trovare i pacifisti americani ciao
lilianaAt 14.20 23/09/02 +0200, you wrote:
>"NON NEL NOSTRO NOME"
>
>Questo appello degli intellettuali e degli artisti nordamericani contro la
>guerra sta circolando in questi giorni nella rete telematica; noi lo
>riprendiamo nella traduzione italiana diffusa da Latinoamerica
>
>"Che non si dica che negli Stati Uniti la gente non abbia fatto niente
>quando il suo Governo ha dichiarato una guerra senza limiti e ha instaurato
>nuovi mezzi di repressione. I firmatari di questo appello invitano la
>popolazione nordamericana a reagire alle politiche e alle restrizioni
>generali che sono emerse dopo l'11 settembre, mettendo in pericolo le
>popolazioni del mondo. Noi crediamo che le persone e le nazioni hanno
>diritto alla determinazione del proprio destino, liberi da qualsiasi
>coercizione militare delle grandi potenze. Crediamo che tutte le persone
>detenute o perseguite dal governo degli Stati Uniti debbano avere gli stessi
>diritti. Crediamo che fare domande, criticare e dissentire sono attitudini
>che devono essere valorizzate e protette. Noi crediamo che le persone di
>coscienza debbano assumere la responsabilita' delle azioni dei loro governi
>e, soprattutto, dobbiamo opporci alle ingiustizie commesse in nostro nome.
>
>Invitiamo tutti i nordamericani ad opporsi alla guerra e alla repressione
>che e' stata lanciata al mondo dall'amministrazione Bush. E' ingiusta,
>immorale e illegittima. Decidiamo di essere parte in causa con i popoli del
>mondo. Anche noi abbiamo osservato con angoscia i terribili fatti dell'11
>settembre del 2001. Anche noi abbiamo pianto le migliaia di vittime
>innocenti e ci siamo terrorizzati di fronte alla orribile carneficina che ci
>ha portato alla memoria scene simili avvenute in Bagdad, Panama o, una
>generazione fa, in Vietnam. Anche noi ci siamo domandati, come milioni di
>statunitensi, com'e' stato possibile che sia successo tutto questo. Pero',
>mentre il dolore era appena cominciato, i pregiudizi piu' vecchi hanno
>scatenato il loro spirito di vendetta coniando un ordine semplicistico:
>"buoni contro cattivi", che e' stato subito adottato da tutti i mezzi di
>comunicazione, sottomessi e impauriti. Ci hanno detto che il solo fatto di
>formulare domande su questi terribili fatti sfiorava il tradimento. Non ci
>doveva essere nessun dibattito, ne' spazio per i dubbi etici o politici.
>L'unica risposta possibile era la guerra fuori e la repressione dentro casa.
>In nostro nome l'amministrazione Bush, con la quasi unanimita' del
>Congresso, ha attaccato l'Afghanistan e si e' arrogata, insieme ai suoi
>alleati, il diritto di distruggere forze militari in qualunque luogo e
>momento.
>
>Le brutali ripercussioni si sono fatte sentire dalle Filippine alla
>Palestina, dove i carrarmati e i bulldozer israeliani hanno tracciato un
>terribile sentiero di distruzione e morte. E il governo si sta attrezzando
>per intraprendere una guerra totale in Iraq, un paese che non ha nessuna
>relazione con i tragici attentati dell'11 settembre. Che razza di mondo
>sara' questo se si permette al Governo degli Stati Uniti di lanciare
>comandi, assassini e bombe dove gli fa piu' comodo? In nostro nome, il
>Governo ha creato negli Stati Uniti due classi di cittadini: quelli a cui,
>almeno a loro, hanno promesso i diritti elementari del sistema legislativo e
>quelli che, ora, pare non abbiano nessun diritto. Il Governo ha arrestato
>piu' di mille immigrati e li ha segretamente incarcerati, senza limite di
>tempo. Centinaia di persone sono state deportate e centinaia sono ancora in
>prigione. Per la prima volta negli ultimi dieci anni, le regole per
>l'immigrazione sono stati applicate in modo diseguale. In nostro nome, il
>Governo ha scatenato un'ondata di repressione nella societa'. Il portavoce
>del presidente ha intimidito la gente dicendo: "Attenzione a quello che
>dite" e la visione degli accadimenti espressa dagli artisti, dagli
>intellettuali e dai professori e' stata distorta, attaccata o eliminata. Il
>cosiddetto "Atto Patriottico", insieme ad una miriade di strumenti simili in
>tutto il paese, da' alla polizia nuovi e piu' ampli poteri di investigazione
>e sequestro, sotto la copertura dei procedimenti segreti. In nostro nome
>l'esecutivo usurpa gli atti e le funzioni degli altri rami del Governo. Un
>ordine esecutivo ha messo in funzione i tribunali militari. E' sufficiente
>una firma del presidente per definire "terrorista" un determinato gruppo di
>persone.
>
>Dobbiamo prendere molto seriamente i governatori quando parlano di una
>guerra che durera' una generazione e quando parlano di un nuovo ordine.
>Stiamo di fronte a una nuova politica imperiale verso il mondo e a una
>politica interna che genera e manipola la paura per limitare i diritti
>fondamentali. C'e' una strategia mortale negli accadimenti di questo ultimo
>mese che deve essere vista cosi' com'e' e contro la quale dobbiamo
>resistere. Molte volte, nella storia, la gente ha indugiato a resistere fino
>a quando era troppo tardi. Il presidente Bush ha dichiarato: "O con noi, o
>contro di noi". Questa e' la nostra risposta: noi neghiamo che egli possa
>parlare a nome di tutti i nordamericani. Noi non consegnamo le nostre
>coscienze in cambio di una vana promessa di sicurezza. Diciamo no in nostro
>nome. Noi ci neghiamo di far parte di questa guerra e rinneghiamo tutte le
>azioni fatte in nostro nome o per il nostro bene. Tendiamo invece la mano a
>chi nel mondo soffre per la conseguenza di queste decisioni. Mostreremo la
>nostra solidarieta' con le parole e con le azioni. I firmatari di questo
>appello invitano tutti i nordamericani a unirsi a questa sfida. Applaudiamo
>e appoggiamo tutte le proposte che si faranno, ogni volta che riconosceremo
>l'esigenza di fare molto per porre fine a questa pazzia. Noi siamo stati
>ispirati dalla decisione dei riservisti israeliani che, assumendone i rischi
>in prima persona, hanno dichiarato che c'e' un limite e si sono negati di
>prestare il loro servizio a Gaza e nei territori occupati. Noi siamo stati
>ispirati dai numerosi esempi di resistenza e di coscienza che ci offre la
>storia degli Stati Uniti: da chi ha combattuto la schiavitu' a chi ha posto
>fine alla guerra in Vietnam non obbedendo agli ordini, o negandosi a
>ingrossare le fila o appoggiando chi opponeva resistenza. Non permettiamo
>che il mondo, che oggi ci osserva, si disperi per il nostro silenzio e per
>la nostra incapacita' di azione. Facciamo in modo che tutti possano sentire
>il nostro impegno. Resisteremo di fronte alla macchina da guerra e alla
>repressione e faremo tutto il possibile per frenarla."
>
>Firmano: Michael Albert; Laurie Anderson; Edward Asner, attore; Rosalyn
>Baxandall,storica; Russell Banks, scrittore; Jessica Blank, attrice e
>drammaturga; Medea Benjamin, Global Exchange; William Blum, scrittore;
>Theresa Bonpane; Fr. Bob Bossie, SCJ; Leslie Cagan; Henry
>Chalfant,produttore cinematografico; Bell Chevigny, scrittore; Paul
>Chevigny, docente di Diritto; Noam Chomsky, politologo e linguista; Robbie
>Conal, pittore; Stephanie Coontz, storica; Kimberly Crenshaw, docente di
>Diritto; Kia Corthron, drammaturga; Kevin Danaher, Global Exchange; Ossie
>Davis, attore; Mos Def, musicista; Carol Downer, direttrice del Centro
>Femminista di Salute per le Donne; Eve Ensler, drammaturga; Leo Estrada,
>professore dell'UCLA; John Gillis, scrittore; Rutgers Jeremy Matthew Glick,
>editore di "Another World Is Possible"; Suheir Hammad, scrittore; Rakaa
>Iriscience, interprete di hip hop; David Harvey, antropologo; Erik Jensen,
>attore e drammaturgo; Casey Kasem Robin D.G. Kelly; Martin Luther King III;
>Barbara Kingsolver; C. Clark Kissinger, "Refuse and Resist!"; Jodie Kliman,
>psicologa; Yuri Kochiyama; Annisette & Thomas Koppel, cantanti e
>compositori; Dave Korten, compositore; Tony Kushner, drammaturgo; James
>Lafferty, direttore esecutivo della "National Lawyers Guild" a Los Angeles;
>Rabbi Michael Lerner, editore del "Tikkun Magazine"; Barbara Lubin; Anuradha
>Mittal, condirettore dell'Istitut for Food and Development Policy/Food
>First; Malaquias Montoya, scultore; Robert Nichols, scrittore; Rev. E.
>Randall Osburn, vicepresidente della Southern Christian Leadership
>Conference; Grace Paley; Jeremy Pikser, sceneggiatore; Juan Gomez Quinones,
>storico; Michael Ratner, presidente del Center for Constitutional Rights;
>Adrienne Rich, poetessa; Boots Riley, artista hip hop; David Riker,
>produttore cinematografico; Edward Said; Starhawk Michael Steven Smith,
>della National Lawyers Guild; Bob Stein, pubblicitario; Gloria Steinem;
>Alice Walker; Naomi Wallace, drammaturga; Rev. George Webber, presidente
>emerito del NY Theological Seminary; Leonard Weinglass, avvocato; John Edgar
>Wideman; Saul Williams e Howard Zinn, storici.
>
>
>http://www.informationguerrilla.org/non_nel_nostro_nome.htm
>
>
>per cancellarsi dalla lista, andare su
>https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio


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<html>
<font size=3>avrei bisogno di indirizzi dove trovare i pacifisti
americani ciao lilianaAt 14.20 23/09/02 +0200, you wrote:<br>
<blockquote type=cite class=cite cite>"NON NEL NOSTRO
NOME"<br><br>
Questo appello degli intellettuali e degli artisti nordamericani contro
la<br>
guerra sta circolando in questi giorni nella rete telematica; noi
lo<br>
riprendiamo nella traduzione italiana diffusa da Latinoamerica<br><br>
"Che non si dica che negli Stati Uniti la gente non abbia fatto
niente<br>
quando il suo Governo ha dichiarato una guerra senza limiti e ha
instaurato<br>
nuovi mezzi di repressione. I firmatari di questo appello invitano
la<br>
popolazione nordamericana a reagire alle politiche e alle
restrizioni<br>
generali che sono emerse dopo l'11 settembre, mettendo in pericolo
le<br>
popolazioni del mondo. Noi crediamo che le persone e le nazioni
hanno<br>
diritto alla determinazione del proprio destino, liberi da
qualsiasi<br>
coercizione militare delle grandi potenze. Crediamo che tutte le
persone<br>
detenute o perseguite dal governo degli Stati Uniti debbano avere gli
stessi<br>
diritti. Crediamo che fare domande, criticare e dissentire sono
attitudini<br>
che devono essere valorizzate e protette. Noi crediamo che le persone
di<br>
coscienza debbano assumere la responsabilita' delle azioni dei loro
governi<br>
e, soprattutto, dobbiamo opporci alle ingiustizie commesse in nostro
nome.<br><br>
Invitiamo tutti i nordamericani ad opporsi alla guerra e alla
repressione<br>
che e' stata lanciata al mondo dall'amministrazione Bush. E'
ingiusta,<br>
immorale e illegittima. Decidiamo di essere parte in causa con i popoli
del<br>
mondo. Anche noi abbiamo osservato con angoscia i terribili fatti
dell'11<br>
settembre del 2001. Anche noi abbiamo pianto le migliaia di vittime<br>
innocenti e ci siamo terrorizzati di fronte alla orribile carneficina che
ci<br>
ha portato alla memoria scene simili avvenute in Bagdad, Panama o,
una<br>
generazione fa, in Vietnam. Anche noi ci siamo domandati, come milioni
di<br>
statunitensi, com'e' stato possibile che sia successo tutto questo.
Pero',<br>
mentre il dolore era appena cominciato, i pregiudizi piu' vecchi
hanno<br>
scatenato il loro spirito di vendetta coniando un ordine
semplicistico:<br>
"buoni contro cattivi", che e' stato subito adottato da tutti i
mezzi di<br>
comunicazione, sottomessi e impauriti. Ci hanno detto che il solo fatto
di<br>
formulare domande su questi terribili fatti sfiorava il tradimento. Non
ci<br>
doveva essere nessun dibattito, ne' spazio per i dubbi etici o
politici.<br>
L'unica risposta possibile era la guerra fuori e la repressione dentro
casa.<br>
In nostro nome l'amministrazione Bush, con la quasi unanimita' del<br>
Congresso, ha attaccato l'Afghanistan e si e' arrogata, insieme ai
suoi<br>
alleati, il diritto di distruggere forze militari in qualunque luogo
e<br>
momento.<br><br>
Le brutali ripercussioni si sono fatte sentire dalle Filippine alla<br>
Palestina, dove i carrarmati e i bulldozer israeliani hanno tracciato
un<br>
terribile sentiero di distruzione e morte. E il governo si sta
attrezzando<br>
per intraprendere una guerra totale in Iraq, un paese che non ha
nessuna<br>
relazione con i tragici attentati dell'11 settembre. Che razza di
mondo<br>
sara' questo se si permette al Governo degli Stati Uniti di
lanciare<br>
comandi, assassini e bombe dove gli fa piu' comodo? In nostro nome,
il<br>
Governo ha creato negli Stati Uniti due classi di cittadini: quelli a
cui,<br>
almeno a loro, hanno promesso i diritti elementari del sistema
legislativo e<br>
quelli che, ora, pare non abbiano nessun diritto. Il Governo ha
arrestato<br>
piu' di mille immigrati e li ha segretamente incarcerati, senza limite
di<br>
tempo. Centinaia di persone sono state deportate e centinaia sono ancora
in<br>
prigione. Per la prima volta negli ultimi dieci anni, le regole per<br>
l'immigrazione sono stati applicate in modo diseguale. In nostro nome,
il<br>
Governo ha scatenato un'ondata di repressione nella societa'. Il
portavoce<br>
del presidente ha intimidito la gente dicendo: "Attenzione a quello
che<br>
dite" e la visione degli accadimenti espressa dagli artisti,
dagli<br>
intellettuali e dai professori e' stata distorta, attaccata o eliminata.
Il<br>
cosiddetto "Atto Patriottico", insieme ad una miriade di
strumenti simili in<br>
tutto il paese, da' alla polizia nuovi e piu' ampli poteri di
investigazione<br>
e sequestro, sotto la copertura dei procedimenti segreti. In nostro
nome<br>
l'esecutivo usurpa gli atti e le funzioni degli altri rami del Governo.
Un<br>
ordine esecutivo ha messo in funzione i tribunali militari. E'
sufficiente<br>
una firma del presidente per definire "terrorista" un
determinato gruppo di<br>
persone.<br><br>
Dobbiamo prendere molto seriamente i governatori quando parlano di
una<br>
guerra che durera' una generazione e quando parlano di un nuovo
ordine.<br>
Stiamo di fronte a una nuova politica imperiale verso il mondo e a
una<br>
politica interna che genera e manipola la paura per limitare i
diritti<br>
fondamentali. C'e' una strategia mortale negli accadimenti di questo
ultimo<br>
mese che deve essere vista cosi' com'e' e contro la quale dobbiamo<br>
resistere. Molte volte, nella storia, la gente ha indugiato a resistere
fino<br>
a quando era troppo tardi. Il presidente Bush ha dichiarato: "O con
noi, o<br>
contro di noi". Questa e' la nostra risposta: noi neghiamo che egli
possa<br>
parlare a nome di tutti i nordamericani. Noi non consegnamo le
nostre<br>
coscienze in cambio di una vana promessa di sicurezza. Diciamo no in
nostro<br>
nome. Noi ci neghiamo di far parte di questa guerra e rinneghiamo tutte
le<br>
azioni fatte in nostro nome o per il nostro bene. Tendiamo invece la mano
a<br>
chi nel mondo soffre per la conseguenza di queste decisioni. Mostreremo
la<br>
nostra solidarieta' con le parole e con le azioni. I firmatari di
questo<br>
appello invitano tutti i nordamericani a unirsi a questa sfida.
Applaudiamo<br>
e appoggiamo tutte le proposte che si faranno, ogni volta che
riconosceremo<br>
l'esigenza di fare molto per porre fine a questa pazzia. Noi siamo
stati<br>
ispirati dalla decisione dei riservisti israeliani che, assumendone i
rischi<br>
in prima persona, hanno dichiarato che c'e' un limite e si sono negati
di<br>
prestare il loro servizio a Gaza e nei territori occupati. Noi siamo
stati<br>
ispirati dai numerosi esempi di resistenza e di coscienza che ci offre
la<br>
storia degli Stati Uniti: da chi ha combattuto la schiavitu' a chi ha
posto<br>
fine alla guerra in Vietnam non obbedendo agli ordini, o negandosi
a<br>
ingrossare le fila o appoggiando chi opponeva resistenza. Non
permettiamo<br>
che il mondo, che oggi ci osserva, si disperi per il nostro silenzio e
per<br>
la nostra incapacita' di azione. Facciamo in modo che tutti possano
sentire<br>
il nostro impegno. Resisteremo di fronte alla macchina da guerra e
alla<br>
repressione e faremo tutto il possibile per frenarla."<br><br>
Firmano: Michael Albert; Laurie Anderson; Edward Asner, attore;
Rosalyn<br>
Baxandall,storica; Russell Banks, scrittore; Jessica Blank, attrice
e<br>
drammaturga; Medea Benjamin, Global Exchange; William Blum,
scrittore;<br>
Theresa Bonpane; Fr. Bob Bossie, SCJ; Leslie Cagan; Henry<br>
Chalfant,produttore cinematografico; Bell Chevigny, scrittore; Paul<br>
Chevigny, docente di Diritto; Noam Chomsky, politologo e linguista;
Robbie<br>
Conal, pittore; Stephanie Coontz, storica; Kimberly Crenshaw, docente
di<br>
Diritto; Kia Corthron, drammaturga; Kevin Danaher, Global Exchange;
Ossie<br>
Davis, attore; Mos Def, musicista; Carol Downer, direttrice del
Centro<br>
Femminista di Salute per le Donne; Eve Ensler, drammaturga; Leo
Estrada,<br>
professore dell'UCLA; John Gillis, scrittore; Rutgers Jeremy Matthew
Glick,<br>
editore di "Another World Is Possible"; Suheir Hammad,
scrittore; Rakaa<br>
Iriscience, interprete di hip hop; David Harvey, antropologo; Erik
Jensen,<br>
attore e drammaturgo; Casey Kasem Robin D.G. Kelly; Martin Luther King
III;<br>
Barbara Kingsolver; C. Clark Kissinger, "Refuse and Resist!";
Jodie Kliman,<br>
psicologa; Yuri Kochiyama; Annisette & Thomas Koppel, cantanti
e<br>
compositori; Dave Korten, compositore; Tony Kushner, drammaturgo;
James<br>
Lafferty, direttore esecutivo della "National Lawyers Guild" a
Los Angeles;<br>
Rabbi Michael Lerner, editore del "Tikkun Magazine"; Barbara
Lubin; Anuradha<br>
Mittal, condirettore dell'Istitut for Food and Development
Policy/Food<br>
First; Malaquias Montoya, scultore; Robert Nichols, scrittore; Rev.
E.<br>
Randall Osburn, vicepresidente della Southern Christian Leadership<br>
Conference; Grace Paley; Jeremy Pikser, sceneggiatore; Juan Gomez
Quinones,<br>
storico; Michael Ratner, presidente del Center for Constitutional
Rights;<br>
Adrienne Rich, poetessa; Boots Riley, artista hip hop; David Riker,<br>
produttore cinematografico; Edward Said; Starhawk Michael Steven
Smith,<br>
della National Lawyers Guild; Bob Stein, pubblicitario; Gloria
Steinem;<br>
Alice Walker; Naomi Wallace, drammaturga; Rev. George Webber,
presidente<br>
emerito del NY Theological Seminary; Leonard Weinglass, avvocato; John
Edgar<br>
Wideman; Saul Williams e Howard Zinn, storici.<br><br>
<br>
<a href="http://www.informationguerrilla.org/non_nel_nostro_nome.htm" eudora="autourl">http://www.informationguerrilla.org/non_nel_nostro_nome.htm</a><br><br>
<br>
per cancellarsi dalla lista, andare su
<a href="https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio" eudora="autourl">https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio</a></font></blockquote></html>

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