immaginate che a un certo punto della vostra vita coniugale avete una sorta
di collasso (lasciamo stare il perche') e lei/lui non vi piace piu' ne'
dentro ne' fuori dal letto.
avete una famiglia intorno, figli, nipoti, persone che contano su voi.
non avete la possibilita' economica per fare dei viaggi, distrarvi, e in piu'
lui e' gelosissimo quindi se uscite avete sempre paura di ritrovarvelo
nascosto dietro a un muretto.
avete gia' provato a dare una svolta con un allontanamento imprevisto, ma
sono giunte le solite minacce del partner innamorato che non vede che voi
(suicidio, omicidio, entrambe, se ne sente parlare spesso anche in tv di
queste forme di ricatto).
che fate voi? abbandonate il tetto ed emigrate dove lui non possa
raggiungervi? ripeto, non avete mezzi.
lasciate perdere il discorso della sofferenza, ne' piu' ne' meno quella che
puo' provare un/a detenuto/a che si trova costretto a non avere rapporti da
un'istituzione molto piu' grande di lui/lei (anche mio marito e' molto grosso
rispetto a me).
io penso di percorrere la via piu' corretta e meno traumatizzante per tutti,
anche se con lentezza: cercare, se riesco, a riavere un'indipendenza
economica che mi permetta di non dover chiedere a lui i soldi per uscire di
casa anche solo per prendere l'autobus.
lo sbaglio che io ho fatto nel corso della mia vita e' stato quello di non
pensare a mettere da parte qualcosa per me, solo per me, ma dare tutto in
casa per le necessita' della famiglia, cosa che ad un'altra donna oggi con
l'esperienza che ho consiglierei di non fare mai, pensando quindi
all'eventualita' di un domani indipendente (pur augurando a tutte ovviamente
di rimanere innamoratissime del loro coniuge fino alla morte).
riguardo alla domanda come mi sento, posso solo rispondere in un modo:
elettrica.