[Forumgenzano] Documento sull'acqua

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Auteur: Ottavio Mariateresa
Date:  
Sujet: [Forumgenzano] Documento sull'acqua
Scusate ma ho risposto alla precedente e-mail senza aver letto questo
messaggio.Analizzero' attentamente il documento e ne parleremo in
rete.Grazie per ilvostro lavoro


Mariateresa
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From: <eviti@???>
To: <forumgenzano@???>
Sent: Thursday, September 19, 2002 4:26 PM
Subject: [Forumgenzano] Documento sull'acqua


> Cari tutti vi invio il testo del documento sull'acqua, da utilizzare
> già nella campagna avviata da Maria Teresa, per sottoporlo a vostri
> ulteriori contributi e osservazioni.
> Bisognerebbe anche capire come distribuirlo (così vale anche per il
> documento contro la guerra in Iraq proposto da Noemi):
> -come volantino
> -come doc informativo
> -oppure come piattaforma di lavoro su cui raccogliere adesioni, magari
> organizzando una raccolta firme
>
> Io al momento propendo per quest'ultima ipotesi anche perchè ci
> permetterebbe di aprire un confronto e un dibattito sulle problematiche
> dell'acqua con tutta una serie di realtà presenti sul territorio e che
> al momento si dicono sensibili al tema.
>
> segue testo:
>
> UN SISTEMA CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI
>
> Dopo il nulla di fatto del summit di Johannesburg, che aveva come scopo
> quello di ridiscutere il sistema di produzione attuale in rapporto con
> l&#8217;ambiente, si fa sempre più allarmante la crisi che attraversa la
> nostra società in tutte le sue articolazioni.
> I potenti della terra hanno dato ancora prova che alle leggi del
> mercato globale non può essere anteposto alcun diritto dei popoli a
> vivere in un ambiente più sano e che quindi la ricerca del così detto
> sviluppo &#8220;sostenibile&#8221; sia solo una chimera o una

mistificazione
> gettata in pasto ai media per dire che anche loro sono portatori di
> buoni propositi.
> Il caso dell&#8217;acqua e delle risorse idriche mondiali in questo senso

è
> emblematico. I cambiamenti climatici e l&#8217;uso non sostenibile delle
> risorse naturali da parte dell&#8217;uomo e dell&#8217;attuale sistema di
> produzione, pongono oggi più che mai il problema acqua oltre che in
> termini qualitativi anche in termini quantitativi.
> Già nel 1995 Ismail Serageldin, vicepresidente della Banca Mondiale
> sostenne che: <<Nel prossimo secolo le guerre scoppieranno per

l&#8217;acqua,
> non per il petrolio o per motivi politici>>. Infatti, già da qualche
> anno stiamo assistendo, in varie zone del mondo, tensioni tra Stati per
> lo sfruttamento di fonti di approvvigionamento comuni. Senza
> dimenticare tutte quelle lotte interne generate dalla povertà in cui le
> popolazioni si trovano a causa della penuria d&#8217;acqua o di una sua

non
> equa distribuzione tra le classi sociali. Insomma, l&#8217;acqua sta
> diventando un bene per pochi.
> Basti pensare che 1 miliardo e 400 milioni di persone nel mondo non
> hanno accesso all&#8217;acqua potabile, mentre per più di 2 miliardi la
> qualità dell&#8217;acqua lascia a desiderare. Inoltre, si stima che 200
> milioni di bambini muoiono ogni anno a seguito del consumo di acqua
> insalubre e per le cattive condizioni sanitarie che ne derivano. E&#8217;
> evidente che è in atto un processo di mercificazione che sta
> trasformando l&#8217;acqua da bene patrimoniale dell&#8217;umanità e

bisogno umano
> di base a un &#8220;prodotto&#8221; di lusso su cui lucrare profitti.
> Il business dell&#8217;acqua, su cui si sono catapultate molte delle più
> grandi multinazionali mondiali (vedi Danone e Nestlè), si sta
> allargando velocissimamente guadagnando fette strategiche del mercato
> mondiale.
> In Italia, nell&#8217;ultimo decennio la produzione nazionale di acque
> minerali è passata da 6.100 milioni di litri a 9.150, per un giro
> d&#8217;affari totale di circa 4.500 miliardi di lire l&#8217;anno (va

ricordato,
> inoltre, che la pubblicità per l&#8217;acqua minerale in Italia è al

secondo
> posto di investimenti). Andamento che riflette come ormai anche nel più
> semplice gesto quotidiano, come bere un bicchiere d&#8217;acqua, abbiamo
> introiettato i messaggi di un pensiero consumista omologante dove anche
> una merce voluttuaria come l&#8217;acqua minerale viene percepita come un
> bene necessario.
> Anche in materia di gestione dell&#8217;acqua le multinazionali hanno

fiutato
> l&#8217;odore di un grande business e già stanno facendo i conti con il
> fenomeno di abdicazione delle strutture pubbliche in favore di soggetti
> privati.
> In Europa il processo di privatizzazione per la gestione dei servizi
> idrici rispetto alla gestione pubblica non sembra, però, dare i
> risultati sperati aprendo delle contraddizioni:
>
> ·In Inghilterra e nel Galles, l&#8217;obiettivo della profittabilità è

stato
> raggiunto a scapito dei consumatori e della qualità del servizio;
>
> ·In Francia, con il caso Grenoble, si è passati dalla privatizzazione
> alla rimunicipalizzazione e in generale sono stati individuati
> ricorrenti irregolarità, quali restrizioni della concorrenza, scarsa
> trasparenza, aumenti tariffari, rapporti impari tra autorità locali e
> gestori, corruzione;
>
> ·In Germania i gestori dei servizi idrici si oppongono alla
> liberalizzazione nel settore idrico, preoccupati della eventuale
> diminuzione della qualità del servizio.
>
> In Italia proprio in questa fase, con l&#8217;applicazione della legge

Galli
> e con l&#8217;art.35 della finanziaria, sta partendo la trasformazione

delle
> aziende speciali e dei consorzi pubblici in società di capitali
> sancendo un passaggio grave e irreversibile verso la privatizzazione
> dei servizi pubblici locali.
> Pertanto come Genzano social forum crediamo sia importante attivare una
> serie di iniziative ben articolate che riescano ad unire diverse sfere
> da quella culturale a quella ambientale, da quella lavorativa a quella
> dei diritti:
>
> ·Campagne di educazione ambientale nelle scuole e di auto-educazione
> popolare per iniziare ad applicare la regola delle 5 R &#8211; Rispetta

&#8211;
> Ripensa &#8211; Riduci &#8211; Riusa &#8211; Ricicla per non dimenticare

come già dalle
> scelte quotidiane e dagli stili di vita si può iniziare ad esprimere il
> proprio dissenso per le scelte in atto;
>
> ·Creare nuove forme di democrazia partecipativa perché i cittadini non
> solo devono essere al centro del processo decisionale, ma partecipi del
> finanziamento di tutto il ciclo di utilizzo dell&#8217;acqua;
>
> ·Aprire piattaforme di lotta ai processi di privatizzazione in atto che
> riescano ad unire i cittadini, per assicurare a tutti l&#8217;accesso
> all&#8217;acqua perché diritto inoppugnabile, e i lavoratori che da queste
> politiche si vedono relegare nel mondo della precarietà e della
> flessibilità.
>
> GENZANO SOCIAL FORUM
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