Συντάκτης:  Ottavio MariateresaΗμερομηνία:  2002-09-19 19:56  UTC Αντικείμενο:  [Forumgenzano] Documento sull'acqua
Scusate ma ho risposto alla precedente e-mail senza aver letto questo
 messaggio.Analizzero' attentamente il documento e ne parleremo in
 rete.Grazie per ilvostro lavoro
 
 
 Mariateresa
 ----- Original Message -----
 From: <eviti@???>
 To: <forumgenzano@???>
 Sent: Thursday, September 19, 2002 4:26 PM
 Subject: [Forumgenzano] Documento sull'acqua
 
 > Cari tutti vi invio il testo del documento sull'acqua, da utilizzare
 > già nella campagna avviata da Maria Teresa, per sottoporlo a vostri
 > ulteriori contributi e osservazioni.
 > Bisognerebbe anche capire come distribuirlo (così vale anche per il
 > documento contro la guerra in Iraq proposto da Noemi):
 > -come volantino
 > -come doc informativo
 > -oppure come piattaforma di lavoro su cui raccogliere adesioni, magari
 > organizzando una raccolta firme
 >
 > Io al momento propendo per quest'ultima ipotesi anche perchè ci
 > permetterebbe di aprire un confronto e un dibattito sulle problematiche
 > dell'acqua con tutta una serie di realtà presenti sul territorio e che
 > al momento si dicono sensibili al tema.
 >
 > segue testo:
 >
 >  UN SISTEMA CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI
 >
 > Dopo il nulla di fatto del summit di Johannesburg, che aveva come scopo
 > quello di ridiscutere il sistema di produzione attuale in rapporto con
 > l’ambiente, si fa sempre più allarmante la crisi che attraversa la
 > nostra società in tutte le sue articolazioni.
 > I potenti della terra hanno dato ancora prova che alle leggi del
 > mercato globale non può essere anteposto alcun diritto dei popoli a
 > vivere in un ambiente più sano e che quindi la ricerca del così detto
 > sviluppo “sostenibile” sia solo una chimera o una 
 mistificazione
 > gettata in pasto ai media per dire che anche loro sono portatori di
 > buoni propositi.
 > Il caso dell’acqua e delle risorse idriche mondiali in questo senso 
 è
 > emblematico. I cambiamenti climatici e l’uso non sostenibile delle
 > risorse naturali da parte dell’uomo e dell’attuale sistema di
 > produzione, pongono oggi più che mai il problema acqua oltre che in
 > termini qualitativi anche in termini quantitativi.
 > Già nel 1995 Ismail Serageldin, vicepresidente della Banca Mondiale
 > sostenne che: <<Nel prossimo secolo le guerre scoppieranno per 
 l’acqua,
 > non per il petrolio o per motivi politici>>. Infatti, già da qualche
 > anno stiamo assistendo, in varie zone del mondo, tensioni tra Stati per
 > lo sfruttamento di fonti di approvvigionamento comuni. Senza
 > dimenticare tutte quelle lotte interne generate dalla povertà in cui le
 > popolazioni si trovano a causa della penuria d’acqua o di una sua 
 non
 > equa distribuzione tra le classi sociali. Insomma, l’acqua sta
 > diventando un bene per pochi.
 > Basti pensare che 1 miliardo e 400 milioni di persone nel mondo non
 > hanno accesso all’acqua potabile, mentre per più di 2 miliardi la
 > qualità dell’acqua lascia a desiderare. Inoltre, si stima che 200
 > milioni di bambini muoiono ogni anno a seguito del consumo di acqua
 > insalubre e per le cattive condizioni sanitarie che ne derivano. E’
 > evidente che è in atto un processo di mercificazione che sta
 > trasformando l’acqua da bene patrimoniale dell’umanità e 
 bisogno umano
 > di base a un “prodotto” di lusso su cui lucrare profitti.
 > Il business dell’acqua, su cui si sono catapultate molte delle più
 > grandi multinazionali mondiali (vedi Danone e Nestlè), si sta
 > allargando velocissimamente guadagnando fette strategiche del mercato
 > mondiale.
 > In Italia, nell’ultimo decennio la produzione nazionale di acque
 > minerali è passata da 6.100 milioni di litri a 9.150, per un giro
 > d’affari totale di circa 4.500 miliardi di lire l’anno (va 
 ricordato,
 > inoltre, che la pubblicità per l’acqua minerale in Italia è al 
 secondo
 > posto di investimenti). Andamento che riflette come ormai anche nel più
 > semplice gesto quotidiano, come bere un bicchiere d’acqua, abbiamo
 > introiettato i messaggi di un pensiero consumista omologante dove anche
 > una merce voluttuaria come l’acqua minerale viene percepita come un
 > bene necessario.
 > Anche in materia di gestione dell’acqua le multinazionali hanno 
 fiutato
 > l’odore di un grande business e già stanno facendo i conti con il
 > fenomeno di abdicazione delle strutture pubbliche in favore di soggetti
 > privati.
 > In Europa il processo di privatizzazione per la gestione dei servizi
 > idrici rispetto alla gestione pubblica non sembra, però, dare i
 > risultati sperati aprendo delle contraddizioni:
 >
 > ·In Inghilterra e nel Galles, l’obiettivo della profittabilità è 
 stato
 > raggiunto a scapito dei consumatori e della qualità del servizio;
 >
 > ·In Francia, con il caso Grenoble, si è passati dalla privatizzazione
 > alla rimunicipalizzazione e in generale sono stati individuati
 > ricorrenti irregolarità, quali restrizioni della concorrenza, scarsa
 > trasparenza, aumenti tariffari, rapporti impari tra autorità locali e
 > gestori, corruzione;
 >
 > ·In Germania i gestori dei servizi idrici si oppongono alla
 > liberalizzazione nel settore idrico, preoccupati della eventuale
 > diminuzione della qualità del servizio.
 >
 > In Italia proprio in questa fase, con l’applicazione della legge 
 Galli
 > e con l’art.35 della finanziaria, sta partendo la trasformazione 
 delle
 > aziende speciali e dei consorzi pubblici in società di capitali
 > sancendo un passaggio grave e irreversibile verso la privatizzazione
 > dei servizi pubblici locali.
 > Pertanto come Genzano social forum crediamo sia importante attivare una
 > serie di iniziative ben articolate che riescano ad unire diverse sfere
 > da quella culturale a quella ambientale, da quella lavorativa a quella
 > dei diritti:
 >
 > ·Campagne di educazione ambientale nelle scuole e di auto-educazione
 > popolare per iniziare ad applicare la regola delle 5 R – Rispetta 
 –
 > Ripensa – Riduci – Riusa – Ricicla per non dimenticare 
 come già dalle
 > scelte quotidiane e dagli stili di vita si può iniziare ad esprimere il
 > proprio dissenso per le scelte in atto;
 >
 > ·Creare nuove forme di democrazia partecipativa perché i cittadini non
 > solo devono essere al centro del processo decisionale, ma partecipi del
 > finanziamento di tutto il ciclo di utilizzo dell’acqua;
 >
 > ·Aprire piattaforme di lotta ai processi di privatizzazione in atto che
 > riescano ad unire i cittadini, per assicurare a tutti l’accesso
 > all’acqua perché diritto inoppugnabile, e i lavoratori che da queste
 > politiche si vedono relegare nel mondo della precarietà e della
 > flessibilità.
 >
 > GENZANO SOCIAL FORUM
 > ?Ss?Í©T¨SxSË¢»éjzz÷µ«¢¸¶Úÿ S{zÖSSþf-fþX¶)£÷®éz|