Germania, vendesi voti a prezzi modici
Sconcertanti annunci alla vigilia delle elezioni tedesche: alcuni
disoccupati promettono di votare secondo le indicazioni del miglior
offerente. E scoppia lo scandalo.
di Giovanni Maria Del Re
BERLINO - "Laureato disoccupato vende il proprio voto in cambio di posto di
lavoro garantito"... Si legge proprio così, in un annuncio pubblicato dalla
pagina economica della "Frankfurter Rundschau", un grande giornale di
Francoforte, a pochi giorni dalle elezioni politiche di domenica 22
settembre. Un annuncio, che, insieme a molti altri analoghi, sta facendo
scalpore in un paese come la Germania dove la compravendita di voti - ahimé
a noi italiani non proprio sconosciuta - è invece un fatto del tutto
inedito, almeno in tempi recenti. Un fenomeno che trova spazio non solo
sulle pagine di giornali, ma anche e soprattutto in Rete. Particolarmente
"gettonato" è "eBay", un sito specializzato in aste degli oggetti più
disparati. Perché, deve essersi chiesto qualcuno, non mettere all'asta anche
il proprio voto, visto che i politici fanno di tutto per accaparrarselo?
Così accade che si possa leggere il seguente annuncio: "Cinque tedeschi
dell'Est, da dieci anni sotto la soglia di povertà, offrono al maggior
offerente il proprio voto per le elezioni 2002". I cinque garantiscono di
votare il partito indicato dal vincitore dell'asta, con tanto di fotografia
della scheda elettorale con la crocetta al posto giusto accanto al documento
di identità, a dimostrazione che davvero il "desiderio" è stato esaudito. O
invece quest'altro: "a causa di totale incapacità di decidere, offronsi due
voti per le elezioni, da parte di elettori regolarmente iscritti nel
distretto elettorale di Dueren, Renania. Discrezione garantita, modalità
negoziabili. Offerta minima: 100 euro". Decisamente sfacciato un elettore di
Stoccarda, che ha messo all'asta il proprio certificato elettorale, offerta
minima 100 mila euro - nessuno però si è fatto sentire, vista la cifra
spropositata.
Il fenomeno sta preoccupando, e molto: dove va finire una democrazia, è
l'interrogativo che viene da porsi, se il voto viene venduto al maggior
offerente? Un interrogativo che sta mettendo in moto anche la magistratura,
la Procura di Francoforte ha già disposto la perquisizione della redazione
annunci della "Frankfurter Rundschau". Quanto a "eBAy", il sito cerca di
correre ai ripari, giurando di aver provveduto a cancellare simili annunci:
"essi - ha spiegato Joachim Guentert, portavoce del sito - violano i nostri
regolamenti interni, che vietano offerte contrarie alla legge. Oltretutto
nel caso della vendita di un voto, è chiaro fin dall'inizio che non potrebbe
mai esser stipulato un contratto di vendita legale". Sarà, ma, poiché
chiunque può pubblicare sul sito quel che vuole, altri annunci del genere
continuano a comparire sul sito.
Una cosa è chiara: un paese in cui cominciano a comparire disperati
disposti a vendere il voto pur di sopravvivere o per avere un lavoro, è un
paese che dà chiari e preoccupanti segnali di disagio. E la Germania, si sa,
va maluccio: l'economia ristagna, i disoccupati sono sopra i quattro
milioni...
(16 SETTEMBRE 2002, ORE 14:46)