Szerző: ISIDE Dátum: Tárgy: [Lecce-sf] Fw: ARRESTI ARBITRARI - RESPINGIMENTI IN MARE E ANCORA UNA
STRAGE DI MIGRANTI NEL CANALE DI SICILIA
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> From: <fulvassa@???>
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> ARRESTI ARBITRARI,RESPINGIMENTI IN MARE E ANCORA UNA STRAGE DI MIGRANTI
> NEL CANALE DI SICILIA.
> In queste ultime ore, in Sicilia sono già evidenti gli effetti congiunti
> delle nuove norme introdotte dalla legge Bossi Fini, appena entrata in
> vigore,e
> dalle prassi decise dal governo e dagli organi periferici nell'azione di
> contrasto dell'immigrazione clandestina.
> A Ragusa, nove immigrati privi di permesso di soggiorno e in precedenza
> destinatari di un provvedimento di espulsione sono stati arrestati e
> denunciati
> in base alla nuova legge, come se questa contenesse anche il principio della > retroattività della sanzione penale. Per fortuna il magistrato ne ha
> dispostola
> immediata liberazione, negando la convalida del trattenimento, in quanto
> come è noto a quasi tutti gli studenti di giurisprudenza, e dunque forse
> anche a tutti coloro che operano nella pubblica amministrazione, la norma
> penale non può avere -generalmente -una efficacia retroattiva.
> Centinania di uomini,mezzi aerei e terrestri impegnati in una gigantesca
> caccia al clandestino proprio nei luoghi dove maggiore è il caporalato e
> lo sfruttamento dei lavoratori in nero, e dove non manca una forte presenza > mafiosa che controlla il territorio.
>
> Nel Canale di Sicilia -intanto- il primo caso di respingimento in mare e
> di collaborazione delle motovedette tunisine che, su indicazione della nave > Cassiopea della Marina Italiana, a circa 50 miglia a sud di Lampedusa, hanno > abbordato una carretta con clandestini che tentavano di raggiungere le coste > siciliane. E se a bordo si trovavano potenziali richiedenti asilo, come
> avviene quasi sempre ( in prevalenza liberiani, irakeni, indiani e
> pakistani)
> che fine avranno fatto nelle confortevoli prigioni tunisine ?
>
> Ma il caso più grave si è verificato questa notte.
> Avevamo denunciato da tempo come dopo la incriminazione dei pescatori di
> Porto Palo, e la contestuale incriminazione per omissione di soccorso di
> altri marinai di Porto Empedocle, i pescatori siciliani avevano cominciato
> a non chiamare più in soccorso i mezzi militari, anche quando avvistavano
> mezzi in difficoltà. Questo era provato dalla circostanza che nelle
> ultimesettimane,
> a differenza del passato, i mezzi dei clandestini riuscivano a raggiungere
> indisturbati le nostre coste,stranamente senza essere più avvistati dai
> pescherecci siciliani, e spesso questi stessi clandestini,dopo lo sbarco,
> venivano rastrellati nei centri urbani o a ridosso dei principali porti
> siciliani. Il tempo si era mantenuto buono fino a pochi giorni fa, e il
> mare tranquillo aveva consentito che le carrette avvistate soltanto dai
> mezzi militari giungessero in porto sotto scorta. Questa volta non è andata > così.
> E' stata un altra strage. Davanti alle coste di Agrigento,durante
> un temporale, a poche centinaia di metri dalla riva, si è rovesciata una
> imbarcazione carica di clandestini.Attualmente si sa di dodici morti, tracui > due donne ed una ragazzina, decine di dispersi, e un centinaio di immigrati > salvati dai mezzi della marina militare.
> Non si conosce ancora bene la dinamica dei fatti.Non vogliamo anticipare
> giudizi di responsabilità ma chiediamo un accertamento rigoroso dei
> fatti.Chiediamo
> anche trasparenza ed il rispetto dei diritti di visita e di informazione.
> Sono in corso le prime indagini ed i superstiti sono stati trasferiti in
> centri trattenimento di cui non si conosce la ubicazione.
> Chiediamo intanto che i superstiti vengano accolti nel rispetto della loro
> dignità e della tragedia che hanno vissuto, e che quanti ne abbiano diritto > vengano ammessi subito alla procedura di asilo.
> Chiediamo che la magistratura faccia chiarezza su quanto avvenuto, e
> chiarisca
> finalmente anche la dinamica dell'affondamento dell'imbarcazione che si
> è rovesciata a sud di Lampedusa il sette marzo scorso, con la morte per
> annegamento di oltre settanta persone che giacciono ancora in fondo al mare. > Avevamo chiesto già in passato un accertamento delle responsabilità, ma
> fino ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta, speriamo che questa volta
> non succeda lo stesso. Non consentiremo che un velo di silenzio, quasi di
> abitudine alla normalità o alla ineluttabilità di queste tragedie, copra
> tutto.
> In questa situazione sollecitiamo ancora i parlamentari, i rappresentanti
> delle agenzie internazionali, i giuristi, gli organi di informazione a
> visitare
> i luoghi dove avvengono queste tragedie a partire dai centri di detenzione
> denominati, dove i migranti, anche dopo queste terribili vicende,vengono
> rinchiusi in vista di un successivo rimpatrio forzato. Le condizioni
> di invivibilità di questi luoghi, l'asenza di interpreti ufficiali, e la
> negazione dei basilari diritti di difesa e di asilo, accresce la
> disperazione
> degli internati e, soprattutto quando si vieta l'accesso alle organizzazioni > indipendenti, può comportare tensioni di ogni genere, atti di autolesionismo > e tentativi di suicidio.
> Le organizzazioni siciliane sono consapevoli dei limiti delle loro forze,
> e anche del fatto che la stessa situazione si vive in altre regioni. Anche
> la Calabria è ancora luogo di sbarchi consistenti o di deportazioni dalla
> Sicilia in centri di detenzione impresentabili
> come quelli di Crotone e di Lamezia.
> Noi, finchè ne avremo le forze,e ci faranno intervenire, continueremo a
> denunciare quanto accade e ad assistere i migranti che comunque giungono
> nel nostro territorio.
> Palermo 15 settembre 2002
> >Fulvio Vassallo Paleologo
> >ASGI Palermo
> >ICS ( Consorzio Italiano di solidarietà) Sicilia
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