[Cerchio] Fw: [movimento] Libertà per Marco "Martino"Camenis…

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Autor: Pkrainer
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Assunto: [Cerchio] Fw: [movimento] Libertà per Marco "Martino"Camenisch - Genova
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To: <a-infos-it@???>; <movimento@???>
Sent: Friday, September 13, 2002 12:12 AM
Subject: [movimento] Libertà per Marco "Martino" Camenisch - Genova


> Presidio a Genova
> Venerdì 13/09/2002
> dalle 10.30
> in Piazza Brignole(consolato)
>
>
> Libertà per Marco "Martino" Camenisch
>
> "I cadaveri viventi capiscono solamente la lingua del denaro, della
> ricchezza, del potere, della legge. A costoro posso soltanto dire:
> Considerando che date ascolto ai cannoni
> che non capite altre lingue
> abbiamo deciso che conviene
> volgere i cannoni contro di voi" (*)
>
> "(.) Anni orsono affermai che chi comprende il modo di procedere del
> capitalismo, (.) che sa o vuole rendersi conto che con questo sistema le
> previsioni per il futuro sono nulle, e non vuole essere costretto ad

essere
> insieme complice, schiavo e vittima di questa delirante dittatura
> consumfascista, deve per forza opporsi, combatterla con tutte le sue
> capacità (.). Dissi anche che si tratta di lotta per la sopravvivenza nuda

e
> cruda, non più, da anni ormai, concepibile e necessaria solo per la
> salvaguardia delle libertà, della dignità, della terra e perciò del pane
> individuale o di classe o di gruppo (.). Non si tratta più di poter
> concepire, e lottare contro, sfruttamento, guerra di rapina, schiavitù,
> massacro, in un tal circoscritto. No, ormai si tratta della sopravvivenza

di
> tutto il pianeta. Non si tratta di una crisi ecologica, ma degli ultimi
> attimi prima della fine di una demenziale e criminale corsa verso
> l'annientamento totale". (*)
>
> La fine degli anni Settanta è per il sistema capitalista svizzero un

periodo
> di profonda ristrutturazione industriale nel campo energetico. La svolta

che
> può garantire nuova vivacità all'economia elvetica si chiama nucleare. La
> costruzione di centrali è frenetica e la resistenza di chi conosce

l'estrema
> nocività di questo percorso non si fa attendere. Molte sono le proteste
> legali e illegali contro la realizzazione degli impianti di morte e
> sull'onda di queste mobilitazioni vengono sferrati attacchi diretti alle
> multinazionali dell'atomo. Prima la NOK (attuale colosso
> dell'elettronucleare in Svizzera), e poi la Sarelli vengono pesantemente
> sabotate.
> In seguito ad una delazione scatta, l'8 gennaio del 1980, l'arresto per
> Marco Camenisch, ribelle anarchico, ecologista attivo nel fronte della

lotta
> antinucleare di quegli anni. Durante il processo, che si svolge in un

clima
> di assedio, Marco rivendica i suoi gesti e le sue azioni come atti di
> resistenza alla guerra che il capitale, avvallato dagli Stati, ha mosso
> all'intera umanità e al suo ambiente naturale. "(.) il tentativo di
> distruggere il traliccio della centrale Sarelli è da intendere come

protesta
> contro la distruzione dell'ambiente naturale nei Grigioni, contro il
> colonialismo di questa regione da parte della NOK, con l'ausilio da parte
> dei loro reggicoda (.) Questa mafia è responsabile della costruzione delle
> centrali nucleari, vuole instaurare lo Stato atomico, vuole
> l'elettrificazione completa, e quindi la ricattabilità di tutta la

società."
> (*) In tali circostanze Marco viene condannato a 10 anni.
> Il 17 dicembre 1981, insieme ad altri 5 prigionieri, Marco riconquista la
> libertà, evadendo dal carcere di Regensdorf, libertà che durerà un

decennio
> ("(.)Liberazione è azione diretta. L'iniziativa propria può vivere e
> allargarsi solamente se radicale. (.) Radiamo al suolo le prigioni." (*)).
> Purtroppo, nel 1991, in seguito ad un fermo e al conseguente conflitto a
> fuoco con una pattuglia di carabinieri, Marco viene arrestato in provincia
> di Massa ((.)Nella caserma, mi dissero che mi avrebbero fatto pagare tutti

i
> tralicci d'Italia!" (*)) e dal processo che ne segue condannato, qui in
> Italia, ad altri 12 anni di carcere.
> A fine pena in Italia, il 18 aprile 2002, Marco viene estradato in

Svizzera,
> dove la sua vicenda repressiva prosegue dovendo scontare ancora 8 anni di
> residuo pena e affrontare un processo per l'evasione da Regensdorf ed un
> altro, pendente, per l'uccisione di una guardia di frontiera. Accusa e
> processo, quest' ultimo, maturato e costruito arbitrariamente ad hoc dalle
> procure dei tribunali cantonali elvetici contro Marco, in un accanimento

che
> non conosce soste da più di 20anni. Lo stato, qualsiasi stato, non può
> accettare che qualcuno disveli apertamente le sue responsabilità e decida
> consapevolmente di agire in prima persona con la lotta radicale e diretta,
> che significa opposizione ferma e contrattacco.
> L'ordinata, verde e ridente Svizzera, in realtà rinomata cassaforte a
> disposizione di truffatori, sfruttatori, speculatori, punto di incontro

dei
> peggiori traffici, affari internazionali e intrallazzi politici; patria
> delle tristemente note avanguardie capitaliste nel campo della

farmaceutica
> e della ricerca biotecnologica (Bayer, Nestlè, Roche, Novartis, ecc.) e
> dell'industria atomica, non può che accanirsi di fronte ad un nemico

attivo
> e dichiarato del sistema di devastazione capitalista di cui è parte a

tutti
> gli effetti.
> Di fatto, Marco, oggi, recluso nel carcere svizzero di massima sicurezza

di
> Pfaffikon, subisce continui soprusi e umiliazioni, compresi forti limiti
> nella corrispondenza, colloqui con i vetri divisori (a tutt'oggi dopo tre
> mesi gli è stato concesso un solo colloquio di un'ora con sua moglie il 5
> agosto) e, non ultima, la tortura perpetrata durante una risonanza

magnetica
> eseguita con i polsi ammanettati dietro la schiena, alla quale si è

aggiunta
> l'umiliazione di aver dovuto percorrere l'andata ed il ritorno del

tragitto
> in ospedale con i piedi incatenati.
>
> Per tutte queste ragioni, e non solo, venerdì 13 Settembre, dalle ore

10.30,
> saremo davanti al consolato svizzero (in piazza Brignole 3, a Genova),

ente
> e corpo diplomatico e politico di quella Svizzera responsabile della
> reclusione e delle disumane condizioni alle quali Marco è condannato.

Ancora
> una volta in strada non con spirito pietistico né tantomeno con

l'illusione
> di poter chiedere ai boia di turno benevolenza o compassione. Saremo lì

per
> urlare la nostra rabbia verso tutto ciò che è potere, causa prima della
> nostra e dell'altrui sofferenza. Mobilitati per esprimere solidarietà ad

un
> compagno di lotta che, nonostante le violenze subite, resiste e tiene vivo
> spirito di rivolta e desiderio di libertà. Non ci nascondiamo

nell'esprimere
> l'affinità di intenti che ci unisce a Marco, la lotta contro l'ordine del
> capitale e le sue nocività, i suoi difensori armati ed i suoi passivi
> spettatori e succubi complici.
>
> La battaglia per il miglioramento delle condizioni di Marco non è a sé
> stante, bensì parte di una lotta più ampia che, per noi, tramite
> l'autorganizzazione informale e l'azione diretta, trova i suoi obbiettivi
> nella completa e definitiva demolizione di ogni carcere e della società

che
> li erige, essa stessa carcere.
>
> " I movimenti di protesta pacifici e le manifestazioni si arenano contro

il
> monopolio e la violenza dello Stato, si bloccano di fronte alla polizia,

si
> insabbiano nei meandri della burocrazia e del parlamentarismo; le
> alternative vengono recuperate in moneta sonante dall'indusria, per poi
> essere rivendute da quest'ultima o da qualche politicante, come esempio di
> pluralità del sistema." (*)
>
> SOLIDARIETA' E SOSTEGNO ATTIVO A MARCO "MARTINO" CAMENISCH E A TUTTI I
> PRIGIONIERI.
> PER LA DEMOLIZIONE DEL SISTEMA DELL' AUTORITA' E DEL CAPITALE
>
> Ribelli per la rivoluzione sociale
> Comitato Anarchico di Difesa e Solidarietà
>
> (*) Marco "Martino" Camenisch, da "Rassegnazione è complicità", 1992, ed.
> L'Affranchi- Salorino.
>