[Lecce-sf] sulla scuola claudia mancina

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----- Original Message -----=20
From: Alberto Biuso=20
To: Didaweb=20
Sent: Wednesday, September 11, 2002 12:00 PM
Subject: [didaweb generale] Berlinguer-Moratti (lungo)


Su *Italianieuropei*, la rivista della Fondazione diretta da Amato e =
D'Alema, e' uscito questo articolo dell'esponente DS Claudia Mancina.
Non entro, ovviamente, nel merito anche perche' il testo e' gia' =
abbastanza lungo. Constato solo che qui si afferma una continuita' fra =
le politiche scolastiche delle ultime legislature e governi che alcuni =
di noi avevano segnalato per tempo.

Ciao,
Alberto Biuso
biusoal@???
<http://web.tiscali.it/Filosofia/> http://web.tiscali.it/Filosofia/
fax: 02.700.425.619
=
=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=
=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=3D=20

L'Opinione

Gli errori della Moratti, le sviste dell=C2=B9opposizione=20

di Claudia Mancina

La riforma della scuola =C3=A8 stata spesso nel nostro paese motivo di =
divisioni ideologiche pi=C3=B9 che di confronto di idee, di sterili =
polemiche pi=C3=B9 che di produttiva discussione pubblica. Non a caso in =
tutto il dopoguerra si conta una sola vera riforma, quella che dava vita =
alla scuola media unica, nel 1962. Poi non si =C3=A8 fatto che inseguire =
con affanno l=C2=B9esigenza di modernizzare il sistema d=C2=B9istruzione =
con interventi parziali e spesso sgangherati. Fino ai governi =
dell=C2=B9Ulivo, che per la prima volta dopo decenni hanno messo in =
cantiere un piano d=C2=B9intervento vasto e coerente (anche se non privo =
di limiti e lacune), culminato nella riforma dei cicli del 2001. =
L=C2=B9impegno sul tema della formazione, che era indicato con forza nel =
programma elettorale, ha caratterizzato l=C2=B9attivit=C3=A0 di governo =
del centrosinistra. Con tutte le difficolt=C3=A0 derivanti dalle =
inevitabili resistenze di un settore ormai abituato all=C2=B9immobilismo =
e alla immodificabilit=C3=A0 delle strutture. Fa parte delle =
contraddizioni profonde del centrosinistra (indagate, con riferimento =
prevalente ad altri settori, dal recente libro di Nicola Rossi =
Riformisti per forza) il licenziamento del ministro Berlinguer dopo la =
sconfitta elettorale delle regionali, al momento della formazione =
dell=C2=B9ultimo governo della legislatura, presieduto da Giuliano =
Amato. Nella convinzione - probabilmente errata - che la ribellione =
degli insegnanti al progetto di introdurre valutazione e carriere fosse =
tra le ragioni della sconfitta, si decise una precipitosa ritirata, =
indebolendo di fatto il fronte della riforma, Una scelta che non =C3=A8 =
valsa ad aumentare le chances di vittoria alle successive elezioni =
politiche, ma in compenso ha colpito e indebolito la vocazione =
riformista del centrosinistra (e in particolare dei DS, in prima linea =
negli anni di Berlinguer), proprio mentre iniziava la nuova stagione =
dell'opposizione, Si spiega forse cos=C3=AC ci=C3=B2 che sta accadendo =
adesso. Le proposte del governo Berlusconi non vengono sottoposte a una =
critica specifica e articolata sulla base del loro effettivo contenuto, =
rapportato al diverso progetto di governo dell'opposizione, ma =
combattute in modo generico, sulla base di luoghi comuni talvolta con =
poco o nessun rapporto con la realt=C3=A0, che -come tutti i luoghi =
comuni - impediscono anche di individuare i punti pi=C3=B9 deboli e =
pi=C3=B9 meritevoli di attacco. Il rischio =C3=A8 quello di fare solo =
propaganda: il genere meno efficace di opposizione. La questione =
principale, naturalmente, =C3=A8 costituita dalla riforma dei cicli. =
Dopo una campagna elettorale caratterizzata da una posizione durissima =
contro la riforma Berlinguer, il nuovo governo si trovava quasi =
costretto alla scelta (anch=C2=B9essa del tutto propagandistica) di =
bloccare e cambiare la riforma dei cicli. Ma neanche il governo =
Berlusconi, neanche il ministro Moratti potevano prescindere:
a) dalle innovazioni strutturali, non pi=C3=B9 revocabili, delle =
riforme del centrosinistra, dall=C2=B9autonomia all=C2=B9elevamento =
dell=C2=B9obbligo a 15 anni;=20
b) dall'esperienza comune ai paesi europei, nei quali ormai da =
vent'anni =C3=A8 in atto una sostanziale convergenza - pur nelle =
differenze - su alcune linee di fondo, riassumibili nella necessit=C3=A0 =
di fornire ai cittadini competenze solide, finalizzate alla comprensione =
del mondo attuale, e soprattutto "capacit=C3=A0 di apprendere". Una =
scuola, insomma, che metta i giovani - anche quelli che non trovano =
nella loro famiglia una base culturale sufficiente - in grado di =
muoversi in una societ=C3=A0 caratterizzata da un'economia sempre =
pi=C3=B9 globale e sempre pi=C3=B9 fondata sull'innovazione e =
sull'informazione. A questa esigenza i paesi europei (ma sembra ora che =
anche gli Stati Uniti comincino almeno a porsi il problema, come spiega =
Vittorio Campione nel saggio pubblicato poche pagine pi=C3=B9 avanti - =
all=C2=B9interno di Italianieuropei 3/02 ndr) hanno risposto con =
progetti riformatori che si collocano tutti nello stesso orizzonte, =
caratterizzato da razionalizzazione dei percorsi formativi; chiarezza e =
precisione degli obiettivi di ciclo; frequenza delle verifiche e =
dell'attribuzione di crediti; differenziazione dei percorsi del ciclo =
secondario con ampia possibilit=C3=A0 di passaggi alle filiere =
parallele; sistemi nazionali di definizione degli standard e di =
valutazione dei risultati; ridefinizione dei curricula intorno a un =
nucleo di materie fondamentali (lingua nazionale, matematica, storia, =
inglese). Tutto ci=C3=B2 potr=C3=A0 spiacere ai nostalgici del liceo =
classico (di quarant'anni fa, giova precisare), che sono cos=C3=AC =
numerosi nel nostro dibattito sulla scuola. Ma tant'=C3=A8: questo =
=C3=A8 il quadro della scuola di domani in tutti i paesi avanzati. Ed =
=C3=A8 evidente, a chi si guardi intorno, che solo guadagnando una =
capacit=C3=A0 di interagire col mondo esterno la scuola potr=C3=A0 =
sperare di rivolgersi efficacemente a tutti i giovani e quindi di =
conservare una funzione formativa importante. Altrimenti sar=C3=A0 =
progressivamente sostituita dalle agenzie formative, oggi cos=C3=AC =
numerose sul mercato, a scapito della coesione nazionale e soprattutto =
dell'equit=C3=A0 sociale. Questo orizzonte comune dei paesi avanzati non =
poteva non essere tale anche per la maggioranza e l'opposizione del =
nostro paese, Cos=C3=AC la riforma Berlinguer e la riforma Moratti non =
potevano non avere -con buona pace degli istinti propagandistici =
dell'una e dell'altra parte - una base di elaborazione comune.=20
La proposta iniziale, quella del gruppo di saggi presieduto da =
Bertagna, sceglieva infatti la strada di una correzione, pi=C3=B9 che di =
un sovvertimento della riforma Berlinguer, il cui nucleo sostanziale non =
era modificato. La separazione di scuola elementare e media - il punto =
su cui pi=C3=B9 forte era stata l=C2=B9agitazione della destra e anche =
di una larga fascia di opinione pubblica ad essa collegata - era =
ripristinata solo in apparenza: in sostanza, si delineava un ciclo =
complessivo e unitario di quattro bienni, dei quali il terzo raccordava =
il termine delle elementari con l'inizio delle medie. Non a caso questa =
articolazione =C3=A8 stata bocciata dal Consiglio dei ministri, proprio =
con l'accusa di essere troppo simile alla riforma del centrosinistra. La =
scelta politica dell'opposizione =C3=A8 stata per=C3=B2 di accogliere il =
progetto Bertagna come un attentato alla scuola pubblica, anche sotto =
l'influenza dei movimenti studenteschi e sindacali. Abbiamo cos=C3=AC =
assistito a un singolare spettacolo: mentre l'opposizione si scatenava =
con tutte le sue armi, proprie e improprie, contro un progetto =
esplicitamente in continuit=C3=A0 con la precedente riforma, e che =
poteva semmai essere accusato di poca incisivit=C3=A0, rovesciandogli =
addosso una serie di "leggende metropolitane" come l'abolizione =
dell'educazione fisica, la riduzione delle ore di insegnamento per =
introdurre ore a pagamento e chi pi=C3=B9 ne ha pi=C3=B9 ne metta, si =
svolgeva nel Consiglio dei ministri una battaglia semieroica, che vedeva =
la vittoria finale delle posizioni antiriformatrici dei centristi (a =
difesa delle scuole cattoliche) e del ministro del Tesoro (a difesa =
delle casse pubbliche). Al termine di questa battaglia, la presunta =
decisionista Moratti cedeva il campo e rinunciava a quasi tutti i =
contenuti riformatori del progetto Bertagna. Ma l'opposizione non era =
pi=C3=B9 in grado di segnalare che l'articolato della Moratti non =
configura una riforma dei cicli, n=C3=A9 bella n=C3=A9 brutta: =
semplicemente lascia tutto cos=C3=AC com'=C3=A8. E quindi non era in =
grado di segnalare l'affossamento della riforma: l'esito pi=C3=B9 grave =
e pi=C3=B9 dannoso, ben pi=C3=B9 grave e pi=C3=B9 dannoso di quanto =
sarebbe stata una riforma un pochino pi=C3=B9 di destra di quella di =
Berlinguer. Con ci=C3=B2 l'opposizione rinunciava, in nome della =
propaganda antiberlusconia alla sua vocazione riformista. Come =C3=A8 =
stato efficacemente scritto: "[tale scelta] 1) ha impedito di mettere in =
luce lo scarto propositivo tra quel testo [Bertagna] e =
l=C2=B9articolato, abbuonando in tal modo al ministro la sua =
incapacit=C3=A0 di tenere una posizione coerente; 2) ha schiacciato il =
dissenso in forme radicali e negative, allontanandolo pericolosamente =
dalla linea di un=C2=B9opposizione di governo; 3) di conseguenza, sotto =
le macerie di una critica non selettiva, ha finito per seppellire anche =
l=C2=B9elaborazione culturale maturata nel centrosinistra durante la =
scorsa legislatura, quando sembravano superate per sempre le obiezioni =
ideologiche alla parit=C3=A0 scolastica, all=C2=B9articolazione della =
carriera docente, alla diversificazione dei percorsi di apprendimento =
fra istruzione e una formazione professionale rinnovata, alla =
competizione virtuosa fra singole scuole e alla loro valutazione". (P. =
Ferratini, La riforma Berlinguer-Moratti, il Mulino, 2, 2002)
Mancando la critica selettiva, si spalanca la strada agli attacchi di =
matrice ideologica. Si =C3=A8 dunque attribuita al ministro la =
volont=C3=A0 di dequalificare la scuola pubblica, con il preciso intento =
di favorire quella privata (cattolica) o, alternativamente, di =
trasformarla in un=C2=B9azienda: argomentazioni desunte =
dall=C2=B9armamentario ideologico che ormai ogni anno stancamente viene =
ripresentato nelle assemblee studentesche, diretto allo stesso modo =
contro l=C2=B9autonomia, contro la parit=C3=A0, contro la riforma dei =
cicli, comunque targate. Argomentazioni senza senso in bocca a politici =
ed esperti di scuola, che impediscono di vedere, e di denunciare =
all=C2=B9opinione pubblica, la mancanza di decisione, la debolezza di =
direzione, la sciatteria, l=C2=B9inconcludenza che sono la vera cifra =
del ministero Moratti, e che faranno segnare il passo alla nostra scuola =
per l=C2=B9intera legislatura, con danno enorme per il paese.
Unico punto concreto sembra offrirsi all=C2=B9attacco =
dell=C2=B9opposizione: l=C2=B9istituzione di un canale professionale, =
che si vorrebbe di qualit=C3=A0, a partire dalla conclusione delle =
medie, mentre la riforma Berlinguer lo prevedeva dopo il primo biennio =
delle superiori, cio=C3=A8 alla fine della scuola dell=C2=B9obbligo.
Si =C3=A8 detto che si tratta di una inammissibile anticipazione della =
scelta, motivata da chiari intenti classisti, si =C3=A8 detto che si =
vuole introdurre una scuola di serie A per pochi e una di serie B per =
molti (ignorando allegramente che il comparto professionale si riferisce =
a circa il 30% dei giovani): si =C3=A8 detto addirittura, con palese =
assurdit=C3=A0, che si vuole reintrodurre il famigerato avviamento (che =
corrispondeva agli anni della scuola media, e quindi =C3=A8 del tutto =
fuori questione). Vediamo questo punto un po=C2=B9 pi=C3=B9 da vicino. =
Intanto, la differenza tra l=C2=B9et=C3=A0 della scelta nella riforma =
Berlinguer e in quella Moratti, a causa della durata maggiore del blocco =
"elementari + medie" in quest=C2=B9ultima, =C3=A8 di un solo anno: =
quattordici invece di quindici. La differenza pu=C3=B2 essere rilevante, =
sia per l=C2=B9importanza cha ha un anno nella vita di un adolescente, =
sia perch=C3=A9 si pu=C3=B2 considerare essenziale che l=C2=B9obbligo =
sia interamente svolto in una scuola unica: =C3=A8 difficile tuttavia =
che una differenza di un anno giustifichi una guerra di religione; =
pi=C3=B9 sensato e pi=C3=B9 utile sarebbe mettersi a discutere. Tenendo =
conto di alcuni elementi di contesto. Innanzitutto, che l=C2=B9assenza =
di un serio e efficace canale di istruzione professionale =C3=A8 una =
grave lacuna del sistema scolastico italiano, protrattasi nel dopoguerra =
per l=C2=B9impossibilit=C3=A0 di mettere d=C2=B9accordo la cultura =
pedagogica laica, di tendenza egualitarista, e quella cattolica, =
pi=C3=B9 attenta alla necessit=C3=A0 di assistere i bisognosi: una =
lacuna alla quale non a caso il programma dell=C2=B9Ulivo del 1996 - per =
il personale impulso di Prodi - dedicava molta attenzione, indicando la =
necessit=C3=A0 di sviluppare in quantit=C3=A0 e qualit=C3=A0 =
l'istruzione professionale, anche con l'istituzione di una scuola =
tecnica post-secondaria. Valeva in quel caso - e dovrebbe valere ancora =
- la riflessione sull=C2=B9esempio dei principali paesi europei, che =
prevedono un canale professionale (talvolta con una scelta ben pi=C3=B9 =
precoce, che oggi giustamente si pensa di posticipare. non perch=C3=A9 =
classista, ma perch=C3=A9 ormai inadeguata alle esigenze del mercato del =
lavoro) forte e culturalmente qualificato, che contribuisce a =
determinare alte percentuali di successo formativo. garantendo cos=C3=AC =
un livello di equit=C3=A0 che il nostro sistema =C3=A8 ben lontano dal =
raggiungere, caratterizzato com'=C3=A8 da risultati molto negativi in =
termini di insuccessi e abbandoni. La condizione per il raggiungi mento =
di questi obiettivi =C3=A8 evidentemente che sia prevista una effettiva =
spendibilit=C3=A0 dei crediti ottenuti in caso di passaggio da un canale =
all'altro. La riforma Berlinguer non aveva affrontato appieno questo =
nodo, concentrandosi sull'elevamento dell'obbligo scolastico e optando =
per la creazione di un sistema unitario di licei. La riforma Moratti lo =
fa, almeno nelle intenzioni, motivata anche dal passaggio alle regioni, =
intervenuto con la riforma del titolo V della Costituzione (approvata =
dal centrosinistra nella passata legislatura) delle competenze =
sull=C2=B9istruzione professionale. Anche per questo, dunque, sarebbe =
opportuno e doveroso discutere sulla qualit=C3=A0 e la struttura della =
"seconda via" professionale; sul rapporto tra cultura generale e =
attivit=C3=A0 di tirocinio al suo interno; sulla effettivit=C3=A0 dei =
passaggi tra una filiera e l=C2=B9altra; sugli sbocchi occupazionali e =
sull=C2=B9accesso all=C2=B9istruzione post-secondaria; sul rapporto tra =
indirizzo nazionale e competenze regionali (M. Di Lisa, La riforma =
Moratti: errori e possibilit=C3=A0, =C5=92Le ragioni del =
socialismo=C2=B9, 67, 2002). Dentro questa discussione pu=C3=B2 entrare =
anche - ma in modo, si capisce, del tutto diverso da quello usato sin =
qui, il discorso sull'et=C3=A0 di inizio del percorso. Non c'=C3=A8 =
bisogno di aggiungere che se l'opposizione non far=C3=A0 la sua parte in =
questa discussione si assumer=C3=A0 una grave responsabilit=C3=A0 di =
fronte al paese e in particolare, in questo caso, proprio rispetto a =
quei ceti pi=C3=B9 deboli che toccherebbe a lei rappresentare e =
tutelare. La sinistra segner=C3=A0 un drammatico passo indietro, se in =
questa discussione far=C3=A0 prevalere una vecchia idea egualitarista, =
che ha mostrato il suo fallimento nella storia decennale della scuola =
italiana, e che appariva superata nelle elaborazioni programmatiche e =
nelle riforme attuate dall'Ulivo. Il problema del sistema italiano =
d'istruzione =C3=A8 oggi quello della sua inefficienza e quindi della =
sua iniquit=C3=A0: raramente gli insuccessi e gli abbandoni colpiscono i =
figli di genitori gi=C3=A0 dotati di titolo di studio superiore. Se =
anche la scuola non =C3=A8 pi=C3=B9 il principale canale d=C2=B9ascesa =
sociale, conserva la sua capacit=C3=A0 di escludere alcuni giovani dal =
percorso formativo, mettendoli ai margini di una societ=C3=A0 sempre =
pi=C3=B9 esigente in termini di informazione e capacit=C3=A0 di =
autonomia. Destinandoli se vogliamo usare un=C2=B9immagine, al mondo =
della televisione piuttosto che all=C2=B9universo dei computer. Questa =
iniquit=C3=A0 =C3=A8 anche, per il paese nel suo insieme, un =
inammissibile spreco di risorse che si risolver=C3=A0 nel quadro =
dell'unificazione economica europea in uno svantaggio soggettivo per i =
giovani italiani. Il primo obiettivo di chiunque affronti la riforma =
della scuola oggi =C3=A8 dunque evirare questo svantaggio e questo =
spreco di risorse, seguendo l'esempio dei paesi a noi vicini e affini, =
che gi=C3=A0 si sono mossi in questa direzione. Ci=C3=B2 equivale a dire =
che sulla scuola agisce un vincolo che riguarda la posizione del paese =
Italia nel contesto europeo, e che =C3=A8 lo stesso per chiunque sia al =
governo. Se si aggiunge la considerazione dei tempi lunghi necessari per =
una seria riforma dei cicli scolastici (ben argomentata dal saggio di =
Norberto Bottani nel numero di Italianieuropei 3/02 ndr ), si capisce =
che questo delicatissimo tema non pu=C3=B2 essere abbandonato alla =
polemica politica tra gli schieramenti. Non voglio con ci=C3=B2 dire che =
si tratti di un tema bipartisan (concerto peraltro abusato, che sarebbe =
bene limitare a pochissime questioni essenziali). Voglio dire che, come =
nel caso della politica europea si confrontano - anche duramente - =
diversi progetti, diversi modi d'intendere l'evoluzione istituzionale =
dell'Unione, nei quali non =C3=A8 difficile riconoscere i lineamenti "di =
destra" e "di sinistra", ma tutti saldamente all'interno di un quadro di =
scelte e di valori comune a tutti; cos=C3=AC anche per la scuola si =
dovrebbe arrivare ad una situazione nella quale si confrontino e si =
sfidino diversi progetti e diversi modi d'intendere, l'uno probabilmente =
pi=C3=B9 liberista, o pi=C3=B9 privatista o pi=C3=B9 regionalista, =
l'altro pi=C3=B9 equitativo, pi=C3=B9 nazionale, pi=C3=B9 statalista. Un =
confronto che deve tuttavia basarsi sui fatti e sui numeri reali della =
nostra scuola, su una visione d'insieme delle sue reali necessit=C3=A0 e =
degli obiettivi da raggiungere che non pu=C3=B2 non essere comune. =
Mettere in gioco un armamentario ideologico del tutto inadeguato ai =
problemi attuali, e gi=C3=A0 superato dalla sinistra, come quello che =
=C3=A8 stato usato per la polemica sulla formazione professionale, ha la =
stessa plausibilit=C3=A0 e la stessa forza riformista che avrebbe =
chiedere ancora l'uscita dell'Italia dalla NATO. E, considerando il =
ruolo avuto dalla sinistra nelle ultime legislature, la stessa carica di =
autolesionismo che avrebbe mettere in discussione l'adesione del nostro =
paese alla moneta unica europea.=20

Da Italianieuropei - 3/02 - pagg. 127- 134





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<A title=3Dbiusoal@??? href=3D"mailto:biusoal@libero.it">Alberto =
Biuso</A>=20
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<DIV style=3D"FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A =
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href=3D"mailto:didaweb@yahoogroups.com">Didaweb</A> </DIV>
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2002 12:00=20
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<DIV style=3D"FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [didaweb generale]=20
Berlinguer-Moratti (lungo)</DIV>
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Mancina.<BR>Non entro, ovviamente, nel merito anche perche' il testo =
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avevano segnalato per tempo.<BR><BR>Ciao,<BR>Alberto=20
Biuso<BR>biusoal@???<BR><<A=20
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href=3D"http://web.tiscali.it/Filosofia/">http://web.tiscali.it/Filosofia=
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sterili polemiche pi=C3=B9 che di produttiva discussione pubblica. Non =
a caso in=20
tutto il dopoguerra si conta una sola vera riforma, quella che dava =
vita alla=20
scuola media unica, nel 1962. Poi non si =C3=A8 fatto che inseguire =
con affanno=20
l=C2=B9esigenza di modernizzare il sistema d=C2=B9istruzione con =
interventi parziali e=20
spesso sgangherati. Fino ai governi dell=C2=B9Ulivo, che per la prima =
volta dopo=20
decenni hanno messo in cantiere un piano d=C2=B9intervento vasto e =
coerente (anche=20
se non privo di limiti e lacune), culminato nella riforma dei cicli =
del 2001.=20
L=C2=B9impegno sul tema della formazione, che era indicato con forza =
nel programma=20
elettorale, ha caratterizzato l=C2=B9attivit=C3=A0 di governo del =
centrosinistra. Con=20
tutte le difficolt=C3=A0 derivanti dalle inevitabili resistenze di un =
settore ormai=20
abituato all=C2=B9immobilismo e alla immodificabilit=C3=A0 delle =
strutture. Fa parte=20
delle contraddizioni profonde del centrosinistra (indagate, con =
riferimento=20
prevalente ad altri settori, dal recente libro di Nicola Rossi =
Riformisti per=20
forza) il licenziamento del ministro Berlinguer dopo la sconfitta =
elettorale=20
delle regionali, al momento della formazione dell=C2=B9ultimo governo =
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legislatura, presieduto da Giuliano Amato. Nella convinzione - =
probabilmente=20
errata - che la ribellione degli insegnanti al progetto di introdurre=20
valutazione e carriere fosse tra le ragioni della sconfitta, si decise =
una=20
precipitosa ritirata, indebolendo di fatto il fronte della riforma, =
Una scelta=20
che non =C3=A8 valsa ad aumentare le chances di vittoria alle =
successive elezioni=20
politiche, ma in compenso ha colpito e indebolito la vocazione =
riformista del=20
centrosinistra (e in particolare dei DS, in prima linea negli anni di=20
Berlinguer), proprio mentre iniziava la nuova stagione =
dell'opposizione, Si=20
spiega forse cos=C3=AC ci=C3=B2 che sta accadendo adesso. Le proposte =
del governo=20
Berlusconi non vengono sottoposte a una critica specifica e articolata =
sulla=20
base del loro effettivo contenuto, rapportato al diverso progetto di =
governo=20
dell'opposizione, ma combattute in modo generico, sulla base di luoghi =
comuni=20
talvolta con poco o nessun rapporto con la realt=C3=A0, che -come =
tutti i luoghi=20
comuni - impediscono anche di individuare i punti pi=C3=B9 deboli e =
pi=C3=B9 meritevoli=20
di attacco. Il rischio =C3=A8 quello di fare solo propaganda: il =
genere meno=20
efficace di opposizione. La questione principale, naturalmente, =C3=A8 =
costituita=20
dalla riforma dei cicli. Dopo una campagna elettorale caratterizzata =
da una=20
posizione durissima contro la riforma Berlinguer, il nuovo governo si =
trovava=20
quasi costretto alla scelta (anch=C2=B9essa del tutto propagandistica) =
di bloccare=20
e cambiare la riforma dei cicli. Ma neanche il governo Berlusconi, =
neanche il=20
ministro Moratti potevano prescindere:<BR>a) dalle innovazioni =
strutturali,=20
non pi=C3=B9 revocabili, delle riforme del centrosinistra, =
dall=C2=B9autonomia=20
all=C2=B9elevamento dell=C2=B9obbligo a 15 anni; <BR>b) =
dall'esperienza comune ai paesi=20
europei, nei quali ormai da vent'anni =C3=A8 in atto una sostanziale =
convergenza -=20
pur nelle differenze - su alcune linee di fondo, riassumibili nella =
necessit=C3=A0=20
di fornire ai cittadini competenze solide, finalizzate alla =
comprensione del=20
mondo attuale, e soprattutto "capacit=C3=A0 di apprendere". Una =
scuola, insomma,=20
che metta i giovani - anche quelli che non trovano nella loro famiglia =
una=20
base culturale sufficiente - in grado di muoversi in una societ=C3=A0=20
caratterizzata da un'economia sempre pi=C3=B9 globale e sempre =
pi=C3=B9 fondata=20
sull'innovazione e sull'informazione. A questa esigenza i paesi =
europei (ma=20
sembra ora che anche gli Stati Uniti comincino almeno a porsi il =
problema,=20
come spiega Vittorio Campione nel saggio pubblicato poche pagine =
pi=C3=B9 avanti -=20
all=C2=B9interno di Italianieuropei 3/02 ndr) hanno risposto con =
progetti=20
riformatori che si collocano tutti nello stesso orizzonte, =
caratterizzato da=20
razionalizzazione dei percorsi formativi; chiarezza e precisione degli =

obiettivi di ciclo; frequenza delle verifiche e dell'attribuzione di =
crediti;=20
differenziazione dei percorsi del ciclo secondario con ampia =
possibilit=C3=A0 di=20
passaggi alle filiere parallele; sistemi nazionali di definizione =
degli=20
standard e di valutazione dei risultati; ridefinizione dei curricula =
intorno a=20
un nucleo di materie fondamentali (lingua nazionale, matematica, =
storia,=20
inglese). Tutto ci=C3=B2 potr=C3=A0 spiacere ai nostalgici del liceo =
classico (di=20
quarant'anni fa, giova precisare), che sono cos=C3=AC numerosi nel =
nostro dibattito=20
sulla scuola. Ma tant'=C3=A8: questo =C3=A8 il quadro della scuola di =
domani in tutti i=20
paesi avanzati. Ed =C3=A8 evidente, a chi si guardi intorno, che solo =
guadagnando=20
una capacit=C3=A0 di interagire col mondo esterno la scuola potr=C3=A0 =
sperare di=20
rivolgersi efficacemente a tutti i giovani e quindi di conservare una =
funzione=20
formativa importante. Altrimenti sar=C3=A0 progressivamente sostituita =
dalle=20
agenzie formative, oggi cos=C3=AC numerose sul mercato, a scapito =
della coesione=20
nazionale e soprattutto dell'equit=C3=A0 sociale. Questo orizzonte =
comune dei paesi=20
avanzati non poteva non essere tale anche per la maggioranza e =
l'opposizione=20
del nostro paese, Cos=C3=AC la riforma Berlinguer e la riforma Moratti =
non potevano=20
non avere -con buona pace degli istinti propagandistici dell'una e =
dell'altra=20
parte - una base di elaborazione comune. <BR>La proposta iniziale, =
quella del=20
gruppo di saggi presieduto da Bertagna, sceglieva infatti la strada di =
una=20
correzione, pi=C3=B9 che di un sovvertimento della riforma Berlinguer, =
il cui=20
nucleo sostanziale non era modificato. La separazione di scuola =
elementare e=20
media - il punto su cui pi=C3=B9 forte era stata l=C2=B9agitazione =
della destra e anche=20
di una larga fascia di opinione pubblica ad essa collegata - era =
ripristinata=20
solo in apparenza: in sostanza, si delineava un ciclo complessivo e =
unitario=20
di quattro bienni, dei quali il terzo raccordava il termine delle =
elementari=20
con l'inizio delle medie. Non a caso questa articolazione =C3=A8 stata =
bocciata dal=20
Consiglio dei ministri, proprio con l'accusa di essere troppo simile =
alla=20
riforma del centrosinistra. La scelta politica dell'opposizione =C3=A8 =
stata per=C3=B2=20
di accogliere il progetto Bertagna come un attentato alla scuola =
pubblica,=20
anche sotto l'influenza dei movimenti studenteschi e sindacali. =
Abbiamo cos=C3=AC=20
assistito a un singolare spettacolo: mentre l'opposizione si scatenava =
con=20
tutte le sue armi, proprie e improprie, contro un progetto =
esplicitamente in=20
continuit=C3=A0 con la precedente riforma, e che poteva semmai essere =
accusato di=20
poca incisivit=C3=A0, rovesciandogli addosso una serie di "leggende =
metropolitane"=20
come l'abolizione dell'educazione fisica, la riduzione delle ore di=20
insegnamento per introdurre ore a pagamento e chi pi=C3=B9 ne ha =
pi=C3=B9 ne metta, si=20
svolgeva nel Consiglio dei ministri una battaglia semieroica, che =
vedeva la=20
vittoria finale delle posizioni antiriformatrici dei centristi (a =
difesa delle=20
scuole cattoliche) e del ministro del Tesoro (a difesa delle casse =
pubbliche).=20
Al termine di questa battaglia, la presunta decisionista Moratti =
cedeva il=20
campo e rinunciava a quasi tutti i contenuti riformatori del progetto=20
Bertagna. Ma l'opposizione non era pi=C3=B9 in grado di segnalare che =
l'articolato=20
della Moratti non configura una riforma dei cicli, n=C3=A9 bella =
n=C3=A9 brutta:=20
semplicemente lascia tutto cos=C3=AC com'=C3=A8. E quindi non era in =
grado di segnalare=20
l'affossamento della riforma: l'esito pi=C3=B9 grave e pi=C3=B9 =
dannoso, ben pi=C3=B9 grave e=20
pi=C3=B9 dannoso di quanto sarebbe stata una riforma un pochino =
pi=C3=B9 di destra di=20
quella di Berlinguer. Con ci=C3=B2 l'opposizione rinunciava, in nome =
della=20
propaganda antiberlusconia alla sua vocazione riformista. Come =C3=A8 =
stato=20
efficacemente scritto: "[tale scelta] 1) ha impedito di mettere in =
luce lo=20
scarto propositivo tra quel testo [Bertagna] e l=C2=B9articolato, =
abbuonando in tal=20
modo al ministro la sua incapacit=C3=A0 di tenere una posizione =
coerente; 2) ha=20
schiacciato il dissenso in forme radicali e negative, allontanandolo=20
pericolosamente dalla linea di un=C2=B9opposizione di governo; 3) di =
conseguenza,=20
sotto le macerie di una critica non selettiva, ha finito per =
seppellire anche=20
l=C2=B9elaborazione culturale maturata nel centrosinistra durante la =
scorsa=20
legislatura, quando sembravano superate per sempre le obiezioni =
ideologiche=20
alla parit=C3=A0 scolastica, all=C2=B9articolazione della carriera =
docente, alla=20
diversificazione dei percorsi di apprendimento fra istruzione e una =
formazione=20
professionale rinnovata, alla competizione virtuosa fra singole scuole =
e alla=20
loro valutazione". (P. Ferratini, La riforma Berlinguer-Moratti, il =
Mulino, 2,=20
2002)<BR>Mancando la critica selettiva, si spalanca la strada agli =
attacchi di=20
matrice ideologica. Si =C3=A8 dunque attribuita al ministro la =
volont=C3=A0 di=20
dequalificare la scuola pubblica, con il preciso intento di favorire =
quella=20
privata (cattolica) o, alternativamente, di trasformarla in =
un=C2=B9azienda:=20
argomentazioni desunte dall=C2=B9armamentario ideologico che ormai =
ogni anno=20
stancamente viene ripresentato nelle assemblee studentesche, diretto =
allo=20
stesso modo contro l=C2=B9autonomia, contro la parit=C3=A0, contro la =
riforma dei cicli,=20
comunque targate. Argomentazioni senza senso in bocca a politici ed =
esperti di=20
scuola, che impediscono di vedere, e di denunciare all=C2=B9opinione =
pubblica, la=20
mancanza di decisione, la debolezza di direzione, la sciatteria,=20
l=C2=B9inconcludenza che sono la vera cifra del ministero Moratti, e =
che faranno=20
segnare il passo alla nostra scuola per l=C2=B9intera legislatura, con =
danno enorme=20
per il paese.<BR>Unico punto concreto sembra offrirsi all=C2=B9attacco =

dell=C2=B9opposizione: l=C2=B9istituzione di un canale professionale, =
che si vorrebbe di=20
qualit=C3=A0, a partire dalla conclusione delle medie, mentre la =
riforma Berlinguer=20
lo prevedeva dopo il primo biennio delle superiori, cio=C3=A8 alla =
fine della=20
scuola dell=C2=B9obbligo.<BR>Si =C3=A8 detto che si tratta di una =
inammissibile=20
anticipazione della scelta, motivata da chiari intenti classisti, si =
=C3=A8 detto=20
che si vuole introdurre una scuola di serie A per pochi e una di serie =
B per=20
molti (ignorando allegramente che il comparto professionale si =
riferisce a=20
circa il 30% dei giovani): si =C3=A8 detto addirittura, con palese =
assurdit=C3=A0, che=20
si vuole reintrodurre il famigerato avviamento (che corrispondeva agli =
anni=20
della scuola media, e quindi =C3=A8 del tutto fuori questione). =
Vediamo questo=20
punto un po=C2=B9 pi=C3=B9 da vicino. Intanto, la differenza tra =
l=C2=B9et=C3=A0 della scelta=20
nella riforma Berlinguer e in quella Moratti, a causa della durata =
maggiore=20
del blocco "elementari + medie" in quest=C2=B9ultima, =C3=A8 di un =
solo anno:=20
quattordici invece di quindici. La differenza pu=C3=B2 essere =
rilevante, sia per=20
l=C2=B9importanza cha ha un anno nella vita di un adolescente, sia =
perch=C3=A9 si pu=C3=B2=20
considerare essenziale che l=C2=B9obbligo sia interamente svolto in =
una scuola=20
unica: =C3=A8 difficile tuttavia che una differenza di un anno =
giustifichi una=20
guerra di religione; pi=C3=B9 sensato e pi=C3=B9 utile sarebbe =
mettersi a discutere.=20
Tenendo conto di alcuni elementi di contesto. Innanzitutto, che =
l=C2=B9assenza di=20
un serio e efficace canale di istruzione professionale =C3=A8 una =
grave lacuna del=20
sistema scolastico italiano, protrattasi nel dopoguerra per =
l=C2=B9impossibilit=C3=A0 di=20
mettere d=C2=B9accordo la cultura pedagogica laica, di tendenza =
egualitarista, e=20
quella cattolica, pi=C3=B9 attenta alla necessit=C3=A0 di assistere i =
bisognosi: una=20
lacuna alla quale non a caso il programma dell=C2=B9Ulivo del 1996 - =
per il=20
personale impulso di Prodi - dedicava molta attenzione, indicando la =
necessit=C3=A0=20
di sviluppare in quantit=C3=A0 e qualit=C3=A0 l'istruzione =
professionale, anche con=20
l'istituzione di una scuola tecnica post-secondaria. Valeva in quel =
caso - e=20
dovrebbe valere ancora - la riflessione sull=C2=B9esempio dei =
principali paesi=20
europei, che prevedono un canale professionale (talvolta con una =
scelta ben=20
pi=C3=B9 precoce, che oggi giustamente si pensa di posticipare. non =
perch=C3=A9=20
classista, ma perch=C3=A9 ormai inadeguata alle esigenze del mercato =
del lavoro)=20
forte e culturalmente qualificato, che contribuisce a determinare alte =

percentuali di successo formativo. garantendo cos=C3=AC un livello di =
equit=C3=A0 che il=20
nostro sistema =C3=A8 ben lontano dal raggiungere, caratterizzato =
com'=C3=A8 da=20
risultati molto negativi in termini di insuccessi e abbandoni. La =
condizione=20
per il raggiungi mento di questi obiettivi =C3=A8 evidentemente che =
sia prevista=20
una effettiva spendibilit=C3=A0 dei crediti ottenuti in caso di =
passaggio da un=20
canale all'altro. La riforma Berlinguer non aveva affrontato appieno =
questo=20
nodo, concentrandosi sull'elevamento dell'obbligo scolastico e optando =
per la=20
creazione di un sistema unitario di licei. La riforma Moratti lo fa, =
almeno=20
nelle intenzioni, motivata anche dal passaggio alle regioni, =
intervenuto con=20
la riforma del titolo V della Costituzione (approvata dal =
centrosinistra nella=20
passata legislatura) delle competenze sull=C2=B9istruzione =
professionale. Anche per=20
questo, dunque, sarebbe opportuno e doveroso discutere sulla =
qualit=C3=A0 e la=20
struttura della "seconda via" professionale; sul rapporto tra cultura =
generale=20
e attivit=C3=A0 di tirocinio al suo interno; sulla effettivit=C3=A0 =
dei passaggi tra una=20
filiera e l=C2=B9altra; sugli sbocchi occupazionali e =
sull=C2=B9accesso all=C2=B9istruzione=20
post-secondaria; sul rapporto tra indirizzo nazionale e competenze =
regionali=20
(M. Di Lisa, La riforma Moratti: errori e possibilit=C3=A0, =C5=92Le =
ragioni del=20
socialismo=C2=B9, 67, 2002). Dentro questa discussione pu=C3=B2 =
entrare anche - ma in=20
modo, si capisce, del tutto diverso da quello usato sin qui, il =
discorso=20
sull'et=C3=A0 di inizio del percorso. Non c'=C3=A8 bisogno di =
aggiungere che se=20
l'opposizione non far=C3=A0 la sua parte in questa discussione si =
assumer=C3=A0 una=20
grave responsabilit=C3=A0 di fronte al paese e in particolare, in =
questo caso,=20
proprio rispetto a quei ceti pi=C3=B9 deboli che toccherebbe a lei =
rappresentare e=20
tutelare. La sinistra segner=C3=A0 un drammatico passo indietro, se in =
questa=20
discussione far=C3=A0 prevalere una vecchia idea egualitarista, che ha =
mostrato il=20
suo fallimento nella storia decennale della scuola italiana, e che =
appariva=20
superata nelle elaborazioni programmatiche e nelle riforme attuate =
dall'Ulivo.=20
Il problema del sistema italiano d'istruzione =C3=A8 oggi quello della =
sua=20
inefficienza e quindi della sua iniquit=C3=A0: raramente gli =
insuccessi e gli=20
abbandoni colpiscono i figli di genitori gi=C3=A0 dotati di titolo di =
studio=20
superiore. Se anche la scuola non =C3=A8 pi=C3=B9 il principale canale =
d=C2=B9ascesa sociale,=20
conserva la sua capacit=C3=A0 di escludere alcuni giovani dal percorso =
formativo,=20
mettendoli ai margini di una societ=C3=A0 sempre pi=C3=B9 esigente in =
termini di=20
informazione e capacit=C3=A0 di autonomia. Destinandoli se vogliamo =
usare=20
un=C2=B9immagine, al mondo della televisione piuttosto che =
all=C2=B9universo dei=20
computer. Questa iniquit=C3=A0 =C3=A8 anche, per il paese nel suo =
insieme, un=20
inammissibile spreco di risorse che si risolver=C3=A0 nel quadro =
dell'unificazione=20
economica europea in uno svantaggio soggettivo per i giovani italiani. =
Il=20
primo obiettivo di chiunque affronti la riforma della scuola oggi =
=C3=A8 dunque=20
evirare questo svantaggio e questo spreco di risorse, seguendo =
l'esempio dei=20
paesi a noi vicini e affini, che gi=C3=A0 si sono mossi in questa =
direzione. Ci=C3=B2=20
equivale a dire che sulla scuola agisce un vincolo che riguarda la =
posizione=20
del paese Italia nel contesto europeo, e che =C3=A8 lo stesso per =
chiunque sia al=20
governo. Se si aggiunge la considerazione dei tempi lunghi necessari =
per una=20
seria riforma dei cicli scolastici (ben argomentata dal saggio di =
Norberto=20
Bottani nel numero di Italianieuropei 3/02 ndr ), si capisce che =
questo=20
delicatissimo tema non pu=C3=B2 essere abbandonato alla polemica =
politica tra gli=20
schieramenti. Non voglio con ci=C3=B2 dire che si tratti di un tema =
bipartisan=20
(concerto peraltro abusato, che sarebbe bene limitare a pochissime =
questioni=20
essenziali). Voglio dire che, come nel caso della politica europea si=20
confrontano - anche duramente - diversi progetti, diversi modi =
d'intendere=20
l'evoluzione istituzionale dell'Unione, nei quali non =C3=A8 difficile =
riconoscere=20
i lineamenti "di destra" e "di sinistra", ma tutti saldamente =
all'interno di=20
un quadro di scelte e di valori comune a tutti; cos=C3=AC anche per la =
scuola si=20
dovrebbe arrivare ad una situazione nella quale si confrontino e si =
sfidino=20
diversi progetti e diversi modi d'intendere, l'uno probabilmente =
pi=C3=B9=20
liberista, o pi=C3=B9 privatista o pi=C3=B9 regionalista, l'altro =
pi=C3=B9 equitativo, pi=C3=B9=20
nazionale, pi=C3=B9 statalista. Un confronto che deve tuttavia basarsi =
sui fatti e=20
sui numeri reali della nostra scuola, su una visione d'insieme delle =
sue reali=20
necessit=C3=A0 e degli obiettivi da raggiungere che non pu=C3=B2 non =
essere comune.=20
Mettere in gioco un armamentario ideologico del tutto inadeguato ai =
problemi=20
attuali, e gi=C3=A0 superato dalla sinistra, come quello che =C3=A8 =
stato usato per la=20
polemica sulla formazione professionale, ha la stessa =
plausibilit=C3=A0 e la stessa=20
forza riformista che avrebbe chiedere ancora l'uscita dell'Italia =
dalla NATO.=20
E, considerando il ruolo avuto dalla sinistra nelle ultime =
legislature, la=20
stessa carica di autolesionismo che avrebbe mettere in discussione =
l'adesione=20
del nostro paese alla moneta unica europea. <BR><BR>Da Italianieuropei =
- 3/02=20
- pagg. 127- 134<BR><BR><BR><BR></TT></BLOCKQUOTE></BODY></HTML>

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