perfettamente dd'accordo su tutto. veramente.
un bacio
m
> Da: Linbo <aborrone@???>
> Risposta: cerchio@???
> Data: Mon, 9 Sep 2002 15:01:28 +0200
> A: cerchio@???
> Oggetto: Re: [Cerchio] SUL VEGETARIANISMO
>=20
> Siccome questo post mi sembra sia un contributo alla discussione partita
> dalla trippa di Matilde rispondo un po' allo scritto e un po' a tutti
> gli altri. Piu' che altro vorrei tentare di spiegare meglio il mio punto
> di vista, non per impartire verita' assolute ma semplicemente il mio
> punto di vista, nella speranza di non offendere nessuno.
>=20
> Da questo scritto si legge dell'amore che come per gli uomini dovrebbe
> essere per gli animali e i vegetali. Ma allora non capisco come sia
> ammissibile che si utilizzino gli animali per i lavori anche piu'
> leggeri. Che sia allora consentita la schiavitu' degli animali? E allora
> anche quella degli uomini?
> Come possiamo noi sapere se il mulo e' contento di portare per
> noi i pesi? Immagino che non lo sia, cosi' come non lo e' il cavallo di
> portarci sulla schiena, la vacca di sfornare latte 365 giorni all'anno e
> la pecora di farsi tosare.
> Pare quasi che questo scritto dica: "non ammazzate gli animali,
> convinceteli a lavorare per noi, a sopportare le fatiche che noi non
> vogliamo sostenere".
> A me pare ipocrita in un contesto di amore (fuori dalle reali necessita'
> dell'uomo) descritto da Reclus.
>=20
> E poi, e' falso affermare che non occorre subordinare la nostra vita agli
> animali "infinitamente piccoli" o a "invisibili animali" ogni essere ha
> il suo ruolo nell'ecosistema. Gli "infinitamente piccoli" nutrono i
> piccoli e i piccoli i grandi. Non e' forse la scomparsa dei
> micro-organismi, o la scomparsa di alcuni micro-organismi a dispetto di
> altri, la principale causa del disequilibrio di certi sistemi ecologici?
> Non basta non mangiare carne o derivati da animali, non basta per
> salvare gli animali. Se si vuole veramente farlo occorre anche
> rinunciare a tutto cio' che e' frutto dell'inquinamento quindi tutto
> cio' che e' sintetico, tutto cio' che comporta lavorazioni con materiali
> inquinanti. Non e' voler cercare l'ago nel pagliaio, a me pare sia la
> pura e semplice realta' dei fatti. Qual'e' la proporzione tra animali
> uccisi dall'allevamento e animali uccisi per avvelenamento? Non dico che
> uno sia piu' dell'altro ma che entrambi hanno cifre da diversi zeri.
> Quindi dico puo' essere preso in considerazione piu' l'uno che l'altro?
> Possono essere cosi' nettamente separati? Nel senso: e' possibile
> impegnarsi cosi' a fondo nell'uno e non nell'altro? Scindere i discorsi?
> Per me no, non riesco a parlare di vegetarianesimo (si dice cosi'????)
> senza parlare di inquinamento e vice versa.
>=20
> Si dice che, se i campi ora coltivati per il nutrimento degli animali
> fossero coltivati per il nutrimento diretto dell'uomo, ci sarebbe cibo
> per tutti ma si tralascia di prendere in considerazione il come
> coltivare questi terreni. Centinaia di ettari coltivati come? In un
> sistema capitalista? Comunista? Su larga scala? Provate voi ad arare e
> seminare appezzamenti di ettari! E' facile dire convertiamo tutto
> all'agricoltura. E poi? Si continua con coltivazioni intensive come ora?
> Con anticriptogamici e insetticidi vari? Con concimi chimici? Con la
> distruzione dei sistemi idrogeologici per l'irrigamento?
> Non sono un agronomo ma mi sembra che questi siano i problemi che noi
> tutti solleviamo per quel poco che c'e' ora di coltivato cosa
> succederebbe con il doppio, il triplo di aree coltivate?
>=20
> Ben piu' logico sarebbe allora criticare anche l'agricoltura nello
> stesso ambito dell'allevamento, non scindere le due cose, mai per non
> cadere nell'ipocrisia e nel falso.
> Voglio un'agricoltura di piccoli appezzamenti e un allevamento che
> fornisca il necessario alle mie uniche esigenze. Un'agricoltura
> biodinamica che per ovvi motivi non necessita ne del trattore ne del bue
> per l'aratura, ne del camion ne del cavallo (e relativo carro) per il
> trasporto. Un allevamento che sia a misura d'uomo per cui l'ammazzare un
> maiale o una vacca significa lavoro, fatica. Sarebbe idiota allevare per
> poi buttare visto che tutti gli sforzi sarebbero miei.
>=20
> Ma questo poche persone lo mettono in considerazione perche'
> e' faticoso, perche', come si dice dalle mie parti, "la tera l'e' basa"
> ossia ci si spezza la sciena a zappare. Allora che fare? Eliminare anche
> l'agricoltura?=20
>=20
> Da questo dato di fatto dico che
> preferisco ammazzare il maiale che ho allevato per un anno per ricavare
> cio' che mi necessita (non molto in una vita semplice) piuttosto che
> inquinare il pianeta per un pezzo di plastica. Ed anche qui forse si
> potrebbe raggiungere un compromesso perche' taluni procedimenti sono
> tollerabili se non su larga scala, se effettivamente proporzionati alle
> esigenze. Esempio il computer. Nel mio computer ho la radio, la tv, il
> televideo, il modem per telefonare e faxare, vedere filmati dalla
> cinepresa e foto, piu' altri mille modi di comunicazione e istruzione.
> Con poco piu' di un milione e mezzo di vecchie lire sono riuscito ad
> avere tutto questo e chissa' cos'altro potrei farci di utile. Quindi
> penso a chi invece ha il computer, il televisore, il fax, il telefono,
> il videoregistratore, tonnellate di carta in enciclopedie, ecc. ecc. Per
> me questo e' una tecnologia accettabile, pensando che e' possibile far
> girare il tutto in bassa tensione dato che l'elettronica va a 12V
> normalmente. Basterebbe un compurer usato nella sua interezza per
> eliminare quante altre cose? Quanto pensate che costi in realta' un pc?
> E uno schermo piatto? Niente, non costa nulla e io mi ci troverei
> benissimo a lavorare di giorno e scambiare quattro parole via mail la ser=
a.
>=20
> Quindi come dicevo in una mail precedente, occorre saper trovare il giust=
o
> peso delle cose, cosi' come per i materiali sintetici cosi' per la carne.
>=20
> La mia speranza e' che portando ad una piu' alta consapevolezza delle cos=
e
> che ci circondano se all'inizio se ne ridurrebbe la necessita' questa
> finirebbe per scendere presto a zero, in buona parte dei casi.
> Non voglio fare il predicatore, semplicemente questa e' l'idea che mi
> son fatto in base alle mie esperienze e, siccome la trovo fattibilissima
> senza troppe rinunce ma anzi con diversi guadagni, cerco di farla sapere
> anche ad altri.
> Perche' non e' possibile passare da "tutto" a "niente", occorre che il
> cambiamento sia compreso e metabolizzato e che sia frutto del proprio
> pensiero. Solo cosi' si puo' ragionevolmente pensare a un non rigetto.
>=20
> Mi sta bene che ci siano i vegetariani e non li colpevolizzo, anzi, ma vo=
rrei
> anche non essere colpevolizzato io: che mangio carne, con la consapevolez=
za
> di cio' che questo comporta; che uso il cuoio al posto di altri
> materiali.
>=20
> Il discorso sulla crudelta' dell'uccisione, del macello, e' vero ma mi
> sembra alquanto enfatizzato, per alcuni puo' ispirare gli stessi
> sentimenti, le stesse emozioni il tagliare le piante per prodursi legna
> da ardere piuttosto che scavare la terra per estrarre carbone o il
> prosciugare una palude per bonificarla. Tutto e' relativo. Per me, la
> verita' e' che facciamo un uso incoscente delle cose e della natura e
> questo comporta dei danni irreparabili. L'uomo non puo' pensare di non
> arrecare danno; non per come si e' sviluppato. I primitivisti per
> questa ragione sostengono il ritorno ad una vita basata sulla
> raccolta/caccia, uomini allo stato selvatico ma io mi chiedo: come e'
> possibile far tornare indietro la cultura? Come e' possibile abbandonare
> tutto lo scibile? Come e' possibile che gli uomini perdano il senso
> della ricerca del sapere, la curiosita' e la fantasia che si e'
> sviluppata in noi? Propendo per un'ulteriore passo avanti verso una
> definitiva presa di coscenza di cio' che ci circonda. Solo considerando
> cio' che e' stato come un'esperienza che ci serva da insegnamento
> potremmo riparare agli errori commessi (sembro un predicatore americano
> di quelli che si sentono in tv).
>=20
> Poi si sa, tutto deve essere accompagnato da un amore incondizionato per
> la liberta' di ognuno e di tutti, uomini animali e vegetali.
>=20
> PS
> Azz... lunghissima!
>=20
> On Sat, Sep 07, 2002 at 12:36:01AM +0200, malega wrote:
>>=20
>>=20
>>> * Questo scritto, qui pubblicato quasi integralmente, apparve dapprima =
in
>>> inglese su =ABTh=E8 Humane Review=BB, voi. 1, gennaio 1901, pp. 316-324, ment=
re
>> la
>>> versione francese fu pubblicata successivamente, nello stesso anno, in =
=ABLa
>>> R=E9forme alimentaire=BB, marzo 1901, pp. 37-45. Il testo fu poi ristampato
>> come
>>> opuscolo sia in francese sia in inglese ed =E8 circolato fino ai nostri
>>> giorni.
>>>=20
>>>=20
>>> Scritto da ELISEO RECLUS...GEOGRAFO E ANARCHICO TRA LA FINE DELL'800 E =
LA
>>> PRIMA PARTE
>>> DEL '900.
>>>=20
>>>=20
>>> SUL VEGETARIANISMO*
>>>=20
>>> Uomini di grandissimo valore, igienisti e biologi, hanno stu-
>>>=20
>>> diato cos=EC a fondo i problemi relativi all'alimentazione abituale
>>>=20
>>> che mi guarderei bene dal dare prova d'incompetenza esprimen-
>>>=20
>>> do la mia opinione sull'alimentazione animale e vegetale. A cia-
>>>=20
>>> scuno il suo mestiere. Non essendo ne chimico ne medico, non
> per cancellarsi dalla lista, andare su
> https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio
>=20