R: [Cerchio] apologia all'ozio

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Autor: magali
Datum:  
Betreff: R: [Cerchio] apologia all'ozio
dio le fa e poi le accoppia!

----- Original Message -----
From: "marina" <fe11408@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Monday, September 09, 2002 2:51 PM
Subject: R: R: [Cerchio] apologia all'ozio


Anche lei è dotata di pessimo gusto...
m

-----Messaggio originale-----
Da: cerchio-admin@??? [mailto:cerchio-admin@inventati.org] Per
conto di Alessandra
Inviato: lunedì 9 settembre 2002 22.25
A: cerchio@???
Oggetto: Re: R: [Cerchio] apologia all'ozio

Ah, beh, grazie, in vacanza ci sei venuta con me...E adesso me lo chiami
pessimo gusto?? Per ricucire da un lato strappi dall'altro.
Adesso alliscia di qua

> De: "marina" <fe11408@???>
> Responder a: cerchio@???
> Fecha: Mon, 9 Sep 2002 13:23:27 +0200
> Para: <cerchio@???>
> Asunto: R: [Cerchio] apologia all'ozio
>
> Si in effetti hai ragione, ma cerca di comprendermi sono una donna
> dotata di pessimo gusto...
> m
>
> -----Messaggio originale-----
> Da: cerchio-admin@??? [mailto:cerchio-admin@inventati.org]

Per
> conto di magali
> Inviato: venerdì 30 agosto 2002 19.07
> A: cerchio@???
> Oggetto: Re: [Cerchio] apologia all'ozio
>
> ...è inutile che adesso mi ti allisci, io sono profondamente offesa

con
> te;
> ho passato tutta l'estate ad aspettarti ai 'sassi neri' e tu invece
> (fetiente!) hai preferito i lidi del Marocco... :)
>
> ----- Original Message -----
> From: "marina" <fe11408@???>
> To: <cerchio@???>
> Sent: Thursday, August 29, 2002 3:51 PM
> Subject: Re: [Cerchio] apologia all'ozio
>
>
> vorrei assegnarti l'imperituro premio "spunti stimolanti 2002".
> veramente.
> magali da te arrivano sempre dei bellissimi testi.
> grazie
> m
>
>> Da: "magali" <magali77@???>
>> Risposta: cerchio@???
>> Data: Thu, 29 Aug 2002 12:20:25 +0200
>> A: <cerchio@???>
>> Oggetto: [Cerchio] apologia all'ozio
>>
>> CLÉMENT PANSAERS
>> L'apologia dell'ozio
>> Se c'è una cosa che viene regolarmente subissata dalla riprovazione
>> generale, è l'ozio, considerato una bestemmia in un mondo che ha

fatto
> del
>> lavoro la propria religione. E per lavoro non bisogna intendere solo
> la
>> sofferenza cui siamo sottoposti per sbarcare il lunario, ma ogni
> sforzo ed
>> ogni attività effettuati in nome dell'utile, del giusto, del vero,
> calcolati
>> in vista di un tornaconto, di un riscontro, di un guadagno.
>> Accade così che a disprezzare l'ozio siano non solo i sostenitori di
> un
>> sistema produttivo "alla giapponese", per ovvi motivi, ma anche chi

si
>> oppone a tale sistema ed ai suoi valori di efficienza, velocità,
>> produttività. Infatti la critica al lavoro sfocia difficilmente
>> nell'apologia dell'ozio, che viene considerato ancora secondo la
> vecchia
>> ottica cristiana come "padre di tutti i vizi". Del resto per avere
> un'idea
>> della pessima fama di cui gode l'ozio, basterebbe dare un'occhiata ad
> un
>> vocabolario e leggerne la definizione: "abituale e viziosa inerzia,
> per lo
>> più dovuta a neghittosità, infingardaggine, scarso senso del dovere",
> ma
>> anche "vita lussuosa e spensierata consentita dall'agiatezza
> economica".
>> Queste definizioni hanno se non altro il merito di spiegare come
> l'ozio
>> possa essere l'oggetto di una comune esecrazione: è disprezzato dagli
>> sfruttatori perché danneggia il ritmo produttivo del capitale, e

dagli
>> stalinisti perché a loro modo di vedere simboleggia i privilegi degli
> stessi
>> capitalisti. Insomma, il senso comune insegna che una persona oziosa

è
>> abulica, senza interessi, indolente, priva di energia: incapace di
> lavorare
>> quanto di fare la rivoluzione.
>> Ma il vocabolario trova nella sua infallibilità descrittiva il

proprio
>> limite. Tanto per fare un esempio, alla voce "polizia" non indicherà
> anche
>> la sua funzione repressiva, fatta di pestaggi, di morti ammazzati, di
>> torture e di soprusi quotidiani. Così come non è in grado di

spiegarci
>> perché un individuo scegliendo di oziare sia affetto da "inerzia" o
> abbia
>> uno "scarso senso del dovere". Ma noi sì. Noi sappiamo fin troppo

bene
>> perché non si ama lavorare o non si ha senso del dovere: perché non

si
> vuole
>> buttare via la propria esistenza per qualcun altro o qualcos'altro,

ma
>> viverla solo per se stessi, per il proprio godimento.
>> L'ozio è odiato in misura della sua gratuità, del rifiuto che implica
> di
>> lavorare per chicchessia, per il suo stretto legame con il piacere e
> la
>> voluttà. Fare nulla, produrre nulla, ecco qual'è la colpa maggiore di
> chi
>> ozia per chi preferisce stare ad ascoltare la voce del padrone o

della
>> causa, anziché la propria. Il disprezzo nei confronti dell'ozio va
> quindi
> di
>> pari passo con la rivendicazione del diritto al lavoro, questa
> terrificante
>> forma di miseria umana tanto diffusa in tutta Italia, in base alla
> quale
> gli
>> schiavi si incatenano e si seppelliscono da soli, solo per poter
> continuare
>> ad essere incatenati e seppelliti dai loro padroni. Non esiste
> spettacolo
>> più triste ed umiliante di uno schiavo che rivendica il diritto alla
> propria
>> schiavitù e a quella altrui.
>> Questo testo, "L'Apologia dell'Ozio", risente molto dell'influenza

che
> il
>> Tao, con la sua filosofia del "non-fare" (we-wei), esercitò sul suo
> autore
>> Clément Pansaers, dadaista dei più radicali e sconosciuto ai più, e

ha
> il
>> pregio di sottolineare fortemente la sostanziale complicità che

unisce
>> l'ozio all'eros.
>> Non è forse vero che il letto è il luogo ozioso per eccellenza? E non
> è
>> forse vero che la critica al lavoro e ai luoghi fisici in cui viene
>> esercitato (uffici e fabbriche), se può essere talora tollerata in
> sede
>> politica, non verrebbe accettata se lanciata da una alcova? Eppure il
> letto
>> è uno dei pochi posti al mondo dove la legge del capitale viene messa
> a
> dura
>> prova, tant'è che si cerca disperatamente di farne una semplice
> stazione
> di
>> riposo. Un tentativo inutile. Malgrado tutte le ridicole pretese

delle
>> formichine del produttivismo, a letto non ci si limita a ricaricare

le
> pile
>> per affrontare una nuova giornata di lavoro: a letto si sogna, ci si
>> accarezza, si gode fino al punto di diventare sordi agli ordini,
> insensibili
>> alla paura, avidi di infinite voluttà.
>> È vero, l'ozio rappresenta la vita "lussuosa e spensierata", una vita
> ricca
>> di piacere e divertimenti. Solo che, a dispetto di tutti i vocabolari
> di
>> questo mondo, questa vita non sarà resa possibile dall'agiatezza
> economica,
>> uno squallido privilegio per pochi pescecani, ma al contrario sarà
> data
>> dalla distruzione stessa dell'economia, dalla soppressione dei
> concetti
> del
>> dare e dell'avere, del lavoro e del riposo, dell'utile e

dell'inutile.
> Così,
>> se c'è una cosa per cui valga la pena di alzarsi dal letto, è per

fare
> una
>> rivoluzione che ci permetta di vivere oziando, di gustare gioie

sempre
> più
>> intense.
>> L'apologia dell'ozio è dunque un primo passo verso la liquidazione di
> chi
>> vorrebbe imporre la brutalità del lavoro, sia nella sua attuale forma
>> capitalistica, sia nella sua versione socialista del "lavoro giusto"
> che
>> vorrebbe farci lavorare tutti ma meno - aspirazione tipica di chi
> avendo
>> bandito il piacere dalla propria vita, è intenzionato a proibirlo
> anche
> agli
>> altri.
>>
>>
>> da www.ecn.org/elpaso/distro/ozio.htm
>>
>> per cancellarsi dalla lista, andare su
>> https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio
>>
>
> per cancellarsi dalla lista, andare su
> https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio
>
>
>
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> https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio
>
>
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> https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio


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