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Szerző: malega
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Dipendenti come schiavi, manette al circo Togni


Tenevano prigionieri tre indiani sikh, sequestrando loro il passaporto, e li
costringevano a vivere di avanzi dei pasti. In manette il marito e il figlio
di Lidia Togni.

AREZZO - Tenevano prigionieri i dipendenti immigrati del Circo e li
costringevano a mangiare gli avanzi dei pasti. Con queste sconcertanti
accuse sono finiti in manette ad Arezzo il marito e il figlio di Lidia
Togni, proprietari del circo "Togni Meravigliao due piste".
I tre indiani sikh erano stati reclutati con la promessa di un regolare
contatto di lavoro, invece, stando alle indagini dei carabinieri, il marito
45 enne di Lidia Togni, e il figlio di venti anni, avrebbero sequestrato
loro il passaporto, chiedendo loro di pagare duemila euro per riaverli. Per
ottenere questa cifra i tre erano costretti a lavorare "praticamente
segregati - dicono gli investigatori - sotto il controllo di un guardiano,
un loro connazionale di 61 anni, che alla fine ha deciso di fuggire dal
circo con loro". I quattro indiani scappati a Bergamo sono giunti ad Arezzo,
e qui hanno raccontato il calvario di umiliazioni e vessazioni subite.
Raccolta la denuncia i carabinieri hanno organizzato una trappola: i sikh
hanno contattato il marito di Lidia Togni, capo operaio del circo, e gli
hanno offerto di pagare la cifra richiesta per avere i passaporti. All'
appuntamento alla stazione di Bergamo per riscuotere però, l'uomo e il
figlio hanno trovato i carabinieri: appena avvenuto lo scambio tra soldi e
passaporto sono scattate le manette per estorsione aggravata in concorso. I
carabinieri roa indagano anche sull'ipotesi di favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina, cercando di stabilire il meccanismo con cui
gli stranieri venivano fatti entrare in Italia, e se lo stesso trattamento
sia stato riservato ad altri immigrati. Indagato, con denuncia a piede
libero, l'indiano che ha fatto arrivare i sikh in Italia.
(9 SETTEMBRE 2002, ORE 18:25)