Il seguente appello sta circolando in italiano e francese, in entrambi i
paesi coinvolti. Per favore, tagliate dal resto di /no/Giap, incollate in un
nuovo messaggio e fate circolare. Ovviamente, negli appelli fanno più
effetto le adesioni di persone note o che ricoprono incarichi pubblici etc.
ma può aderire chiunque. Possono aderire anche organizzazioni, gruppi e
associazioni, non solo singoli individui. Se aderite, è meglio non
aggiungersi alla lista e rispedire all'infinito: se possibile evitiamo
l'effetto "catena di S.Antonio". Mandate le adesioni agli indirizzi
riportati in calce. Grazie in anticipo. E' una lotta che ci sta molto a
cuore. Chi volesse ricevere la versione in francese, ce lo chieda.
APPELLO ALL'OPINIONE PUBBLICA DI FRANCIA
PERCHE' NON VENGANO ESTRADATI GLI ESULI POLITICI ITALIANI
L'estradizione frettolosa dalla Francia di Paolo Persichetti, e quella
minacciata di molti altri rifugiati italiani, ripete uno scenario che di
recente si è già visto troppe volte. Trascorso un tempo sufficientemente
lungo, si approfitta di un quadro storico e sociale completamente mutato per
regolare vecchi conti, confidando che nel frattempo la memoria del contesto
in cui gli eventi si produssero sia svanita.
Nel nostro caso, la speranza è che dopo dieci, quindici, vent'anni nessuno
ricordi quali circostanze indussero i governi francesi a concedere asilo a
persone, allora molto giovani, ricercate dalla giustizia italiana.
Se Mitterrand e i suoi successori lo fecero, non fu per ostilità verso
l'Italia e i suoi governanti. Fu invece perché, nell'intento di spegnere un
movimento di contestazione (solo qualche volta armato) che aveva coinvolto
centinaia di migliaia di individui, i governi, il sistema politico e la
magistratura italiani adottarono soluzioni normative e giudiziarie dette di
"emergenza".
Ciò volle dire sommarietà dei giudizi, uso esteso della delazione, mezzi
coercitivi per strappare le confessioni, pene eccedenti qualsiasi regola di
proporzionalità. Non a caso, un simile apparato repressivo (che condusse a
oltre centomila incriminati, quando le frange armate contavano un numero di
militanti molto inferiore) suscitò le proteste di Amnesty International e di
numerosi osservatori stranieri.
Tra questi il governo francese. Che comunque non concesse automaticamente
l'asilo a tutti, ma affidò alla propria magistratura non "emergenziale" il
vaglio delle richieste italiane di estradizione. La maggior parte furono
cassate come frutto di una "giustizia militare".
Nei rari casi in cui il governo francese assunse una decisione in prima
persona, fu per l'enormità delle circostanze. Esemplare proprio la vicenda
di Paolo Persichetti: condannato in appello (dopo che in primo grado era
stato assolto) a ventidue anni di carcere per un fumoso "concorso morale" in
omicidio, quando l'unico pentito che lo accusava aveva ritrattato.
Ma si dimentica troppo facilmente anche la cornice politica entro la quale i
reati attribuiti ai rifugiati in Francia furono commessi. L'Italia degli
anni Settanta e dei primi anni Ottanta non era affatto un paese normale.
Stragi attuate da neofascisti si rivelarono poi istigate o coperte dai
servizi segreti. Un'associazione riconosciuta con fini eversivi, la Loggia
P2, affiliava militari e uomini di potere. L'intera classe politica allora
al governo doveva, un decennio dopo, confessare la propria corruzione e
dissolversi nell'ignominia.
Di fronte a tanta vergogna, tutto andrebbe ridiscusso, in un ripensamento
storico che l'Italia non osa ancora intraprendere.
Oggi il governo italiano raccoglie non poche schegge delle forze eversive
che furono all'origine vera degli Anni di Piombo: P2, neofascisti, reduci
dei partiti sopraffatti dalle indagini sulla corruzione. Si professa
garantista, ma solo quando sono in gioco gli interessi materiali dei suoi
esponenti o dei suoi protetti. Si compone di personaggi dalle fedine penali
inguardabili.
Noi auspichiamo che il governo francese tenga presente tutto ciò, quando
dall'Italia gli giungono ambigue richieste di estradizione. Che lasci
perdere la stupidaggine della lotta globale a un terrorismo onnicomprensivo:
lui sa, come sappiamo tutti, che le persone da estradare non hanno nulla a
che vedere con Bin Laden o con i delitti delle sedicenti Brigate rosse,
riapparse sulla scena italiana in un momento di forte tensione sociale. Sia
capace, almeno lui, di riflessione storica.
In Italia è inutile tentare di avviarla: si continuano a confondere
questioni politiche e codice penale. Specie oggi, quando sono al governo
individui che rappresentano una sintesi tra le due cose.
Valerio Evangelisti (scrittore)
Serge Quadruppani (traduttore, scrittore)
Wu Ming (scrittori)
Lello Voce (poeta)
Luigi Bernardi (scrittore, editore, publicista)
Carlo Formenti (giornalista, Corriere della Sera)
Giorgio Agamben (filosofo)
Pino Cacucci (scrittore)
Davide Ferrario (regista)
Guido Chiesa (regista)
Stefano Tassinari (scrittore e giornalista)
Gianfranco Manfredi (scrittore e musicista)
Paolo Virgili (docente di statistica - Università di Camerino)
Renato Bossi (tecnico di laboratorio, GBH Genova)
Alessandra Guetta (animatrice, Milano)...
Spedire le adesioni a: <eymerich@???>, <serge.quadruppani@???>,
<roberto.bui@???>