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Gli effetti della marijuana sul sistema immunitario
Potrebbero essere positivi o negativi a seconda dei disturbi dei pazienti
La marijuana potrebbe avere effetti che vanno ben oltre quelli psicologici e alterare il funzionamento del sistema immunitario. I ricercatori tuttavia non hanno ancora stabilito se si tratta di effetti dannosi o se migliorano le capacità dellorganismo a combattere le infezioni.
Non è possibile fumare regolarmente marijuana afferma Thomas Klein, docente di immunologia alla University of South Florida negli Stati Uniti senza che questo influisca sul proprio sistema immunitario. Tuttavia, a causa della complessità del sistema immunitario, non possiamo ancora concludere se gli effetti che abbiamo osservato sugli esseri umani sono positivi o negativi.
Uno studio pubblicato sulla rivista Neuroimmunology ha mostrato per la prima volta come il fumo della marijuana alteri l'espressione di alcuni recettori sulle cellule del sistema immunitario. Questi effetti sono al centro di un acceso dibattito. Anche se sono necessari nuovi studi sugli esseri umani, quelli sugli animali indicano chiaramente che la marijuana e i suoi composti psicoattivi, i cannabinoidi, sopprimono alcune funzioni del sistema immunitario e le infiammazioni. Questo spiega Klein ci suggerisce che la marijuana o i cannabinoidi possano dare beneficio a chi soffre di disturbi infiammatori cronici, ma lo stesso non vale per le malattie infettive, come l'HIV". Se i risultati ottenuti sugli animali dovessero dimostrarsi veri anche per gli esseri umani, potrebbero portare allo sviluppo di medicine a base di cannabinoidi per malattie quali la sclerosi multipla o l'artrite reumatica.
I recettori che reagiscono al delta-9 tetraidrocannabinolo, o THC, sono stati trovati in vari tessuti del corpo e del cervello. Una sostanza simile alla THC, lanandamide, circola naturalmente nel nostro sangue e si lega a questi stessi recettori: prova che nel corpo umano esiste un sistema basato sui cannabinoidi che svolge un ruolo fisiologico nella normale immunità, oltre che influenzare l'umore.
Gli autori dello studio hanno analizzato campioni di sangue provenienti da 56 volontari sani, fra cui 10 fumatori sistematici di marijuana, di età compresa fra 22 e 46 anni. Poiché non esiste un metodo per studiare direttamente l'espressione dei recettori dei cannabinoidi nelle cellule del sistema immunitario, i ricercatori hanno esaminato il materiale genetico, l'RNA messaggero, che è il diretto precursore del recettore. L'espressione di questo precursore era consistente per tutte le età, sessi e gruppi etnici. Ma le cellule del sistema immunitario del sangue dei fumatori di marijuana esprimono livelli significativamente più elevati del recettore cannabinoide.