[Cerchio] placanica sta diventando come quei mafiosi che pen…

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Autor: marina
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Assunto: [Cerchio] placanica sta diventando come quei mafiosi che pentiti si giocano tutte le carte una ad una
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permettetemi uno sfogo: comunque sia andata che crepi.
che poi ci sia stato qualcuno ancora dentro quell'auto che sparava col
braccio fuori e che fosse evidentemente invisibile allo stronzo, beh mi par=
e
francamente improbabile . insomma quanto cazzo sono grandi sti blindati che
in 4 non ci si vede l'un l'altro???
m

Da: Khorakhan=E9-Trezzi <ugomoi@???>
Risposta: cerchio@???
Data: Fri, 23 Aug 2002 18:15:11 +0200
A: <cerchio@???>
Oggetto: [Cerchio] placanica sta diventando come quei mafiosi che pentiti s=
i
giocano tutte le carte una ad una


dal sito di carta www.carta.org

Mario Placanica, il carabiniere che uccise il manifestante
no global: "Vorrei essere ricevuto per potermi spiegare"
"Pap=E0 Giuliani incontriamoci io non sono un assassino"
"Gli direi che sono un ragazzo perbene finito in un incubo.
Avevo preso un colpo in testa. Pensavo: Qui mi fanno fuori"
di Pantaleone Sergi
CATANZARO - Venerd=EC 20 luglio 2001, Genova... E' passato poco pi=F9 di un ann=
o
e il carabiniere Mario Placanica racconta del sangue, di quei due colpi di
pistola sparati, di Carlo Giuliani ucciso. Fa un appello: "Vorrei incontrar=
e
il padre di quel ragazzo per dirgli che non sono un assassino. Posso
guardarlo negli occhi, posso parlargli. Ho sparato due volte, =E8 vero, ma
sicuramente non volevo uccidere, non ho sparato per ammazzare. Se il signor
Giuliani accetter=E0 di vedermi capir=E0 che sono un ragazzo per bene,
catapultato in un incubo che non sembra avere fine. Ero frastornato e non
vorrei che qualcuno oltre a me abbia sparato. Vorrei dirgli che non mi sent=
o
colpevole, che in una situazione di quel tipo poteva accadere di tutto, che
come a suo figlio una sorte tragica poteva toccare anche a me". E' agitato
il giovane carabiniere. Il suo nuovo avvocato, Vittorio Colosimo, lo
rincuora.
Se il signor Giuliani accettasse di incontrarla lei gli direbbe insomma che
non =E8 stata colpa sua?
"Proprio cos=EC. Queste cose ho da dirgli, pensando al suo e al mio dolore.
L'incontro con il signor Giuliani mi darebbe la forza per andare avanti.
Vorrei che comprendesse quel che mi sta accadendo, come io comprendo il
dolore di un padre. Sono angosciato per la morte di un ragazzo come me. Io
entro in crisi quando sento dire che sono l'assassino di quel ragazzo".
Resta il fatto che Carlo Giuliani =E8 morto. E per molti lei =E8 poco meno che
un nazista.
"Mi dispiace che alcuni mi considerino una camicia bruna. Non sono un
nazista, a me fa orrore il sangue. Vengo da una famiglia di onesti
lavoratori democratici, mio padre =E8 iscritto alla Cgil. La famiglia mi ha
insegnato ad avere rispetto per tutti. Sono vittima di una accusa grave e
ingiusta. Voglio tornare a vivere, cerco serenit=E0, comprensione da parte di
tutti, anche dal signor Giuliani".- Pubblicit=E0 -
Che cosa accadde quel giorno? Vuole ricordarlo?
"Genova quel luglio di un anno fa era calda in tutti i sensi. Il mio repart=
o
era arrivato in citt=E0 tre giorni prima. Tutti ragazzi, tutti in tensione
palpabile. Ci alloggiarono in Fiera, uscivamo solo per servizio. Quel giorn=
o
siamo andati a letto tardi, dopo l'una, ci siamo svegliati alle sei, gi=E0
mezzi stanchi, e ci siamo messi a scherzare tra di noi per alleggerire la
tensione. Ci hanno dato l'attrezzatura, scudi, tanfe, lacrimogeni. Ne ho
sparato quattro in aria prima che mi prendessero il fucile perch=E9 non sapev=
o
sparare. Era il mio primo servizio vero. Avevo fatto ordine pubblico in
Sicilia, allo stadio. Ero al Celeste di Messina, vicino a quel ragazzo
colpito da un petardo e morto".
Quando siete entrati in azione?
"Il reparto rimase tre ore davanti alla Fiera. Qualcuno perquisiva i
manifestanti in arrivo, altri stavano a guardare nervosi. I primi scontri l=
i
abbiamo avuti davanti al palco nel campo dei no-global. Lanciavano molotov,
pietre - una mi ha colpito a uno stinco - oggetti metallici. Non li abbiamo
attaccati, ci siamo solo difesi. E non nego che in tanti avevamo paura. Poi=
,
dopo le 14 e con due panini nello stomaco, ci siamo trovati nel posto in cu=
i
=E8 stato bruciato il blindato dei carabinieri. Siamo arrivati a piedi e siam=
o
entrati subito in azione".
Le cronache ricordano un inferno di fuoco e fumo. Com'era la situazione dal
suo punto di vista?
"C'era da impazzire. Mi sono sentito male per i gas lacrimogeni. Vomitavo, =
e
come ho visto il Defender sono salito a bordo per chiedere al carabiniere
Filippo Cavataio, che ho trovato l=EC, qualche rimedio per gli occhi. Tutto
attorno, da quello che potevo vedere, c'era il caos e i miei colleghi
tornavano indietro. Sul Defender sal=EC anche un altro carabiniere, Dario
Raffone, s'era sentito male anche lui".
Che cosa avete fatto?
"Da qui in poi i miei ricordi diventano sfuocati, tanto gli eventi sono
stati convulsi. Ho preso una botta in testa da quella trave infilata nel
Defender. Perdevo sangue, la mia faccia, le mie mani, la divisa, la pistola
erano insanguinate. Pure Cavataio era imbrattato di sangue. Ho pensato:
"Oggi mi cupano", oggi mi fanno fuori. Ho preso allora la pistola. Ho
sparato. Nella posizione in cui mi trovavo, semidisteso nell'auto, potevo
sparare solo verso l'alto. La mia mano con la pistola era al di dentro
dell'auto, ne sono certo, e non fuori come appare in qualche strana
immagine. Ho sparato due colpi in successione, uno sembra sia finito sul
muro della chiesa, l'altro - dicono - avrebbe ucciso Carlo Giuliani. Ero
sotto choc. Stai tranquillo, mi dicevano alcuni colleghi, che andiamo in
ospedale. Mi hanno detto che abbiamo incontrato Agnoletto sulla strada per
l'ospedale San Martino. Gli hanno chiesto se ci faceva passare. Pure Raffon=
e
perdeva sangue. Ma Agnoletto ce lo avrebbe impedito, costringendoci a un
giro pi=F9 lungo".
(23 agosto 2002)=20




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, di quei due colpi di pistola sparati, di Carlo Giuliani ucciso. Fa un appe=
llo: "Vorrei incontrare il padre di quel ragazzo per dirgli che non son=
o un assassino. Posso guardarlo negli occhi, posso parlargli. Ho sparato due=
volte, =E8 vero, ma sicuramente non volevo uccidere, non ho sparato per ammaz=
zare. Se il signor Giuliani accetter=E0 di vedermi capir=E0 che sono un ragazzo =
per bene, catapultato in un incubo che non sembra avere fine. Ero frastornat=
o e non vorrei che qualcuno oltre a me abbia sparato. Vorrei dirgli che non =
mi sento colpevole, che in una situazione di quel tipo poteva accadere di tu=
tto, che come a suo figlio una sorte tragica poteva toccare anche a me"=
. E' agitato il giovane carabiniere. Il suo nuovo avvocato, Vittorio Colosim=
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o al suo e al mio dolore. L'incontro con il signor Giuliani mi darebbe la fo=
rza per andare avanti. Vorrei che comprendesse quel che mi sta accadendo, co=
me io comprendo il dolore di un padre. Sono angosciato per la morte di un ra=
gazzo come me. Io entro in crisi quando sento dire che sono l'assassino di q=
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glia mi ha insegnato ad avere rispetto per tutti. Sono vittima di una accusa=
grave e ingiusta. Voglio tornare a vivere, cerco serenit=E0, comprensione da =
parte di tutti, anche dal signor Giuliani".- Pubblicit=E0 -<BR>
</FONT><FONT SIZE=3D"5">Che cosa accadde quel giorno? Vuole ricordarlo?<BR>
</FONT><FONT SIZE=3D"4">"Genova quel luglio di un anno fa era calda in t=
utti i sensi. Il mio reparto era arrivato in citt=E0 tre giorni prima. Tutti r=
agazzi, tutti in tensione palpabile. Ci alloggiarono in Fiera, uscivamo solo=
per servizio. Quel giorno siamo andati a letto tardi, dopo l'una, ci siamo =
svegliati alle sei, gi=E0 mezzi stanchi, e ci siamo messi a scherzare tra di n=
oi per alleggerire la tensione. Ci hanno dato l'attrezzatura, scudi, tanfe, =
lacrimogeni. Ne ho sparato quattro in aria prima che mi prendessero il fucil=
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ine pubblico in Sicilia, allo stadio. Ero al Celeste di Messina, vicino a qu=
el ragazzo colpito da un petardo e morto".<BR>
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</FONT><FONT SIZE=3D"4">"Il reparto rimase tre ore davanti alla Fiera. Q=
ualcuno perquisiva i manifestanti in arrivo, altri stavano a guardare nervos=
i. I primi scontri li abbiamo avuti davanti al palco nel campo dei no-global=
. Lanciavano molotov, pietre - una mi ha colpito a uno stinco - oggetti meta=
llici. Non li abbiamo attaccati, ci siamo solo difesi. E non nego che in tan=
ti avevamo paura. Poi, dopo le 14 e con due panini nello stomaco, ci siamo t=
rovati nel posto in cui =E8 stato bruciato il blindato dei carabinieri. Siamo =
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'era la situazione dal suo punto di vista?<BR>
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gas lacrimogeni. Vomitavo, e come ho visto il Defender sono salito a bordo p=
er chiedere al carabiniere Filippo Cavataio, che ho trovato l=EC, qualche rime=
dio per gli occhi. Tutto attorno, da quello che potevo vedere, c'era il caos=
e i miei colleghi tornavano indietro. Sul Defender sal=EC anche un altro cara=
biniere, Dario Raffone, s'era sentito male anche lui".<BR>
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</FONT><FONT SIZE=3D"4">"Da qui in poi i miei ricordi diventano sfuocati=
, tanto gli eventi sono stati convulsi. Ho preso una botta in testa da quell=
a trave infilata nel Defender. Perdevo sangue, la mia faccia, le mie mani, l=
a divisa, la pistola erano insanguinate. Pure Cavataio era imbrattato di san=
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