[Cerchio] placanica sta diventando come quei mafiosi che pen…

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Szerző: Khorakhané-Trezzi
Dátum:  
Új témák: [Cerchio] placanica sta diventando come quei pentiti che incartati si giocano tutti i mafiosi uno ad uno
Tárgy: [Cerchio] placanica sta diventando come quei mafiosi che pentiti si giocano tutte le carte una ad una
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dal sito di carta www.carta.org

Mario Placanica, il carabiniere che uccise il manifestante
no global: "Vorrei essere ricevuto per potermi spiegare"
"Pap=E0 Giuliani incontriamoci io non sono un assassino"
"Gli direi che sono un ragazzo perbene finito in un incubo.
Avevo preso un colpo in testa. Pensavo: Qui mi fanno fuori"
di Pantaleone Sergi
CATANZARO - Venerd=EC 20 luglio 2001, Genova... E' passato poco pi=F9 di =
un anno e il carabiniere Mario Placanica racconta del sangue, di quei =
due colpi di pistola sparati, di Carlo Giuliani ucciso. Fa un appello: =
"Vorrei incontrare il padre di quel ragazzo per dirgli che non sono un =
assassino. Posso guardarlo negli occhi, posso parlargli. Ho sparato due =
volte, =E8 vero, ma sicuramente non volevo uccidere, non ho sparato per =
ammazzare. Se il signor Giuliani accetter=E0 di vedermi capir=E0 che =
sono un ragazzo per bene, catapultato in un incubo che non sembra avere =
fine. Ero frastornato e non vorrei che qualcuno oltre a me abbia =
sparato. Vorrei dirgli che non mi sento colpevole, che in una situazione =
di quel tipo poteva accadere di tutto, che come a suo figlio una sorte =
tragica poteva toccare anche a me". E' agitato il giovane carabiniere. =
Il suo nuovo avvocato, Vittorio Colosimo, lo rincuora.
Se il signor Giuliani accettasse di incontrarla lei gli direbbe insomma =
che non =E8 stata colpa sua?=20
"Proprio cos=EC. Queste cose ho da dirgli, pensando al suo e al mio =
dolore. L'incontro con il signor Giuliani mi darebbe la forza per andare =
avanti. Vorrei che comprendesse quel che mi sta accadendo, come io =
comprendo il dolore di un padre. Sono angosciato per la morte di un =
ragazzo come me. Io entro in crisi quando sento dire che sono =
l'assassino di quel ragazzo".
Resta il fatto che Carlo Giuliani =E8 morto. E per molti lei =E8 poco =
meno che un nazista.
"Mi dispiace che alcuni mi considerino una camicia bruna. Non sono un =
nazista, a me fa orrore il sangue. Vengo da una famiglia di onesti =
lavoratori democratici, mio padre =E8 iscritto alla Cgil. La famiglia mi =
ha insegnato ad avere rispetto per tutti. Sono vittima di una accusa =
grave e ingiusta. Voglio tornare a vivere, cerco serenit=E0, =
comprensione da parte di tutti, anche dal signor Giuliani".- =
Pubblicit=E0 -
Che cosa accadde quel giorno? Vuole ricordarlo?
"Genova quel luglio di un anno fa era calda in tutti i sensi. Il mio =
reparto era arrivato in citt=E0 tre giorni prima. Tutti ragazzi, tutti =
in tensione palpabile. Ci alloggiarono in Fiera, uscivamo solo per =
servizio. Quel giorno siamo andati a letto tardi, dopo l'una, ci siamo =
svegliati alle sei, gi=E0 mezzi stanchi, e ci siamo messi a scherzare =
tra di noi per alleggerire la tensione. Ci hanno dato l'attrezzatura, =
scudi, tanfe, lacrimogeni. Ne ho sparato quattro in aria prima che mi =
prendessero il fucile perch=E9 non sapevo sparare. Era il mio primo =
servizio vero. Avevo fatto ordine pubblico in Sicilia, allo stadio. Ero =
al Celeste di Messina, vicino a quel ragazzo colpito da un petardo e =
morto".
Quando siete entrati in azione?
"Il reparto rimase tre ore davanti alla Fiera. Qualcuno perquisiva i =
manifestanti in arrivo, altri stavano a guardare nervosi. I primi =
scontri li abbiamo avuti davanti al palco nel campo dei no-global. =
Lanciavano molotov, pietre - una mi ha colpito a uno stinco - oggetti =
metallici. Non li abbiamo attaccati, ci siamo solo difesi. E non nego =
che in tanti avevamo paura. Poi, dopo le 14 e con due panini nello =
stomaco, ci siamo trovati nel posto in cui =E8 stato bruciato il =
blindato dei carabinieri. Siamo arrivati a piedi e siamo entrati subito =
in azione".
Le cronache ricordano un inferno di fuoco e fumo. Com'era la situazione =
dal suo punto di vista?
"C'era da impazzire. Mi sono sentito male per i gas lacrimogeni. =
Vomitavo, e come ho visto il Defender sono salito a bordo per chiedere =
al carabiniere Filippo Cavataio, che ho trovato l=EC, qualche rimedio =
per gli occhi. Tutto attorno, da quello che potevo vedere, c'era il caos =
e i miei colleghi tornavano indietro. Sul Defender sal=EC anche un altro =
carabiniere, Dario Raffone, s'era sentito male anche lui".
Che cosa avete fatto?
"Da qui in poi i miei ricordi diventano sfuocati, tanto gli eventi sono =
stati convulsi. Ho preso una botta in testa da quella trave infilata nel =
Defender. Perdevo sangue, la mia faccia, le mie mani, la divisa, la =
pistola erano insanguinate. Pure Cavataio era imbrattato di sangue. Ho =
pensato: "Oggi mi cupano", oggi mi fanno fuori. Ho preso allora la =
pistola. Ho sparato. Nella posizione in cui mi trovavo, semidisteso =
nell'auto, potevo sparare solo verso l'alto. La mia mano con la pistola =
era al di dentro dell'auto, ne sono certo, e non fuori come appare in =
qualche strana immagine. Ho sparato due colpi in successione, uno sembra =
sia finito sul muro della chiesa, l'altro - dicono - avrebbe ucciso =
Carlo Giuliani. Ero sotto choc. Stai tranquillo, mi dicevano alcuni =
colleghi, che andiamo in ospedale. Mi hanno detto che abbiamo incontrato =
Agnoletto sulla strada per l'ospedale San Martino. Gli hanno chiesto se =
ci faceva passare. Pure Raffone perdeva sangue. Ma Agnoletto ce lo =
avrebbe impedito, costringendoci a un giro pi=F9 lungo".
(23 agosto 2002)=20

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giorno=20
siamo andati a letto tardi, dopo l'una, ci siamo svegliati alle sei, =
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stanchi, e ci siamo messi a scherzare tra di noi per alleggerire la =
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hanno dato l'attrezzatura, scudi, tanfe, lacrimogeni. Ne ho sparato =
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pietre - una mi ha colpito a uno stinco - oggetti metallici. Non li =
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