risposta a panorama da parte dei compagni di vis à vis all'articolo
pubblicato sul link
http://www.mondadori.com/panorama/area_2/area_2_10913.htm
oppure sul sito di controinformazione:
http://www.kontrokultura.org/baiadeiporci/penorama.html
Si inoltra la copia della lettera di diffida inviata da "Vis-à-Vis" alla
direzione di "Panorama", in merito al mistificatorio articolo comparso
sull'ultimo fascicolo di tale rotocalco ... la campagna di intimidazione
sciacallesca contro la libertà di informazione/comunicazione via rete e
contro la sinistra "critica" tutta si va intensificando con la "discesa in
campo" delle corazzate mediatiche berluskoniane, che si affiancano alla
"guerra di corsa" da tempo ingaggiata da "Il Giornale" e da altre meno
"paludate" tribune di disinformazione.
La Redazione di
Vis-à-Vis
Quaderni per l'autonomia di classe
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Al Direttore di "Panorama"
Il "gioco" evidentemente continua: procede e si allarga la campagna
diffamatoria e di autentico terrorismo psicologico nei confronti di quanti
comunque si ostinino a rivendicare il diritto di dichiararsi incompatibili
rispetto allo stato presente delle cose e, soprattutto, di pretendere una
pratica diretta di autodeterminazione politico-progettuale da parte dei
soggetti sociali, al di là delle forme "inciucistiche" della politica di
palazzo.
Dopo le infamanti montature de "il Giornale" (articolo del 22 marzo 2002,
dal titolo I brigatisti si organizzano in rete), ora scende in campo anche
la truppa scelta dell'"informazione" berlusconiana, da Lei efficacemente
diretta, per alimentare un'oggettiva campagna di disinformazione, che di
fatto ben s'inquadra nell'attuale estesa propensione alla criminalizzazione
del conflitto sociale, in ogni sua forma: a movimentare l'indolente clima
ferragostiano, è comparso infatti, su "Panorama" (n. 34 del 22 agosto 2002),
un articolo a firma di Giacomo Amadori e Gianluca Ferraris (dal titolo C'è
posta per le BR, con occhiello: Allarmi Attacco Virtuale al cuore dello
stato) in cui nuovamente si indica la "Rete" come pericolosissimo
ricettacolo di sordidi complottisti, impegnati nel rilancio dell'esperienza
"lottarmatistica".
Nel confuso profluvio di accenni ed allusioni assemblati sulla base di una
scorribanda su Internet, evidentemente tanto rapida quanto superficiale, i
due articolisti hanno tirato in ballo una serie di siti telematici fra cui
anche quello di "Vis-à-Vis", che specificatamente ci riguarda. E, nel far
ciò, hanno preteso addirittura attribuirci, con tanto di virgolettatura,
l'intento di invitare esplicitamente la "classe salariata a prendere le armi
per radicalizzare lo scontro nei confronti del capitale" SIC!?!?
Ora, pur consci che le pagine della nostra rivista non sono di molto agevole
lettura nemmeno per chi ci è più prossimo, in quanto a lessico e impianto
analitico-categoriale, neanche il più sprovveduto, fra chi veramente si
fosse cimentato in una visita minimamente "meditata" del nostro sito
(dedicato soprattutto alla presentazione della raccolta completa degli otto
fascicoli annuali da noi sin qui pubblicati, con possibilità di
lettura/scaricamento della più gran parte degli articoli in essi comparsi),
avrebbe potuto mai pensare di attribuirci, con una qualche credibilità, una
siffatta dichiarazione di intenti!
Le uniche armi di cui "Vis-à-Vis" ha da sempre ostinatamente perorato l'uso,
sono quelle della critica, che di per sé diventano strumenti operanti di
modificazione reale dell'esistente, quando si trovano ad essere "brandite"
nella pratica/teorica di massa di un sociale, infine riscopertosi soggetto
autonomo e conflittuale, rispetto all'ordine storicamente dato. Una critica
coerentemente radicale nei confronti di quello stato presente delle cose,
alla cui indispensabile abolizione riteniamo infatti di offrire il nostro
contributo, dentro il largo processo di attivazione autonoma e diretta di
tutti quegli sfruttati, precarizzati, marginalizzati che oggi costituiscono
l'immensa maggioranza dell'umanità.
D'altronde, è ormai evidente, non solo a noi, che l'umanità tutta è sospinta
in una corsa sempre più follemente autodistruttiva in cui, innegabilmente,
solo un'infima minoranza di privilegiati riesce a trovare un proprio lauto
"guadagno", nella cieca ed egoistica incuranza per quella incombente
catastrofe ecosistemica denunciata con forza da segmenti sempre più ampi di
una "comunità scientifica" non certo imputabile di alcun sovversivismo
ideologico!
E davanti a siffatto scenario, l'unica possibilità di intervento, a nostro
avviso, viene non già da una qualche velleitaria scelta avanguardistica da
"setta elitaria" di più o meno improvvisati esperti di balistica, bensì,
come sempre (e come abbiamo infinite volte ribadito), dalle armi della
critica che devono diventare patrimonio collettivo e concretizzarsi in una
pratica autonoma e di massa, in grado di invalidare i meccanismi di
astrattizzazione e autonomizzazione sia del "politico", che del suo estremo
derivato: il "militare"!
Insomma, se da un lato pensiamo di organizzare una "caccia al tesoro", con
l'eventuale premio di un abbonamento triennale a "Vis-à-Vis" per chi
riuscisse ad individuare, fra le svariate migliaia di pagine da noi
pubblicate, almeno una frase che possa in qualche modo aver offerto l'estro
per tanto sconsiderato (?!?!) stravolgimento semantico, ai due estensori
dell'articolo in oggetto, dall'altro, a norma delle vigenti disposizioni di
legge sulla stampa e con riferimento all'articolo succitato medesimo,
esigiamo la sollecita pubblicazione di una esplicita e puntuale smentita da
parte del periodico da Lei diretto, in merito a quanto su di noi affermato e
alla frase del tutto indebitamente attribuitaci, da parte di due Suoi
redattori, specificando che tale smentita - come la norma prevede - dovrà
avere la stessa visibilità grafica dell'articolo che ci ha gravemente
oltraggiato, con rilevantissimo danno per la nostra immagine.
Salut
16 agosto 2002
La redazione di "Vis-à-Vis"
Postilla:
Cari amici di "Vis-à-Vis", in quanto editore della vostra rivista, non so se
indignarmi di più per la sostanza della falsificazione operata ai vostri
danni (ma nei fatti anche anche miei) dall'articolo di "Panorama", o per il
livello di ostentata disinformazione (leggi: crassa ignoranza) dei suoi
redattori. Diciamo dialetticamente che l'una (la falsificazione) si alimenta
dell'altra (la disinformazione) ed entrambe mirano a conseguire un unico
scopo: terrorizzare la gente comune associando una cosa già in sé
tecnologicamente misteriosa (come la Rete telematica) alla crescente ripresa
della mobilitazione sociale, riducendo quest'ultima a una pura
manifestazione di terrorismo minoritario. Come studioso del terrorismo
potrei consolarvi/mi dicendo che la storia è piena di esempi di manovre del
genere, dalla Russia dei narodniki all'Italia del '69 e che gli organi
polizieschi di mezzo mondo si sono sempre avvalsi di fogli di
disinformazione, per gettare discredito sulle lotte dei lavoratori. Ma non
ho nessuna intenzione di consolarvi/mi: anzi, se la legge sulla diffamazione
a mezzo stampa ancora vige, vi invito ad esigere il massimo di risarcimento
possibile (morale ed economico), associandomi fin d'ora ad ogni iniziativa
che vorrete prendere in difesa della vostra rivista, del vostro editore e
dei vari altri soggetti culturali ingiustamente calunniati nella maldestra
"velina" di "Panorama".
Bolsena 16/08/2002.
Roberto Massari Editore
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è ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il possibile
Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva loro come
possibile non hanno mai avanzato di un solo passo