Autore: Pkrainer Data: Oggetto: [Cerchio] R: R: [movimento] la vergogna di essere di sinistra
----- Original Message -----
From: karletto <karlettom@???>
per > talun* prescelti dal caso, la natura è assolutamente <<matrigna>>, come > sempre, essendo di per sè ... A/morale, e pretendere di erigerla a nostra > amorevole balia e stella polare è veramente una delle stronzate più grosse > che io possa immaginare!
La natura siamo noi, io credo.
Rispettarla sì, ma non per una qualche ontologica > ragione del menga, ma solo ed esclusivamente perchè dobbiamo conservarcela > strumentalmente funzionale alla nostra stessa perpetuazione come specie, e > stop!
> ...e quindi credo giovi rispettarla/ci così come si usa dire (non so
chi di voi sia giocatore di carte, in particolare di giochi come
tressette, briscola chiamata, scopone) "rispettare la carta",
riconoscere il peso e quindi l'autorevolezza che in essa trova forma.
Giocarci, fare opposizione, ma anche asseocndarla, rispettosamente ma
anche leggermente. Ce l'abbiamo in sorte, così come si presenta. Per
questo faccio l'esempio del gioco delle carte: avere carte belle e carte
brutte è un modo di dire, ogni mano ha il suo problema, ogni individuo
ha - come dicevano dalle mie parti -la propria croce. Frase che non va
tradotta in una mistica sottomissione al destino ma in una lieta
atarassìa autoironica. Fa il pari con altri motti filosofici della mia
gente "ogi suso/doman in buso" "ogni mato ga el suo ato" "chi mori el
mondo lassa/ e chi vivi se la passa" e infine il mitico "coragio che fra
zento ani semo morti"...
Perché, alla fine, io credo che la natura sia buona nel senso che é la
vita ad essere buona. Questa frase l'ho scritta, adesso non ricordo più
in quale contesto, quand'ero in isolamento al Buoncammino - e vi
garantisco che non era privilegiata la condizione da cui prendevo le
mosse...
Per cui l'handicap...é anch'esso una delle infinite dimensioni del
relativo: mi ricordo un compagno che diceva di sé stesso (era peraltro
un normodotato, anzi francamente un superdotato) "sono così fortunato
che verrà il comunismo e a me non tirerà più l'uccello"...fa ridere?fino
a un certo punto, se uno si figura di essere lui il soggetto, perché
alla fine a qualcuno toccherà pure