[Cm-crew] pillole psicogeografiche-I puntata

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Autore: Marcello
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Nuovi argomenti: [Cm-crew] pillole psicogeografiche-III puntata-MEZZI DI TRASPORTO PUBBLICO ED INTERZONE
Oggetto: [Cm-crew] pillole psicogeografiche-I puntata
da oggi inizia una serie di puntate di introduzione
alla psicogeografia.
l'Istituto é invitato a collaborare.

+psycho
-geography

Marcello

1.MOVIMENTO E TEORIA DEI FLUSSI
La vita, urbana e non, si svolge in grossa parte
attraverso le strade. Per capirne facilmente
l'importanza si calcoli, quanto tempo ogni giorno
una
persona comune impiega sulle strade (on th road [J.
Kerouac]), senza contare quanti lavori hanno nelle
strade il loro punto cardine. Oppure si immagini
l'intero globo terrestre spolpato della sua terra,
cancellando tutto ciò che non ä strada, e si otterrà
alla fine l'immagine di un fitto reticolo,
paragonabile a quello costistuito dai vasi sanguigni
nel corpo animale (uguaglianza evidenziata dal fatto
che in entrambi i casi si parla di CIRCOLAZIONE). La
strada é l'unico mezzo comune su cui possono
avvenire i grossi spostamenti (1), perciò é indice di
movimento. Movimento viene inteso sia in senso
stretto che in senso lato. Infatti il Movimento ha le
sue manifestazioni nelle strade, o nelle piazze (che
sono sempre da considerarsi elementi stradali). Così
il
manifestare, il protestare vengono spesso definiti
come "scendere in piazza". Perdipió, anche le
insurrezzioni cittadine avvengono sempre nelle
strade.
Il movimento, come é stato pió volte dimostrato, é
anti-identitario, poichä antistatico quindi
generatore di indeterminazione. Studiandolo su una
pianta della città, si possono vedere quali sono le
zone che meglio lo favoriscono, e si noterà anche come
il Potere cerchi di incanalarlo in direzioni diverse
(con l'uso di sensi unici e obblighi direzionali), o
addirittura
di bloccarlo (zone a traffico limitato, targhe
alterne). "L avanzata del tolitarismo -come dice
Virilio- é del tutto assimilabile allo sviluppo
della presa statale sulla circolazione". Bisogna però
fare attenzione a non confondere le zone ad alto
movimento con quelle ad alto traffico. Il traffico,
coi suoi ingorghi e i suoi imbottigliamenti, crea
stasi.
Poiché, secondo il principio d'inerzia, qualcosa in
moto mantiene il suo stato a meno che non sia
ostacolato da qualcos'altro, com'é possibile che
corpi in un contemporaneo movimento si incastrino tra
di loro in modo da non potersi pió muovere? Non é
forse
questo contrario al loro fine (cioé quello di
spostarsi)? Allora il traffico non può che essere un
elemento indotto, e siccome, come ho detto prima,
chi
gode maggiormente della stasi e dell'ordine é il
Potere, é sicuramente questo che fa si che si formi.
Dallo studio stradale del movimento, si capisce come
gli spostamenti dei corpi formino dei veri e propri
flussi. In tutte le città vi sono strade in cui a
qualsiasi ora del giorno vi é spostamento (sia
automobilistico che pedonale). Tali flussi, poiché
indici di movimento, hanno un alto potenziale
insurrezionale. Infatti, basta bloccare uno dei
flussi
e si avrà il putiferio(eh eh CM rules! n.d.r).
La rabbia esplode negli occhi della gente incollonnata
nel traffico. Qui sta,infatti, l'errore del Potere di
tentare di mantenere la stasi. Bloccare uno dei flussi
é come tantare di tenere ferma una tigre affamata
(infatti durante le manifestazioni , dove il livello
di rabbia é già alto di per se, gli scontri con le
FORZE DELL'ORDINE avvengono quasi sempre quando queste
bloccano il corteo e gli impediscono di proseguire nel
suo movimento). Se canalizzata, l'energia rabbiosa é
in
grado di sbranare il Potere. Su questo punto si può
rilevare anche un errore del Movimento stesso, che
con la manifestazione riesce a interrompere uno
spostamento con un altro, al fine di creare del kaos
nella quotidianità urbana, ma non é poi in grado di
convogliare l'energia emessa in questa operazione.
Così i manifestanti subiscono essi stessi la rabbia
generata, anziché farla subire al Potere. Quindi
ogni corteo che non sia in grado di coinvolgere e
direzionare gli altri flussi di movimento, compie in
realtà un azione autolesionista.

alla prossima puntata!
Marcello


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"al pessimismo di pensiero preferiamo l'ottimismo dell'azione"

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