[Cerchio] I: «Ucciso dall'uranio impoverito»

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Autore: lucia
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Oggetto: [Cerchio] I: «Ucciso dall'uranio impoverito»
> «Ucciso dall'uranio impoverito»
> Antonio Milano, 26 anni, aveva partecipato alle missioni di pace in Bosnia

e
> Kosovo. Parla il padre
> MARIELLA PARMENDOLA
> NAPOLI
> Uno strano neo sul braccio, gli esami necessari per arrivare alla

diagnosi,
> il veloce decorso della malattia e la morte. Una rapida sequenza di eventi
> che Antonio Milano ha vissuto solo con la sua famiglia, accompagnato da un
> pensiero sempre più assillante. Un dubbio comunicato ai genitori e

coltivato
> come una certezza nei sei mesi di degenza: il melanoma scatenato, la
> malattia diagnosticata ad un uomo di ventisei anni in attesa del suo primo
> figlio, sarebbe stata causata non dal destino crudele ma dall'esposizione

a
> materiale radioattivo e cancerogeno. Un prolungato contatto con l'uranio
> impoverito avvenuto durante le due missioni alle quali il militare
> volontario Antonio Milano ha preso parte nel `96 e nel `99. Una scelta,
> quella di entrare nell'esercito, dettata dalla necessità di crearsi una
> prospettiva di lavoro difficile da costruire nel suo paesino d'origine,
> Cardito, piccolo centro in provincia di Napoli, nel cui cimitero è stato
> sepolto due giorni fa. «Sono sicuro - afferma il padre Luigi - la morte di
> mio figlio è stata provocata da quella maledetta sostanza». Un'idea
> costruita da Luigi Milano sulla base dei ricordi e dei racconti del figlio
> morto mercoledì scorso: «Antonio mi parlava delle armi e delle munizioni
> sequestrate durante le missioni di pace nei Balcani, rottami di carri

armati
> e proiettili di grosso calibro». Un rapporto con le armi che non si era
> interrotto nemmeno al ritorno dalle operazioni internazionali, «nonostante
> la qualifica di radiotelescrivista, era stato destinato a sorvegliare
> l'armeria della caserma Santa Barbara di Milano», afferma il padre. Una
> versione emotiva dei fatti che hanno provocato la morte del giovane, sulla
> quale concorda anche chi sul terreno scientifico degli effetti dell'uranio
> impoverito si è a lungo impegnato. Secondo l'Osservatorio per le Forze
> armate, il caporale napoletano è la diciassettesima vittima della sostanza
> contenuta nelle armi utilizzate in Bosnia e Kosovo dai militari in

missione.
> E anzi, richiede un ampliamento degli studi compiuti fino ad ora dalla
> commissione istituita dal ministero della difesa che si è chiusa con una
> relazione contestata dall'associazione delle vittime militari. «Il

melanoma
> scatenato - osserva il suo presidente, Falco Accame - è un tipo di tumore
> che non è ancora stato preso in esame dalle indagini effettuate sulla
> vicenda. E' ora necessario che il ministro della Salute affronti in modo
> scientifico e globale l'intera situazione dei militari e civili, e anche

dei
> loro figli, che hanno operato senza protezione in Bosnia, in Somalia e nei
> poligoni». Vanno perciò colmati i vuoti lasciati dalla relazione Mandelli,
> affrontando il tema dei risarcimenti ai parenti delle vittime.
>
> Un aspetto che riguarda diciassette famiglie, un elenco che da mercoledì
> comprende anche la moglie di Antonio Milano, ricoverata in clinica per
> partorire. «Non intendiamo speculare sulla morte di Antonio, ma chiediamo

di
> andare fino in fondo a questa storia per evitare che altri ragazzi possano
> fare la stessa fine e poi dobbiamo pensare a nostro nipote che nasce senza
> padre e dovrà avere giustizia», spiegano i genitori in attesta del

responso
> della causa di servizio cominciata dal figlio.
>
> http://www.ilmanifesto.it/oggi/art43.html
>