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----- Original Message -----=20
From: Vincenzo Puggioni=20
To: Rete Romana Consumo Critico=20
Sent: Sunday, July 07, 2002 8:53 AM
Subject: [RRCC]PIANO DI AZIONE PER L'AFRICA?
=20
L'ipocrisia del Piano di azione per l'Africa
di Giorgio Beretta (Missione Oggi)
Nei giorni scorsi l'Italia si =E8 preparata a fare la sua bella parte =
per il "piano d'azione per l'Africa" varato dal G8 di Kananaskis in =
Canada. Mentre il presidente del Consiglio Berlusconi porgeva sorrisi ai =
capi di stato del G8, la maggioranza al governo dava un ulteriore colpo =
di spugna alla legge 185 del '90 sul controllo delle esportazioni di =
armi italiane. Con pieno appoggio della maggioranza =E8 stato infatti =
approvato il Disegno di legge 1927 che non solo ratifica gli accordi di =
Farnborough sulla "ristrutturazione dell'industria europea della =
difesa", ma col quale si intende far "decollare verso ambiti =
maggiormente competitivi" (parole testuali di Filippo Berselli, =
Sottosegretario di Stato per la difesa) la nostra industria bellica. Non =
ci sar=E0 cos=EC pi=F9 bisogno di arrossire di fronte ai dati che =
puntualmente la Relazione della Presidenza del Consiglio sull'export =
italiano di armi presenta al Parlamento (anche se i parlamentari che =
arrossiscono pare siano pochi considerato che raramente sono state =
sollevate questioni in merito).
Nonostante da anni, infatti, si affermi a parole l'intenzione di non =
vendere armi a dittatori, a regimi che violano i diritti umani e a =
governi indebitati, la realt=E0 =E8 ben diversa. E c'=E8 una buona dose =
di ipocrisia in affermazioni che tendono ad attribuire la =
responsabilit=E0 delle "spese per armi" ai soli destinatari senza =
nominare chi di fatto vende quelle armi.=20
Giusto per essere precisi, riportiamo alcuni dei dati ufficiali della =
Relazione della Presidenza del Consiglio sull'export italiano di armi. =
Da questa apprendiamo negli anni 2000-1, il 70% delle armi italiane =E8 =
stato venduto a paesi del Sud del mondo e per quanto riguarda l'Africa:
- nel 2000 l'Africa subsahariana =E8 stata il maggior acquirente di armi =
italiane comperandone per 575 miliardi di lire cio=E8 quasi un terzo del =
totale;
- sempre nel 2000, il Sudafrica =E8 stato il primo acquirente di armi =
italiane spendendo 498 miliardi di lire per 30 elicotteri A109 Agusta =
con un accordo tra Italia e Sudafrica nel quale si prevede che =
l'investimento nel settore della difesa sia affiancato da uno a fini =
civili pari al 50% del valore di quello militare, aprendo la strada a =
iniziative italiane nel settore tessile, dell'oro e della biomedicina =
(in altre parole, armi in cambio di risorse);
- ancora nel 2000, la Nigeria con 76 miliardi di lire di esportazioni =
autorizzate, si =E8 piazzata al sesto posto tra gli importatori di armi =
italiane.
- in Africa centrale sono giunte nel 2000 anche piccole forniture al =
Ghana (466 milioni di lire) e al Niger (pistole mitragliatrici Beretta =
per 4 milioni);
- infine tra gli acquirente del 2000 appaiono paesi poverissimi, come la =
Mauritania, con una spesa militare del 2,3% e uno dei peggiori rapporti =
tra debito estero e Pil (243%).
E per venire ai dati del 2001, il 20% del mercato italiano di armi =E8 =
indirizzato all'Africa e al Medio Oriente e sono state effettuate =
consegne del valore di 32 milioni di euro agli Emirati Arabi Uniti; 21 =
milioni di euro alla Turchia; 13 milioni di euro alla Siria; 6,9 milioni =
di euro al Kuwait; 6,2 milioni di euro alla Nigeria; 2,4 milioni di euro =
al Kenya; 1,3 milioni di euro all'Algeria. Tra i compratori "minori" =
figurano il Ghana, Sudafrica, Zambia, Arabia Saudita, Bahrain, =
Giordania, Libano, Marocco, Mauritania, Oman, Qatar, Tunisia e... =
Israele al quale lo scorso anno (dato un embargo "non dichiarato") =
abbiamo venduto armi per "solo" 230 mila euro, a fronte dei 119 milioni =
di lire del 2000 e dei 12 miliardi del 1999.
Se poi passiamo ai dati per le "armi di piccolo calibro e munizioni" =
vendute ad uso non-bellico ma civile o sportivo, l'Istat informa che =
dalla provincia di Brescia sono partite armi destinate all'Africa per un =
valore complessivo di 3.820.684 euro nel 1999, 2.191.395 nel 2000 e =
3.389.759 nel 2001. Un mercato abbastanza stabile come si pu=F2 notare. =
Tra i Paesi africani e del Medio Oriente ne spiccano alcuni che hanno =
acquistato "armi di piccolo calibro e munizioni" per i seguenti valori =
(in euro):
- Algeria (1.406.140 nel 1999, 287.624 nel 2000 e 347.567 nel 2001)
- Arabia Saudita (7.145.699 nel 1999, 232.973, 258.084 nel 2001)
- Emirati Arabi Uniti (1.029.810 nel 1999, 6.542.090 nel 2000 e =
17.538.057 nel 2001) -le cito questi "paesi arabi" che non sono =
certamente "poveri" ma che -viste le compere- pare stiano sviluppando =
una "passione particolare" per l'arte venatoria;
- Giordania (279.789 nel 1999, 551.777 nel 2000 e 955.558 nel 2001)
- Marocco (1.133.041 nel 1999, 1.265.725 nel 2000 e 2.100.859 nel =
2001). Senza dimenticare poi Israele, che da quanto tutti sappiamo =E8 =
un paese dove =E8 molto diffuso l'hobby. della caccia, il quale ha =
acquistato armi bresciane per 1.915.839 di euro nel 1999, 2.366.309 nel =
2000 e 1.911.305 nel 2001. Un acquirente fedele, non c'=E8 dubbio!
E tutto questo =E8 "legale e autorizzato" ed =E8 possibile attraverso la =
connivenza di tre attori principali: i produttori di armi, le banche =
d'appoggio e i nostri governi.
Non =E8 un caso che i suddetti tre attori -che formano la lobby delle =
armi- nei giorni scorsi hanno brindato per l'approvazione della =
maggioranza alla Camera al Disegno di legge 1927 che per "garantire =
maggior competitivit=E0 internazionale" all'industria bellica italiana =
sottrae molti di questi dati al controllo parlamentare e delle =
associazioni. Per buona pace delle popolazioni africane e del nuovo =
"piano d'azione per l'Africa".
=20
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