[Cerchio] I: [fori-sociali] "Carta" mente ai propri lettori.

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Szerző: lucia
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Tárgy: [Cerchio] I: [fori-sociali] "Carta" mente ai propri lettori.
Vi inoltro una querelle nata sul sito dei fori sociali fra l'ottimo free
lance Gennaro Carotenuto e il pessimo Calabrese di Carta.
Lucia
-----Messaggio Originale-----
Da: Gennaro di Latidoamericano <

E' una vecchia cosa che ho già segnalato, a qualcuno sembra piccola ma a
chi fa il giornalista o si occupa professionalmente di questioni argentine
disturba tantissimo.

Il settimanale "Carta" ha da mesi scelto come proprio "guru" delle cose
argentine Raúl Zibechi, che è un rispettabile professionista, un caro
amico, che scrive di Argentina cose che non sempre condivido ma che accetto
e con il quale dibatto ogni volta che ci vediamo.

Per chi non lo sapesse Raúl non è argentino né vive in Argentina. Si occupa
di Argentina con un certo interesse, come doveroso ad un caporedattore
della sezione internazionale di un prestigioso settimanale uruguayano,
Brecha, ma accede alle fonti argentine come qualsiasi giornalista che
lavori dall'estero.

Lui non lo nega, non si è mai proclamato testimone diretto, scrive commenti
per il suo giornale e punto. Ne ha facoltà.

Fondamentalmente quello che mi divide da Raúl, dovuto anche al fatto che ho
viaggiato a Buenos Aires tre volte negli ultimi mesi per seguire da vicino
la situazione, è la sopravvalutazione dei movimenti sociali rispetto al
disastro macroeconomico.

Il problema qui è però Carta. A loro le tesi di Raúl, che rispetto, fanno
gioco. Non hanno riscontri oggettivi ma le riprendono perché sono belle...
Ne ho parlato in passato anche con le persone di Carta ma loro preferiscono
fare finta di niente e mentire ai propri lettori.

Non solo riprendono regolarmente le note di Raúl, non solo sposano le tesi
di Raúl in maniera completamente acritica, ma addirittura riescono a
spostare, e qui vedo malafede, Raúl da casa sua fino in Argentina. Nei
lanci del numero di questa settimana, viene annunciato un reportage di
Zibechi DA Buenos Aires.

Complimenti Carta: un falso reportage da Buenos Aires!

Non ci sono eccellenti professionisti in Argentina, da Bonasso a Cecchi ad
Andrés Gaudín ad altre decine di professionisti, in grado di coprire
veramente da Buenos Aires la situazione argentina? Per Carta no, e la
pigrizia mentale diventa menzogna.

Questo è una pessima maniera di fare informazione. E se viene dalla stampa
di movimento è ancora più condannabile.

Gennaro Carotenuto
-----Messaggio Originale-----
Da: Gennaro di Latidoamericano <

Fa rabbia e dolore, pubblico e privato, leggere quello che scrive Calabria.
Centrifuga cose da me mai scritte né pensate, le inventa di sana pianta per
fare apparire chi ha segnalato qualcosa a lui scomodo, come un mentecatto.
E questo mentecatto sarei io.

E' ingiusto, ma a lui cosa importa? Umanamente dico! Calabria manipola le
cose per tentare perfino di mettermi contro un amico. L'importante per lui
è denigrare il "nemico". Una volta ridicolizzato, quello che il "nemico"
sostiene perde di valore.

Non posso replicare alle falsità, insulti e insinuazioni sul mio conto. Non
è questo il luogo e non è possibile abusarne. Chiedo scusa già di questa
mia prima e ultima replica. Posso solo far notare che Calabria scrive senza
conoscermi, né professionalmente né politicamente, avendo parlato con me
non più di un paio di volte per pochi minuti. Lui invece dice di conoscermi
bene, allo stesso modo di come millanta di conoscere bene l'Argentina.

Lo fa per coprire l'unico dato di fatto, che ho segnalato come doveroso:
non pubblicano un articolo "sull'Argentina", ma scelgono di spacciarlo come
DALL'ARGENTINA.

Lui scrive che fa lo stesso. A me sembra che questa maniera di fare
giornalismo, aggiustando le cose a piacimento, NON E' CORRETTA e sia
dannosa al movimento.

La violenza della risposta di Calabria, mi è testimone.

Gennaro Carotenuto

Il 05/07/2002 alle 16.00, marco calabria, ha scritto:
>
>Cara Monica,
>noi di Carta conosciamo bene il compagno Carotenuto. Lo incontrammo per la
>prima volta al nostro Cantiere di Napoli, quando Carta era ancora mensile,
>poi lo abbiamo rivisto a Porto Alegre e, in ognuna di queste occasioni,
>Gennaro ci ha offerto generosamente la sua collaborazione, anche se non
>gratuita, perché Gennaro fa il free lance, e per mangiare deve vendere
>"pezzi", collabora dunque con diversi giornali, anche con l'uruguayano
>Brecha, di cui Raul Zibechi è uno degli storici redattori.
>Per la verità, proprio nell'ultimo Porto Alegre, Gennaro ci "mise in
>guardia", anzi ci diffidò, dallo sviluppare una collaborazione con Zibechi
>sull'Argentina. A suo avviso, infatti, Raul (che ha scritto libri, saggi,
>reportage e molti altri articoli sul Chiapas, i Sem Terra, l'Argentina, e i
>principali movimenti sociali e indigeni latinoamericani di questi anni) non
>aveva compreso "la natura non di classe" della protesta argentina.
>In particolare, Carotenuto faceva riferimento a un dibattito sulla
>partecipazione della "infida classe media argentina" alle assemblee di
>barrio (quartiere) e ai cacerolazos. Chi, come noi e Zibechi, senza
>mitizzare alcunché, pensa che guardare alla straordinaria protesta

argentina
>con gli occhiali della "lotta di classe" sia oggi un errore grossolano
>appare inevitabilmente agli occhi di Gennaro un inguaribile "revisionista"
>seppur, come Gennaro scrive nella e-mail per Zibechi, "un rispettabile
>professionista". Che, in termini moscoviti, significa appunto: "Non è un
>compagno fidato". Francamente, non ti so dire quanto nella patetica
>iniziativa di Carotenuto sia dovuto al fatto che vorrebbe magari essere al
>posto di Zibechi a "Brecha" e, chissà, forse anche nella collaborazione con
>Carta, io penso non molto. Purtroppo, c'è di peggio, e cioè il fatto che
>Gennaro, come molti "microsoggetti politici" latinoamericani, pensa di

avere
>lui la sola chiave per interpretare la realtà argentina. Infatti, spiega,
>lui è stato in Argentina ben tre volte negli ultimi mesi. Perbacco.
>Carotenuto arriva persino a "concedere facoltà di scrivere commenti a
>Zibechi" ma non perdona a Carta di scrivere o far scrivere a chi vuole quel
>che più le sembra interessante. La nostra colpa, dunque, al di là delle
>volgarità, sarebbe quella di "sposare acriticamente le tesi di Zibechi"
>perché "ci fa comodo" e perché "Zibechi scrive bene" (il che, come si sa, è
>un'antica colpa per i commissari politici novecenteschi). D'altra parte,
>cara Monica, un compagno che grida "Carta mente ai propri lettori" perché
>lui è stato tre volte in Argentina negli ultimi mesi, mentre Zibechi le cui
>tesi "non hanno riscontri oggettivi", e cioè, secondo le verità di
>Carotenuto, sono false, non si muove dalla sedia. La cosa ci preoccupa
>davvero, perché tempo fa abbiamo pubblicato un reportage di Raul in cui
>descrive Solano, un quartiere della periferia di Buenos Aires, e fa parlare
>a lungo i compagni del Mtd che lo hanno accompagnato lì. A sentire
>Carotenuto, però, il pericoloso Zibechi deve aver inventato tutto di sana
>pianta. Infine, è vero, Zibechi non è argentino ma uruguayano, noi lo
>abbiamo scritto dal primo suo pezzo che abbiamo pubblicato e non abbiamo

mai
>tentato di spacciarlo per argentino, il commissario della

controinformazione
>Carotenuto, assai poco esperto in geografia, deve averlo dedotto dalle
>impronte digitali. Il primo bellissimo pezzo di Zibechi che sta nel numero
>di Carta attualmente in edicola è stato scritto da Montevideo, o magari
>chissà da Parigi, si chiama "reportage" per il modo in cui è scritto e non
>per imbrogliare i lettori, naturalmente. Il secondo, anticipiamo una nuova
>lettera di Carotenuto, è stato scritto tempo fa ma è un'analisi sul ruolo
>della "sinistra politica" ancora attualissima, per questo la pubblichiamo.
>Infine, nel prossimo numero, pubblicheremo un intervento di Zibechi nel
>dibattito sul Silenzio degli zapatisti. Vuoi scommettere che Carotenuto
>cercherà di farsi intervistare dai giornali per dire che Zibechi non lo ha
>scritto dal Chiapas? Come dice un mio vecchio amico giornalista egiziano
>emigrato in Italia che scrive da dove vuole di cosa vuole: poveraccio.
>Cari saluti
>Marco Calabria