[Forumgenzano] Fw: [RRCC]ariston men udor: l'acqua è il bene…

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Szerző: bevilacquan
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Tárgy: [Forumgenzano] Fw: [RRCC]ariston men udor: l'acqua è il bene piùprezioso
non condivido a pieno, ma può essere utile....
ciao
----- Original Message -----
From: "Francesco Castracane" <fra.castracane@???>
To: "Rete Romana Consumo Critico" <rrcc_ml@???>
Sent: Thursday, June 20, 2002 4:58 PM
Subject: [RRCC]ariston men udor: l'acqua è il bene più prezioso


> GRANELLO DI SABBIA (n°50)
> Bollettino elettronico settimanale di ATTAC
> Lunedì, 20-05-2002
>
> Nino Lo Bello
> (ATTAC Palermo)
>
> Proposta di un seminario di lavoro permanente
>
> Accedere all'acqua potabile, aprendo un rubinetto , è oggi un gesto

semplice
> e scontato che ha una lunga storia e ancora non è una realtà per tutti.
> Per lo sviluppo delle civiltà che ci hanno preceduto la disponibilità

dell'
> acqua ha rappresentato una chiave di volta - dagli acquedotti romani, ai
> qanat iraniani, dal governo dell'acqua degli arabi all'uso dell'energia a
> vapore per muovere le pompe - e da sempre illustri uomini ne hanno
> sottolineato l'importanza: da Pindaro "l'acqua è il bene più prezioso" a
> Gandhi - l'acqua è più importante dell'indipendenza. Questo legame tra
> esseri umani ed acqua sembra mostrare, all'inizio del secondo millennio,
> grandi incrinature, come dice Rifkin: "la nostra cultura del nanosecondo

va
> seminando il caos nel patrimonio naturale del pianeta, esaurisce le

risorse
> e svuota le riserve di preziose biodiversità. con una popolazione di oltre
> sei miliardi di essere umani la nostra specie si comincia a porre la

domanda
> fondamentale - come creare un approccio so-stenibile ed equo allo sviluppo
> economico, che ci permetta di condividere i doni della terra fra tutti".
> La frattura netta tra gli strati di popolazione che godono di una grande
> quantità d'acqua e quelli per i quali, la quantità e la qualità sono
> largamente insufficienti si va allargando .
>
> L'acqua nel 2002 è lontana da essere considerata bene comune dell'umanità:
> - quasi 1,5 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all'acqua
> potabile;
> - 2,5 miliardi d'individui nel mondo non beneficiano di nessun servizio
> idrico sanitario;
> - 5 milioni di esseri umani nel mondo muoiono ogni anno di malattie dovute
> alla scarsità e cattiva qualità dell'acqua (dei quali 5000 al gi orno sono
> bambini) tutti concentrati nel terzo mondo.
> I paesi sviluppati continuano ad ignora re sistematicamente l'emergenza
> idrica che attanaglia i paesi del Sud del mondo, dove le tensioni sociali,
> economiche ed ambientali legate all'emergenza idrica si ripercuotono sull'
> assetto socio-politico mondiale. Anche il recente conflitto tra israeliani

e
> palestinesi non si comprende pienamente, se non si è consapevoli che

quella
> in corso è una vera e propria guerra dell'acqua. Tutto ciò è intollerabile

e
> inaccettabile : come si legge nel Manifesto dell' Acqua (a cura del

Comitato
> Internazionale per il Contratto Mondiale sull'Acqua) l'acqua fonte di vita

è
> un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della terra:
> - Il diritto all'acqua è un diritto inalienabile individuale e collettivo

.
> - L'acqua deve contribuire al rafforzamento della solidarietà tra i

popoli,
> le comunità , i paesi, i generi , le generazioni.
> - L'accesso all'acqua necessariamente avviene tramite partnership basati

su
> cooperazione, rispetto reciproco e pluralismo socio-economico.
> Queste ed altre le richieste che il Comitato per il Contratto Mondiale

dell'
> Acqua ha espresso nei primi giorni di questo mese al Salone Civitas 2002

in
> prep a razione della Confe renza Mondiale per uno sviluppo sostenibile di
> Johannesburg dell'a-gosto di quest'anno.
> La gestione razionale delle risorse idriche non riguarda solo il sud del
> mondo, segnali preoccupanti arrivano anche dalle nazioni industrializzate,
> dove la relativa abbondanza d'acqua diventa spesso spreco nell'immediato
> mettendo in pericolo le riserve per il futuro .
> In Europa il processo di privatizzazione per la gestione dei servizi

idrici
> rispetto alla gestione pubblica non sembra dare risultati sperati:
> - in Inghilterra e nel Galles, l 'obiettivo della profittabilità è stato
> raggiunto a scapito dei consumatori e della qualità del servizio;
> - in Francia , con il caso Grenoble, si è passati dalla privatizzazione

alla
> rimunicipalizzazione e in generale sono stati indviduati ricorrenti
> irregolarità , quali restrizioni della concorrenza, scarsa trasparenza,
> aumenti tariffari, rapporti impari tra autorità locali e gestori,

corruzione
> ;
> - in Spagna il caso di Valencia fa discutere sui tempi effettivamente

lunghi
> dell'affidamento del servizio ai privati;
> - in Germania i gestori dei servizi idrici si oppongono alla
> liberalizzazione nel settore idrico, preoccupati della eventuale
> diminuzione della qualità del servizio.
>
> In Italia, (il paese d'Europa con il più alto tasso di consumo d'acqua
> procapite) , per assurdo, solo il 40% della popolazione beve acqua di
> rubinetto e i suoi abitanti sono i primi consumatori di acqua minerale al
> mondo, la pubblicità per l'acqua minerale in Italia (nelle mani delle
> multinazionali) è al 2° posto di investimenti;
> - un terzo degli italiani non gode di un accesso regolare e sufficiente di
> acqua potabile;
> - le risorse idriche sono sfruttate in maniera eccessiva e sconsiderata

con
> perdite medie che si aggirano attorno al 30%;
> - gli investimenti nell'industria dei servizi idrici sono meno di un terzo
> rispetto al 1985;
> - dei 210 litri medi di acqua potabile pro capite, solo tre litri vengono
> usati per dissetarci, il 30% va a finire nello sciacquone del bagno, il

30%
> nelle lavastoviglie e lavabiancheria e poi alle docce, al lavaggio degli
> utensili. È stato calcolato che sprechiamo circa 18 litri d'acqua al

giorno
> facendola scorrere dai rubinetti per avere l'acqua più calda o più fredda.
> Nel Meridione negli ultimi 20 anni vi è stato un significativo

abbassamento
> dei valori medi annui delle precipitazioni meteoriche ed una ancora più
> elevata diminuzione dei deflussi superficiali (molti invasi sono spesso
> rimasti vuoti) con una disponibilità idrica ridotta almeno del 30%.
>
> In Sicilia, mentre perduranti stagioni di emergenza idrica acuiscono i
> contrasti tra città e campagna (tra uso potabile e irriguo della

risorsa ),
> ancora si è agli albori nell'utilizzo delle acque reflue per fini

anzitutto
> agricoli allo scopo di realizzare virtuosi interscambi che permetterebbero
> di recuperare all'uso potabile risorse pregiate, e non si investe nel
> controllo e nella manutenzione del patrimonio infrastrutturale esistente

(le
> perdite totali nel sistema idrico sono attorno al 50%).
> Le stesse dotazioni d'acqua attualmente disponibili anche in regime di
> emergenza idrica , in presenza di un sistema distributivo efficiente ed
> impianti strutturalmente adeguati, sia pure a fronte di perdite valutabili
> attorno al 25%, sarebbero sufficienti a coprire le esigenze del

territorio.
> Da ciò la priorità di attivare meccanismi ed investimenti nel recupero

della
> funzionalità delle reti idriche, piuttosto che attivare risorse

finanziarie
> per nuove opere di approvvigionamento.
>
> Ed infine a Palermo, mentre si continua programmare interventi per

veicolare
> risorse idriche fuori del territorio comunale sottraendoli all'uso irriguo

e
> in presenza di consistenti risparmi dovuti alla diminuzione di perdite con
> la nuova rete di distribuzione, non si attivano interventi per l'
> utilizzazione di consistenti flussi di acque superficiali che si sversano

in
> fognatura, si continuano a utilizzare, anche da parte dei privati, acque

di
> falda media-pro fonda da pozzi, risorsa preziosa e strategica, non si

decide
> la completa veicolazione delle acque di fognatura verso i depuratori
> esistenti con conseguente uso, per gli usi civici, di acque reflue

depurate
> utilizzando soprattutto l'attuale presenza della vecchia rete di
> distribuzione (rete duale). Da questo sintetico panorama si può compre n d

e
> re che oggi parlare di acqua equivale a parl are di tre realtà

fondamentali,
> strettamente correlate:
> - il diritto alla vita, che è negato ad un quarto degli uomini che non

hanno
> ancora accesso all'acqua potabile: si tratta di una situazione

intollerabile
> per un mondo che si proclama "villaggio globale";
> - il bene comune, che come risorse idriche è in uno stato disastroso a

causa
> di inquinamento, contaminazioni e sprechi;
> - la democrazia, - perché l'acqua è "affare dei cittadini" e creare le
> condizioni necessarie per assicurare l'accesso all'acqua, effettivo e
> sostenibile, è un problema che concerne tutti i membri della società;
> - perché i cittadini non solo devono essere al centro del processo
> decisionale, ma partecipi del finanziamento di tutto il ciclo di utilizzo
> dell'acqua;
> - perché per una gestione decentralizzata e trasparente devono essere
> rafforzate le istituzioni esistenti rappresentative devono essere create
> nuove forme di democrazia partecipativa.
>
> La proposta di istituire un seminario di lavoro sull'acqua a Palermo nasce
> allora dall'esigenza:
> - riportare il dibattito sull'acqua tra i cittadini per promuovere la
> conoscenza pubblica collettiva, a cominciare dalla nostra storia e dalla
> nostra memori a , sui problemi dell'acqua per favorire forme di
> partecipazione effettiva alla gestione democratica dell'acqua a tutti i
> livelli , da quello locale a quello internazionale;
> - contrastare la banalizzazione accettata della trasformazione dell'acqua

da
> bene comune vitale in un bene economicamente privato, nell'errata credenza
> che, se l'acqua è trasformata in merce, con un prezzo determinato del
> mercato, si può realizzare una gestione dell'acqua più efficace e nell'
> interesse di tutti;
> - di studiare per essere più consapevoli delle debolezze strutturali e

delle
> connessioni della gestione del territorio: dai dissesti urbanistici, al
> malgoverno dei bacini fluviali, dalle debolezze della lotta alla
> deforestazione agli inquinamenti agricoli - industriali, agli sperperi

delle
> reti di distribuzione e a quelli domestici;
> - di proporre soluzioni integrate di gestione del territorio non essendo

più
> sufficiente re agi re solo agli stati di ricorrente emergenza idrica;
> - di applicare ai problemi del territorio la regola delle 5 R - Rispetta -
> Ripensa - Riduci - Riusa - Ricicla , che Julia Butterfly (la ragazza che
> visse 738 giorni in cima ad un albero centenario per impedire che venisse
> abbattuto) propose nella convinzione che non bisogna dimenticarsi del

potere
> delle nostre scelte quotidiane e cambiare stile di vita passo dopo passo,
> respiro dopo respiro, con un atteggiamento di responsabilità sociale che
> diventa gioia perché si concretizza in risultati e consapevolezza giorno
> dopo giorno nella nostra vita, come l'acqua che goccia dopo goccia scava

le
> valli della terra e modella il volto degli uomini.
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> _______________________________________________
> RRCC_ml mailing list
> RRCC_ml@???
> http://www.inventati.org/mailman/listinfo/rrcc_ml