[Forumlucca] continua il lavoro di Lu_cia

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mando questa informativa che rappresenta uno degli argomenti su cui noi
lavoriamo (Lu_cia = Lucca - collettivo Immagini Appese) che è la tutela
della privacy in rete e nella vita quotidiana

Al seguente link trovate l'articolo in inglese del giornale britannico
Observer che ha lanciato l'allarme:
>>>>> http://www.observer.co.uk/libertywatch/story/0,1373,730132,00.html




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fonte PI - 10/06/2002

In Europa "milioni di email personali, di informazioni internet, di
registrazioni telefoniche saranno accessibili alla polizia e ai servizi di
intelligence". Il giornale britannico TheObserver afferma di essere entrato
in possesso di informazioni classificate provenienti dal braccio di
intelligence dell'Unione Europea, Europol.

Stando ad una bozza di un progetto messo a punto da Europol, le forze di
sicurezza della UE vogliono far sì che gli operatori telefonici e quelli
internet raccolgano quante più informazioni possibili sulle attività dei
singoli cittadini europei, comprese le navigazioni internet, l'utilizzo
delle chat, i messaggini, le chiamate via telefono cellulare e via dicendo.

Il cuore di questo progetto ("Expert Meeting on Cyber Crime: Data
Retention") sarebbe il varo di un "codice unico" valido per tutti i paesi
membri e relativo alla conservazione dei dati (data rentention), in modo
tale che le forze di sicurezza si troverebbero ovunque ad agire secondo i
medesimi standard e garantendo i medesimi "risultati".

Tutto questo viene inevitabilmente associato alla recente decisione dell'
Europarlamento con cui si dà il via libero ad una data rentention senza
forti limitazioni e ai nuovi progetti britannici. In Gran Bretagna, infatti,
entro l'anno entrerà in vigore una normativa che concede alla polizia nuovi
e più importanti poteri di accesso ai dati personali dei cittadini. Va
comunque detto che in quel paese da anni la riservatezza è stata messa da
parte a favore di quello che viene percepito come necessario controllo.

Anche per questo, a sentire quanto affermato da Ian Brown, direttore della
Fondazione per la ricerca sulla policy dell'informazione, non sorprende che
"la Gran Bretagna sembra aver premuto sugli altri stati membri per creare
questo tipo di normativa. Nel 99 per cento dei casi sarà usata in modo
corretto ma vogliamo parlare del rimanente uno per cento? Non si parla
abbastanza di quanto sta accadendo". Secondo Brown "è interessante che un
cambiamento significativo nel controllo delle informazioni personali sia
effettuato segretamente".

TheObserver afferma che di questa bozza si è parlato inizialmente lo scorso
aprile durante un incontro tra rappresentanti delle polizie e dei servizi di
sicurezza europei che si è tenuto a L'Aia, in Olanda.

Nel documento si parla di dieci settori nei quali le imprese dovranno essere
chiamate a lavorare trattenendo informazioni che siano considerate utili
nella lotta contro il terrorismo internazionale e la criminalità
organizzata. In questo senso, afferma la proposta, le imprese che gestiscono
siti internet dovranno conservare le password utilizzate dai loro
visitatori, registrare i siti visitati e i dettagli sulle pagine web viste
dai propri utenti nonché qualsiasi dato sulle transazioni effettuate per
eventuali abbonamenti online.

SITUAZIONE LIMITE

Stando al testo del documento, che sta naturalmente ponendo in agitazione
tutti i sostenitori delle libertà digitali e della privacy, le email
dovranno essere conservate e in particolare tutte le informazioni sui suoi
contenuti, su chi ha mandato il messaggio, sul destinatario e sul quando
l'email è stata inviata.

Il giornale britannico sostiene che Londra sta lavorando per portare
l'obbligo di conservazione di questo genere di dati a cinque anni mentre
fino a questo momento i log, che pure non contengono tutte quelle
informazioni, vengono mantenuti solo per pochi mesi a scopo di fatturazione.
D'altra parte da tempo la Divisione nazionale sul crimine informatico
britannico ha chiesto che si vada in questa direzione per contrastare il
cybercrime.

Nel documento citato da TheObserver, inoltre, si legge: "abbiamo bisogno di
codificare come tutto questo viene portato avanti in modo tale che tutti i
paesi in Europa se la vedano con lo stesso genere di regolamenti".
"Internet - afferma il documento - non tiene conto dei confini nazionali e
le imprese internazionali non hanno bisogno del caos che deriverebbe dal
dover gestire regole diverse in paesi diversi". Al centro delle
intercettazioni, dunque, anche i telefoni, sia fissi che mobili. I numeri
chiamati, gli orari delle telefonate e altri dettagli, come indirizzo, data
di nascita e informazioni bancarie di chi ha pagato la chiamata saranno
conservati. A quanto pare nel progetto si parla anche della possibilità di
utilizzare la telefonia mobile come strumento per individuare
geograficamente di chi utilizza il cellulare.
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