[Cerchio] "No pasaràn" un'altra volta sul cadavere di Carlet…

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Autore: nube rossa
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Oggetto: [Cerchio] "No pasaràn" un'altra volta sul cadavere di Carletto
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Dopo queste ultime inquietanti notizie e per scongiurare un ennesimo insabbiamento "all'italiana" mi chiedo e vi chiedo se è possibile fare sentire la nostra voce, magari manifestando davanti al palazzo di giustizia (ah,ah) di genova. Sto pensando alle manifestazioni delle madri di Plaza de Mayo, forse potremmo fare qualcosa di simile. Ecco l'ultimo articolo sull'argomento apparso sul Secolo XIX di oggi.Nube rossa«Un sasso deviò il proiettile»Un filmato inedito conferma l’ipotesi dei periti: «Carlo fu ucciso da un colpo di rimbalzo»Giuliano Giuliani: alla fine dell’inchiesta mio figlio si sarà suicidato. Archiviazione in vistaIl fermo immagine mostra l’impatto del proiettile con un sasso lanciato dai no globalGenova. Prima è comparso ilfilmato inedito. Poi sullo schermosi è materializzata la prova.Nel fotogramma “ritrovato” lanuvola di fumo è diventata unmattone o forse un pezzo di intonaco.Sarebbe dunque un oggettolanciato dai manifestanti controi carabinieri, «il manufatto» citatodai periti nelle loro conclusioniche ha deviato il proiettilesparato dal carabiniere MarioPlacanica sul volto del manifestanteCarlo Giuliani. Sarebbequesta la prova, anzi la controprova,che scagiona il militareche ha premuto il grilletto. Unosparo diretto verso l’alto, comeha sempre sostenuto il carabiniere,che solo il “caso” ha trasformatoin un colpo mortale.Una tesi che i periti avevanoanticipato analizzando il tessutodel passamontagna strisciato eforato dal proiettile che indossavala vittima: sulle fibre eranostati rinvenuti «elementi che sitrovano nei materiali per l’ediliziae nelle vernici».Ieri pomeriggio, l’ipotesi delproiettile deviato da un oggettolanciato dai manifestanti ha provocatola dura reazione di GiulianoGiuliani, il padre della vittima:«Siamo ormai alla sommatoriadelle perizie. Una dopol’altra sento sempre più uno stridoredi unghie sui vetri, ma credoche gradatamente ci si potràavvicinare alla verità».«La verità che verrà fuori — haaggiunto — sarà quella che miofiglio Carlo si è suicidato e chequel giorno in piazza Alimondac’era un’esercitazione di tiro alpiattello».Una verità che comunque iperiti incaricati dal pm SilvioFranz dovranno mettere nero subianco. Non sarà un lavoro facile:gli specialisti, a questo punto,dovranno ricostruire la traiettoriadel proiettile, comparando ilmomento dell’impatto al rumoredello sparo che nei filmatinon sono coincidenti, «perché laluce e dunque le immagini “corrono”più veloci del suono».Per un’inchiesta che si avviaalla conclusione, ce n’è un’altrache si apre insieme ad altri milleinterrogativi che tuttavia non finirannoin un fascicolo giudiziario.Il pm ha deciso di capire seil filmato su cui hanno lavoratoper mesi periti e specialisti erastato davvero manomesso. Un’ipotesiche inizialmente era statasmentita. E che ieri ha preso dinuovo corpo. La procura adessotenterà di risalire a chi ha effettuatole riprese: l’operatore potrebberivelare chi ha eventualmentemanipolato la videocassetta.Il filmato su cui hanno lavoratoper mesi gli inquirenti, erastato acquisito da un’associazionedell’area no global, “Luna rossa”.Per poter sostenere un’eventualeaccusa di falsa testimonianza,tuttavia, la procuradovrà dimostrare che l’eventuale“montaggio” era stato eseguitoda qualcuno con l’intento didepistare le indagini.L’inchiesta si preannuncia irtadi difficoltà. Perché il filmatonon è stato consegnato volontariamenteda qualcuno, ma è statosequestrato.Sono molti, invece, gli interrogativiche ha sollevato il ritrovamentodel filmato integrale:come è possibile che i quattrospecialisti, pagati dalla procuraper eseguire le perizie, non si sianomai accorti, in tutti questimesi, di essere in possesso delleriprese integrali? Una spiegazionearriva dagli stessi ambientidalla procura: «I periti hanno lavoratoognuno a “casa sua”. Forseè mancato il continuo confronto». E così, il video integrale,con l’esplosione del manufatto,fornito da Rai Sat Net è stato vistosolo durante la “proiezionefinale”, quella alla quale hannopartecipato anche i periti di partee gli avvocati.Nelle prossime settimane, ilfascicolo potrebbe anche chiudersiper sempre. L’ipotesi piùprobabile, a questo punto, è cheil pm Silvio Franz decida di chiederel’archiviazione del caso.Un’ipotesi che il padre di Carlo,Giuliano Giuliani non accetta:«È davvero incredibile e insopportabile— ha detto — che sisommino fughe di notizie, interpretazioni,chi parla di rimbalzi,chi parla di altre cose e ancoranon si prendano davvero in considerazionei dati reali di quelloche è successo. Continuo disperatamentea cercare di non perderefiducia».Claudio Caviglia


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Dopo queste ultime inquietanti notizie e per scongiurare un ennesimo insabbiamento "all'italiana" mi chiedo e vi chiedo se è possibile fare sentire la nostra voce, magari manifestando davanti al palazzo di giustizia (ah,ah) di genova. Sto pensando alle manifestazioni delle madri di Plaza de Mayo, forse potremmo fare qualcosa di simile.

Ecco l'ultimo articolo sull'argomento apparso sul Secolo XIX di oggi.
Nube rossa

«Un sasso deviò il proiettile»
Un filmato inedito conferma l’ipotesi dei periti: «Carlo fu ucciso da un colpo di rimbalzo»
Giuliano Giuliani: alla fine dell’inchiesta mio figlio si sarà suicidato. Archiviazione in vista

Il fermo immagine mostra l’impatto del proiettile con un sasso lanciato dai no global
Genova. Prima è comparso il
filmato inedito. Poi sullo schermo
si è materializzata la prova.
Nel fotogramma “ritrovato” la
nuvola di fumo è diventata un
mattone o forse un pezzo di intonaco.
Sarebbe dunque un oggetto
lanciato dai manifestanti contro
i carabinieri, «il manufatto» citato
dai periti nelle loro conclusioni
che ha deviato il proiettile
sparato dal carabiniere Mario
Placanica sul volto del manifestante
Carlo Giuliani. Sarebbe
questa la prova, anzi la controprova,
che scagiona il militare
che ha premuto il grilletto. Uno
sparo diretto verso l’alto, come
ha sempre sostenuto il carabiniere,
che solo il “caso” ha trasformato
in un colpo mortale.
Una tesi che i periti avevano
anticipato analizzando il tessuto
del passamontagna strisciato e
forato dal proiettile che indossava
la vittima: sulle fibre erano
stati rinvenuti «elementi che si
trovano nei materiali per l’edilizia
e nelle vernici».
Ieri pomeriggio, l’ipotesi del
proiettile deviato da un oggetto
lanciato dai manifestanti ha provocato
la dura reazione di Giuliano
Giuliani, il padre della vittima:
«Siamo ormai alla sommatoria
delle perizie. Una dopo
l’altra sento sempre più uno stridore
di unghie sui vetri, ma credo
che gradatamente ci si potrà
avvicinare alla verità».
«La verità che verrà fuori — ha
aggiunto — sarà quella che mio
figlio Carlo si è suicidato e che
quel giorno in piazza Alimonda
c’era un’esercitazione di tiro al
piattello».
Una verità che comunque i
periti incaricati dal pm Silvio
Franz dovranno mettere nero su
bianco. Non sarà un lavoro facile:
gli specialisti, a questo punto,
dovranno ricostruire la traiettoria
del proiettile, comparando il
momento dell’impatto al rumore
dello sparo che nei filmati
non sono coincidenti, «perché la
luce e dunque le immagini “corrono”
più veloci del suono».
Per un’inchiesta che si avvia
alla conclusione, ce n’è un’altra
che si apre insieme ad altri mille
interrogativi che tuttavia non finiranno
in un fascicolo giudiziario.
Il pm ha deciso di capire se
il filmato su cui hanno lavorato
per mesi periti e specialisti era
stato davvero manomesso. Un’ipotesi
che inizialmente era stata
smentita. E che ieri ha preso di
nuovo corpo. La procura adesso
tenterà di risalire a chi ha effettuato
le riprese: l’operatore potrebbe
rivelare chi ha eventualmente
manipolato la videocassetta.
Il filmato su cui hanno lavorato
per mesi gli inquirenti, era
stato acquisito da un’associazione
dell’area no global, “Luna rossa”.
Per poter sostenere un’eventuale
accusa di falsa testimonianza,
tuttavia, la procura
dovrà dimostrare che l’eventuale
“montaggio” era stato eseguito
da qualcuno con l’intento di
depistare le indagini.
L’inchiesta si preannuncia irta
di difficoltà. Perché il filmato
non è stato consegnato volontariamente
da qualcuno, ma è stato
sequestrato.
Sono molti, invece, gli interrogativi
che ha sollevato il ritrovamento
del filmato integrale:
come è possibile che i quattro
specialisti, pagati dalla procura
per eseguire le perizie, non si siano
mai accorti, in tutti questi
mesi, di essere in possesso delle
riprese integrali? Una spiegazione
arriva dagli stessi ambienti
dalla procura: «I periti hanno lavorato
ognuno a “casa sua”. Forse
è mancato il continuo confronto
». E così, il video integrale,
con l’esplosione del manufatto,
fornito da Rai Sat Net è stato visto
solo durante la “proiezione
finale”, quella alla quale hanno
partecipato anche i periti di parte
e gli avvocati.
Nelle prossime settimane, il
fascicolo potrebbe anche chiudersi
per sempre. L’ipotesi più
probabile, a questo punto, è che
il pm Silvio Franz decida di chiedere
l’archiviazione del caso.
Un’ipotesi che il padre di Carlo,
Giuliano Giuliani non accetta:
«È davvero incredibile e insopportabile
— ha detto — che si
sommino fughe di notizie, interpretazioni,
chi parla di rimbalzi,
chi parla di altre cose e ancora
non si prendano davvero in considerazione
i dati reali di quello
che è successo. Continuo disperatamente
a cercare di non perdere
fiducia».
Claudio Caviglia


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