R: [Cerchio] zerzan

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Szerző: karletto
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Tárgy: R: [Cerchio] zerzan
In effetti, anch'io non sono stato in grado di comprendere la metafora
filosofico/mitologica dedicataci da Tuula. Preciso, comunque, che questa
volta, per quanto mi riguarda, non avevo notato alcuna venatura
<<antipatica>> nella tua risposta, e che, riguardo alla valenza degli
<<aggettivi>>, non parlerei tanto di <<depotenziamento>> ma di
"specificazione propositiva" del concetto di libertà.
Insomma quella "comunità umana", che a mio avviso sostanzia l'essenza
stessa del comunismo, non potrà trovare immediata costituzione materiale.
Una volta paralizzato e destrutturato il dominio dell'astratto
capitalistico, sarà inevitabile l'"attraversamento" di mille e mille
lacerazioni, in una dialettica sociale anche assai aspra, prima che essa
possa giungere a compimento, nella graduale articolazione di una sorta di
autentica "rivoluzione antropologica" dentro le strutture profonde
dell'immaginario collettivo nonchè del cosiddetto "senso comune", di un
"corpo sociale" iniizialmente composto da individui che non possono non
recare in sè, all'inizio di tale processo di liberazione, tutta la merda che
millenni di "preistoria ferina" hanno sedimentato.
Qualcuno ha detto che non siamo che nani sulle spalle di un gigante e questo
nostro piedistallo, purtroppo, condizionerà il nostro agire, essere, sentire
e pensare, ben più a lungo di quanto durerà l'agonia di Monsieur le Capital:
non so cosa mai possa essere l'"uomo" fuori dal giogo della necessità, della
coartazione imposta dal bisogno "naturale" e dall'oppressione
"storico-sociale" ... so solo che forse, con l'enorme potenziale produttivo
evocato da quello (il capitale, appunto), l'umanità potrà giocarsi la chance
di quell'"età dell'oro" che per millenni essa non ha potuto che trasporre
nel sogno nostalgico di un inesistente passato ... e da qui, appunto, il mio
ostinato pretendere che il comunismo non possa che essere l'eventuale,
ipotetico frutto della spinta impressa all'umanità dal punto più alto del
suo divenire storico. Fuori da qualsiasi storicistico determinismo, fuori
da ogni meccanicismo progressistico: si tratta "solo" - e
ineludibilmente! - di partire dal "qui ed ora" per cercare di condurre quel
"gigante" verso una libertà finalmente possibile per tutti i sei miliardi
di individui che di fatto oggi lo "rappresentano".
Se tu sei disposto a mettere in gioco, per questa che non è che una
"scommessa" (sia pur di portata straordinariamente "epocale"!), la tua
stessa sopravvivenza di "insulinodipendente" dimostri solo che veramente non
hai più nulla da perdere nel senso più drasticamente proprio, ma si dà
purtroppo il caso che per qualche miliardino di individui ancora non sia
così, altrimenti questo mondodimmerda (come riconosci tu stesso) sarebbe già
crollato tutto da un pezzo! Io stesso, come zoppo, delle tue pur
fidatissime "spalle" non mi accontento, son disposto a mollare anche tutto
quello che il mio piccolo spicchio di "privilegio nordoccidentale" mi
concede, ma in nessun modo intendo mettere a rischio gli strumenti
indispensabili per quella già pur minima soglia di sopravvivenza che esso
(con le sue merci ad "alto tasso tecnologico") mi garantisce. E allora
tutti/e quelli che come me mantengono delle pur minime "riserve", verso una
"libertà" che da principio innescherà inevitabilmente sommovimenti di
portata "tellurica", hanno necessità di quegli "aggettivi" (specificativi di
tale libertà) , come dell'aria stessa che respirano (che pur, sempre più
spesso, tanfa di morte!) ...
Mi esimo dal precisare per l'ennesima volta che, ovviamente, la tecnologia è
oggi "tarata" dalla logica del profitto, che ne ha predeterminato gli
sviluppi, e va quindi profondamente "rivisitata" per essere ricondotta negli
ambiti di una finalità radicalmente "altra" ... ma questo non toglie che
l'utopia del "passo indietro" rispetto all'antropizzazione, oggi sostenuta
da Zerzan, e ben prima di lui da Camatte e da svariati altri, rischia di
nascondere in sè (ma invero nemmeno tanto) un'istanza oggettivamente
necrogena: come sarà possibile anche semplicemente sfamare TUTTI gli
attuali SEIMILIARDIEMEZZO di esseri umani, senza mettere in conto di NON
gettare insieme all'acqua sporca anche il "bambino", cimentandosi nel certo
rischioso ma inevitabile sforzo di subordinare le odierne "tencologie" a
tale compito ineludibile?!?! Tu farai pure a meno della tua insulina e io
mi adatterò anche a trascinarmi per terra, ma gli 0TTOCENTOCINQUANTAMILA
bambini fra i 5 e i 13 anni che quotidianamente sono costretti a "lavorare"
per fame, nonchè tutti gli altri che crepano prima di poter in qualche modo
confrontarsi con tale "problemino", avranno il diritto di arrivare alla
nostra veneranda età in modo almeno uguale a quello con cui ci siamo
arrivati noi due?! E le centinaia di milioni di malati di Aids conclamati
avranno il diritto di poter avere l'assistenza farmacologica idoena? E
...... ECC.ECC.ECC!!!
Insomma, non riesco proprio a credere che l'"esca" di una pur giocosa
sessualità (ammesso che nei casi sopraelencati si possa trovar ancora spazio
per il "gioco" e che poi si riescano a trovare le innumerevoli giocosissime
volontarie necessarie, in base ai tuoi suggerimenti "fourieristi" ;-)) possa
davvero essere presa in una qualche considerazione ... vabbè il gusto del
paradosso provocatorio, ma qui continuo a credere che le questioni non siano
affrontabili con tale tua pur "simpatica" impostazione prospettica, mio
buon, entusiastico Paolone!
Salut
Marco (M.)

----- Original Message -----
From: "pkrainer" <pkrainer@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Monday, June 10, 2002 6:38 PM
Subject: R: R: [Cerchio] zerzan


>
> ----- Original Message -----
> From: Tuula Haapiainen <Cyberscript@???>
> > ^^^^ M'avete presa per la servetta di Tracia? :-)))
> > Anzi, mi fate sentire così - per la seconda volta .
> > Talete cadde nel pozzo perché non vide le cose avanti ai
> piedi, perché
> > scrutava il cielo..;-))))))
> >
> > tuula
>
> mi spiace non conosco la storiella e quindi mi sfugge la
> battuta: comunque, rileggendomi, vedo che la mia ultima
> frase risulta, a leggerla, pià antipatica e critica di
> quanto volessi intendere. In realtà, non ho ancora capito se
> sono d'accordo o no...a me pare che gli aggettivi
> depotenzino e limitino. Quando scrivo, li uso così...
>
>
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