[Cerchio] Luciano Parlanti se n'è andato!

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Autore: karletto
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Oggetto: [Cerchio] Luciano Parlanti se n'è andato!
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Qualcuno disse che "ci sono morti che pesano come piume, e morti che pesano
come montagne" ... ebbene la recentissima morte di Luciano Parlanti è
senz'altro di quelle che per noi pesano come montagne!
Essa pesa per tutti coloro che hanno vissuto il decennio rosso 1968/1977.
Pesa per la loro memoria diretta di quell'ultimo assalto al cielo, di cui
Luciano fu coprotagonista ed "espressione", qualificata e qualificante.
Ma pesa, deve pesare, anche sul piano simbolico di quell'immaginario
collettivo che, pur infrantosi sotto il peso della controrivoluzione
restauratrice, definitivamente scatenatasi con la sconfitta dei "trenta
giorni di Mirafiori" del 1980, sta ormai lentamente ricomponendo le mille
schegge in cui era stato frantumato, e riprendendo forma.
La memoria di quella sconfitta, che oggi ritrova uomini e donne nuovamente
in grado di riprendere il cammino verso un mondo diverso, radicalmente altro
e più che mai indispensabile, non può non trovare nella storia personale di
Luciano una parte essenziale delle proprie stesse radici.
Egli fu una di quelle tute-blu che seppero spezzare l'ammutolimento e la
passività della cosiddetta "ricostruzione post-bellica", per ritessere in
prima persona, "dal basso", le trame della ricomposizione di classe, per
rifondare l'autonomia di questa e dispiegarne la portata sovversiva,
nell'autodeterminazione del soggetto collettivo rivoluzionario che fu
protagonista di quel ciclo di lotte di valenza assolutamente epocale.
Luciano Parlanti fu uno dei protagonisti di punta di quell'ondata "blu", ma
totalmente "rossa", che seppe mettere in mora il comando d'impresa e lo
stesso processo di valorizzazione capitalistico: per questo fu in assoluto
fra le prime vittime dei licenziamenti/rappresaglia con cui la Fiat colpì le
avanguardie di fabbrica. Fu reintegrato dalla magistratura, sotto la spinta
solidale di massa di quella classe che, anche tramite lui, era giunta ad
esprimere una sorta di autentico contropotere operaio dentro gli
stabilimenti; ma l'azienda preferì ricominciare a corrispondergli il
salario, senza effettivamente reinserirlo frai i suoi compagni, in reparto:
retribuito sì, ma confinato fuori dai cancelli per insubordinazione e
pericolosità di altrui contaminazione!!!
Luciano visse l'intera parabola della "soggettività operaia", impegnando in
essa ogni sua capacità di critica e di lotta, e infine, dopo la sconfitta
dell'80, fu testimone straziato della metodica, feroce destrutturazione
materiale di una composizione di classe - la sua classe! - che fu stroncata
dalla rivoluzione tecnologica, dentro il ciclo di produzione, e venne
lacerata, nella sua più "umana" e concreta dimensione, da centinaia di
suicidi. Una classe che fu cancellata e negata nel modo più brutale, anche
dall'universo mediatico: le tute blu furono completamente "rimosse",
divennero assolutamente "invisibili" e ci fu chi, anche fra coloro che pure,
oggi, sinceramente piangono Luciano, giunse a parlare di fantomatiche "fini
del lavoro", di fatto avallando l'operazione ideologico/politica di totale
oscuramento di quell'"universo-lavoro" che Lor Signori volevano
definitivamente compatibilizzare alla propria logica accumulativa,
privandolo di qualsivoglia diritto di parola ... e tutti/e s'imboccò il
tunnel degli ottanta!
Oggi Luciano ci ha lasciato per sempre, dopo che da tempo si era allontanato
da qualsiasi contatto con il suo vecchio mondo, ormai profondamente
modificato nelle cose e nelle persone.
"Vis-à-Vis" lo contattò verso gli inizi del 2001, concordando un'intervista
per il proprio successivo fascicolo ...
purtroppo i nostri tempi non hanno saputo rispettare i suoi ed ora non
potremo più raccogliere la sua memoria di comunista, ma soprattutto di
operaio autonomo e quindi rivoluzionario!
Quella contraddizione capitale/lavoro sul cui crinale Luciano volle e seppe
articolare la sua propria stessa esistenza, facendosi agente di
contaminazione/sovversione dentro i gangli centrali della catena del comando
di capitale, oggi sta rievidenziandosi nelle mille forme in cui essa
continua ad attraversare l'ormai universale dominio dell'astratto.
Oggi la memoria di classe, del soggetto di classe di cui Luciano fu parte,
torna a farsi materia viva di una conflittualità su scala planetaria, non
più a lungo controllabile da parte dell'avversario. La "guerra infinita"
ch'esso ha scatenato come controrivoluzione preventiva su scala planetaria,
sentendosi ormai "stretto all'angolo", non è altro che la "proiezione"
sull'estremo livello bellico-militaresco di quella stessa ferocia con cui
seppe scatenare la propria reazione contro l'insorgenza dell'autonomia di
classe del movimento di massa (a struttura soggettiva) che osò vulnerarne,
allora, le capacità di comando: la stessa arroganza, la stessa
determinazione repressiva.
Tutti/e coloro che oggi vedono erosa sempre più drasticamente la possibilità
di esprimere il proprio rifiuto, la propria incompatibilità rispetto a
questo presente dimmerda, stanno oggi inconsapevolmente riannodando nella
propria rinascente volontà, di resistenza e di attacco, i fili lacerati
dell'esperienza collettiva, umana e politica, di cui Luciano fu
coprotagonista: essa segnò il ritorno dell'autonomia di classe fuori e
contro le gabbie della tradizione secondinternazionalistica, comunque
costitutivamente tarata dal "germe" alienante dell'autonomia della politica,
sia sul versante socialdemocratico-riformistica che su quello
marxleninista-rivoluzionario.
Verrà il momento che si saprà ritrovare la forza di riconoscere la necessità
improrogabile di "VOLERE TUTTO", come allora si ebbe l'ardire di fare!
Sarà fors'anche démodé, ma oggi ci viene da urlare con rabbia "LUCIANO E'
VIVO E LOTTA INSIEME A NOI"!
5-giugno-2002.

La redazione di

Vis-à-Vis
Quaderni per l'autonomia di classe

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