[Forumlucca] Fw: AD UN ANNO DA GENOVA

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davide <db7@???> ha scritto: Da: "davide"
A: "marlena" ,
"eleonora"
Oggetto: Fw: AD UN ANNO DA GENOVA
Data: Sun, 2 Jun 2002 17:27:39 +0200

----- Original Message ----- From: ya basta parma To: - FRANCESCO CAMATTINI ; - DAVIDE ROSSI ; - db7 ; - ANDREAS RUEDA ; - CECILIA RIZZI ; - CLAUDIO TORREGIANI ; - DAMIANO CHIARINI ; - DANIELE GABBI ; - DARIO CODELUPPI ; - DAVIDE BARCELLONE Sent: Sunday, June 02, 2002 4:55 PMSubject: AD UN ANNO DA GENOVA
VI INVITIAMO A LEGGERE E DIFFONDERE ED EVENTUALMENTE AD ADERIRE A QUESTO INTERESSANTE CONVEGNO. Per mandare le adesioni scrivete a pollicino@??? , adesione vuol dire sia porci la firma sotto il volantino (elenco in continuo aggiornamento), sia qualche presenza fisica nei giorni del 15 + 16 giugno. In allegato vi mandiamo il volantino del convegno.YA BASTA PARMA

AD UN ANNO DA GENOVA”



Convegno









Sabato 15 e domenica 16 giugno 2002



Reggio Emilia, Cinema Rosebud,

Via Medaglie d'Oro della Resistenza 6





Il Convegno è promosso da "Pollicino Gnus"





In collaborazione con:

Social Forum Bassa Reggiana, Social Forum di Carpi, Social Forum di Modena, Social Forum di Bologna, Ya Basta Parma, Federazione Anarchica Emiliana, Coop. Mag 6, Infoshop Mag 6, C.S.A. Aquarius, Coop La Collina/GLM, Associazione "Jaima Sahrawi, Associazione Culturale Libertaria Fiori Neri, Coordinamento Comitati di Base USI-CUB, Donne in Nero, ...













A tutti noi è parso che la reazione degli USA agli attentati dell’11 settembre sia stata più simile ad un riflesso che ad una riflessione. Nessuno ha potuto sostare, darsi il tempo di capire o pensare a cause, significati, prospettive. Sono piombati addosso a tutto il mondo con il loro credo di sempre ed hanno detto: - Chi non sta con noi sta con i terroristi! -

Noi non stiamo con gli uni o con gli altri, anche perché sosteniamo che i modi ed i pensieri possibili siano molti e differenti.

Ma qualcosa non ci convince anche all’interno del «movimento». Da Genova in poi le emergenze da fronteggiare sono state sempre più gravi, sempre più frequenti e, talvolta, sembra che anche noi recitiamo a memoria la nostra parte: conosciamo chi è con noi e chi ci sta contro, non sappiamo astenerci dall’entrare in un cieco azionismo tipo «botta e risposta».

Siamo così occupati ad indignarci ed a protestare che non abbiamo più tempo per pensare, riflettere, porci domande. Così il fronte del dissenso rischia di rincorrere l’emergenza del giorno, ingessato dentro a schemi mentali ormai inefficaci nel nuovo contesto politico globale.

Mentre ci sembra di cogliere qualche segnale incoraggiante di risveglio nella società (mobilitazioni, forum sociali, girotondi, …) non possiamo disconoscere di fatto che, l’esercizio della democrazia è divenuto sempre più una superstizione che una pratica. Ma il mondo che non vogliamo ci sprona a rimuovere continuamente. Anche per questo crediamo che sia importante costruire nuove interpretazioni, pensare nuovi pensieri.

Abbiamo scelto di ripartire dagli avvenimenti di Genova, di ritoccare questa silente assoluzione collettiva perché Genova, oltre a portare con sé una serie di segni e provocazioni forti, è il simbolo di un tempo che dimentica pur di continuare a correre ed a rincorrere.

La nostra riflessione deve fermarsi e dedicarsi un po’ a se stessa. Per questo proponiamo a tutti un convegno, un’occasione per ragionare collettivamente intorno ad alcuni temi importanti.









GLOBALIZZAZIONE

E SPESE MILITARI

(Sabato pomeriggio)



Il convegno si aprirà con una prima riflessione introduttiva in riferimento al contesto internazionale, che servirà anche a collocare i fatti di Genova all’interno di considerazioni più generali su nuovo ordine mondiale e globalizzazione.

Che relazione c’è tra l’economia post-fordista ed il rilancio vertiginoso delle spese militari?

Che strategia porta a pianificare guerre in giro per il mondo per decenni?

Il mito dell’economia da casinò, quello dello sviluppo incessante ed autoregolato del mercato, si è sciolto come neve al sole. La crisi economica non è prerogativa dei paesi periferici (si pensi all’Argentina) dove si manifesta in modo lacerante e perentorio, ma coinvolge anche il centro dell’ “Impero” anche se in modo socialmente meno esplosivo. La speculazione finanziaria, il post-fordismo non sono in grado di promuovere uno sviluppo economico prolungato e costante a livello mondiale. Nonostante la delocalizzazione industriale, la flessibilità della forza lavoro, l’informatica applicata, la crescita dei profitti, del valore monetario delle azioni la valorizzazione si arresta. Lo Stato (gli USA ) interviene nuovamente nel ciclo economico per sostenerlo, non attraverso spese sociali, ma rilanciando la spesa militare. Quale migliore occasione che pianificare guerre in giro per il mondo per costruire un nuovo ordine mondiale dove ogni nazione assuma ruoli ben definiti e gerarchicamente determinati a secondo del proprio peso demografico e territoriale.

A chi giova individuare un nemico esterno, magari nebuloso ed imprendibile?

Guerra esterna per la pacificazione sociale interna?

Interverranno: Video-introduzione di Alex Zanotelli,

Claudio Cancelli – Politecnico di Torino, Pietro Stara - storico





REPRESSIONE E PERDITA

DELLA DEMOCRAZIA

(Domenica mattina)



Un secondo capitolo del convegno riflette sulla democrazia autoritaria, addentrandosi in racconti o considerazioni più strettamente legate alle giornate del luglio scorso. Il discorso si articolerà in due grandi sottopunti: la repressione violenta della polizia e lo strumento dell’informazione (o della propaganda ) come mezzi di controllo sociale.



·         Riflessioni sul rapporto tra le azioni della polizia e la politica


Nelle piazze di Genova, qualche mese fa abbiamo visto il rituale virile della polizia trasformare la politica in guerra. Ci hanno sbattuto in faccia cariche sui cortei, pestaggi, fermi, requisizione di documenti, distruzione di prove, violazione dei diritti, sospensione delle garanzie che nessun contesto di eccezionalità può giustificare.

Poi qualcuno ci ha aiutato a far “passare la notte”, cullati dall’idea che una indagine avrebbe riaggiustato umori ed equilibri. Il borbottio parlamentare si è spento, gli orrori sono diventati errori o semplici “ruvidezze”; nel mazzo è stato infilato il jolly manovrabile delle tute nere (uno a uno e palla al centro!) e l’inconveniente è stato lentamente rimosso, mascherato, annacquato.

Due manganellate scappate dall’una o dall’altra parte possono essere giudicate come un inconveniente prevedibile. Ma la presenza del GOM a Bolzaneto, le armi da fuoco con proiettili non di gomma, i lacrimogeni al CS, la perquisizione alla scuola Diaz, la sospensione dei diritti durante detenzioni quantomeno arbitrarie ci hanno presentato il volto di una parte dello stato che detiene il monopolio della violenza e che si sente fieramente legittimata a farne ampio uso. Questi comportamenti sono evidentemente guidati da una strategia, da una volontà politica, da un pensiero.

Ma dal pensiero di chi?

L’uso della coercizione e della repressione sono gli esercizi caricati della cultura politica della destra italiana?

Il ruolo esercitato dalle forze dell’ordine è l’affermazione di un nuovo potere, della loro crescente autonomia?

Qual è il rapporto tra la cultura di schiacciamento della globalizzazione ed il ricorso a strumenti repressivi e gerarchici come la militarizzazione?

Qual è il rapporto oggi tra le azioni di polizia e la politica?

Interverranno: Fausto Gianelli (Genova Legal Forum) e Lorenzo Guadagnucci (giornalista del Resto del Carlino)..



·         L’informazione sostituisce la realtà


I giorni di Genova sono stati, fra tante altre cose, quello che si può definire un evento mediatico. Non era mai capitato che ad una manifestazione fosse presente come in quell’occasione, una quantità così grande di videocamere, macchine fotografiche, televisioni, radio. Eppure una presenza tanto massiccia di tecnologia in funzione di testimone, quale risultato ha dato? I “no global” sono stati riconfermati nelle proprie idee e nella propria rabbia ancor più impotente di prima.

Il grande pubblico televisivo invece è stato abbagliato con una scelta di immagini per lui inequivocabili di guerriglia urbana.

E le ragioni delle duecentomila persone per le strade della città? Il grande pubblico desidera veramente sapere? Vuole davvero degli approfondimenti di quanto è accaduto al di là dello schermo? Ed è in grado di sostenere la fatica di un’informazione che sia altro da una particolare forma di intrattenimento abituale? Da qualche parte forse qualcuno tenta di costruire un’informazione libera e verificabile. Ma la strategia di seduzione dell’informazione che bussa insistentemente ogni giorno ai nostri cervelli, aggiunge, accanto all’informazione-emozione e all’informazione-menzogna, la pratica dell’informazione-opinione, vale a dire la messinscena di salotti di conversazione dove cantanti, attori, ballerine, politici e stilisti si esibiscono nell’atto di proclamare tutto quanto viene loro in bocca. La quantità dei messaggi ha come conseguenza lo svuotamento dei messaggi stessi, la loro banalizzazione, la caduta di ogni senso, di qualunque tipo essi siano.

In questo mare di voci ed opinioni si può fare contro-informazione?

Quali pratiche di comunicazione sono coerenti con un altro mondo possibile?

Si può costruire un rapporto diverso (più diretto ) tra la realtà e le notizie?

Come possiamo evitare che il protagonismo mediatico distragga coscienze ed opinioni?

E’ possibile ribaltare la verticalità dell’attuale sistema informativo per costruire un circuito di comunicazione maggiormente condiviso e partecipato?

Interverranno:

Anna Pizzo (Carta),

e un rappresentante di Indymedia.









LA SUPERSTIZIONE DELLA DEMOCRAZIA:

UN ALTRO MONDO È DAVVERO POSSIBILE?

(Domenica pomeriggio - tavola rotonda)



Tutti coloro che credono un altro mondo davvero possibile, ed anche quelli che non lo credono più ma per una curiosa forma di eredità continuano a sentirne il bisogno, non possono fare a meno di prendere atto della crisi del modello di democrazia cui siamo stati abituati per decenni: E’ sempre più evidente la disconnessione tra i contenuti veicolati dai mezzi di comunicazione di massa ed i fatti reali. Questo implica l’impossibilità di conoscere realmente la politica effettivamente compiuta dai governi una volta eletti.

E’ innegabile l’impotenza della “politica” nei confronti dell’”economia”. Forse più che di impotenza bisognerebbe parlare di dipendenza.

E’ servita l’evidenza dei fatti od il possesso di ragioni documentate a Porto Marghera o contro il Treno ad Alta Velocità od ancora contro tanti scempi ambientali, oggetto delle lotte di comitati ed associazioni?

Si pensi al rilievo dato ai pensieri che si sono confrontati e mescolati da Genova a Porto Allegre. Quale incidenza o quali spazi sono loro stati concessi sul piano della politica ufficiale? Quali scenari si preparano con l’esasperazione del conflitto sociale indotta dal governo Berlusconi?

Come andare oltre questa concezione tradizionale di democrazia?

Come tornare a poter contare qualcosa?

Ragioniamo sulle possibilità della disobbedienza civile, approfondiamo le proposte della democrazia partecipativa, proviamo a riflettere se i modelli di economie alternative che conosciamo (finanza critica, finanza etica, commercio equo, comuni varie, ecc.) possono ambire ad organizzarsi su reti a grande scala e “contendere spazi” all’economia neoliberista.

Nell’epoca della globalizzazione non possiamo rifugiarci nel bosco come Thoreau, forse, però, potremo quantomeno smettere di “collaborare”? Esistono possibilità di azione diretta, nonviolenta, che possono risultare efficaci, incisive?

Interverranno: Gianfranco Bettin (Prosindaco di Venezia), Cosimo Scarinzi (CUB), Lisa Clark (Rete Lilliput), Giorgio Riolo (Attac Italia e Associazione Punto Rosso di Milano) e Olivia Guaraldo (Università di Verona).







Per informazioni e contatti:

infoshop mag60522-430307

e-mail: pollicino@???


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<P>&nbsp; <B><I>davide <db7@???></I></B> ha scritto:
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<DIV><B>To:</B> <A href="mailto:francescocamattini@libero.it" title=francescocamattini@???>- FRANCESCO CAMATTINI</A> ; <A href="mailto:daviderox@libero.it" title=daviderox@???>- DAVIDE ROSSI</A> ; <A href="mailto:db7@libero.it" title=db7@???>- db7</A> ; <A href="mailto:cruedag@tin.it" title=cruedag@???>- ANDREAS RUEDA</A> ; <A href="mailto:cirizzi@libero.it" title=cirizzi@???>- CECILIA RIZZI</A> ; <A href="mailto:claudio.torregiani@libero.it" title=claudio.torregiani@???>- CLAUDIO TORREGIANI</A> ; <A href="mailto:damian1@virgilio.it" title=damian1@???>- DAMIANO CHIARINI</A> ; <A href="mailto:barniell@libero.it" title=barniell@???>- DANIELE GABBI</A> ; <A href="mailto:dcodelu@tin.it" title=dcodelu@???>- DARIO CODELUPPI</A> ; <A href="mailto:davidebarsa@libero.it" title=davidebarsa@???>- DAVIDE BARCELLONE</A> </DIV>
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<DIV><FONT size=2><FONT size=3>&nbsp;VI INVITIAMO A LEGGERE E DIFFONDERE ED EVENTUALMENTE AD ADERIRE A QUESTO INTERESSANTE CONVEGNO. Per mandare le adesioni scrivete a <A href="mailto:pollicino@comune.re.it">pollicino@???</A>&nbsp;, adesione vuol dire sia porci la firma sotto il volantino (elenco in continuo aggiornamento), sia qualche presenza fisica nei giorni del 15 + 16 giugno. In allegato vi mandiamo il volantino del convegno.</FONT></FONT></DIV>
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<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">GLOBALIZZAZIONE <o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">E SPESE MILITARI<o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal">(Sabato pomeriggio)<o:p></o:p></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 8pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">&nbsp;<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Il convegno si aprirà con una prima riflessione introduttiva in riferimento al contesto internazionale, che servirà anche a collocare i fatti di Genova all’interno di considerazioni più generali su nuovo ordine mondiale e globalizzazione.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Che relazione c’è tra l’economia post-fordista ed il rilancio vertiginoso delle spese militari?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Che strategia porta a pianificare guerre in giro per il mondo per decenni? <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Il mito dell’economia da casinò, quello dello sviluppo incessante ed autoregolato del mercato, si è sciolto come neve al sole. La crisi economica non è prerogativa dei paesi periferici (si pensi all’Argentina) dove si manifesta in modo lacerante e perentorio, ma coinvolge anche il centro dell’ “Impero” anche se in modo socialmente meno esplosivo. La speculazione finanziaria, il post-fordismo non sono in grado di promuovere uno sviluppo economico prolungato e costante a livello mondiale. Nonostante la delocalizzazione industriale, la flessibilità della forza lavoro, l’informatica applicata, la crescita dei profitti, del valore monetario delle azioni la valorizzazione si arresta. Lo Stato (gli USA ) interviene nuovamente nel ciclo economico per sostenerlo, non attraverso spese sociali, ma rilanciando la spesa militare. Quale migliore occasione che pianificare guerre in giro per il mondo per costruire un nuovo ordine mondiale dove ogni nazione assuma ruoli ben definiti e gerarchicamente determinati a secondo del proprio peso demografico e territoriale. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">A chi giova individuare un nemico esterno, magari nebuloso ed imprendibile?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Guerra esterna per la pacificazione sociale interna?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal><B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Interverranno:</SPAN></I></B><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt"> </SPAN></I><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Video-introduzione di Alex Zanotelli, <o:p></o:p></SPAN></I></P>
<P class=MsoNormal><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Claudio Cancelli – Politecnico di Torino, <SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp;</SPAN></SPAN></I><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Pietro Stara - storico</SPAN></I><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt"><o:p></o:p></SPAN></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal">&nbsp;<o:p></o:p></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">&nbsp;<o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">REPRESSIONE E PERDITA <o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">DELLA DEMOCRAZIA<o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal">(Domenica mattina)<o:p></o:p></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 8pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">&nbsp;<o:p></o:p></SPAN></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Un secondo capitolo del convegno riflette sulla democrazia autoritaria, addentrandosi in racconti o considerazioni più strettamente legate alle giornate del luglio scorso. Il discorso si articolerà in due grandi sottopunti: la repressione violenta della polizia e lo strumento dell’informazione (o della propaganda ) come mezzi di controllo sociale. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">&nbsp;<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN-LEFT: 0cm; TEXT-ALIGN: justify; TEXT-INDENT: 0cm; tab-stops: list 18.0pt left 489.05pt; mso-list: l0 level1 lfo1"><SPAN style="FONT-FAMILY: Symbol; FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">·<SPAN style="FONT: 7pt 'Times New Roman'">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; </SPAN></SPAN><B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Riflessioni sul rapporto tra le azioni della polizia e la politica</SPAN></I></B><B style="mso-bidi-font-weight: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt"><o:p></o:p></SPAN></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Nelle piazze di Genova, qualche mese fa abbiamo visto il rituale virile della polizia trasformare la politica in guerra. Ci hanno sbattuto in faccia cariche sui cortei, pestaggi, fermi, requisizione di documenti, distruzione di prove, violazione dei diritti, sospensione delle garanzie che nessun contesto di eccezionalità può giustificare. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Poi qualcuno ci ha aiutato a far “passare la notte”, cullati dall’idea che una indagine avrebbe riaggiustato umori ed equilibri. Il borbottio parlamentare si è spento, gli orrori sono diventati errori o semplici “ruvidezze”; nel mazzo è stato infilato il jolly manovrabile delle tute nere (uno a uno e palla al centro!) e <I style="mso-bidi-font-style: normal">l’inconveniente</I> è stato lentamente rimosso, mascherato, annacquato. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Due manganellate scappate dall’una o dall’altra parte possono essere giudicate come un inconveniente <I style="mso-bidi-font-style: normal">prevedibile. </I>Ma<I style="mso-bidi-font-style: normal"> </I>la presenza del GOM a Bolzaneto, le armi da fuoco con proiettili non di gomma, i lacrimogeni al CS, la perquisizione alla scuola Diaz, la sospensione dei diritti durante detenzioni quantomeno arbitrarie ci hanno presentato il volto di una parte dello stato che detiene il monopolio della violenza e che si sente<B style="mso-bidi-font-weight: normal"> </B>fieramente legittimata a farne ampio uso. Questi comportamenti sono evidentemente guidati da una strategia, da una volontà politica, da un pensiero. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Ma dal pensiero di chi?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">L’uso della coercizione e della repressione sono gli esercizi caricati della cultura politica della destra italiana?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Il ruolo esercitato dalle forze dell’ordine è l’affermazione di un nuovo potere, della loro crescente autonomia?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Qual è il rapporto tra la cultura di schiacciamento della globalizzazione ed il ricorso a strumenti repressivi e gerarchici come la militarizzazione?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Qual è il rapporto oggi tra le azioni di polizia e la politica?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Interverranno: </SPAN></I></B><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Fausto Gianelli (Genova Legal Forum) e Lorenzo Guadagnucci (giornalista del Resto del Carlino)..<o:p></o:p></SPAN></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">&nbsp;<o:p></o:p></SPAN></B></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN-LEFT: 0cm; TEXT-ALIGN: justify; TEXT-INDENT: 0cm; tab-stops: list 18.0pt left 489.05pt; mso-list: l1 level1 lfo2"><SPAN style="FONT-FAMILY: Symbol; FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">·<SPAN style="FONT: 7pt 'Times New Roman'">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; </SPAN></SPAN><B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">L’informazione sostituisce la realtà<o:p></o:p></SPAN></I></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">I giorni di Genova sono stati, fra tante altre cose, quello che si può definire un evento mediatico. Non era mai capitato che ad una manifestazione fosse presente come in quell’occasione, una quantità così grande di videocamere, macchine fotografiche, televisioni, radio. Eppure una presenza tanto massiccia di tecnologia in funzione di testimone, quale risultato ha dato? I “no global” sono stati riconfermati nelle proprie idee e nella propria rabbia ancor più impotente di prima.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Il grande pubblico televisivo invece è stato abbagliato con una scelta di immagini per lui inequivocabili di guerriglia urbana.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">E le ragioni delle duecentomila persone per le strade della città? Il grande pubblico desidera veramente sapere? Vuole davvero degli approfondimenti di quanto è accaduto al di là dello schermo? Ed è in grado di sostenere la fatica di un’informazione che sia altro da una particolare forma di intrattenimento abituale? Da qualche parte forse qualcuno tenta di costruire un’informazione libera e verificabile. Ma la strategia di seduzione dell’informazione che bussa insistentemente ogni giorno ai nostri cervelli, aggiunge, accanto all’informazione-emozione e all’informazione-menzogna, la pratica dell’informazione-opinione, vale a dire la messinscena di salotti di conversazione dove cantanti, attori, ballerine, politici e stilisti si esibiscono nell’atto di proclamare tutto quanto viene loro in bocca. La quantità dei messaggi ha come conseguenza lo svuotamento dei messaggi stessi, la loro banalizzazione, la caduta di ogni senso, di qualunque tipo essi siano.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">In questo mare di voci ed opinioni si può fare contro-informazione?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Quali pratiche di comunicazione sono coerenti con un altro mondo possibile?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Si può costruire un rapporto diverso (più diretto ) tra la realtà e le notizie?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Come possiamo evitare che il protagonismo mediatico distragga coscienze ed opinioni?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">E’ possibile ribaltare la verticalità dell’attuale sistema informativo per costruire un circuito di comunicazione maggiormente condiviso e partecipato?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Interverranno:<o:p></o:p></SPAN></I></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt"><SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp;</SPAN>Anna Pizzo (Carta), <o:p></o:p></SPAN></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">e un rappresentante di Indymedia.<o:p></o:p></SPAN></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">&nbsp;<o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">&nbsp;<o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">&nbsp;<o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">&nbsp;<o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">LA SUPERSTIZIONE DELLA DEMOCRAZIA:<o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal">UN ALTRO MONDO È DAVVERO POSSIBILE?<o:p></o:p></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal">(Domenica pomeriggio - tavola rotonda)<o:p></o:p></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><U><SPAN style="FONT-SIZE: 8pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">&nbsp;<o:p></o:p></SPAN></U></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Tutti coloro che credono un altro mondo davvero possibile, ed anche quelli che non lo credono più ma per una curiosa forma di eredità continuano a sentirne il bisogno, non possono fare a meno di prendere atto della crisi del modello di democrazia cui siamo stati abituati per decenni: E’ sempre più evidente la disconnessione tra i contenuti veicolati dai mezzi di comunicazione di massa ed i fatti reali. Questo implica l’impossibilità di conoscere realmente la politica effettivamente compiuta dai governi una volta eletti.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">E’ innegabile l’impotenza della “politica” nei confronti dell’”economia”. Forse più che di impotenza bisognerebbe parlare di dipendenza.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">E’ servita l’evidenza dei fatti od il possesso di ragioni documentate a Porto Marghera o contro il Treno ad Alta Velocità od ancora contro tanti scempi ambientali, oggetto delle lotte di comitati ed associazioni?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Si pensi al rilievo dato ai pensieri che si sono confrontati e mescolati da Genova a Porto Allegre. Quale incidenza o quali spazi sono loro stati concessi sul piano della politica ufficiale? Quali scenari si preparano con l’esasperazione del conflitto sociale indotta dal governo Berlusconi?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Come andare oltre questa concezione tradizionale di democrazia? <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Come tornare a poter contare qualcosa?<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Ragioniamo sulle possibilità della disobbedienza civile<B style="mso-bidi-font-weight: normal">, </B>approfondiamo le proposte della democrazia partecipativa, proviamo a riflettere se i modelli di economie alternative che conosciamo (finanza critica, finanza etica, commercio equo, comuni varie, ecc.) possono ambire ad organizzarsi su reti a grande scala e “contendere spazi” all’economia neoliberista.<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Nell’epoca della globalizzazione non possiamo rifugiarci nel bosco come Thoreau, forse, però, potremo quantomeno smettere di “collaborare”? Esistono possibilità di azione<B style="mso-bidi-font-weight: normal"> </B>diretta, nonviolenta, che possono risultare efficaci, incisive? <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Interverranno: </SPAN></I></B><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Gianfranco Bettin (Prosindaco di Venezia), Cosimo Scarinzi (CUB), Lisa Clark (Rete Lilliput), Giorgio Riolo (Attac Italia e Associazione Punto Rosso di Milano) e Olivia Guaraldo (Università di Verona).<o:p></o:p></SPAN></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><SPAN style="FONT-SIZE: 11.5pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">&nbsp;<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">&nbsp;<o:p></o:p></SPAN></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">&nbsp;<o:p></o:p></SPAN></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><B style="mso-bidi-font-weight: normal"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">Per informazioni e contatti:<o:p></o:p></SPAN></I></B></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">infoshop mag60522-430307 <o:p></o:p></SPAN></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt"><I style="mso-bidi-font-style: normal"><SPAN style="FONT-SIZE: 11pt; mso-bidi-font-size: 10.0pt">e-mail: <B style="mso-bidi-font-weight: normal"><A href="mailto:pollicino2@libero.it"><SPAN style="COLOR: windowtext; FONT-WEIGHT: normal; TEXT-DECORATION: none; text-underline: none">pollicino@???</SPAN></A><o:p></o:p></B></SPAN></I></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify; tab-stops: 489.05pt">&nbsp;<o:p></o:p></P></FONT></FONT></DIV>> ATTACHMENT part 2 application/octet-stream name=volantino.doc </BLOCKQUOTE><p><br><hr size=1>Non perderti un solo gol! <br> <b>Iscriviti al FIFA Vip Club</b>
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