Szerző: soccorsopopolare Dátum: Tárgy: [Cerchio] India -Pakistan come lottare contro la guerra??
Eh già!! come fare a lottare contro questa guerra e contro la guerra in
generale. Oggi, domani, nella realtà, non sui libri. L'umanità riuscirà a
disfarsi della guerra o la guerrà si disferà dell'umanità? Non penso che vi
sia qualcuno che abbia già tutto chiaro, anzi penso che vi sia ben poco di
chiaro per ora. E' chiaro solo chele vecchie vie sono insufficenti, compresa
quella gandhiana
Ma insomma alcune cose le possiamo anche dire, a spanne.. idee che si
confrontano.
Una ad esempio è : sono d'accordo che se si usano i metodi dell'avversario,
il tipo di violenza, di costrizione di massa, le armi dell'avversario
abbiamo visto che si finisce per...divenire come l'altro...Putin è lì a
dimostrarlo....
Un'altra cosa che possiamo osservare è che abbiamo a che fare con dei veri
...cattivi...gli americani dalla conquista del West a quella
dell'Afghanistan sono dei veri cattivi...difficile convincerli con le
prediche....
E allora??? Di quale tipo di forza dovrà dotarsi l'assemblea per imporre le
sue decisioni ??? Di quale forza, di quale violenza avrà bisogno l'assemblea
per dire: "Tu barone, tu capo di questo e di quello, sei decaduto! prendi il
picco e vai a piantare alberi in Alto Apennino! Tu generale, prendi la vanga
e va a coltivare quel pezzo di terra! Di quale forza avranno bisogno le zone
libere, i picchetti per imporre i cambiamenti necessari?? Per scardinare le
gerarchie??
Non credo siamo per ora in grado di dirlo. Teniamo conto che abbiamo a che
fare con dei veri cattivi, dei bari abituati a giocare sporco, che meritano
da tanto tempo di sparire dalla scena...L'unica forza vera che avremo o
meglio avrà la nuova generazione di movimento sarà il numero, lo sterminato
numero dei moderni schiavi mobilizzabili, sempre che accettino l'idea di
cercare di spezzare le catene...su questo dovremo concentrare lo sforzo, a
mio modestissimo parere. E' un lavoro che inizia tutto di nuovo...i vecchi
percorsi, il vecchio ceto politico, anche quello di movimento, è solo una
colossale perdita di tempo e di energie, come dimostra tutta la storia dei
cosidetti social forum dopo Genova...si è costretto nei vecchi budelli il
nuovo di Genova e che ne è uscito?? qualche scadenza autoreferenziale e poi
più nulla...
----- Original Message -----
From: "magius" <magius@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Sunday, June 02, 2002 10:29 AM
Subject: [Cerchio] India -Pakistan o dell'utilità della guerra
>
> soccorsopopolare
>
> Che possano andare al diavolo tutte le borghesie del pianeta (compresa la
> palestinese) con tutte le loro scomposizioni, le loro infinite leggi, patrie > e religioni. Che possano andare al diavolo con la loro guerra infinita di
> merda, che gli si formi contro una collettivita globale proletaria, definita > dall'urgenza di chiudere i conti.
> Ma come si fa ? Intanto perlomeno assumendo nella pratica la lotta
> generale contro la guerra e la repressione come il principale degli
> obiettivi.
>
>
> Assumere nella pratica la lotta generale contro la guerra (guerra "esterna") > e la repressione (guerra "interna"). Concordo.
> Ma forse per battere l'idolatria pan-capitalista della guerra come strumento > di risoluzione di conflitti, ci vorrebbe da parte degli anticapitalisti
> l'assunzione su di se di una scelta radicale, dolorosa ma necessaria.
> L'assunzione del rifiuto della violenza come metodo di lotta, "sempre e
> comunque". Attenzione, non parlo della nonviolenza dei pacifondai nostrani, > che abbiamo conosciuto da Genova in poi ;-) Mi riferisco alla nonviolenza
> radicale ed antilegale di combattenti come Gandhi. Una pratica nonviolenta di > massa, che a partire dall'occidente (dove ancora resistono sacche
> di "opinione pubblica" non disposta a giustificare ogni atto violento dei
> potenti) espanda la sua forza fuori dall'occidente. Penso a quello che hanno > fatto, per esempio, gli attivisti occidentali in Palestina all'inizio
> dell'occupazione israeliana di quest'anno. Sharon avrebbe tanto desiderato
> sterminarli con un paio di missili ma non ha "potuto"... La loro pratica non > violenta (in quel contesto, non per scelta credo ma per necessita) e' stata > piu efficace di cento kamikaze. Credo che la nonviolenza in questo momento
> storico di innalzamento e diffusione capillare del conflitto da parte del
> Potere e' l'unico strumento che puo' evitare lo sterminio toutcourt di chi si > oppone all'esistente. Mi piacerebbe ci si potesse riflettere collettivamente > in modo approfondito... >
> --
> magius