soccorsopopolare
Che possano andare al diavolo tutte le borghesie del pianeta (compresa la
palestinese) con tutte le loro scomposizioni, le loro infinite leggi, patrie
e religioni. Che possano andare al diavolo con la loro guerra infinita di
merda, che gli si formi contro una collettivita globale proletaria, definita
dall'urgenza di chiudere i conti.
Ma come si fa ? Intanto perlomeno assumendo nella pratica la lotta
generale contro la guerra e la repressione come il principale degli
obiettivi.
Assumere nella pratica la lotta generale contro la guerra (guerra "esterna")
e la repressione (guerra "interna"). Concordo.
Ma forse per battere l'idolatria pan-capitalista della guerra come strumento
di risoluzione di conflitti, ci vorrebbe da parte degli anticapitalisti
l'assunzione su di se di una scelta radicale, dolorosa ma necessaria.
L'assunzione del rifiuto della violenza come metodo di lotta, "sempre e
comunque". Attenzione, non parlo della nonviolenza dei pacifondai nostrani,
che abbiamo conosciuto da Genova in poi ;-) Mi riferisco alla nonviolenza
radicale ed antilegale di combattenti come Gandhi. Una pratica nonviolenta di
massa, che a partire dall'occidente (dove ancora resistono sacche
di "opinione pubblica" non disposta a giustificare ogni atto violento dei
potenti) espanda la sua forza fuori dall'occidente. Penso a quello che hanno
fatto, per esempio, gli attivisti occidentali in Palestina all'inizio
dell'occupazione israeliana di quest'anno. Sharon avrebbe tanto desiderato
sterminarli con un paio di missili ma non ha "potuto"... La loro pratica non
violenta (in quel contesto, non per scelta credo ma per necessita) e' stata
piu efficace di cento kamikaze. Credo che la nonviolenza in questo momento
storico di innalzamento e diffusione capillare del conflitto da parte del
Potere e' l'unico strumento che puo' evitare lo sterminio toutcourt di chi si
oppone all'esistente. Mi piacerebbe ci si potesse riflettere collettivamente
in modo approfondito...
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magius