Se intendi riferirti, come credo di poter capire, al totale fallimento della
mobilitazione svoltasi a Roma (solo alcune centinaia di "mobilitatii"!!!)
contro il summit della Nato, posso garantirti che la cosa ha addirittura
"sfondato gli occhi" a tutti ... solo che ancore parrebbe come al solito
prevalere la tendenza suicida, a mio avviso, di tentare di sminuire la
portata peraltro drammaticamente evidente del "FLOP", giocherellando in modo
un po' penoso sui numeri (chi dice "alcune" migliaia, chi più modestamente,
ma con ugual desiderio di ammortizzare la botta, dichiara "2000 compagne/i",
cercando di sviare l'attenzione con l'enfatizzare la partecipazione "di
spicco" della comunità Kurda, e così via ...).
Dal mio/nostro canto (intendo "Vis-à-Vis" e l'"area" di compagn* "intorno"
ad essa) stiamo cercando di dire la nostra in tutti i contesti in cui
riusciamo a essere presenti.
D'altronde, abbiamo "sfornato" (dopo Genova) non pochi nè scarni comunicati,
in cui ci siamo sforzati ogni volta di mettere a fuoco le contraddizioni che
attraversavano/attraversano il variegato ceto politico che sino ad oggi, nel
bene e nel male, ha di fatto ogni volta rivestito il ruolo di individuare le
successive scadenze mobilitative, su cui offrire occasioni di riemersione ad
un "movimento" che, pur essendo in lenta gestazione nelle fibre del corpo
sociale e dentro le contraddizioni materiali che questo attraversano, ancora
non riesce a trovare la forza di autodeterminare i tempi e i luoghi e le
forme della propria costituzione soggettiva autonoma.
Alcune specifiche componenti di questo ceto politico (ed è inutile che io mi
dilunghi qui a ripetere ciò che da sempre vado dicendo), hanno continuato a
giocare sporco, in una inesausta tensione egemonica ed autoreferenziale di
stampo spudoratamente politicistico e ambiguamente (?!?) inciucistica; ma a
fronte di tale gioco, dall'altra parte (quella "pulita", onestamente
orientata a favorire/stimolare veramente la crescita del "movimento" fuori
dalle secche di un opportunistico balletto peri-istituzionale, e dentro la
radicalità fondante della contraddizione capitale/lavoro), non c'è stata la
capacità (o anche talvolta la volontà!) di spezzare quella sorta di
cortocircuito quasi "castale" che si annida inevitabilmente, come rischio
mortale, dentro ogni dimensione della "politica" quando questa non è
dispiegata pratica/teorica diretta e di massa. Un "corto circuito" che tende
a far inerzialmente prevalere una logica lobbistica da "corpo separato" che,
in assenza appunto di un soggetto collettivo definitivamente protagonista di
se stesso e in grado di revocare qualsiasi delega, sul terreno dell'azione
diretta e dell'autogestione, predilige autoreferenzialmente "lavarsi i panni
sporchi dentro casa", fra consimili, quasi nel timore di poter "disilludere"
la nascente nuova leva di movimento, sottoponendola alla "triste" visione
del "teatrino della politica fra addetti ai lavori".
E ciò, senza capire che INVECE, proprio nell'opacità "pudicamente"
preservata ad ogni costo, proprio nel mantenere nell'ombra le lordure del
politicantismo, sia pur cercando magari in buona fede e con tutte le forze
di contenerne e disattivarne l'inquinante opportunismo e spettacolarismo, si
ottiene immancabilmente l'opposto risultato di RI/trasformare di nuovo e
sempre la critica dell'autonomia della politica, propria di ogni momento di
riattivizzazione conflittuale del sociale, in un'ennesima crisi della
politica come partecipazione diretta, ripresa di parola "dal basso", pratica
di massa sul terreno dello scontro di classe vis-à-vis capitale!
Purtroppo io credo che la giornata del 28, contro la Nato, faccia intendere
proprio l'incombenza ormai oltremodo minacciosa di questo pericolo di
regressione.
Già nell'autunno scorso, con la marcia di Assisi, il "movimento" (di
Seattle, Napoli, Goteborg, Genova) aveva autonomamente deciso di disertare
l'appuntamento, ma questo segnale non ha a tutt'oggi pagato, evidentemente!
Come "Vis-à-Vis", il 9 novembre, scrivemmo di ciò, contro le fumisticherie
e le reticenze che avevano portato a imbarazzanti "silenzi" e ritardi, da
parte del ceto politico "di movimento", in occasione della parata
berlusconiana di Piazza del Popolo a Roma, affermando testualmente:
<<Comunque le giornate che ci aspettano vadano a finire, ed a maggior
ragione se "IL movimento", malgrado tutto, saprà autonomamente ritrovarsi,
al di là e contro le tante manfrine, che troppi presunti addetti ai lavori
hanno messo in atto dietro le quinte (in una becera logica da corpo
separato, affatto autoreferenziale), riteniamo che sia assolutamente
improcrastinabile rilanciare con forza, collettivamente, una critica della
politica come critica non solo della gestione del potere e del controllo che
oggi Monsieur le Capital riconferma nelle connotazioni del più classico e
feroce modello imperialistico, ma anche, e parimenti, di ogni
negazione/spoliazione dell'autonoma e diretta possibilità di
autodeterminazione del sociale, della mancanza di effettiva condivisione
collettiva ed orizzontale delle pratiche decisionali, della
cessione/alienazione più o meno "democraticamente delegata" ad altri, della
propria parola e volontà (la "capacità di volere" di ciascuno).
Critica della politica quindi è anche, e in questi frangenti anzitutto,
critica del politicismo, dell'opportunismo, del verticismo, del leaderismo,
del primato dell'organizzazione sul movimento, del prevalere degli interessi
immediati e strumentali della propria struttura su quelli complessivi; della
maledetta coazione a riprodurre, colpevolmente e stoltamente, un fare
politica che, anzichè porsi all'interno di un processo di liberazione,
adotta, spesso inconsapevolmente, i modi d'agire del nemico.
Da questo muoveva e muove il nostro costante richiamo alla trasparenza
... >>
Oggi, queste parole ci sembrano più appropriate che mai.
Allora, trecentomila persone dimostrarono che, malgrado tutto, il movimento
aveva comunque deciso di ridicolizzare gli amerikani del nano di Arcore,
riversando ancora una volta tutta la propria immensa forza nelle strade di
Roma, in quell'appuntamento metropolitano in cui si riconosceva al di là e
contro i "giochetti" del ceto politico.
Oggi, non è dato purtroppo sapere quando e come il movimento saprà
rimanifestarsi ... ma nel frattempo sarebbe già un buon risultato se la
"parte sana" del ceto politico si decidesse a confrontarsi seriamente e
fattivamente con i temi che, nel nostro piccolo ma non certo da soli, stiamo
tentando da lungo tempo di porre al centro dell'attenzione.
Salut
Marco Melotti
----- Original Message -----
From: "lucia" <lul@???>
To: <Fori-sociali@???>; <cerchio@???>
Sent: Wednesday, May 29, 2002 10:21 PM
Subject: [Cerchio] andato deserto il battesimo del G9
> Ma a nessuno è balzato all'occhio che il summit di Pratica di Mare è
andato
> deserto?
> Che ne pensate?
> Lucia
>
> per cancellarsi dalla lista, andare su
https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio