[Forumgenzano] CONTRO IL D.D.L. BOSSI-FINI

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Szerző: Emiliano
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Tárgy: [Forumgenzano] CONTRO IL D.D.L. BOSSI-FINI
Cari tutti come saprete ieri la Camera ha approvato l'articolo della legge
Bossi-Fini che istituisce l'obbligo delle impronte digitali per gli
immigrati che richiedono il permesso di soggiorno. Di fronte a questa nuova
pagina buia della democrazia italiana, vi comunico che il consiglio comunale
di Genzano di Roma il prossimo 6 Giugno (ore 17) avrà tra i punti all'
ordine del giorno la discussione della seguente mozione presentata dal
gruppo del Prc.
SALUTI RESISTENTI
HASTA SIEMPRE




IL CONSIGLIO COMUNALE DI GENZANO DI ROMA

PRESO ATTO
CHE  il governo si appresta a proporre all'approvazione delle Camere un
disegno di legge sull'immigrazione che stravolge e peggiora la legge
Turco-Napolitano (L. 40/98);
CHE  i punti cardine del d.d.l. sono:
1.    l'ipotesi della non programmazione annuale dei flussi e quindi il non
luogo al rilascio dei visti di ingresso e dei permessi di soggiorno (art. 3
comma 4)
2.    l'introduzione del contratto di soggiorno per lavoro, che lega la
presenza dell'immigrato in Italia unicamente alla durata di un lavoro
subordinato a tempo determinato non superiore a un anno (art. 4 comma 3 bis)
3.    permesso di soggiorno commisurata alla durata del contratto di soggiorno
(art. 4 comma 3 bis)
4.    abrogazione della figura del garante (abrogazione art. 23 l. 40/98)
5.    abrogazione dei comma che prevedono ricongiungimenti familiari che non
siano quelli del coniuge, dei figli minori e dei genitori non
autosufficienti (art. 26)
6.    il tempo utile per ottenere la carta di soggiorno passa da 5 a 8 anni
(art. 27 comma 1)
7.    ai servizi sociali potranno accedere unicamente gli extracomunitari in
regola con il permesso di soggiorno (art. 17/1 bis)
8.    la custodia nei centri di permanenza passa da 30 a 60 giorni massimo
(art. 11 comma 1)
9.    espulsione immediatamente esecutiva, anche se impugnata e anche se
l'immigrato ha un procedimento penale in corso (su autorizzazione del
giudice) (art. 10 comma 3)
10.    espulsione con l'intimazione a lasciare il paese, quando il permesso di
soggiorno è scaduto da più di 60 giorni (art. 10 comma 2)
11.    reclusione da 1 a 4 anni per il reato di permanenza clandestina per
coloro che, espulsi, sono ritrovati sul territorio nazionale (art. 10 comma
6)
12.    reclusione da 1 a 4 anni per l'extracomunitario che non rispetti
l'intimazione a lasciare il paese entro 5 giorni, esaurito il tempo utile
per il suo trattenimento in un centro di permanenza (art. 11 comma 2)
13.    i richiedenti asilo politico saranno trattenuti in centri di detenzione,
le loro domande esaminate da commissioni che non hanno requisiti di
imparzialità e di competenza, con un esame unico. La decisione avversa alla
domanda è immediatamente esecutiva e il ricorso è ammesso solo dall'estero
(art. 20)
CHE  se questo d.d.l. venisse approvato, costringerebbe l'immigrato ad
un'umiliante marginalità, impedendogli un dignitoso inserimento nel nostro
paese e il riconoscimento di quei diritti che la Costituzione Italiana
garantisce;


RITENUTO CHE
Tali norme, oltre che di dubbia costituzionalità, renderebbero l'Italia un
paese dai connotati decisamente xenofobi e razzisti incentivando,
oltretutto, il mercato del lavoro nero e una competizione selvaggia tra
poveri;

RILEVATO ALTRESI' CHE
Moltissime associazioni del mondo del volontariato, rappresentanze degli
immigrati in Italia, esponenti del mondo della cultura e diversi Paesi e
personalità della Comunità Europea hanno espresso severe critiche in merito
a questo d.d.l. del Governo;




ESPRIME
Al Governo e ai Presidenti di Camera e Senato la più decisa contrarietà al
disegno di legge sull'immigrazione proposto dagli On.li Bossi e Fini;

IMPEGNA LA GIUNTA E IL SINDACO
A promuovere ogni tipo di iniziativa, a partire dal riconoscimento di un
consigliere aggiunto in rappresentanza delle comunità immigrate della
cittadina, volta alla promozione di spazi di integrazione e socializzazione
multiculturale dove si promuova il rispetto delle diversità storiche,
culturali e religiose per contribuire a creare una società aperta e plurale
dove sia riconosciuto il valore delle differenze e vissuto come possibilità
di scambio e arricchimento reciproco.